Abbiamo appena finito di parlare dell’IVA al 4% per gli eBook che spunta un piccolo dettaglio, esplicitato da Amazon tramite un comunicato qui commentato da Giacomo Brunoro. Il dettaglio è che la legge identifica come libro ciò che è stato dotato di ISBN, forse per semplificare (?) la questione. Uno dirà “E allora? L’ISBN è obbligatorio per venire distribuiti nei circuiti librari, incluso Kobo e Apple, per cui qual è il problema?” e non avrebbe tutti i torti, ma la cosa è un po’ più complessa di così grazie a KDP di Amazon e agli audiolibri.
Facciamo un passo indietro.
Il codice ISBN, un tempo di 10 cifre e ora di 13 cifre, semplificando molto, è un codice identificativo delle opere librarie allo scopo di evitare che opere con titolo identico vengano confuse. Per esempio se Chiara G. pubblicasse “il mio intimo diario” con Menagramo Editore, il dotto lettore fornendo l’ISBN per l’ordine al libraio (o perlomeno il libraio al distributore) non rischierebbe di richiedere l’omonimo libro scritto da un proctologo congolese arrestato per cannibalismo. Non dico che la seconda sarebbe un’opera meno interessante, ma sarebbe di sicuro diversa da quella richiesta.
Questo numero di nome ISBN contiene una serie di informazioni su editore, lingua ecc. Non è obbligatorio assegnare un ISBN a un libro, ma per comodità i libri vengono distribuiti solo se dispongono di questo codice, che è uno standard ISO internazionale.
Ora facciamo un altro passo indietro. Preferisco sempre farne due per ognuno in avanti. Giusto per sicurezza.
Amazon non ritiene necessario l’uso di codici ISBN e assegna un proprio codice ai libri, cartacei o digitali, chiamato ASIN. Il codice ha lo stesso scopo: catalogare in modo inequivocabile un prodotto. Avendo un proprio sistema di codici, Amazon non obbliga editori e autoeditori a fornire un ISBN. Il tipico autoeditore (selfpub, come dicono quelli cool) di conseguenza non procede a procurarsi un ISBN, tanto non serve e sono soldi buttati.
Ecco allora che chi pubblica i propri eBook direttamente su Amazon via KDP, oltre a farsi scippare una cifra variabile in base al peso in KB del file, e oltre a prendere un misero 35% sulle vendite al posto del 70% se osa porre un prezzo inferiore a 2,99 euro, e oltre a trovarsi distribuiti solo su Amazon e non negli altri negozi… si trova ora anche con l’IVA al 22% invece del 4%. Forte Amazon, conveniente assai. E non entro nel dettaglio di quel contratto KDP che obbliga a mentire per compilarlo, di cui mi aveva raccontato Gamberetta quando fece l’insano gesto di aderire per testarne il funzionamento con Satanello.
Tornando all’IVA, chi ha deciso di non identificare il proprio libro come libro per la legge italiana, che come detto per semplicità richiede il codice ISBN per fare questa identificazione (e per dare soldi a chi questi codici li fornisce: fosse per me il codice ISBN lo abolirei, è una roba da paleontologo, come tutta la vecchia editoria, non da editore moderno), ne paga le conseguenze. Hai voluto la bicicletta senza sellino? E ora alla bersagliera! ^__^
Ecco un pezzetto del comunicato di Amazon:
[…] Infine, a partire dal 1° gennaio 2015, l’Italia ha varato una nuova legge. L’IVA applicabile per gli eBook venduti in Italia dipenderà dal fatto che tale titolo disponga o meno di un codice ISBN. Tutti gli eBook con ISBN presenteranno una tariffa con IVA pari al 4%, mentre gli eBook senza ISBN verranno prezzati con IVA al 22%. Tale supplemento verrà aggiunto al prezzo previsto per il titolo dal 1° gennaio e costituisce l’importo deducibile quando un cliente italiano acquista il libro. Se ottieni un ISBN dopo il 1° gennaio, l’IVA pari al 4% sarà quindi valida per le vendite successive […]
Questa schifezza assurda anomalia nella definizione del libro, ovvero ritenerlo tale solo se si è pagato un balzello a un’azienda privata per farsi dare un numeretto di cui non dovrebbe fregare niente a nessuno dotato di ISBN, pare sia una puttanata incivile roba tutta italiana e Amazon scrive:
* Nota per l’Italia: a causa della legislazione vigente in Italia, sarà applicata un’aliquota IVA ridotta al 4% sugli eBook provvisti di ISBN acquistati sul Kindle Store amazon.it da clienti in Italia. Sugli eBook sprovvisti di ISBN, sarà applicata un’aliquota IVA maggiorata al 22%. KDP non richiede il codice ISBN per gli eBook, ma l’utilizzo di tale codice consentirà l’applicazione di un’aliquota IVA ridotta nei confronti dei clienti residenti in Italia.
Questo significa che gli autopubblicati hanno l’IVA al 22% e gli editori al 4%?
