Domani sarà il Fairy Day, come ogni 24 giugno da un po’ di anni: sarà il giorno dell’anno dedicato alle fatine, alle fate, alla magia e ai desideri che si realizzano. Tipo quando hai un elmetto per cuscino e preghi forte forte che la guerra finisca prima di dover invadere l’isola principale del Giappone e le fate buone ti ascoltano e BOOM due bombe nucleari sui civili giapponesi. Quel genere di desideri e di magia, immagino, perché la storia lo dimostra: anche certi sogni impossibili possono avverarsi, con un tocco di Fisica. Di magia, volevo dire.
Per gli scettici, cominciamo parlando della fatina più famosa di tutte, quella che tutti avete incontrato almeno una volta nella vita: la Fuck Up Fairy, la fatina che arriva e manda a puttane tutto inspiegabilmente. La Fuck Up Fairy è la fatina “protettrice” degli informatici, solo che non è molto brava a rendersi utile… però è bravissima a rendersi manifesta. Ci crede un sacco di gente alle sue magiche visite: prima va tutto bene e poi di punto in bianco crasha tutto, appaiono bug mostruosi, l’hardware si brucia ecc.
Quante volte sei passata anche a casa mia, piccola stronzetta stacanovista!
Noi su Vaporteppa siamo molto sensibili alla causa dell’integrazione delle fatine. Mi risulta che siamo l’unica collana editoriale in Italia ad affermare pubblicamente di avere delle fatine nel proprio personale. La nostra è una vera e propria affirmative action all’americana, ma in che senso?
Nel senso che le facciamo lavorare 14 ore al giorno, non paghiamo i contributi, non ci sono le ferie (e se noi chiudiamo per ferie qualche giorno, loro in quei giorni non vengono pagate), non ci sono garanzie sindacali e non ci sono diritti umani… d’altronde non sono umane!
Questa è la nostra affirmative action, dire forte e chiaro che i non umani convengono! Assumere chi non ha diritti e sfruttarlo il più possibile. Certo, con le fatine che sono intelligenti e fortemente sindacalizzate internamente, anche se questo non crea problemi “legali” possono esserci problemi d’altre parti, per cui non si può andare troppo pesanti… ma con gli gnomi? Pasti negati per mantenerli agili e focalizzati sul lavoro, giorni di punizione rinchiusi al buio per far loro apprezzare il lavoro alla luce, e ogni tanto i meno produttivi spariscono e alla mensa della Scuola d’Ardimento di Vaporteppa ci sono hamburger buonissimi!
Ma lasciamo stare gli gnomi e torniamo a parlare delle nostre fantasie sexy miniaturizzate preferite, quelle stronze senza senso delle fatine! Nell’arco dell’ultimo anno abbiamo conosciuto, nelle notizie storiche del giorno, diverse fatine che lavorano per noi. Cominciamo ricordando le più famose, quelle che venivano citate nel nostro sito fin dai primi mesi della collana nel 2014, e di cui Manuel Preitano, l’autore delle nostre copertine, ha realizzato dei ritratti.
- Adele è la fatina severa e rigorosa che tiene in riga le altre fatine e sorveglia il personale umano della Scuola d’Ardimento. Soprattutto per ridurre i danni causati dalle decisioni idiote della sua controparte umana, l’ussaro Branca. Circondata da mentecatti fuori controllo, ad Adele non resta che sbuffare (“Umpf!”) ed elargire sguardi di giusta disapprovazione
- Scintilla è l’esperta in tecnologia. Il suo compito è di assemblare gli elettrolibri di Vaporteppa e fare in modo che tutti i marchingegni della Scuola d’Ardimento funzionino per il meglio. O che perlomeno funzionino. È sempre indaffarata e su di giri per ogni novità, e sfreccia qua e là con le braccia cariche di parti di ricambio.
- Flemmia è l’addetta alla posta pneumatica, ma si occupa anche del magazzino dei libri cartacei e delle spedizioni. Approfitta di ogni occasione per imboscarsi a dormire nell’orario di lavoro: trasforma vecchie capsule della posta in brandine e usa il borsone da lavoro come cuscino. E si porta dietro delle bottiglie di birra trafugate e un romanzetto.
