Dopo alcuni anni bazzicando i sordidi ambienti degli appassionati di narrativa fantastica, mi sono convinto che costruire un messaggio fondato eccessivamente sull’aspetto censorio (“Non scrivere se non sai scrivere! Prima impara!”) possa avere l’effetto opposto rispetto a quello desiderato: invece di fare in modo che più autori comincino a studiare e a scrivere con cognizione di causa, abbia convinto i pochi in grado di produrre opere meritevoli a rinunciare.
Non ho granché per sostenere la mia idea, mi dispiace. È solo una sensazione.
Ricordate Unskilled and Unaware of It: How Difficulties in Recognizing One’s Own Incompetence Lead to Inflated Self-Assessments di Justin Kruger e David Dunning?
Il succo della ricerca è che anche i peggiori incompetenti si sentono bravi, spesso sopra la media, mentre le persone competenti si dividono tra quelle che sottovalutano e quelle che hanno una visione corretta delle proprie capacità. Quelli veramente bravi, pur sottovalutandosi molto, riescono a inquadrarsi a sufficienza da collocarsi sopra il livello a cui si collocano i peggiori gonzi.
Riporto dall’articolo il grafico dello studio 2, dedicato a un test di ragionamento logico che non sarà l’intelligenza in sé, ma diciamo che l’incapacità totale di ragionare e applicare la logica è un buon indicatore per dire che forse qualcuno non è il coniglietto più intelligente della cucciolata:
Il mio timore è che chi si sottovaluta, ovvero chi è già bravino e ha “talento” (buona fantasia, intelligenza e voglia di imparare) per migliorare, di fronte alla serietà della scrittura, alla difficoltà, all’impegno che richiede e a quanto appaiono dolorose le critiche, decida di rinunciare. D’altronde parte di quelle persone non solo si sottovalutano, ma (prima metà del terzo quartile) si reputano ancora meno bravi di quanto si reputino i peggiori gonzi.
Un autore che ha le capacità e sa di aver studiato, ma non ha fiducia in sé. La massa peggiore di lui invece sa di non aver studiato e probabilmente sospetta di scrivere merda, ma è gonfia di fiducia di aver scritto bene.
La fiducia in sé è un elemento fondamentale per scrivere: serve sicurezza e testardaggine, una gran fiducia nelle proprie capacità (e la convinzione irrazionale che ci sia giustizia al mondo e che prima o poi l’impegno venga premiato), per resistere anni e anni continuando a scrivere, senza mollare, ricevendo pesci in faccia e buttando nel cesso una dozzina di romanzi che nessun editore reputerà degni di pubblicazione (o che verranno pubblicati o autopubblicati con risultati nelle vendite demoralizzanti).
Serve la fiducia tipica degli sciocchi, quella del bue che va avanti senza porsi dubbi, per resistere. Questo mal si abbina alla figura intelligente, consapevole e riflessiva di un autore capace, inclusi i più bravi che pur sapendo di aver fatto un buon lavoro pensano che sia meno buono di quanto è realmente (quarto quartile).
Il rischio, sospetto, è che la massa di incompetenti senza vergogna e senza alcun desiderio di imparare (e che spesso negano l’idea stessa che si possa studiare e imparare) non verranno in alcun modo dissuasi dall’inquinare il mondo con le loro schifezze dall’aumento di consapevolezza del pubblico tramite la conoscenza dei mezzi tecnici per valutare la validità retorica della scrittura, mentre quelli competenti verranno demoralizzati oltre il punto di rottura della loro scarsa autostima e rinunceranno a scrivere.
D’altronde già la Dea Gamberetta lo aveva sospettato e aveva commentato così la ricerca:
Persino il più analfabeta sarà convinto di aver scritto un ottimo romanzo, peggio, essendo di ciò convinto, non prenderà neanche in considerazione l’idea di migliorarsi e rimarrà analfabeta.
Scrivete. La Dea approverà. Forse.
Anche perché, ricordiamolo, una fetta di quelli bravi si pensano competenti quanto i peggiori gonzi (con cui magari hanno fatto anche amicizia su blog e forum e si scambiano commenti) e temeranno, a torto, di divenire i futuri bersagli di critiche simili a quelle che ricevono i peggiori gonzi! Se per esempio un 25% di autori promettenti che si sottovalutano smetterà di scrivere, la quantità di incompetenti attivi dall’ego smisurato passerà dal 50% al 67% e gli autori promettenti, che stanno imparando e che potrebbero divenire un giorno autori decenti, si ridurranno dal 50% al 33%. Non è questo che voglio vedere accadere!
