Ho aperto da pochi giorni un tumblr: http://ducadibaionette.tumblr.com/
Ho deciso di provare con tumblr perché mi piace la formula di funzionamento, tant’è che molte foto interessanti e spunti, e molti siti che seguo in RSS, usano tumblr per fare micro-blogging.
Come mai anche tumblr, visto che già uso Facebook e Twitter?
EDIT 2020: il tumblr ho smesso di usarlo da alcuni anni, e al momento contiene solo i repost pubblicitari dei nuovi articoli dl blog (e prima o poi disattiverò anche quelli)
Twitter non mi è mai piaciuto, l’eccessiva brevità dei commenti favorisce la banalità, la mancanza di precisione, le incomprensioni e perfino citare altri quando si riporta qualcosa compromette il numero di caratteri disponibili, favorendo una mentalità del furto intellettuale e della non dichiarazione delle fonti. Può essere utile, ma non permette di condividere in modo funzionale nemmeno semplici concetti. Naturalmente non mi stupisco che tra chi non ha nulla nella testa da condividere né interessi degni di nota, possa andare comunque bene. Dal mio punto di vista, visti i suoi limiti strutturali noti, è utile solo per brevissime segnalazioni, come se fosse un’alternativa al RSS.
A Bergamo sappiamo come valorizzare gli uccellini di Twitter.
Facebook funziona già un po’ meglio, ma non mi piace l’idea di invogliare a iscriversi a una simile “vasca dei pesci” che passa l’idea che la privacy non abbia alcun valore. Anche in questo caso ho scelto di aprire una pagina per servire meglio i lettori già iscritti, favorendo le loro possibilità di condivisione. Anche Facebook ha educato i lettori alla mancanza di buon senso, per cui il livello intellettivo delle discussioni è generalmente scarso, più scarso che sui blog, come se una persona abituata a puntuali citazioni e all’uso del metodo scientifico quando approda su Facebook “distenda” i propri standard per via della natura colloquiale, apparentemente transitoria del mezzo: i discorsi finiscono sepolti da altri in pochi giorni, li si percepisce come se fossero “orali” e “privati”, come chiacchiere tra amici senza altri attorno, e quindi con meno vincoli dello scritto.
Con bizzarri risultati, inclusa gente che pratica la diffamazione o sparla alle spalle senza sapere che le sue pagine sono pubblicamente visibili o, per la concatenazione di opzioni di privacy mal gestite, visibili anche ad amici di amici a cui non voleva fossero visibili. Transitorietà ovviamente fasulla, visto che ci vuol poco a fare screen e salvataggi degli “stati” e schedarli, come faccio regolarmente io. Alcuni esempi li ha mostrati Zwei in passato, altri io.
Aspetto fortemente positivo di Facebook: permette di distinguere meglio idioti e ipocriti. Chi è troppo intelligente per farsi tradire dalla tecnologia ovviamente non può venire smascherato, ma non è un problema: nel mio caso, negli articoli più “seri”, occupandomi di questioni che riguardano solo studio e buon senso (e quasi mai mie opinioni personali), chi è intelligente per definizione non può avere qualcosa di negativo da dire contro lo studio e contro il buon senso.
Aspetto negativo: stesso problema dei troll sul web, ma potenziato dalla minore intelligenza e soglia di attenzione del pubblico e da minori mezzi per mantenere un livello minimo di intelligenza. Nonostante il sistema di condivisioni, la chiusura del sistema non le favorisce al meglio (se vuoi aumentare la privacy della pagina per evitare un po’ di troll devi costringersi a iscriversi, quindi favorendo il mercato della privacy di Facebook).
Tutti hanno opinioni: io le ho, tu le hai. E fin da quando abbiamo aperto gli occhi ci hanno detto che abbiamo diritto di avere nostre opinioni. Be’, è una stronzata, naturalmente. Non abbiamo diritto di avere opinioni, abbiamo diritto di avere opinioni informate. Senza studio, senza basi, senza comprensione, un’opinione non vale niente.
È solo un farfugliamento. È come una scoreggia nella galleria del vento, gente.
(Harlan Ellison)
Il problema con molti troll è che confondono (in malafede, spero) il loro diritto di esprimersi con quello di farlo nella proprietà altrui. Non funziona così. Non tutti hanno diritto di dire idiozie sulla prima pagina di un quotidiano nazionale, di un romanzo stampato a loro scelta (opinioni aggiunte sulla ristampa successiva?) o nei programmi di una emittente televisiva. Se tutti avessero diritto di dire ciò che pensano e vederlo pubblicato su Repubblica, in virtù di questa demenziale percezione del diritto di espressione, basterebbe qualche decina di persone motivate per costringere il quotidiano a stampare edizioni di 2000 pagine. La soluzione semplice la fornisce il web che da facili mezzi per creare un proprio spazio in cui dire ciò che si pensa e condividerlo con altri individui, facendo un po’ di sforzo per farsi notare e attirare individui con opinioni simili con cui discutere (sforzo irrisorio rispetto a quello per fondare un giornale a tiratura nazionale o una emittente televisiva).
Due settimane di numeri di un giornale? No, solo quello di oggi: pieno di “diritto di opinione” e ugualmente senza nulla di interessante da leggere.
