Oggi un video musicale molto ben fatto, anche se temo che pochi potranno apprezzarlo davvero perché non basta la sola conoscenza delle interpretazioni della meccanica quantistica, ma serve quanto meno averci infilato un attimo il naso a livello fisico-matematico e non solo ammirare il tutto esternamente a livello filosofico-interpretativo. Io per esempio non ho gli strumenti per capirlo appieno, solo in parte, e anche per questo non l’avevo segnalato subito quando sono iniziati i rimbalzi sui siti di lingua inglese che seguo. Però, alla fine, è bello anche capendone ben poco.
Approfitto di questo video musicale per suggerire di nuovo la lettura di Schrödinger’s Rabbits: The Many Worlds of Quantum di Colin Bruce (edizione italiana: I Conigli di Schrödinger. Fisica Quantistica e Universi Paralleli), un saggio dedicato all’interpretazione a molti mondi della meccanica quantistica, ma che spiega anche altre interpretazioni e dà un panorama generale della questione. Lo avevo consigliato anche a Gamberetta e le era piaciuto molto.
Come ho già detto in passato, per quanto siano divertenti e di facile divulgazione popolare, le “interpretazioni” non sono la meccanica quantistica, sono semplicemente un tentativo arrogante, e un po’ sciocco, di dare un senso all’Universo nonostante si sappia per certo che come umani ne abbiamo una percezione troppo limitata.
Tre dimensioni spaziali per noi contro interpretazioni che ne prevedono cinque, come la geometria distorta di Randall-Sundrum o la teoria di Kaluza-Klein, o perfino dieci come nella teoria delle stringhe, ma non preoccupatevi perché in fondo le sei che non percepiamo sono la varietà di Calabi-Yau, sono un po’ pochine per ridurre tutto a “misura d’uomo” senza inventare cretinate.
Letteralmente possiamo sperare di capirne “in termini umani” spiccioli perfino meno di quanto Re Punto in Flatland poteva capire del mondo bidimensionale e tridimensionale. Ma che ve lo dico a fare?
Un saggio di divulgazione scientifica che mi era piaciuto molto sull’importanza di chiamarsi Ernesto avere una o più dimensioni spaziali extra per capire il mondo, è Hyperspace di Mica Cazzi Michio Kaku. Leggetelo e fatevi una cultura, invece di guardare le schifezze su internet e disperdere il seme. Perché a una confezione di ostia non ci avete pensato mai, eh? Satanici!
Proiezione tridimensionale per tentare di visualizzare la doppia rotazione di un tesseratto/ipercubo, ovvero un oggetto 4D i cui lati sono otto cubi 3D. Basta una sola dimensione in più per incasinarci il cervello, vogliamo parlare di sette o ventitré?
Ciò che conta non è trovare un modo per dare un senso alle cose che le renda comprensibili a essere limitati e inferiori come gli umani, ma avere la matematica necessaria per USARE ciò che abbiamo davanti anche se non siamo in grado di produrne un’interpretazione che sveli il Vero Senso dell’Universo. Ciò che conta è la matematica, non dare un senso filosofico a ciò che la matematica ci dice in Fisica.
Tant’è che tutt’ora usiamo regolarmente la meccanica quantistica, anche se non sappiamo come sia l’Universo per davvero (come non lo sapevamo al tempo della sola Fisica Classica, ma ci si illudeva di pensarlo), per produrre gran parte della tecnologia del Ventesimo Secolo che ci circonda: mai usato l’effetto tunnel quantistico delle chiavette USB?
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