La trasmissione di Adrian la serie è proseguita nelle ultime due settimane, come previsto. Nessuna cancellazione prima del tempo, per ora. Sfortunatamente. Il caos presente in Adrian temo ci stia avvicinando alla morte termica dell’Universo di una frazione di secondo più rapidamente rispetto alla media delle altre serie. Ma in fondo, dopo aver visto Adrian la serie (anzi, la serie evento), ci importa davvero che l’esistenza possa finire un poco prima?
Per chi si è perso il precedente appuntamento: ecco l’articolo dedicato ai primi due episodi di Adrian.
Capisci che un prodotto di intrattenimento è B-b-buono quando ogni singola persona coinvolta dichiara di non averci avuto nulla a che fare, o che comunque non sapeva cosa ne sarebbe uscito, o se lo sapeva non era d’accordo però non è stato ascoltato.
Ogni. Singola. Persona.
E uno si immagina che Celentano abbia impiegato dieci anni perché Adrian lo ha dovuto scrivere, dirigere e disegnare lui, tutto da solo, chiuso in cantina. E a Mediaset è sembrata un’ottima idea trasmetterlo, dopo che Sky aveva scaricato il progetto come una mucca scarica gli intestini.
Bellissima scelta.
Tornando al nocciolo dell’articolo, questa volta non ci dilungheremo nei molti dettagli demenziali dei due episodi. Non ho nemmeno considerazioni sul linguaggio della violenza da condividere, visto che ne abbiamo già parlato… e stranamente ce l’abbiamo fatta senza l’arrivo di femministe urlanti, anzi, diverse lettrici mi hanno ringraziato per quanto scritto.
Non parleremo del cambio di alleanza fatto da Agente Smith e Pinotto, che da un minuto all’altro passano da essere i più fedeli servitori del Potere a divenire alleati di Adrian (che di fronte a loro, col loro assenso, crea Darian). Né commenteremo che se uno sa giocare a scacchi, anche solo un poco, non è credibile che arrivi a trovarsi allo scacco matto in una mossa senza accorgersene, men che meno se è lui che sta per farlo!
Non parleremo del ferocissimo regime che invece di assassinare Adrian/Darian gli affida un programma in televisione, ma poi cambiano idea e cercano di ucciderlo… mandandogli addosso una rockstar fallita, invece di un vero sicario. Meraviglioso.
Non ci occuperemo del motivo per cui nel 2068 due contadini arrivino dalla campagna, con tanto di pecora al seguito, e ammirano le “città” con stupore mentre i milanesi ridono loro dietro, come se fossimo nel 1968. Anzi, meglio: nel 1928. Davvero nel 2068 dobbiamo immaginare che i campagnoli vivano come dei primitivi e non abbiano mai visto le incredibili “città”? Mah!
Non parleremo di tante cose, perché Adrian è un chicca demenziale a ogni minuto e non mi va di fare dodicimila parole di articolo: se volete godervi delle buone descrizioni degli episodi vi rimando a Victorlaszlo88 (episodio 3 ed episodio 4). Seguitelo: oltre a essere un Grande Antico di YouTube Italia, partito nel lontano 2009, i suoi video su Adrian sono molto divertenti.
A quanto pare a Celentano piacciono gli inganni, i tranelli, i misteri. Non solo quando lui fa come cazzo gli pare nei suoi spettacoli, e si vanta di sabotare l’audience di una canale, ma anche nella serie.
Adrian è un “indovinello avvolto in un mistero all’interno di un enigma“, citando il famoso intervento di Churchill del 1939.
Un indovinello la cui risposta è un rutto.
Nel primo episodio abbiamo visto il Potere, originalissimo nome del feroce Regime che il Partito ha messo in piedi per governare l’Italia, far sparire nel nulla i “pericolosi terroristi”. Se uno fa qualcosa che non piace e loro sanno chi è, lo fanno sparire. E il Potere non risparmia nemmeno i mobili innocenti, rimossi tramite una granata che li assorbe. Sfortunatamente, dopo altri tre episodi, la Granata del Trasloco non è ancora ritornata.
Nel terzo episodio abbiamo visto il Potere inviare i propri sgherri ad arrestare e riempire di botte chi può avere informazioni utili. Gli ultimi della società sono costretti a vivere nelle fogne, proprio come il nostro amico ritardato del secondo episodio, per non cadere sotto lo sguardo del Potere. Il Potere è feroce, è implacabile e ha risolto il problema del traffico a Milano. Maledetto Potere: il popolo amava quel traffico!
Il Potere però può colpirti solo se sa chi sei. Possibilmente con un documento di consenso firmato per condividere con lui le tue informazioni. Perché il Potere ha una caratteristica chiave, un autentico difetto fatale: difende la Privacy. Tanto che:
Parafrasando lo slogan di Warhammer 40k:
Nella grigia indifferenza del vicino futuro c’è solo Privacy.