Pensiamo ai manga e al mercato dei doujinshi in Giappone oppure al modo in cui funziona internet: nel mare di merda ogni tanto qualcosa di buono appare, ma se non ci fosse quel mare in cui pescare non si potrebbe nemmeno trovare qualcosa di buono. Se qualcuno aggiunge altro schifo allo schifo non è grave, basta che chi è bravo poi aggiunga anche il suo contributo.
Immaginate un oceano di sputi: se sputi anche tu la situazione non peggiora, puoi anche sputare mille volte e non cambierà niente, mentre se metti una boa di segnalazione con dentro una bottiglia di acqua fresca, migliora.
In più resistere, continuare a studiare e a impegnarsi porterà prima o poi a saper valutare il proprio lavoro con maggiore precisione e a giudicare quello altrui, e il livello medio di ciò che gli altri producono, con maggiore obbiettività. L’autostima crescerà se si arriverà a capire quanto poco sono bravi gli altri e quanto sulla buona strada ci si trova.
Citando Unskilled and Unaware of It:
Armed with the ability to assess competence and incompetence in others, participants in the top quartile realized that the performances of the five individuals they evaluated (and thus their peers in general) were inferior to their own. As a consequence, top-quartile participants became better calibrated with respect to their percentile ranking.
Minore è la fiducia nelle proprie capacità,
più è facile raggiungere il punto di rottura e rinunciare.
Bisogna scrivere e affrontare le critiche senza paura.
Non c’è motivo di abbattersi per le critiche se i propri racconti non piacciono. Talvolta saranno critiche stupide di lettori che non capiscono di cosa parlano o che confondono i propri gusti con i reali problemi dell’opera. Spesso le critiche saranno imprecise e confuse, ma serviranno come indicatore per capire, con l’esperienza, i veri problemi (non quelli dichiarati) che hanno reso poco gradevole la lettura. In casi molto rari le critiche saranno precise e corrette.
Se anche se non si sa come usare le critiche in modo utile, basta guardare al lato positivo: prenderle come un segno di interesse dei lettori, perfino di quelli insoddisfatti. Ringraziare per il parere ed evitare di rispondere dettagliatamente se c’è il minimo rischio di litigare, per esempio perché bisognerebbe contraddire una palese stupidata tecnica detta dal lettore, è la scelta migliore per non trasformare i commenti in una fonte di stress.
Ricordiamo che alcuni lettori costruiranno commenti-trappola particolarmente idioti o offensivi solo per cercare di innescare un flame, è normale: la moderazione dei commenti aiuterà a ridurre drasticamente il problema.
Bisogna pensare ai commenti negativi come a qualcosa di fisiologico, inevitabile, mentre ogni commento positivo va preso come un regalo inaspettato.
Comunque vada basta ricordarsi che la vergogna provata per le critiche e per lo scarso gradimento dell’opera è in sé un buon segno. Pensate al dolore come indicatore di essere vivi e svegli (e di non avere la lebbra). Il dolore non è bello, ma se soffri sai che sei ancora vivo. La vergogna non è bella, ma se ci si vergogna di aver sbagliato si sa di non essere uno di quegli autori senza vergogna che non desiderano imparare.
Ricordate questo quando state per gettare la spugna: il fatto stesso che vogliate rinunciare DAVVERO per mancanza di fiducia in voi stessi indica che non siete i peggiori imbecilli! Non siete voi il problema, non rinunciate!
E se non basta, si ricordi il trucchetto di Gerrold:
I primi dieci romanzi. Un “trucco” psicologico che Gerrold suggerisce è quello di considerare il primo milione di parole che si scrive, o i primi dieci romanzi come semplice allenamento. Se vengono pubblicati bene, ma era solo uno scaldare i muscoli, se vengono rifiutati non importa, era solo far pratica. Così non ci si deve abbattere per le critiche, non hanno molto senso le critiche a romanzi che siano solo esperimenti e prove, e non si corre il rischio di esaltarsi troppo per i complimenti, perché in effetti un vero romanzo non lo si è ancora scritto!
Sbagliare è legittimo. Imparare necessario. Vergognarsi normale.
Gestire bene questi tre aspetti è fondamentale.
Cosa voglio fare per cercare di migliorare la situazione?