Ci sarebbero poi altre fatine come Fiammetta (la piromane), Saetta (quella ossessionata dalla velocità), Borsetta (che ruba i portafogli) e Miccetta (la terrorista che fa esplodere cose a caso), ma ci sarà tempo di parlare di loro e di vedere alcuni altri ritratti in futuro sul sito di Vaporteppa.
Alle fatine piacciono tutti gli alcolici e molte hanno un debole per le birre… e quale birra è più adatta per il Fairy Day se non una birra adatta ai gusti tipici delle fatine? Io vi consiglio la Barbar Bok, una bella birra scura, forte, in cui si mischiano sentori intensi di miele, caramello e cioccolato fondente, ben bilanciati dall’amaro dei luppoli per non farla risultare dolciastra. Miele e cioccolato, due cose, la terza è il marzapane, a cui moltissime fatine non sanno resistere. Trovate la Barbar Bok su Birraland.it.
Segnatevelo se volete attirarle per catturare una o due di quelle deliziose stronzette… attenti solo che nessuna fugga a dare l’allarme, o presto le vostre giornate saranno deliziate dalle risate cristalline delle fatine… e da aghi infetti buttati sul pavimento del bagno, pneumatici dell’auto tranciati, freni manomessi e incendi dolosi. Tutte cose che si possono risolvere rapidamente con qualche migliaio di euro in una busta e riconsegnando incolumi le prigioniere.
Lettura consigliata a tema con la giornata, anche per rendersi conto della pericolosità di certe fatine: Assault Fairies di Chiara Gamberetta, romanzo con protagoniste fatine delle forze speciali in un mondo steampunk fantasy. Lo trovate gratis sul suo blog (ormai inattivo da diversi anni).
Torniamo al brindisi!
Domani scegliete una birra buona, o un vino buono, o qualsiasi altro alcolico (il Jack Daniels’ al miele? Ottima scelta) che farebbe lanciare un “yayyy!!!” di piacere a una fatina, e brindate alle nostre fantasie erotiche volanti preferite! Io ne berrò una ammirandole al lavoro qui a Vaporteppa mentre faticano, sporche di grasso, sfrecciando tra ingranaggi pericolosi in movimento, con la gola arida come sabbia, occhiaie del triplo turno da 14 ore consecutivo e 45 gradi in sala macchine. Prosit! ^_^
È sempre triste constatare che il blog di Gamberetta è fermo da anni…
Anche il blog ti Tapiro sembra essersi arenato, è scomparso pure lui?
Sì, Tapiro è fermo da un anno.
C’è da dire che quello editoriale è un settore piccolo e di livello qualitativo pessimo: di conseguenza spesso i commenti dei lettori sono di piccoli gruppi in cui un po’ tutti si conoscono, e di basso livello (chi è riuscito a sopportare la pessima qualità senza mandare tutti affanculo).
Se uno cerca di andare “oltre”, a livello di serietà, si trova a scontrarsi con un mix di bias e dabbenaggine che scoraggia qualsiasi voglia di portare un po’ di novità nelle discussioni. È facile non dico scoraggiarsi, ma perlomeno fare due più due e far scendere la gestione di un blog sull’editoria fantastica da “priorità massima” a “subito dopo lavoro, attività di sopravvivenza come pulire e stirare, hobby principale, amici, fidanzata, lettura saggi, serie tv, palestra, videogiochi”. E alla fine il tempo rimasto per occuparsi del blog diviene nullo.
Non so se è questo il caso, ma l’ho visto accadere già e lo capirei.
Se non è veramente la propria missione, e se si vuole ottenere una qualche forma di gratificazione minima da un blog, la scena italiana e l’attuale riduzione d’importanza dei blog come luogo di discussione (finita sui social) fa di tutto per estromettere i contenuti di qualità e scoraggiare gli autori che non siano lì col loro blog solo per fare “gruppo tra amichetti e scambiarsi carezze sociali”.