Si festeggia il Natale con la Vedova Allegra di von Stroheim, seconda riduzione cinematografica dell’operetta omonima (Die lustige Witwe) di Franz Lehár che debuttò a Vienna il 30 dicembre 1905, con enorme successo.
Il primo film ispirato all’operetta, a sua volta basata sulla commedia del 1861 L’attaché d’ambassade di Henri Meilhac, venne realizzato in Ungheria nel 1918. La trasposizione più famosa forse è quella con Lana Turner, del 1952.
Una commedia romantica ideale per un Natale con Duchino.
Un caviglia scoperta. Soldati porcelloni in delirio.
Siamo in pieno “Territorio Duchino”, insomma.
Sally O’Hara è un’affascinante ballerina statunitense di passaggio a Monteblanco, una piccola nazione inventata nell’Europa Centrale (o forse nei Balcani, insomma una “ruritania”). Con la sua esibizione a teatro conquista subito tre ammiratori prestigiosi: l’erede al trono Mirko, un principe arrogante il cui sguardo libidinoso è solo poco meno osceno di uno stupro; il principe Danilo, un simpatico donnaiolo che non fa pesare il proprio rango ai sottoposti, vede in Sally un ideale di dolcezza romantica; e infine il barone Sadoja, un ricchissimo feticista zoppo che brama i bei piedini della ballerina.
Seguono corteggiamenti e complicazioni.
Praticamente i primi due principi sono due aspetti di Duchino, mentre il barone è liberamente ispirato ad Angra. Quanto a Gamberetta, speriamo non legga questo post o subirò ritorsioni a prescindere per qualsiasi inespresso accostamento compiuto nell’intimità della mia mente. Temo di essermi guadagnato già una scarica di sale grosso e dodici dozzine di bastonate col bokken per i post degli ultimi giorni… ^_^”
In questo caso Erich von Stroheim è regista, produttore e sceneggiatore, ma non attore.
In perfetto stile von Stroheim, il film richiese ben dodici settimane di riprese (e fin qui ok, fece ben di peggio) e ben 592mila dollari che, secondo la Federal Reserve Bank of Minneapolis equivalgono a 8 milioni di dollari attuali. Per l’industria cinematografica dell’epoca era una spesa molto elevata. Considerate che ancora nel 1950 i biglietti degli spettacoli costavano solo 0,25 dollari, pari a 2,42 dollari del 2013, contro i 6-10 dollari richiesti oggi.
L’opera disponeva anche di una piccola parte finale in Technicolor, ma è andata perduta. Fa niente: tanto la storia è comunque completa in bianco e nero, dall’inizio fino al The End.
Buon divertimento!
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