Io so fare una cosa: insegnare cosa è la narrativa e come ragionare per produrre narrativa leggibile. Il mio sforzo può solo basarsi su quello che so fare e sull’esperienza avuta coi miei clienti: ci sono autori bravi, o che possono divenire bravi con un po’ di aiuto, e che nessuno conosce né supporta. D’altronde si sottovalutano e spesso non cercano commenti o pareri. I gonzi invece si costruiscono i loro gruppetti per parlar male di chi studia e sbrodolarsi di complimenti. Chi già si sopravvaluta ottiene sostegno psicologico per credersi bravo e chi già si sottovaluta non riceve nemmeno mezzo complimento.
Da ora in poi sono disponibile a leggere racconti di narrativa fantastica (meglio ancora se Steampunk), possibilmente tra le 2000 e le 8000 parole, e quelli che riterrò sufficientemente promettenti riceveranno editing gratuito e l’accesso, per poter effettuare assieme la revisione, al materiale di studio che ricevono i miei clienti del corso da 100 euro. È un po’ come un concorso di narrativa, ma non c’è scadenza e potenzialmente tutti possono vincere: conta la qualità assoluta, non quella relativa.
Mandate le opere a duca@agenziaduca.it (ODT, RTF o DOC, niente PDF).
L’idea non è di regalare il corso a chi scrive spazzatura, ma di premiare chi già se la cava bene (e magari non lo sa).
Non perderò tempo con i testi scadenti che andrebbero riscritti da zero perché all’autore mancano proprio le basi su cosa sia la narrativa moderna post-Flaubert che ha per scopo l’immersione del lettore. O che pur non essendo completati disastrati, abbiano troppi problemi e richiedano troppo lavoro di riscrittura per essere appetibili. In questi casi invierò solo una risposta stringata e non risponderò a nessuna ulteriore domanda. Chi parte dal livello zero o sottozero può studiare da solo, con l’aiuto degli articoli di Gamberetta, o comprare il mio corso.
Voglio trovare autori promettenti nascosti. In cambio chiedo il diritto di poter usare SOLO A FINE GRATUITO (e sotto licenza Creative Commons) i racconti che riceveranno l’editing gratuito, in modo da poter mostrare a chiunque (inclusi alcuni editori che ogni tanto mi chiedono un parere) buoni esempi di scrittura e nuovi autori promettenti. Regalo lavoro in cambio del diritto di regalare pubblicità.
In più vorrei anche il permesso di fornire per almeno un singolo numero della nuova versione di Terre di Confine il racconto revisionato. Il primo numero della nuova Terre di Confine uscirà prossimamente sotto Plesio Editore, in solo formato PDF (a un piccolo prezzo per apparire negli store online e GRATIS sul sito, se non cambia l’idea). Se il desiderio dell’amministratore DeFa si realizzerà e la nuova Terre di Confine diventerà finalmente una rivista seria e di qualità (dopo la cacciata di tante mele marce della precedente versione), potrebbe essere un interessante spazio pubblicitario per gli autori. Nel primo numero, se non ci saranno intoppi, apparirà la versione finale de La Maschera di Bali di “???” (uno dei finalisti del concorso Steampunk). Spero che in un numero successivo possa apparire Piloti e Nobiltà di Diego Ferrara, con cui presto riprenderemo i lavori. Questi racconti, e quelli che si aggiungeranno, verranno distribuiti ovunque mi sarà possibile (incluso un progetto più ampio che sostituisce l’idea vecchia dell’antologia).
Ho fiducia in DeFa e voglio sostenerlo negli unici modi che ho: posso fornire qualche articolo (nel primo numero rivedrete la mia introduzione allo Steampunk di pochi mesi fa) e le mie competenze nello scegliere i racconti e lavorarci con gli autori.
Portatemi i vostri racconti!
Il futuro della narrativa fantastica è nascosto tra di voi.
Il tempo dell’analisi della condizione demenziale della narrativa italiana ha fatto il suo corso. Abbiamo visto com’è la situazione e abbiamo visto che nulla cambierà da solo. Abbiamo visto che la denuncia non basta, che agli editori non interessa o che non hanno le competenze per fare diversamente. Ma non si costruisce nulla con i “No! Non va bene!”, serve che queste indicazioni siano al servizio di “Si fa così! Questo va bene!”. Non bisogna dire solo cosa non val la pena leggere, bisogna dare anche qualcosa da leggere (come faceva Gamberetta segnalando opere interessanti) e poi andare ancora oltre…
… ora bisogna rimboccarsi le maniche e PRODURRE opere degne di essere lette!
