La Gatta degli Haiku di Giulia Besa è il primo racconto italiano a pagamento su Vaporteppa.
L’autrice ha un nome che dovreste aver già sentito: nel 2011 ha pubblicato Numero Sconosciuto con Einaudi, una delle rarissime opere degne di pubblicazione in quell’Istituto per Svantaggiati che fu il Fantasy Itagliano (detto Fantatrash). Era comunque un’opera acerba, che rappresenta solo vagamente l’autrice di oggi, molto migliorata nel corso degli anni. Successivamente pubblicò anche altri racconti fantasy, sempre a tema felino, e il prossimo San Valentino uscirà in libreria un suo nuovo romanzo, un rosa storico avventuroso mi pare, con un grosso editore italiano.
Sì, il passaggio in Vaporteppa non è perché non trovi di meglio, anzi: per scrivere opere adatte a noi, fantasy come le piace, perde del tempo che potrebbe investire pensando solo ai soldi immediati dei grossi editori. Quindi grazie Giulia!
Ho scelto La Gatta degli Haiku perché la protagonista è una ragazzina che subisce maltrattamenti vari. Mi è stata presentata l’idea e un paio di dettagli e ho detto che al 99% lo volevo (il 100% è sempre e solo dopo la lettura). Ho un debole per le ragazzine maltrattate, dal tempo della Cosette di Victor Hugo: avevo perfino visto parte di Les Misérables: Shojo Cosette solo per quel motivo! Anni fa ero piuttosto sicuro che nell’Ottocento avrei potuto essere un eccellente direttore di orfanotrofio/brefotrofio che maltratta i piccoli ospiti e dirige le ragazzine alla prostituzione appena un po’ cresciute, per arrotondare i fondi dell’istituto. Ma questo di sicuro lo sospettavate già. ^__^
Rimane poco da dire per introdurre l’opera, arricchita da una esauriente postfazione dell’autrice sulle scelte e l’ispirazione per scriverla. Dirò solo che è ambientata a Verona, la città di Salgari, di buona parte dei miei vini italiani preferiti e del Romeo e Giulietta!
Lilly è una bambina sfortunata e sua madre è appena morta. La madre era esperta nel dipingere potenti haiku magici, che vendeva per mantenere la figlia. Senza più soldi, Lilly dorme sotto un ponte, mangia rifiuti gettati in strada e ogni giorno tenta di vendere brutte copie dell’ultimo haiku lasciatole dalla madre.
In una Verona fantasy che non è mai esistita, a metà tra Medioevo e Ottocento, la vita di Lilly cambierà quando incontrerà una gattina parlante, con peculiari idee politiche. Una gattina proveniente dal leggendario Cipango, pronta a coinvolgere Lilly nella Rivoluzione.
Il racconto è lungo 12.600 parole (circa 42 pagine) più postfazione e le solite varie cosette che non contiamo (colophon, indice, note di creazione ecc.), per cui si tratta di un racconto di notevoli dimensioni. Se ricordate, i grandi concorsi di fantasy e fantascienza considerano le 7500-8000 parole come tetto massimo per un racconto, sopra cui vi sono le novelette (racconti lunghi?) entro 17.499 parole, poi ci sono i romanzi brevi da 17.500 e 39.999 parole che divengono romanzi veri e propri sopra le 40.000 parole.
Questo è quindi in pieno un racconto lungo, una novelette, e quindi ha il prezzo pieno deciso per Vaporteppa di 1,99 euro.
Scheda del libro su Vaporteppa.
Compralo su Ultima Books (ePub) o Amazon (Kindle)!
Lo store dedicato per Antonio Tombolini Editore è soppresso: non è più possibile comprare gli ebook lì e tutti gli acquisti precedenti sono migrati, con gli stessi account che avevate prima, su Ultima Books (che già prima in realtà forniva la tecnologia e le transazioni del negozio).
Per aiutarci al massimo comprate su Ultima Books. C’è anche il Mobi, se avete il Kindle è perfetto! In più su Ultima Books potete leggere tutto il prologo in anteprima. Sfortunatamente Amazon ha deciso di mostrare solo un 5% scarso dell’opera, invece del 10% massimo, inclusa la propria pagina di link per l’acquisto, per cui non c’è alcuna anteprima utile lì… mi spiace, ma non dipende da noi…
Cosa abbinare a tema con la storia?
Qui sono indeciso.
