Pausa estiva finita, con due settimane di ritardo rispetto al previsto. Ci ho messo in mezzo però le riflessioni su Dunkirk, per cui non è che non ci siamo più sentiti dal 10 agosto. Ero stato tentato anche di parlare di Valerian, una settimana fa, ma poi ho lasciato stare perché non ne vale la pena. Si riparte, un po’ meno regolarmente, ma si riparte con gli articoli e i video del nuovo anno bloggastico.
Con l’ultimo articolo e video di agosto abbiamo concluso la prima analisi completa di un film, considerando tutti gli elementi discussi nelle lezioni dedicate alla struttura di una storia. E infatti ci abbiamo impiegato quasi 50 minuti, su tre video. Le prime dieci lezioni sulla struttura e gli elementi di una storia durano 2 ore e 11 minuti: un altro bel malloppo di roba.
Ora non resta che riprendere, ma con delle precisazioni: produrre l’articolo e il video settimanale non è più una priorità come prima, non è più così urgente. L’ho già anticipato su Facebook qualche settimana fa, per chi mi segue anche lì. Avevo fretta di finire le lezioni perché mi servono come materiale gratuito propedeutico per il corso a pagamento per autori, e avevo fretta di mostrare la teoria in azione discutendo Arma Letale, ma a causa dei miei altri impegni e della mia difficoltà a organizzare bene i tempi questo è anche significato ridurre a 1 o 2 gli allenamenti in palestra, al posto di 3 alla settimana.
Non alleno le gambe letteralmente da gennaio. E spesso ho dovuto concentrare in un solo allenamento petto e tricipiti con schiena e bicipiti, rinunciando ai set per gli addominali laterali e le torsioni, se no non ci stava tutto nemmeno per sbaglio. Allenamenti di merda. Non va bene, considerando che nel 2018 voglio aumentare l’attività fisica rispetto al 2016, non solo tornare ai vecchi ritmi.
In più nei primi sei mesi del 2017 ho letto meno di quanto volessi. Molto meno. Tra film, serie TV e anime visti solo per vedere se ne cavavo appunti utili per uso futuro nel corso, o negli articoli sul blog e nei video sul canale. Anche questo non va bene, visto che tante idee interessanti da ricombinare per costruire nuove idee originali è più facile che mi vengano dalla fantascienza scritta ben fatta, o dalla saggistica, che dalle serie o dai film. Avere sempre idee extra da lanciare agli autori seguendo il loro flusso di idee, per offrire nuovi spunti per la storia che mi stanno descrivendo in quel momento, è una parte importante del mio lavoro.
Di conseguenza la fretta di pubblicare articoli e video, senza saltare appuntamenti, sparisce: le altre attività hanno la priorità. Quando dovrò “correre” per produrre un video o un articolo in tempo, non lo farò: manterrò lo stesso ritmo, senza danneggiare le altre attività, e se dovrò ritardare di una settimana o più fa niente. Si va in palestra senza saltare, come facevo nel 2016, perché il richiamo del ferro richiede una risposta e le tette non ballano se non le nutri coi manubri. Si legge di più. E ci si occupa di più dei miei autori, anche loro colpiti dal poco tempo disponibile.
In più il video fisso dopo ogni articolo, il giorno dopo, ha penalizzato il blog: diversi lettori hanno ammesso di aver iniziato a guardare solo il video. E i dati sul blog lo confermano: avevo finalmente rialzato le visite col lavoro fatto da novembre a gennaio, risollevandole al livello del 2014-2015 semplicemente portando buoni contenuti con regolarità (il trucco che evita ai blog di morire: scrivere cose interessanti, che il pubblico leggerà)… poi da febbraio, con l’arrivo dei video, c’è stato il “trasferimento” di una fetta di pubblico dal blog su YouTube.
Non è stato un crollo di visite, sono comunque rimaste sopra a come erano nel 2016, ma quel po’ di pubblico perso sul blog non mi è piaciuto. Per me gli articoli scritti sono la forma di comunicazione principale. In compenso il pubblico nuovo ottenuto su YouTube si è dimostrato molto attento, interessato e propositivo. Quindi se in futuro capiterà che faccia un articolo, ma poi il video non lo realizzo o lo faccio in versione ridotta o arriva in ritardo di una settimana… beh, sapete che se volete essere sempre aggiornati sui contenuti, senza aspettare, c’è il blog.
Passiamo ai contenuti di cui mi occuperò. Più o meno saranno quelli di prima, ma inizieremo a occuparci di quella che chiamo “la prima metà del manualetto gratuito”, ovvero le lezioni dedicate alla scrittura terra-terra. La seconda parte è quella sull’analisi delle storie, che avete già visto. Parleremo sempre e solo di scrittura immersiva, l’unica analizzabile, e quindi degna di nota, tenendo conto del funzionamento del cervello umano.