Mandate le opere a duca@agenziaduca.it in formato ODT, RTF o DOC. Niente PDF: non sono un stamperia, non mi interessa l’aspetto in stampa, mi serve un formato flessibile e semplice da convertire in ePub.
EDIT 2020:
Sono passati 7 anni e non sono più interessato da molto tempo a valutare gratis testi altrui. Mi occupo solo dei testi dei miei clienti: se vuoi editing “gratis” devi comprare il mio Corso Avanzato di Scrittura Creativa, impegnarti sul serio, candidare un tuo esercizio e se mi piace lo userò durante una Live nel gruppo segreto dei Corsisti Premium e ti farò avere la registrazione.
Iniziativa davvero interessante, un applauso al Duca! *_* Magari è la volta buona che metto in secondo piano i gdr testuali e il mio lavoro da articolista freelance per tornare a scrivere qualcosa di decente.
Grande Duca!
Sono d’accordo con te su tutto il discorso dell’autostima.
Rifletterò un po’ e deciderò quale dei miei racconti sottoporti.
Domanda: si può sottoporre un racconto solo vero?
Non credo al momento di averne più di uno che avrebbe senso farti leggere, ma metti caso non riuscissi proprio a decidermi fra due?
(lunghezza che oscilla sempre tra le 4000-5000 parole)
Si possono inviare racconti propri a piacimento. Appena avrò visto se vale la pena occuparsene o meno, risponderò con un “No, grazie, non sono interessato” oppure con un invito a sentirsi su Skype per verificare la qualità della chiamata in previsione dell’editing.
Naturalmente non potrò occuparmi gratis dei testi che non appaiano promettenti: il mio scopo è premiare i talenti e ottenere racconti da usare come esempi di scrittura sufficientemente valida (e magari buone idee), non regalare il corso a chiunque mandi un racconto fatto a caso (percepisco il primo e il secondo quartile che già allegano roba di anni prima mai rivista! XD)
La frustrazione derivante dalla presa di coscienza che ciò che hai scritto non è abbastanza buono è come l’acido lattico, o per meglio dire, la tensione che si ha ai muscoli dopo un work out: significa che stai facendo progressi.
Forse. xD
Se scrivessi steampunk, invece di cagate fantasy o racconti surreali, e se non avessi la tesi da scrivere e l’inizio dell’ultimo anno, ci proverei.
Ottima iniziativa, Duca!
Fantasy (inclusi sottogeneri come Urban Fantasy), Fantascienza, Science-Fantasy, roba in stile Bizarro Fiction, mi va tutto bene. Paranormal Romance no, grazie. Lo Steampunk lo preferisco solo perché ho più possibilità di fargli pubblicità in giro. ^_^
Ottima iniziativa; spero farà uscire materiale interessante, nel frattempo provvedo a spargere la voce.
http://educazioneallascoltoattivo.blogspot.it/p/rinforzi-positivi-e-negativi.html
Prima era così: C’erano una valanga di rinforzi negativi da un lato (critica) e una valanga di rinforzi positivi dall’altro (amici compiacenti) e l’autore sano non sapeva più cosa fare (scrivo bene o scrivo merda?). Se ora la critica riesce a discernere saggiamente i rinforzi positivi e quelli negativi, è possibile che migliori l’apprendimento generale. Auguri a tutti i partecipanti. :)
Tempo fa avevo cominciato a scrivere qualcosa, il pubblico di preparazione medio-bassa pareva apprezzare, due agenti si erano pure proposti di lavorarci una volta finita l’opera (ovviamente non ho cacciato una lira: lettura gratis e lavoro a percentuale u_u ), poi ho abbandonato per vari motivi tra cui anche l’essere certo che non avrei mai superato un test del duca o della gambera.
Questo mi classifica tra gli idioti o gli incapaci?
