Può l’amore per una donna giustificare il sacrificio dei propri baffi (o della propria barba)?
Un uomo può ancora considerarsi tale se accetta di evirarsi della propria irsuta mascolinità per soddisfare la sciocca pretesa di una femmina crudele?
Di questo parla Mr. Poppleton’s Moustache, canzone accompagnata da pianoforte scritta da Henry Walker e dedicata ai membri della lega contro la rasatura nel 1860 circa.

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La canzone è stata adattata e interpretata dall’eccellente Sir Reginald Pikedevant, Esquire, che già avete ammirato nel brano di genere chap hop intitolato Just Glue Some Gears On It (And Call It Steampunk) che avevo proposto nell’articolo Introduzione generale al mondo Steampunk.

Video su Youtube.

Queste sono le produzioni della cultura Steampunk che preferisco, interpretazioni moderne e intelligenti del passato, altro che corsetti e occhialoni random!

Il tema recuperato è tutt’altro che privo di modernità!
La società attuale in Europa preme moltissimo per la rasatura del volto maschile, cancellando quell’elemento di individualità e cura del corpo che erano barba e baffi. Un hobby spesso a bassissimo costo, da fare in casa, con forbici, un po’ di cera e tanto amore. La barba virile, curata con amore, non ha nulla a che vedere con i bestiali peli sconnessi in barbacce senza ritegno di tanti cammellieri.

Addomesticare la propria prorompente mascolinità era parte della cultura dell’uomo di una volta, distinto dal selvaggio fornicante dei paesi incivili. Attività sana, morale ed economica ormai sostituita dal più vasto business costruito attorno all’uomo evirato: non solo sapone, dopobarba e rasoi (e fin qui andrebbe pure bene, per chi vuole solo i baffi), ma pure cure dimagranti, fitness, integratori alimentari, barrette sostitutive del pasto, creme per il corpo e abbronzature più o meno artificiali!
Senza parlare di interventi estetici maschili più invasivi o perfino l’uso del trucco!

Avere barba e baffi è considerato stravagante, soprattutto se più estesi di timidi baffetti effeminati o un modesto pizzetto adolescenziale. Soprattutto tra i giovani. La società preme per avere grigi lavoratori irregimentati, dai volti rasati, privi di personalità dentro il cranio e sopra il volto. Si costringe l’uomo a evirarsi di quello che è un peculiare indicatore sessuale maschile (le signorine, tolti rari casi di grande fascino, non sfoggiano robusti baffi a manubrio).

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I baffi stanno sempre bene!
Franciacorta Cabochon Rosé Brut 2005 di Monte Rossa.

Tutto ciò non mi pare abbia funzionato affatto a livello di riduzione del lavoratore ad automa (altrimenti non passerebbe tanto tempo su facebook invece di lavorare come lo zombie che vogliono che sia): ha solo ridotto i volti dei giovani a soffici e rosee distese non dissimili dal pube depilato di una ragazzina. E il corpo maschile (quel che ne è rimasto senza i peli del volto) a target per la vendita di prodotti un tempo dedicati solo al pubblico femminile.

Le esagerazioni dei dandy passati diventano la normalità nella moderna società evirata… dell’orgoglio e della dignità maschile, non della pulsione sessuale: l’uomo privo di “mascolinità”, virtù che un tempo indicava l’onore integerrimo e l’attenzione verso gli altri (non il machismo, degenerazione atta a denigrare la mascolinità ottocentesca e cancellarne il ricordo), è ridotto a mera bestia eiaculatoria da cui aspettarsi fornicazione nel migliore dei casi, stupri nel peggiore.
Violentatori evirati della barba e quindi della civiltà.

Questa violenza psicologica sfocia nel gesto autolesionista della quotidiana evirazione di ogni peletto che cerchi di allungarsi dalla pelle del volto come un sopravvissuto che intende urlare al cielo “Sono un uomo!”.
Per questo ritengo che il tema vada portato all’attenzione pubblica nell’ambito delle associazioni che si occupano delle mutilazioni genitali: infibulazione in Africa ed evirazione dei peli facciali in Europa, due violenze diverse in società diverse.