Potrei discutere di retorica dell’oscurità e di come funzionano i discorsi apparentemente complicati, ma privi di senso, che tramite l’incomprensibilità si ammantano di autorevolezza alle orecchie di chi non capendoli pensa di trovarsi di fronte a un luminare… ma servirebbe a qualcosa? NO.
Sarebbe anche divertente, si potrebbe pure citare l’opinione di Popper e quella di San Bernardino, ma non è qualcosa di utile per davvero. Dire che i truffatori intellettuali sono tali e che la madre degli abbindolati è sempre incinta, non ci insegna a scrivere bene nel senso di “una scrittura vivida e concreta che immerga il lettore nella vicenda fino a far scomparire le parole e lasciare solo la storia”. Concentriamoci su ciò che serve, e lasciamo per i momenti di indolenza le sciocchezze che eccitano i poser culturali e fanno arricchire i manipolatori.
Ho una discreta fretta di produrre la prima parte del manualetto, ma non voglio correre troppo: devo rivederlo, ripensarlo bene e riscriverlo. Non sarà più veloce di quanto sia stata la seconda parte pensata da zero: dovrò in buona parte rifare i testi e suddividere meglio i contenuti.
Voglio dare un po’ più spazio alle discussioni su fantasy e fantascienza, in senso ampio: i concetti, quale che sia la provenienza (libri, film, giochi di ruolo ecc.), e non tanto le singole opere. Vorrei cominciare a segnalare qualche libro da leggere, visto che spesso mi capita di consigliare letture ai miei autori che cercano spunti per ampliare il bagaglio della loro immaginazione. Vorrei fare video in cui ballo con indosso il qipao cinese. Naturalmente voglio riprendere con le analisi di film o di serie TV, scegliendo quelli più idonei allo scopo didattico: pensate sempre che sono video fatti pensandoli come esercizi ed esempi per chi ha seguito le lezioni gratuite sull’analisi delle storie.
Le mie abitudini questa estate sono cambiate: mi sono finalmente deciso a comprare un tablet, perché non riuscivo più a usare per lavoro il mio vecchio Kobo Aura HD. Ormai era diventato insostenibile sopportare la sua lentezza nell’evidenziare brani, l’imprecisione nel prendere le note e la scomodità poi di doverle esportare con Calibre e usarle come riferimenti per lavorare sull’opera comunque su Word.
Ho sempre preferito leggere i romanzi dei miei autori solo usando lo stesso tipo di lettura “comoda” con cui li leggerebbe il lettore, e non la modalità protesa, da studio, con cui si lavora al PC. Il problema è che per fare così dovevo prima segnarmi un bel po’ di appunti veloci sul Kobo durante la lettura (centinaia di evidenziazioni e note per un romanzo)… e certe volte tra lentezza, menù che non si apriva proprio ecc. poteva voler dire anche due o tre minuti e diversi standy e riaccendi prima che il vecchio Kobo, su file stracarichi con decine di appunti, tornasse a funzionare.
E dopo dovevo usare gli appunti per scrivere le note al PC nel file commentato da mandare all’autore. Un doppio spreco di tempo. Se però penso che moltissimi editor ancora oggi stampano i testi, li leggono e li correggono su carta (anche persone tutt’altro che stupide che conosco), mi sento molto meno ritardato per aver impiegato così tanto a passare al lavoro direttamente su tablet. L’abitudine è una brutta bestia, non come i conigli: i conigli sono bellissimi.
Non ho preso un tablet particolarmente figo: il mio unico obiettivo è che fosse almeno Full HD (non le merde) e con uno schermo bello, uno con cui vedere colori che somiglino a quelli reali e non le approssimazioni che vedo sugli schermi economici del mio PC o del portatile. Alla fine, approfittando di uno sconto, il 21 giugno ho preso il Samsung Galaxy Tab S2 con schermo Super AMOLED da 2K a 349 euro invece di 449. Ho scelto un 8 pollici perché volevo uno schermo che fosse grande a sufficienza per i fumetti o le copie anastatiche dei libri, ma non così pesante o largo da non poterlo usare con una sola mano.
Mi sono trovato benissimo. Avevo preso una custodia di pelle con tastiera bluetooth, una di quelle da 19 euro universali, ma con il tastierino virtuale mi trovo benissimo. Al momento lavoro sui file .docx usando l’app di Word, ma uno può lavorare direttamente con Google Docs. Ora lavoro molto più veloce, e le ultime tre letture e l’ultima revisione di Sangue del Mio Sangue di Menconi le ho fatte con il tablet.
In più grazie al tablet ho scoperto l’esistenza di App che permettono di leggere i manga da siti come MangaFox senza dover usare il portatile, come facevo prima, e subirmi le pubblicità sulle pagine (e dover scorrere per vedere tutta la pagina del manga). Poi ora che il mio sito preferito, Mangatrader, ha smesso di essere online stavo cercando volentieri delle alternative. Con lo schermo da 2K messo in verticale è come avere un fumetto vero davanti. Ho installato una di queste App, Manga Reader 2.0, e ho detto addio al portatile per leggere fumetti. Molto meglio!