NO. Significa che se #unlibroèunlibro e l’Italia dice che un libro è tale se ha codice ISBN allora #unlibroèunlibro non discrimina tra eBook con ISBN e cartacei con ISBN. Come fa un autopubblicato ad avere un ISBN? Basta autopubblicarsi con un servizio diverso da KDP, uno di quelli che consenta di accedere a tutte le librerie e quindi deve per forza far uso di ISBN. Il più famoso e importante in Italia è Narcissus, che regala gli ISBN a chi pubblica. Non ha costi fissi, paga il 60% (IVA esclusa) del prezzo fissato dall’autore qualsiasi sia quel prezzo (sì, ricevi il 60% anche se vendi a 0,99 o 1,99 euro, non il 35% di Amazon) e non fa pagare il peso del file per il Costo di Consegna (vedere qui la tabella Royalty). L’autore KDP che prima era svantaggiato per condizione contrattuale, ora è svantaggiato anche agli occhi della legge.
Come autore distribuito via Narcissus potrai dire “sì” a quei 500 KB per il set di Font che ti piace, “sì” ai 300 KB di copertina in 900×1200 e “sì” a 2 MB di illustrazioni interne o fotografie. Su un ebook da 3,3 MB venduto a 2,99 euro su Amazon.it si incassano 1,44 euro con KDP senza ISBN e 1,73 euro con Narcissus con ISBN. Ora, io non sono un economista, ma credo che 1,73 euro sia più di 1,44 euro. Se parliamo di eBook brevi, come racconti lunghi o novelette a 1,99 euro, la differenza è ancora maggiore: 0,57 euro su KDP e 1,15 euro su Narcissus.
Consiglio per Amazon, se è in ascolto:
inizia a fornire ISBN gratis su KDP. Subito.
L’unico fastidio di Narcissus rispetto a KDP è che, a causa della lentezza a fatturare dei negozi internazionali (Amazon, Kobo ecc.) verso l’Italia, si conoscono le loro cifre esatte delle vendite solo con un ritardo di un mese rispetto alla fine del mese a cui si riferiscono e si viene pagati 60 giorni dopo la richiesta (tempo comunque buono per l’Italia), su base trimestrale. Con Narcissus, seppure solo online e senza spedire nulla di cartaceo, va prodotta una fattura (è automatizzata, non va fatto niente se non dare i dati la prima volta, non serve P.IVA) e Narcissus verserà allo stato italiano la ritenuta d’acconto sulle vendite che gli è dovuta, o non si viene pagati: gli aspiranti evasori vadano altrove. ^_^
E ora che abbiamo spiegato a Franceschini e alla AIE come funziona…
… siate fiduciosi: quando tra qualche mese il decreto legge dovrà essere convertito in legge, avendo scoperto che l’IVA agevolata favorirebbe anche gran parte degli autopubblicati, scriveranno che vale solo se l’ISBN è assegnato a un editore con Partita IVA da editore. Quando scopriranno che Narcissus è un editore a tutti gli effetti, faranno una modifica alla legge per correggere l’anomalia che pone in condizione di mercato favorevole monopolistica Narcissus legiferando, per riportare l’equità nella situazione, che l’IVA ridotta non è applicabile a questo specifico editore. ^__^
Scherzo, naturalmente: sono troppo stupidi per accorgersene.
Staranno gongolando tutti felici pensando “ahr ahr ahr, abbiamo fregato gli autopubblicati”. No, LOL, solo quelli che già si facevano fregare dando le proprie opere in esclusiva ad Amazon. In pratica si stanno perseguitando solo quei poveracci, magari attirati da KDP perché non dovendo produrre ricevute, ed essendo Amazon all’estero, pensavano di poter evadere le tasse senza timore con gli incassi dei propri eBook, facendosi una piccola integrazione di stipendio nel caso fossero divenuti autori un po’ affermati. D’altronde pure il Conte di Montecristo evadeva, no? E quella è Letteratura quindi Cultura! ^__^
L’audiobook che IVA ha? Non lo so. In teoria da un ePub fatto sia di testo che di audio, come dovrebbe essere un vero audiolibro (non un mero .mp3) pensato per la lettura e ascolto sincronizzati tramite un’App apposita, e dotato di ISBN (quest’economico audiolibro di un romanzo bellissimo, ma poco noto, ha l’ISBN, per esempio), mi aspetterei l’IVA al 4%. Aggiungere l’audio rende un libro meno libroso? Non credo.
Sui meri file audio, ovvero la vendita delle recitazione del contenuto di un libro senza il testo abbinato, non mi esprimo. E se alla recitazione aggiungiamo che viene fatta su un adattamento del testo e le immagini sono in movimento, ricavandone un cartone animato o un film? Un film è ancora un romanzo? Direi di no.
Un romanzo è un romanzo, un film è un film. Poi ognuno può pensarla come vuole, basta che per coerenza all’ISTAT e alla AIE, se sottoposto a sondaggio, conteggi tra i libri letti tutti gli episodi di serie TV seguite e tutti i film visti durante l’anno. Io non ho problemi a farlo, d’altronde se “il libro è cultura” e su questo parametro devo giudicare, allora di sicuro i tipici anime giapponesi che seguo sono meno scemi dei tipici libri pubblicati dai Grossi Editori. ^__^
Sì, sono vagamente polemico.
EDIT delle 12:45, per non farsi mancare niente: nel commento c’è qualche dettaglio su cosa sia l’autopubblicazione per troppi autori. Il tono è polemico solo perché la realtà lì descritta è tragica… ed è troppo diffusa. E questo sta uccidendo il buon nome e la bella pratica dell’autoeditoria, dell’autore che fa da solo, una delle conquiste più interessanti del digitale… :-/
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