Come scopriamo nell’episodio quattro, il Potere non solo apprezza l’architettura minimalista (ma enorme), ma lo è fino al punto di voler nascondere le bellezze artistiche. Demolirle, come fanno quelli di Mafia International con la chiesa “scomoda” di cui liberarsi, oppure nasconderle, come fanno con il Duomo di Milano e molte altre opere in giro per l’Italia.
Al di là della demenza dei monumenti nascosti con enormi strutture per il restauro (eterno) tappezzate di schermi pubblicitari… e anche al di là delle stupidità che queste megastrutture siano accessibili da fuori senza troppa difficoltà, e permettano di arrivare fino a un pulsantone rosso che in un attimo ritira tutti gli schermi e mostra al pubblico quanto nascosto… ma davvero la Bellezza è solo in alcune opere e non in altre?
A Milano ci mostrano il Duomo nascosto, ma le altre splendide opere d’epoca attorno NO. Lo splendido monumento a Vittorio Emanuele II realizzato da Ercole Rosa, davanti al Duomo, è pienamente visibile! Cos’è: il Duomo è la Bellezza che risveglia il popolo, ma il monumento a Vittorio Emanuele II è un dito nel culo? E dire che non ci vorrebbe nulla a nasconderlo con un paio di maxischermi!
Addirittura la Galleria Vittorio Emanuele II, un altro posto spettacolare accanto al Duomo, non solo è pienamente visibile, ma è stata valorizzata trasformandola nel nuovo mega centro commerciale così figo che perfino le scolaresche vengono portate lì in visita come se fosse il museo egizio! Anche quel posto lì è brutto come un piede nell’ano, per il Potere? O è solo tutto ciò che riguarda i Savoia (o che sia successivo al Rinascimento, boh) a essere disprezzato da Celentano come Arte Falsa, Orrenda e priva di Bellezza?
Comunque qualcuno dovrebbe spiegarmi come faccia Galleria Vittorio Emanuele II, solo 17.500 metri quadri di isolato calpestabile, a ospitare un mega centro commerciale del 2068 quando nel 2018 Orio Center, accanto a casa mia, uno dei più grandi centri commerciali d’Europa, superava i 100.000 metri quadri. Tra 50 anni non dico che un mega centro commerciale capace di stupire il mondo debba essere grande come un’intera città, come quelli immaginati da Albert Robida ne Il Ventesimo Secolo, ma più di 100.000 metri quadri sì!
Per qualche motivo Adrian, quando serve, fa apparire tuoni e lampi. Accade quando deve distrarre qualcuno, o quando deve sottolineare ciò che dice. E soprattutto accade al concerto del primo episodio, ed è il motivo per cui non ci sono sue immagini filmate. Non sto scherzando: lo dice la voce fuori campo, nell’introduzione del quarto episodio:
Il pubblico è in visibilio sotto una tempesta improvvisa di lampi e tuoni, che saranno la causa della cancellazione di tutte le immagini filmate durante il concerto.
Spiegazione puramente “fisica”? Bella stronzata considerando che:
Come faccia invece Adrian a scomparire dalla memoria di chi lo guarda, a piacere, non si sa. La spiegazione idiota data dalla voce fuori campo non copre questo problema. Sarà che i fulmini in realtà sono solo lì per estetica, mentre il potere di cancellazione è puramente paranormale? Per me è l’unica risposta credibile.
Tant’è che anche chi lo ha osservato bene e a lungo sul palco non sa dire se Darian sia diverso dalla prima volta: nasone, gobba, capelli bianchi… sì, c’è un po’ di incertezza nel riconoscerlo, ma alla fine sono tutti convinti che Darian fosse proprio così (e non ci sono lampi e tuoni in gioco). Non è normale. Questa è un’allucinazione di “massa” (tra virgolette, visto che riguarda molto gruppi di persone distinte che non si influenzano a vicenda) molto grossa. Praticamente una magia.
Consideriamo anche che dopo il concerto Adrian viene fermato da Agente Smith e Pinotto, che lo guardano a lungo in faccia, e gli chiedono nome e indirizzo. Lui non dà il nome, ma dice la via in cui abita. Subito dopo un lampo con un tuono fortissimo li distrae entrambi, e quando tornano a guardare verso Adrian questi è sparito… assieme al loro ricordo di lui. E questo non lo causano i fulmini sulle strumentazioni elettroniche, eh.
Quando Darian convince il ragazzo dubbioso di aver avuto fin dalla prima volta quest’aspetto, l’impressione è che pure questa capacità di riscrivere i ricordi delle persone sia parte dei suoi poteri perché il ragazzo in pochi secondi passa da non riconoscerlo, a dubitare di qualche dettaglio e infine a essere certissimo che al concerto c’era proprio un gobbo.
Nel terzo episodio scopriamo che esiste un video in cui le immagini sono sparite, ma l’audio della canzone dell’Orologiaio è rimasto. Poteri paranormali difettosi o… semplicemente, quando ha fatto comodo ad Adrian che la sua voce girasse, prima di “svelarsi” come Darian, ha salvato una delle registrazioni con la sua Potente Magia Celentano?