Se hai perso fiducia così facilmente, forse sei nella metà iniziale del terzo quartile che è comunque il 50% “promettente”. :-)
Ottimo. Arrivo tardi per la possibilità di risparmiare i 100 euro, ma non importa. L’idea di poter riuscire ad avere l’editing gratis è già uno stimolo sufficiente. In effetti, ci sarebbero un paio di racconti… uno è di fantascienza, l’altro fantasy ma con elementi legati alla fantascienza (nel senso che non è il solito mondo fentasy a casaccio, e che ogni aspetto di quel mondo e della stella attorno a cui ruota ha influssi sulla storia… come nella fantascienza :D) Ovviamente aspetterò la fine del corso prima di inviarti il tutto: al momento devo migliorare per raggiungere il livello della decenza. :)
Anche se, come disse qualcuno, tanto è fentasy! :D
Sarò anche promettente, però del giudizio del duca ho ancora paura :'(
Salve, è la prima volta che mi capita di commentare, anche se seguo il tuo blog da parecchio, quindi ne approfitto per farti i complimenti.
Domanda, si posso inviare anche più racconti? Non che voglia spammare, ma ho scritto pezzi diversi, quindi mi è difficile scegliere.
Io come scrittore ho scritto relativamente poco, però mi sono fatto un pò di “ossa” letterarie leggiendo parecchio studiando anche struttura e tecniche di scrittura creativa.
Ultimamente poi ho iniziato a intraprendere la via dell’editor, perchè penso che sia un buon modo per imparare a scrive e per aiutare gli altri a farlo.
Nel mio piccolo cerco di fare qualcosa di simile a ciò che hai offerto tu, cioè seguire persone meritevoli per cercare di far uscire un pò di luce dal triste paesaggio letterario.
Chiudo dicendo che la cosa più difficile per un editor è convincere uno scrittore con potenzialità e sfiduciato a non mollare, quindi a tutti gli scrittori che non si sentono bravi, non mollate!
Si possono inviare racconti propri a piacimento, come già ricordato a Edy.
Non è indicato da nessuna parte che debba essere un solo racconto a persona, se ne possono mandare quanti se ne desidera anche se sarebbe meglio capire a sufficienza quali sono i propri racconti migliori e mandare solo quelli.
Una domanda al volo: prendi in considerazione anche il cyberpunk? Mi pare rientri in senso lato nelle categorie di cui parli, ma vorrei avere la certezza.
Anzi, ho una seconda domanda, prettamente “tecnica”: qual è il sistema per contare le parole di un testo usando OpenOffice?
Un’altra cosa: ti occup(erest)i anche di narrativa interattiva (i c.d. librigioco)?
Hm… sono in bilico tra il profondo terrore del tuo giudizio e l’eccitazione per la sfida che esso comporta… oh be’, prevedo che ci metterò mooooolto tempo prima di essere soddisfatta di qualcosa che ho scritto, quindi il problema non si pone (dove si collocano gli aspiranti scrittori che insoddisfatti di se stessi si insultano da sé pesantemente e si sottopongono a regime militare?)
Arrgh, non ho nulla di passabile, per Diana! *getta in aria una pila di scartoffie*
A parte gli scherzi, complimenti per la lodevole iniziativa! Posso fare una domanda? Quanto effettivamente lo stile è influenzato dall’età? (Non sto parlando di quattordicenni che scrivono a starnuti senza aver mai letto fantasy, ma di 16/17enni con un discreto bagaglio di letture alle spalle e conoscenze almeno minime di tecniche narrative, editing eccecc)
In nessun modo, temo.
Lo stile, se vogliamo intendere l’Autore Implicito come portatore di scelte di contenuti e toni con cui presentarli, è legato alle conoscenze e alla capacità dell’Autore Fisico di farle proprie e cavarne fuori il meglio possibile.
Conta quanto si conosce l’argomento e quanto è intelligente l’autore e capace di trarre il meglio da ciò che conosce. Se due persone di uguale capacità studiano con uguali risultati su unità di tempo, chi ha studiato dai 15 ai 25 anni avrà maturato risultati migliori di chi ha studiato dai 15 ai 17 anni.
Ma non sono i 17 e i 25 anni in sé: sono i 2 anni di addestramento (in ambo i casi considerato di pari efficacia anno su anno) contro i 10 anni.
Questo include tutte le esperienze di vita vissute, visto che un po’ di tutto finisce in scrittura quando si fa narrativa.
La massa dei 50enni italiani suppongo che abbia meno esperienze di vita di un 18enne che ha fatto il bambino-soldato dai 6 anni in su, se si scrive di storie di guerra moderna in Africa. O di guerra in generale.