Ovviamente vanno bene tutti i vini della zona di Verona, se ci ispiriamo all’area in cui si svolge. Pensando a Salgari e al legame della sua famiglia con Negrar, si può puntare a qualsiasi vino della Cantina Valpolicella Negrar: Valpolicella Ripasso, Amarone della Valpolicella o anche un bel bianco, come un Soave o un Custoza. E perché non un Recioto di Soave con quei profumi di miele, come il crostolo mangiato da Lilly? Oppure un Amarone buono di qualsiasi produttore (io consiglio il Santa Sofia classico, il cui 2007 era davvero ben fatto!), con lo splendido rosso corposo, opulento, è un vino adatto cromaticamente alla Rivoluzione… ma secondo me stona. Questa è una storia di povertà, non è meglio un vino economico al posto di un Recioto o di un Amarone?
Ecco che il più che dignitoso Custoza di Cantina Valpolicella Negrar, con i suoi poco meno di 4 euro, è perfetto come bianco locale fruttato e aromatico (grazie alla quota di Bianca Fernanda presente). Tornando sui rossi cambiamo radicalmente vino: non si è forse parlato di gatti? E allora il Vinho Tinto Gatão del portoghese Borges, realizzato con le tipiche uve locali: tinta-barroca, touriga-nacional, tinta-roriz e touriga-franca. Un vino giovane, bevibile, senza alcuna pretesa se non di essere molto fruttato e con sentori un po’ marmellatosi/stramaturi, ad appena 4,29 euro. Manca un po’ di eleganza, a mio avviso, sento una punta polverosa e l’alcool sfugge in bocca. Gli darei 74 punti, 2 grappoli per un pelo se fosse sul Bibenda. Ma con quel gatto in etichetta, non potevo non sceglierlo!
E gli haiku?
Non posso certo dimenticarmi l’altro elemento fondamentale della storia. Un vino? No, un sake: la selezione speciale Haiku di Gekkeikan. Circa 11,90 euro per la mezza bottiglia da 0,375 litri. Un grande sake in cui l’equilibrio fa da padrone. A differenza di un “tipico” sake trasparente, questo è di un tenue giallo paglierino molto luminoso. Al naso i delicati profumi nascondono del tutto l’alcool (15%, non poco!) e titillano con profumi di mela, di melone, di fiori bianchi, di lieviti/amido e di erbaceo verde. È complesso, elegante, promette grande morbidezza. In bocca è il trionfo dell’equilibrio e nel retrogusto tornano i profumi sentiti al naso, arricchiti da un piacevolissimo ammandorlato un po’ tostato (amaro gradevole, come di noce), e soprattutto stupisce la grande struttura che non fa sentire l’alcool: in bocca pare 10%, ma nello stomaco picchia una tacca di calore, di vampa piacevole, ben oltre il 15% ufficiale!
Non so come valutarlo, sia perché conosco poco i sake sia perché non ho metodi per loro per dare punteggi. Ma se dovessi pensare al base di Gekkeikan come un 75-80 e se un colore bello, non trasparente, fosse un pregio, allora mi sento di dargli 89 punti premiando colore, aspetto, complessità al naso, struttura, equilibrio e persistenza in bocca. Ma prendete questo solo come un modo goffo per dire dove lo vedo superiore al prodotto base della stessa azienda.
Ma che bellissima notizia *-*! Ho adorato Numero Sconosciuto, leggerò sicuramente anche questa Gattina degli Haiku :).
Ottimo ottimo, a breve devo di nuovo fare un carico da Vaporteppa e ora che c’è anche il .mobi posso comprare dallo store dedicato.
Duca inizio a sospettare che voi abbiate intrapreso questo progetto e pubblichiate romanzi principalmente con lo scopo di ubriacarvi.
PS
Chicca su Cosette, ma dopo un’attenta lettura mi sa che leggerò il romanzo invece che il manga, sembra molto più spinto Hugo che i giapponesini.
Sì, non scrivo le opinioni sui vini per dare un tono diverso agli annunci delle uscite, ma pubblico le uscite solo per poter metterci assieme le chiacchiere sui vini.
Lo sospettavo.
Tra l’altro riporto una notizia che non so se sia un bene o un male: ho trovato che il libro in oggetto è già stato piratato.
Ovviamente non riferirò dove (e io lo comprerò in ogni caso), da un lato sono contento perchè significa maggior diffusione, dall’altro spero che 1.99 venga comunque versato a Vaporteppa.
(Nel caso questo commento fosse più dannoso che altro cassatelo pure sanza pietade).
Sì, visto anche io. E il tizio ha lasciato dentro l’ex libris che indica chi è e quando lo ha comprato… sigh. :-(