Leggere su internet i discorsi sulla narrativa è spesso deprimente perché raramente chi parla conosce l’argomento a sufficienza da non dire idiozie dovute alla mancanza di elementi. Partecipare per rispondere è inutile perché, siamo seri, chi vuole studiare sta zitto e studia: se si parla prima di aver studiato, significa che studiare non interessa davvero. In più molte risposte prevederebbero l’ordine di studiare per mesi o anni indicando una selezione di testi e in più fornire un corso di aggiornamento che starebbe bene presso un’Università (il materiale supersintetico da me scritto per i miei corsi su AgenziaDuca.it occupa attualmente oltre 21mila parole). Non esattamente ciò che si può mettere in un commento agevolmente.
Ovviamente vi invito a rileggere questo post sulla politica delle discussioni, valido per il mio blog e per chiunque voglia parlare con me in qualsiasi altro ambito: se i requisiti non sono soddisfatti, se il metodo fondato sulla prova positiva non è applicato o se c’è puzza di malafede nel non esporre TUTTI gli elementi anche a svantaggio della propria posizione (chi si interessa di cultura espone tutto il necessario tecnicamente rilevante anche se “ostile” alla propria interpretazione), non perdo tempo a rispondere.
Chi vuole studiare studia, non scrive idiozie. Già scrivere idiozie in certi modi implica la malafede di chi gongola nell’ignoranza e non vuole né imparare con l’aiuto di altri né studiare da solo. Lo si lasci a grufolare nel proprio porcile se Mostra di volerlo, anche se intanto Racconta di voler imparare.
Se Mostrato e Raccontato sono incoerenti tra loro significa che sta mentendo oppure che l’ambito non è più il discorso sulla narrativa, ma è quello dell’igiene mentale in quanto volontà e azioni che ne derivano divergono in modo impossibile per una mente sana.
La Narrativa è un “tutto in equilibrio” e la mancanza di conoscenze tecniche porta a dire idiozie (sottili, nei dettagli, o grossolane, nell’essenza) perché il “sistema” non dispone di tutte le condizioni e produce quindi risposte che sembrano valide senza esserlo. Conoscere quel “tutto” (di base, i concetti) richiede anni di studi, decine di testi e un livello di dedizione e approfondimento che porti, per gli standard italiani, a essere più edotto di tutti gli editor il cui lavoro (o commenti) ho potuto analizzare. Anzi, il problema è che regolarmente ho visto gente non avere nemmeno queste basi ELEMENTARI essenziali. Considerando che la Retorica non è un’invenzione moderna e ha un senso, è facile capire come mai così tanti lettori italiani disprezzano la narrativa con cognizione di causa (29,8%, Istat 2007, non legge più perché quando ci provava i romanzi erano brutti).
La piena comprensione delle basi non è automatica nemmeno all’estero, tant’è che pure negli USA nonostante non abbiano lo stesso ritardo culturale italiano (anche se hanno subito pure loro parte dei danni del postmodernismo) tendono a dire idiozie. Anche se molto meno che da noi visto che da loro quanto meno una discreta fetta delle basi sono comunemente note (e i manuali che ne parlano considerati banale normalità e non scandalosi tomi che incatenano l’arte) mentre da noi la norma è l’ignoranza più totale. Però conoscere “meno di tutto il minimo necessario”, anche se è molto meglio rispetto a non conoscere proprio niente, è ovviamente insufficiente per ottenere il giusto range di risposte prodotte dal sistema-del-tutto-in-equilibrio-in-cui-ogni-cosa-aiuta-a-interpretare-ogni-altra per mancanza di condizioni ulteriori da porre in quel sistema (o sostitutive, visto che conoscere permette di capire e giustificare, più che di escludere).