Se vogliamo intendere invece una cosa diversa, la scrittura trasparente e tecnicamente corretta volta a non distrarre il lettore in modo che possa concentrarsi solo sulle concrete scelte stilistiche dell’autore (i contenuti)…
…stessa cosa di prima. Conta quanto studi e con quanto profitto. Un 60enne che ha studiato 5 giorni mi dà meno fiducia, a occhio, di un 25enne che ha studiato ogni giorno per 10 anni.
Essere più vecchi significa aver avuto più tempo per accumulare esperienze, rifletterci e trovare il tempo di studiare la tecnica narrativa.
Questo però non significa aver fatto queste cose. C’è chi il tempo lo spreca o ci fa magari altro.
Non conoscevo proprio questo articolo di Kruger e Donning. Davvero uno spunto di riflessione stimolante (anche da un punto di vista di chi fa didattica o di chi deve usare armi psicologiche con gli studenti in vista di un esame)! A un livello personale, l’argomento è stato esposto in una maniera tale da avere l’effetto di un bias for hope… Passa infatti il messaggio che se uno non è mai uscito dal guscio e non ha mai avuto il coraggio di farsi valutare ciò probabilmente vuol dire che è bravino e si sottovaluta. Purtroppo, per come la vedo io, tendo a vedere sempre il bicchiere mezzo vuoto: ciò non esclude anche l’eccezione: in un ideale scatter diagram, c’è sempre qualche puntino fuori dalla “nuvola”. Non è escluso quindi per esempio che esista anche qualche insolito individuo con valori bassi di perceived test performance riconfermati da una very low test score.
Digressioni a parte, complimenti al Duca per la lodevole iniziativa, e un augurio che tanta buona volontà possa essere gratificata da qualche memorabile scoperta.
Duca, è uno stile sufficientemente catafratto:
Show ▼
@DagoRed
È al massimo la “scaletta approfondita”, ovvero quando ci si scrive pezzo per pezzo la sintesi delle scene (quasi senza dettagli, da inventare dopo) come promemoria e guida per realizzare dopo le vere scene.
Ma visto che la Narrativa coincide con la scelta dei dettagli concreti, qui in gran parte assenti, allora un riassuntone così è come disegnare un rettangolo e…
Wolfgang Pauli in una lettera a George Gamow del 1958, come commento alla dichiarazione di Werner Heisenberg fatta a un giornalista secondo cui Pauli ed Heisenberg avevano scoperto una teoria dei campi unificata “ma i dettagli tecnici mancano”.
Commento leggermente off-topic (o meglio riguarda la pessima qualità del ciarpame librario ma non l’iniziativo del Duca).
Alcuni minuti fa sul tg1 hanno passato un servizio sullo scarso interesse degli italiani per la lettura (nooo masshé, non lo sapeva nessuno!). Si è parlato anche dell’iniziativa “rivoluzionaria” (perché Gamberetta&co in tutti questi anni hanno passato il tempo a “guardare le ombre dei criceti sul muro” anziché proporre la cosa, vero? E informarsi su quello di cui si sta parlando è un optional, vero?) di alcuni piccoli/medi editori di proporre l’iniziativa “paghi se e quanto ritieni opportuno in base alla qualità del libro”, che ne pensate?
Io personalmente credo che sia un modo inutile di accaparrarsi lettori (chissà come mai sospetto che codeste case editrici abbandoneranno presto?). Se avessi la certezza che quello che sto comprando sarà certamente o molto probabilmente un prodotto di qualità, non mi farei molti scrupoli a sborsare il prezzo proposto dall’editore.
(Infine un’altra parentesi perché è tantotantotanto carina! *.*)
@ DagoRed:
Sulla qualità della scrittura non me ne intendo abbastanza da poter esprimere un giudizio, ma la storia mi è piaciuta tantissimo… soprattutto lo stravolgimento del punto di vista alla fine (leggendo le prime righe uno pensa che il lavoro di Zeng Li sia di un certo tipo, poi si scopre che invece è tutt’altro), che mi ha ricordato molto il racconto “La sentinella” di Frederic Brown.
Complimenti.
Buonasera Duca, e complimenti di rito per questo tuo spazio pieno di informazioni utili.
Commento leggermente OT, ma leggendo questo post desideravo farti una domanda: che ne pensi dell’esperimento Masterpiece di Rai3? Secondo te è fuffa, o potrebbe portare alla scoperta di veri talenti?
