Sapevi che le sirene sono pesci?
Non sono metà donna e metà pesce, sono proprio pesci. La parte del corpo che imita un aspetto femminile serve ad attirare gli uomini, unita all’abbondante rilascio di feromoni per eccitarlo come Duchino mentre legge un nuovo articolo di Gamberetta. Sono così drogati di feromoni che quando sono abbastanza vicini da capire che la metà femminile è solo un’imitazione, e che l’aspetto pare decisamente più da pesce che da donna, non riescono a fuggire. Si fanno abbracciare, annegare e divorare.

O quanto meno è così che la pensa Carlton Mellick III.

Sirene_copertina_900x1200

Sirene: una rara specie di pesce che imita l’aspetto femminile per attirare prede umane.

Il Decreto per la Protezione delle Specie in Via di Estinzione vieta di uccidere le sirene, non è possibile farlo neppure per difendersi. Le comunità colpevoli di aver ucciso delle sirene vengono annientate. L’unica salvezza per i pescatori che vivono nelle aree abitate dalle sirene sono i bocconcini, umani modificati per essere la loro preda ideale.

Ma cosa accadrebbe se le sirene smettessero di mangiarli? È ciò che è successo a Siren Cove, uno sperduto villaggio di pescatori. Il Dottor Black è stato inviato a indagare dall’azienda che produce i bocconcini, e la verità che dovrà far emergere sarà ben più strana di un semplice problema di sapore delle prede.

Un mistero horror condito di distopia.

Questa volta è un romanzo breve di 28.600 parole (circa 97 pagine), contate al solito escludendo tutto ciò che non sia l’opera in sé. Lo potete trovare in vendita a 2,99 euro nei vari negozi di elettrolibri. Approfittatene, Duchino ha bisogno dei vostri soldi!

Scheda del libro su Vaporteppa.
Compralo su Ultima Books (ePub o Kindle) o Amazon (solo Kindle)!

Trovate l’anteprima di un capitolo e mezzo su Ultima Books.
Assieme al romanzo breve è incluso il solito saggio di Chiara Gamberetta scritto apposta per Vaporteppa e che potete leggere anche online, qui: Introduzione alla Bizarro Fiction.

Di quest’opera mi è piaciuto soprattutto il primo capitolo, la “scena eliminata” che fa da prequel. Come capitato già con Apeshit e altre opere, CM3 tenta un approccio cinematografico usando moltissima azione e, per rendere semplici e chiari i concetti espressi (non so, il modo di interpretare l’espressione di qualcuno), troppe frasi che puzzano di narratore onnisciente. Più il narratore onnisciente vero e proprio, ecco. Nell’insieme non pesa troppo, la sensazione maggioritaria è quella di una telecamera che segue i personaggi.

In futuro parlerò dell’impossibilità teorica legata al linguaggio (e di altri problemi spiccioli che legano il punto di vista e la lingua) di avere una telecamera neutra, da film, in narrativa… argomento e problema di cui non vedo mai parlare nei blog italiani quando si discutono pregi e difetti della terza persona e della prima persona, ma che è alla base dell’autentica comprensione del meccanismo di immersione narrativa.

Quando non si parla delle basi per prima cosa, ovvero dei principi attorno a cui si può giudicare ogni frase successiva nella spiegazione teorica, o quando dopo averne parlato le si ignora come se non avessero conseguenze, è sempre un indizio di mancanza di conoscenze adeguate da parte di chi cerca di “insegnare” (di solito, per darsi importanza, lo fa andando contro tutti gli esperti precedenti) senza avere per primo le idee davvero chiare. Il che spiega come mai fosse in disaccordo con quegli altri, con solide basi, che studiavano la questione con rigore scientifico assoluto da ben prima che lui imparasse a pulirsi il sedere.

photo-24738599-no-video-camera-sign.
Ci torneremo un’altra volta. Vi avevo già anticipato che intendo parlare molto di più di scrittura? Ora ve l’ho anticipato. ^.^

Comunque tutte quelle oscillazioni in cui un po’ sappiamo cosa pensa il Dottor Black e un po’ cosa pensa Jackson o altri (magari detto anche solo per farci capire ciò che il Dottore intuisce dalla sua espressione, come se fossimo con un Punto di Vista molto focalizzato… che però non c’è!), di sicuro non hanno fatto bene all’opera.

A me è piaciuta molto lo stesso (torneremo anche sulla differenza tra gusto e analisi), figuratevi se mi basta così poco per rovinarmi la lettura: tra i miei libri preferiti vi sono aborti stilistici come Gilgamesh di Silverberg e Un cantico per Leibowitz di Miller. Se riuscite a leggere Asimov, Heinlein e tanti altri autori classici che scrivono meglio di Clarke, per voi anche quest’opera di CM3 sembrerà un gran bell’esempio di scrittura. Vivida, concreta, veloce e assieme ricca. E, nel contesto dell’editoria reale, anche all’estero, è un bell’esempio.

Ho adorato in particolare il pezzo con Walt.
Mi ha fatto immedesimare e leggevo questo invece del testo giusto:

«La mia Gamberetta gamberettosa…»

Circa… ^__^”
Per non offendere lo sguardo delle mie molte lettrici, signorine per bene, non posso proseguire nella citazione.

Se Chiara ha letto quest’opera e ricorda la scena, è la volta che mi ammazza. Ma senza il piacere masochistico di venire percosso col bokken fino a che la mia morte non ci separi a morte, intendo che mi farà sparare alla nuca a sorpresa da un rumeno di quelli che si sfondano con le Peroni da 66 cl.

Non sto a riportare il consiglio su cosa bere assieme al romanzo, non è niente di particolarmente interessante questa volta. Se volete leggere il suggerimento, lo trovate nella pagina di annuncio de Il Villaggio delle Sirene su Vaporteppa. Alla prossima!

2 Replies to “Il Villaggio delle Sirene”

  1. torneremo anche sulla differenza tra gusto e analisi

    credo che il problema è che si tende a sovrapporli troppo.
    Ad esempio adoro Jack Vance al di là di qualunque analisi critica che si può fare su di lui e che può anche essere utile a imparare, ma questo non mi impedisce di leggerlo ancora.

  2. Quando ho letto la presentazione che c’era su vaporteppa ho creduto che il titolo (perché le sirene mangianogli persone?) dell’articolo fosse il titolo del libro. Mi avete stupito, perché un titolo del genere attira molto di più della traduzione letterale “il villaggio delle sirene” e sarebbe stata una buona scelta, invece vedendo la foto della copertina ho capito che era solo una mia impressione. Potete pensare di farlo nelle prossime opere.

Comments are closed.