Il tablet è arrivato proprio coi primi giorni dell’estate, e ho avuto l’impressione che mi abbia aiutato a leggere di più. Non ho letto tantissimo, ma rispetto al poco tempo che sento di aver dedicato alla lettura, sono più che soddisfatto del risultato.
Non ho più letto nemmeno una pagina sul mio vecchio, amato, eReader: solo col tablet. Certo, la batteria dura un paio di giorni invece di un mese, ma chissenefrega? Dura di più spegnendolo sempre invece di spegnere solo lo schermo, visto che si riavvia in pochi secondi. Comunque ero già abituato a ricaricare lo smartphone, come lo sono tutti, per cui non mi pesa ricordarmi di ricaricare il tablet. L’unica cosa che mi pesa è aver perso la creazione automatica degli scaffali e la catalogazione che Kobo permetteva grazie a Calibre, e la possibilità con Calibre di importare sul PC le annotazioni di tutti i libri con un click.
Sul tablet leggo usando soprattutto Moon+ Reader Pro, una app che vale ampiamente i pochi euro che costa. Le annotazioni devo esportarle manualmente un libro per volta, se le voglio salvare sul PC, e non ho trovato un programma equivalente alla sincronizzazione delle note che mi faceva Calibre. Se un file non permette annotazioni, come mi è capitato con diversi PDF di vecchi manuali, copio il testo e lo incollo in una Annotazione su Android dedicata al libro, segno la pagina da cui proviene e scrivo lì le mie note. Mi ci sono abituato in fretta… e comunque questo riguarda solo i libri di svago: per lavoro leggo e scrivo direttamente con la app di Word.
Cosa ho letto quest’estate? Un mix di riletture e di letture nuove. Per esempio Nihal della Troisi oppure il primo romanzo della Terra Morente o il primo su Gotrek sono tutte riletture, mentre gli altri romanzi della Terra Morente non lo sono. Mi sono concentrato sul fantasy “classico”, anche un po’ becero. Come mai ho letto fantasy classico, sia di decenni fa che recente? Perché a furia di leggere opere un po’ più innovative per anni e anni, la cosa “anomala” per me è diventato il fantasy un po’ becero, medievaleggiante.
Sono stato tentato dall’imbottirmi di fantasy classico come un sacco per l’immondizia dall’ottima impressione avuta dopo aver visto l’anime Hai to Gensou no Grimgar, che al fantasy becero di base unisce l’atmosfera da gioco di ruolo online. Però fatto in modo intelligente, concentrandosi sui problemi di come sarebbe davvero vivere in uno schifo di mondo che sembra un gioco online… senza alcun ricordo concreto della vita sulla Terra, accettando come “normale” l’assurdità della cosa. Il tutto col punto di vista di un gruppo di avventurieri tutt’altro che competenti o dotati, che coi soldi ricavati uccidendo qualche mostriciattolo a malapena riescono a comprarsi le mutande quando si bucano, o a mangiare tutti i giorni. Totalmente diverso da Sword Art Online o simili.
Passiamo alla lista delle letture e riletture dal 21 giugno al 21 settembre:
Come vedete il totale non è molto grande, ma rispetto al poco tempo che ho dedicato alla lettura non è andata male: 19 romanzi tra letture e riletture più mezzo romanzo della Troisi, alcuni pezzi di altri tre e il manualetto del ‘500 che in totale superano ampiamente le 300 pagine di un buon romanzo non troppo breve… diciamo che arriviamo a 20 libri letti in totale, in pratica.
Ah, e ho letto anche dei fumetti, dicevo:
Questi in libri equivalenti non saprei proprio come contarli. Forse in totale, come tempo richiesto, come un romanzo un po’ corto?
Passando a letture molto diverse:
Sì, nell’insieme non è andata malaccio. Potevo leggere il doppio se guardavo meno serie TV, meno anime e soprattutto se perdevo meno tempo a fare ricerche o a cazzeggiare al PC, ma non mi lamento. Eh già, ci sarebbero tutte le letture di articoli online ecc. ma è difficile stimarne la mole, senza contare tutti i pezzi di romanzi vari letti per mandare i commenti ai miei autori… in effetti leggo anche quando “non leggo”, visto che il mio lavoro in buona parte è leggere e scrivere. ^__^”
Cambiando argomento: ve lo ricordate che il 14 e il 15 ottobre sono con Vaporteppa a StraniMondi, la fiera di letteratura fantasy e fantascienza, a Milano? Beh, la prossima settimana vi faccio il promemoria… e vi mostrerò una sorpresa in regalo per chi verrà a comprare qualche cartaceo di Vaporteppa.
A presto!
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