PS: dato che sei disposto a visionare racconti brevi, ho giusto un’idea da un po’ in testa…una cosa da niente, se verrà qualcosa di caruccio te lo invierò, così pour parler, magari ci guadagno della pubblicità gratis d.d
Così, a pelle, la mia impressione è che se la comune merda avesse il motorino d’avviamento, quella merda su Rai3 avrebbe ancora la manovella.
Spero che almeno porti del divertimento nonsense.
Ottima iniziativa!
Tutti sono sempre pronti a dire che le cose devono cambiare ma pochi ci mettono la faccia (e il tempo) per farlo.
Ne approfitto per chiedere: ci saranno altri concorsi banditi da Baionette Librarie?
Il livello dei racconti vincitori era molto buono, spero di leggerne altri.
No, dati i lunghi tempi per trovare il vincitore prima e quelli lunghissimi per l’antologia poi (anche per una serie di idee di trasformazione che mi erano venute, oltre che perché mi pesa il culo), ho preferito non indire altri concorsi “tradizionali” prima di aver finito completamente il lavoro su quello Steampunk.
Non volevo competere troppo con un certo premio fantasy del 2006, annullato nel settembre 2008, e di cui potere seguire la storia tra 2007 e 2008 qui:
http://angra-planet0.blogspot.it/2008/09/sghignazz-sghignazz.html
Duchino, saranno almeno tre giorni che sono in crisi
Da una parte l’idea di una tua critica mi alletta molto; avendo l’autostima sotto i tacchi, carburo complimenti come una disperata, e avere un’opinione (sia in positivo o in negativo) da una persona *competente* potrebbe essere la giusta pedata nel sedere per convincermi a scrivere di nuovo.
Dall’altra, tutto ciò che potrei inviarti adesso sono quattro o cinque “raccontini” da mezza paginetta l’uno, oltretutto vecchi di un paio d’anni; questo perché, non avendo un minimo di COSTANZA, i Grandi Romanzi me li scrivo solo in testa, dicendomi “Li lascio lì a frollare finché non riesco a darli una struttura decente” ma, di fatto, abbandonandoli appena ho una nuova idea.
Il punto è: cosa farebbe una signorina perbene? Ti invierebbe questi raccontini scemi o aspetterebbe di avere qualcosa di più consistente da farti leggere?
@Adriano.
Sì.
Strumenti -> Conteggio parole (e leggi il valore per “intero documento”)
No, non sono indicati.
I commenti erano finiti in spam.
Segnalo che in queste ultime due settimane sono stato molto occupato tra corso per Sommelier, serate di degustazione, lavoro con i clienti del corso, lavoro su Maschera di Bali (è venuto fuori un bel racconto di azione con fetish steampunk) e preparazione del materiale per un altro lavoro ancora.
La prossima settimana avrò di nuovo tempo per riprendere a leggere i racconti arrivati, al ritorno dal Sugarpulp Festival.
Mi sto letteralmente struggendo nell’attesa *________*
Ah, mi sono dimenticato di dire che il racconto La Maschera di Bali è pronto, spero che Plesio Editore lo accetti per il primo numero di TdC. Ho impiegato qualche giorno extra per sistemare una questione di lavoro: nei prossimi giorni parto con le risposte a chi ha inviato i racconti.
Comunicazione.
La Maschera di Bali è stato accettato, ma per motivi di tempo non sono riusciti a metterlo nel primo numero (già uscito) e apparirà sul secondo numero.
Per i racconti arrivati: provvederò entro sabato-domenica a fornire risposta a chi ancora non l’ha ricevuta tra chi ha inviato entro il 3 novembre.
:-)
Buonasera, Duca!
Sarei tentata di inviare un racconto, ma ho un problema (circa).
L’ho scritto per un corso che sto seguendo al college, quindi è in inglese. Saresti disponibile a darci un’occhiata comunque?
Grazie in anticipo!
Non sarebbe utilizzabile per gli scopi indicati. Puoi tradurlo in italiano e inviarlo.
Grazie Duca!
Questo articolo mi ha ridato fiducia nello stesso momento in cui me l’ha tolta, mettendomi di fronte al fatto di essere, forse, nel 25%. O, almeno: mi piace imparare e studiare, e ho imparato e studiato più che ho potuto fino ad adesso. Il talento, quello, lo lascio giudicare a voi. Il senso di sconfitta, invece, me lo porto bene dietro, in modo da non dimenticarlo!
Credo passerò di qui più spesso! ;)
Grazie mille! Questo post è un’iniezione di fiducia! E dai dai dai, ora produco qualcosa da mandare :)