Il galateo del tè a molti non risulta chiaro.
I britannici, che sono tra i popoli più civili del mondo e hanno educato tentato invano di educare mezza Africa a mangiare con le posate e a bere il tè, tengono molto alle buone maniere e hanno realizzato un breve video di spiegazioni.
Nel finale tentano un parallelo con la fornicazione per rendere più immediati i concetti anche ai bruti meno dotati di intelligenza morale. Se pensate che qualcuno che conoscete abbia difficoltà a capire che non sempre qualcun altro può volere il tè, anche se magari l’ha voluto il giorno prima, segnalategli il video.
Spiegazioni di galateo molto semplici e calzanti.
Tant’è che di solito il tè l’uomo lo beve da solo, mentre le signorine il tè lo bevono in gruppo tra loro. Un uomo beve un tè assieme a una donna di norma solo dopo il matrimonio, a meno che non sia una di quelle ragazze perdute che fanno mercimonio della propria compagnia. E mentre un uomo solo può trovare gradevole bere il tè con un gruppo di signorine, molti avrebbero una bassa opinione di una signorina che beva il tè assieme a un gruppo di uomini.
Proseguendo il ragionamento, se una signorina inizia a bere un tè da sola, l’uomo per decoro dovrebbe girarsi e uscire se non esplicitamente invitato a rimanere. Può sempre spiare dalla serratura la signorina mentre lei beve da sola il tè, e bere lui un tè a sua volta. Basta che non sgoccioli in terra (al contrario non è considerato maleducazione che la signorina sgoccioli in terra, anzi, molti uomini lo gradiscono).
Se invece non viene fatto uscire dalla stanza, un uomo può sempre bere un tè da solo mentre la signorina beve il tè da sola. Sono nella stanza, ma non stanno bevendo il tè assieme: lo bevono da soli, magari lanciandosi occhiate da sopra la tazzina.
Come mi faceva notare Angra non è ben chiarito nel video che in teoria sia molestia anche mostrare a qualcuno la propria teiera chiedendo “Ehi, che ne dici di bere un po’ di tè assieme?” mentre invece lo è. Come è molestia, mi suggeriva Artemis, inviare foto della propria teiera via telefonoscopio alle fanciulle per invogliarle a bere il proprio tè, fatto che accade molto spesso alle signorine di bell’aspetto in età da marito.
Mostrare la propria teiera o foto della stessa è possibile solo con il consenso altrui, fermo restando che comunque non vi è obbligo a bere il tè dopo.
Rifacendomi all’immagine qui sopra, c’è da domandarsi se sia lecito immaginare di prendere il tè con una signorina proprio come se si fosse sposati. Angra mi ha fatto riflettere sulla questione e io stesso spesso immagino di bere il tè con Gamberetta. Anzi, posso dire che quasi sempre quando bevo il tè da solo immagino di stare bevendo il tè con Lei.
Per esempio può sembrare ambiguo che io e un mio fan ci fossimo incontrati qualche volta a bere un buon tè… non è una visione normale due uomini che prendono il tè, seppur non “assieme” ma solo vicini. Tutto però torna normale se ragioniamo che stavamo parlando anche di Gamberetta. Quando si pensa alla Dea, la mano non può che correre alla tazza!
E vogliamo parlare del latte, messo così come capita nel video?
Eh, no, anche per quello ci vuole un consenso esplicito! Quanto spesso a un signorina capita di bere il tè con un uomo e questi continua a implorarla di prendere il latte nel tè? Lei non acconsente e lui allora a sorpresa mette il latte alla fine cogliendola nell’ultimo sorso? È molto fastidioso, soprattutto quando si sorseggia un Earl Grey! Altre volte l’uomo decide di sgocciolare il latte sul volto della fanciulla, non avendo potuto metterlo nella tazzina. Si può solo con il consenso esplicito.
Poi io sono dell’idea che se una signorina si abitua a mettere un po’ di latte nel proprio Assam poi prenda gusto e ne voglia sempre, apprezzando ancora di più la ruvidezza in bocca dei blend da colazione inglesi, molto voluminosi in bocca e di sapore non sempre piacevole. Il latte migliora tutto.
Proprio con Artemis ho discusso di Assam col latte e all’inizio lei era contraria alla cosa, ma l’ho convinta a provare. Dopo mi ha scritto di aver apprezzato come il tutto divenisse molto più godibile così.
Una signorina avvezza ai tè verdi, più gentili da sorseggiare, può sviluppare un gusto per i tè più ruvidi se si abitua a berli col latte e successivamente può cercarli apposta così. Mi è capitato molte volte di osservarlo. D’altronde non c’è da stupirsi che le signorine inglesi ne vadano ghiotte e aspirino fino all’ultima goccia!
Aggiungiamo anche che il fatto che una fanciulla indossi un abito da tè, non significa che voglia il tè. Il solo indossare un abito da tè non è una giustificazione per obbligarla a mandare già tutto il proprio thermos di tè tenuto nascosto né per obbligarla a guardare la propria teiera o mettere in mano o contro le labbra le tazzine. Dire “Ehi, era evidente dal vestito da tè e dal fatto che non abbia voluto dell’acqua che era qui proprio per il tè!” non giustifica. Se avesse voluto davvero il tè, lo avrebbe detto.