E che dire di Anidride e Carbonica, le due anziane che Adrian conosceva fin da quando erano giovani? E che rapporto c’è tra Adrian e il vero Adriano Celentano, di cui appaiono immagini e canzoni nel quarto episodio? A parte che, come dice Adrian, lui è ciò che Adriano Celentano sarebbe voluto essere… no, dai, dopo quattro episodi di fantasie masturbatorie da ottuagenario rinfanciullito, non c’eravamo proprio arrivati! Meno male che ce lo hai detto! Grazie!
Basta. Inutile farsi domande. La serie Adrian è come un discorso politico di Celentano: non ha un senso e se cerchi di trovarlo puoi solo metterti a scegliere tra decine di contraddizioni differenti e mutualmente esclusive, con l’imbarazzo di decidere quale sia la peggiore…
Avevo auspicato su Facebook, senza crederci granché, che il ritardato fuggito dalle fogne potesse ritornare. È successo. Adesso ho un motivo per proseguire la serie: sperare che il “ragazzo di fede musulmana” (cit.) torni ancora e ancora in Adrian, la serie offensiva da molti punti di vista evento!
Per chi non ha visto l’episodio, Silver armato di pistola ha inseguito Darian nelle fogne e Darian è salito su una barca per fuggire con la lentezza di una lumaca. Silver ora può finalmente sparargli senza colpire soltanto i muri attorno, ma viene fermato dalla forza dialettica di Darian… grazie all’aiuto del ritardato fuggito dalle fogne!
Ritardato che a quanto pare, dopo la fuga, ha deciso di tornare a casa. Magari un giorno farà come Bilbo Baggins e ci scriverà un libro: Andata e Ritorno o Il Libro Negro delle Fogne Milanesi. E non è solo: ora ha portato un amico, con la voce da scemo come lui, e incapace di capire cosa accade proprio come lui. Praticamente la macchietta del negro in edizione Adrian: non solo è appena sceso dall’albero, ma è caduto in un tombino. Bene, ma non benissimo.
Né il nostro ritardato né il suo amico sembrano capire che la pistola di Silver, puntata contro di loro, potrebbe essere un tantino pericolosa. La ignorano proprio. Anzi, i due si lanciano im complimenti per i pezzi di Silver che fanno “du-du-du-du” e anche “de-de-de-de” (sto citando: dicono davvero così, come dei poveri svantaggiati che non sanno le parole). Perché loro sono i veri fan di Silver. Non la gente di sopra, che gli ha voltato le spalle per quel truffatore di Darian. I suoi veri fan, la “gente ancora capace di ascoltare” (cit. Darian) è lì nelle fogne.
Silver è commosso dall’amore autentico dei negri ritardati che vivono nelle fogne: getta la pistola in acqua e va dai suoi fan autentici (“true fan”, come dicono gli esperti), ma il loro sguardo non lascia presagire nulla di buono per quel culetto pallido ancora impreparato alle dimensioni del loro affetto…
Tutto e niente, mi viene da dire. Perché in Adrian tutto viene ridotto a niente, ogni cosa è banalizzata e tramutata in poltiglia senza senso. Allo stesso tempo il niente sottovuoto della retorica celentaniana viene presentato come il tutto di fronte a cui dovremmo stupirci per risvegliarci dalla nostra indifferenza di consumisti schiavi del Potere.
Ma se voglio sentire un discorso profondo sulla realtà del neoliberismo, delle democrazie occidentali e della società capitalistica, non ho bisogno di rivolgermi a Wallerstein o a Chomsky come alternative a Celentano. Per battere lui basta il geometra Calboni nel vagone con le cuccette.
Sempre che prosegua. Spero di sì, in fondo quella del male di stagione non può essere una scusa per prendersi una pausa e decidere cosa fare dopo quattro episodi andati sempre peggio, giusto?
cala ancora Adrian, lo show di Adriano Celentano che totalizza l’11.87% di share nel segmento live e il 10.56% nel cartoon (l’esordio di lunedì 21 aveva totalizzato rispettivamente il 21,92% e il 19,07% di share, mentre la seconda puntata di martedì scorso il 15% e il 13,26% di share).
D’altronde già nel corso della quarta puntata andata in onda lunedì 4 febbraio Adriano Celentano non era apparso. Quarta puntata che ha toccato finora il punto più basso in termini di Auditel dall’inizio del programma, facendo registrare uno share dell’8,92% per Aspettando Adrian e del 7,66% di share per il cartone Adrian.
Celentano è forte, è rock, e non si fa sconfiggere dal Potere che teme il suo Show… ma magari al suo posto tra tre settimane troveremo sul palco Dariano Lecentano, un gobbo misterioso che nessuno riuscirà a collegare all’Adriano originale… :-)
Alla prossima e…
… tenete affilata la vostra mente! ;-)
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