Tumblr ha di buono che si basa su un sano principio: dì quello che vuoi, ma fallo nel tuo spazio e con la decenza di regalare un link. Qualcuno pubblica qualcosa che fa schifo, indigna, è falso e fa sentire in dovere di “correggere l’internet” o simili problemi? Invece di insudiciare lo spazio di chi ha pubblicato quella cosa, con vere e proprie azioni di trolling, si commenta nel proprio blog dando visibilità al contenuto altrui (linkato o condiviso). Il tutto con un meccanismo semplice e facile: click, si apre l’editor con il post condiviso, si aggiunge quando da dire, si pubblica e in fondo all’articolo originale appare il link alla propria condivisione e una riga o due del testo aggiunto.
Questo favorisce la diffusione dei contenuti e, anche solo per far trolling, si è costretti a farlo “a casa propria” e regalando link all’altro… il che, tecnicamente, lo rende un trolling molto modesto, più un rant che altro, senza quel gusto del danneggiare le proprietà private degli altri, quell’amore del vandalismo fine a sé stesso, che anima i troll e gli affini ladri di ombrelli e sfregiatori di carrozziere di auto di sconosciuti.
Dico affini perché pur essendo il grado di danno diverso (e generalmente crescente), la motivazione è identica:
Facebook rende il mondo un posto… uh… un posto, ecco.
Decisamente un posto.
Vi ricordo, tornando all’ambito dei commenti sul web, che il trolling consiste nel tentare di ottenere reazioni dagli altri, infastidendoli (lanciare l’amo e vedere chi abbocca) per ammirare il risultato del caos portato… non cambia se chi fa Trolling dice il vero o meno, conta che “disturbi” il gruppo introducendo idee palesemente opposte alle idee del gruppo, come suggerire in un forum di utenti Windows di risolvere i problemi passando a Linux o andando a segnalare recensioni negative sui romanzi di Licia Troisi in un un forum di fan di Licia Troisi (queste cose solo un vero membro del gruppo, che condivide le idee del gruppo, può farle senza che siano trolling in quanto l’intento sarebbe la discussione e non punzecchiare persone di cui non si condividono idee o gusti).
Rigare le automobili: il passo successivo al trolling.
Per cosa uso tumblr?
Per ciò a cui serve, per cui è studiato e per cui è ottimizzato. Come è ovvio. Ovvero per condividere immagini, brevi riflessioni e in generale materiale indegno di un articolo e di una trattazione più ampia in una sede maggiormente vocata per la condivisione e la catalogazione di contenuti più complessi. Il materiale condiviso potrà essere parte anche di una ricerca di foto e informazioni, e spunti di riflessione, con cui costruire un articolo lungo. In pratica tumblr darà un’anteprima anche di concetti e idee che successivamente ricombinerò, senza costringermi ad aspettare mesi prima di poter proporre una certa immagine o un certo link nel contesto di un articolo più ampio.
Per esempio le mie idee sulla Ginecologia Morale, che fino ad ora trovavano posto solo in chat o nei commenti, e che per un articolo richiederebbero una vasta trattazione e spiegazione (che sto preparando), possono venire gettate in anteprima come riflessioni brevi sul tumblr: http://ducadibaionette.tumblr.com/tagged/ginecologia-morale
E l’arte a tema conigliesco? Faccio già un post ogni settimana per ricordare a miei lettori l’importanza di quei batuffoli, ma capitano spesso opere d’arte meritevoli di segnalazione: http://ducadibaionette.tumblr.com/tagged/rabbit-weird
Armi interessanti, di bell’aspetto, di forma curiosa (o semplicemente Ottocentesche), che non avrei idea su come collocare in un articolo qui? Detto, fatto: http://ducadibaionette.tumblr.com/tagged/armi-bianche
Un ciccione con un vino rosato in mano, dentro cui si nasconde un coniglio.
La Verità sul Duca?
Mi piace parlare di vino, dire cosa bevo e condividere il difficile percorso di conoscenza dei vini, anche per ricevere consigli per gli acquisti. Non posso ogni due bottiglie fare un articolo di riflessione, riempirei di post sul vino il sito e non è mia intenzione farlo! Voglio che Baionette Librarie si occupi della cultura del vino, ma non come altri siti di catalogazione e recensioni: voglio costruire percorsi tematici (spumanti dolci a pochi euro o un rosé per festeggiare Gamberetta) e dare spiegazioni utili agli altri, da ex-n00b sulla via dell’alfabetizzazione agli altri n00b più indietro di me (e i cui dubbi e problemi ricordo benissimo, essendo fino a pochi mesi fa nelle loro stesse condizioni). Per quei brevi commenti prima usavo Facebook, anche con discreto gradimento dei lettori, ma come ho già spiegato questo limita l’utenza. Ecco allora che posso usare tumblr: http://ducadibaionette.tumblr.com/tagged/vini
Max Rosé esprime un dolce, elegante, profumo di fragole.
I nuovi articoli di questo blog verranno segnalati in automatico sul tumblr, per cui se impiegavate Twitter o Facebook per tenervi aggiornati al posto degli RSS, ora avete uno strumento in più e con dei contenuti ulteriori. E anche il tumblr è dotato di RSS, utile per chi come me ne fa uso massiccio per ricordarsi i siti che preferisce.
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