Rimane da domandarsi quale sia la regola nel caso uno forzi una signorina a bere il tè e mentre questa lo beve ci prenda gusto e lo finisca volentieri. Abbiamo visto il video col caso in cui iniziava bevendo il tè di gusto e poi cambiava idea, e lì era l’ultima decisione a contare e rendeva ininfluente la prima.
Se la regola è questa, anche nel nuovo caso è l’ultima decisione a contare… ma non è pericoloso lanciare il messaggio che può valer la pena forzare una fanciulla a bere assieme il tè, nella speranza che nel berlo lo apprezzi e voglia finirlo? Non è contrario ai precetti della più avanzata ginecologia morale?
Ma soprattutto…
quando ho mandato del tè in regalo a un’amica col suo consenso era ok, ma quando l’ho mandato a sorpresa a Gamberetta? :-O
Quando si tratta di Gamberetta nulla è lecito, giacché Lei ci benedice con il Santo Mistero della Sua Disapprovazione.
Ma perché una signorina che beve té con un gruppo di gentiluomini dovrebbe incorrere in uno stigma sociale? Trovo che fintanto che l’attività è eseguita con purezza di intenti e osservando la necessaria igiene e profilassi, non ci sia niente di sconveniente.
Per contro, trovo molto fastidioso l’atteggiamento di certi signori, riassumibile in una frase:
“Prenda un té con me, donna di malaffare! Come, non vuole un sorso del mio té? Siete solo un’arida zitella priva di cortesia e vivacità!”
Oibò, noi signorine abbiam sempre torto, té o non té!
Ahimè, questo articolo mi ricorda amaramente il mio primo approccio col tè, eccessivamente precoce nonché traumatico.
Il contatto forzato col tè di qualità infima annaffiato di abbondante limone mi ha resa refrattaria al tè per tutta l’adolescenza. All’età di ventidue anni, poi, ho avuto modo di constatare che i giapponesi non sono accorti quanto i britannici in materia di consenso, e mi schiaffavano davanti alla faccia i loro bicchieri di tè freddo a tutti i pasti. Troppo timida per rifiutare, l’ho bevuto, trovandolo sopportabile (poiché non di infima qualità e senza limone), e oggi, grazie agli insegnamenti del Duca, ho sviluppato le mie sane preferenze.
Il problema è che uomini e purezza di intenti non si abbinano. Gli uomini sono maiali preda della fornicazione, in gruppo pure peggio. La signorina si ritroverebbe presto macchiata di latte nella tazzina, sul volto, sul petto, sui glutei ecc.
Una vita di castità adorando la Dea! ^-^
L’articolo non prende in considerazione il fatto che l’uomo, dopo aver bevuto un buon tè con una signorina per bene, possa avere anche voglia di bere un buon caffè.
Valgono più o meno le stesse considerazioni fatte col tè, con qualche piccola differenza. A volte la signorina può non gradire il primo sorso di caffè. In quel caso non bisogna forzarla a finire tutta la tazza, è maleducazione far notare a una signorina come sia necessaria una degustazione più profonda per comprendere se piace o meno il caffè. Anzi, un vero gentiluomo deve accettare non solo che una signorina possa determinare se il caffè è di suo gradimento da un piccolo sorso, ma anche solo dall’aroma e dall’aspetto.
In generale, le prime volte, dalle signorine è più gradito il caffe espresso che il caffè lungo. Ma ci sono eccezioni.
Si può affermare inoltre che sia molto più comune che una signorina cambi idea sul bere un caffè rispetto ad un tè, anche in quel caso è meglio non forzare troppo e rispettare il cambio di opinione.
Dopodiché, un vero gentiluomo deve prestare molta attenzione ai dettagli, a volte una signorina prende un caffè solo per compiacere un uomo, senza gradirlo particolarmente, in quel caso è necessario prendere atto della cosa e non offrire più il caffè alla signorina, o per lo meno, cercare di offrirle una miscela meno forte o semplicemente di miglior qualità, spesso una signorina per bene non apprezza il caffè perché le è stato offerto un prodotto agre di qualità scadente oppure una miscela troppo forte per iniziare una sana degustazione del caffè.
Fondamentale è anche, dopo aver bevuto un buon caffè assieme, non far notare alla signorina il fatto che siano rimasti dei fondi nella tazza. I fondi del caffè possono essere causa di imbarazzo, soprattutto se la signorina non ha mai bevuto prima caffè.
I veri uomini, tra loro, bevono solo caffè. Il tè li può lasciare insoddisfatti, impedendogli di approfondire la loro amicizia. Ma anche lì, se un uomo vuole solo tè, non li si può certo forzare a bere caffè.
Ah… “caffè”. Giusto.
Un eccesso di caffè tra uomini, o per le signorine se apprezzato con un uomo, può dare gravi irritazioni all’ultimo tratto intestinale e rendere di conseguenza difficoltoso sedersi. E la signorine che non sono avvezze al caffè hanno sempre timore per la pulizia, di non lasciare
sgommatetracce in punta sulla tazzina quando la restituiscono. ^-^Ma dopo il matrimonio, previo consenso esplicito e possibilmente scritto e firmato col sangue, quando si prende tè in compagnia, è lecito pucciare il biscotto?
Non bisogna mai inzuppare il biscotto nel tè.