Ecco che allora ogni discussione mancante di tutte le basi, e che produce quindi idiozie di livelli più o meno approfonditi, mi stimola una sola possibile risposta razionale diversa da “Stai zitto e vai a studiare, torna tra due anni” ed è questa:
Volevo fare un rant migliore, ma nonostante l’effetto benefico del pitale da cumenda che indosso ancora non riesco a raggiungere le vette di pateticità dei miei maestri italici. Sarà colpa del fatto che parlo di cose serie e di criteri seri di ragionamento, senza frignare soltanto perché il mondo è brutto e cattivo. ^_^
Duchino hai dimenticato l’ingrediente principale per un buon rant: il trash. Questo è un rant da ciccioroscio, mentre dovresti scrivere come se ci fosse il dottor Kellogg a pomparti 40 litri di yogurt nel culo mentre ti mostra la sua collezione di feci in vitro.
Cioè dovrei scrivere gioioso e lasciando trapelare una discreta eccitazione?
Pensavo che in una situazione del genere avresti gridato KYAAAAAAAA!
Quello se mi strizzano le poppe da dietro.
http://it.wikipedia.org/wiki/Effetto_Dunning-Kruger
Bello.
Duca, per curiosità, ma in questo articolo e nel precedente, cosa intendi per “postmodernismo” e quindi critiche “postmoderniste”? Cioè, ricordo abbastanza cosa sia il postmodernismo in generale e teorie varie, ma non ho capito cosa intendi nello specifico. E’ solo una curiosità mia ^^
Leggi Sokal, Fashionable Nonsense.
http://en.wikipedia.org/wiki/Fashionable_Nonsense
La mentalità postmodernista francese (diffusasi poi in giro) in molti casi analizzati si è rivelata come la morte della razionalità, del rapporto causa-effetto, del buon senso e di secoli di evoluzione della cultura in occidente.
Nonché ovviamente la morte del pensiero di sinistra tradizionale, fondato sul metodo scientifico (e non su balbettamenti pseudo-scientifici), e il miglior amico della mentalità fascista (nonostante se ne riempiano la bocca gli intellettuali a sinistra, di solito, un po’ come degli ebrei che finanziassero Hitler).
Alle sue basi idee come “È vero perché lo dico io e non devo dimostrarlo” o “Tutto è opinione, non puoi dimostrare che ho torto e non mi importa cosa la fisica dica”. Imbottendo il tutto con vagonate di babbling, usando paroloni e ripiegando su idee rubate dalla Fisica e in nessun modo comprese (gente che arrivava a non sapere la differenza tra velocità e accelerazione, farfugliandone a caso). Modi semplici per fare carriera nelle università senza dover in realtà far avanzare di un passo i propri ambiti di studio.
“Perché sì perché è fantasy” è un buon modo per descrivere le motivazione alla base di tante idee postmoderniste, come Lacan che dichiarava che dentro le persone c’è un toroide… no, non in senso simbolico o metaforico… c’è un toroide per davvero, fisicamente. Lo disse chiaramente rispondendo a una domanda. Ovviamente non riteneva di doverlo dimostrare ed ha fatto fama e carriera vomitando stronzate simili. Un criminale da impiccare, come tanti altri, per i danni che ha causato alla società.
Quella piaga sociale di origine francese è alla radice delle alienazioni moderne che possiamo vedere in Italia, come i tizi che prima dichiarano che “tutti i gusti sono gusti e non esistono regole” e poi pretendono di usarlo come argomentazione in una discussione. No, se non esistono basi di discussione si sta zitti: discutere pretende che esistano regole condivise su cui fondare il discorso. Quell’opinione idiota (in quanto la Fisica ha dimostrato che è falsa) al più è una scusa per NON discutere, visto che nega che possa esistere la discussione, ma non è un argomento!
Ok, ora mi è più chiaro il discorso. Non pensavo che il postmodernismo avesse portato a queste degenerazioni ‘-‘. In ambito artistico e letterario mi era piaciuto e in letteratura ha prodotto cose interessanti, ma molte teorie rimangono comunque opinioni e non si possono applicare in modo rigido a tutto. Insomma, è chiaro che queste derive sono stronzate :’D