Chi è d’accordo con me lo dica, gli altri accettino di avere ancora una volta torto.

 

23 Replies to “I baffi del signor Poppleton”

  1. Eh ma caro Duca, non tanto il subdolo marketing quanto le pretestuose richieste del gentil-sesso hanno ucciso la barba.
    Henry Walker forse aveva ragione a difendere a spada tratta il suo diritto a una folta barba ma oggi anche un semplice “Not shaving november” viene osteggiato tramite ricatti di natura femminista aka “se non ti radi tu non mi rado nemmeno io”.

  2. @Nicholas
    Vero, tutto vero.
    La barba e i baffi sono fondamenti della mascolonità. I valori della mascolinità (vedasi Art of Manliness o testi d’epoca di etica sessuale / buone maniere) si riassume nell’impegno civile a non causare danni agli altri con il proprio agire (ovvero valutare sempre se ciò che si fa -parcheggiare sulla striscia, tenere l’autoradio a palla eccetera- causa un fastidio ad altri e se possibile correggere il proprio comportamento) ed è considerato estremamente poco virile maltrattare le donne o offenderne l’onore.

    Togli la barba e togli l’onore, ne consegue che cadono le difese per il gentil sesso e, nei soggetti predisposti, la donna si riduce a oggetto di propria esclusiva proprietà (partner) o preda sessuale su cui sfogarsi (altre). Ci si riduce come i laidi criminali dei quartieri operai, dove nemmeno nell’epoca felice delle barbe e della mascolinità un signorina per bene era al sicuro senza un accompagnatore.

    In Heredity and morals as affected by the use and abuse of the sexual instinct del 1908 c’è un capitolo intitolato proprio “Woman, and the unmanliness of degrading her”:

    So the very hopes of mankind hang on our fidelity toward women and our care of them. The distinctively womanly qualities, which shine forth as rays from heaven in their souls, may be quite accurately expressed by the beautiful words, love, tenderness, gentleness, forgiveness, mercy, pity, compassion, grace, purity, affection, sympathy, charity, self-sacrifice, devotion and trustfulness;
    while bravery, boldness, strength, pugnacity, courage, pluck, self-reliance, large-heartedness, philanthropy, justice and magnanimity may be styled the attributes of ideal and robust men.
    […]
    The triumph of civilization is the predominance of moral over physical force; and until this is fully accomplished many women can have no chance to withstand the wickedness of those men who are brutally sacrificing such of them as are in need and unprotected for the physical gratification of a depraved lust.
    Men are superior in the coarser grades of strength; and women’s only hope lies in that kind of civilization in which brutality is repressed by reason, and justice, and consideration for the welfare of others.

    Ha ragione chi dice (polizia, buone maniere, secoli di regole non scritte -buon senso- per cui se un bianco va vestito da pulcinella in strade brutte di negri incazzati lo saccagnano di botte ecc…) che le femmine dovrebbero farsi un esame di coscienza e domandarsi quante volte provocano.
    Non si provoca mostrando un po’ di pelle in più, si provoca evirando i volti maschili.
    Provocano ogni volta che osteggiano un volto irsuto.
    Provocano ogni volta che lodano un volto rasato.
    Provocano a ogni divo rasato idolatrato.
    E infine ottengono… stupri.
    C.V.D.

    E di mezzo ci vanno anche le ragazze per bene che, più o meno svestite in pubblico (non importa: l’uomo dotato di mascolinità non è influenzato dalla cosa), amano gli uomini barbuti/baffuti.

    Prima la femmina era prigioniera di uomini baffuti che non la sfioravano senza esplicito permesso. Ora è libera di essere violentata da mentecatti con il volto da neonato.

  3. Crudele Duca ora pentiti delle tue dure affermazioni, poiché a causa loro in questo momento un metrosexual piange disperato nel suo angolino di dolore. U.U
    E gli altri sventolano le strisce depilatorie per solidarietà. :D

  4. In effetti ho notato un certo ostracismo da parte delle ragazze, quando ci si lascia crescere la barba oltre la leggera spolveratina di peli finora permessa dalla moda.

    C’è una leggera ripugnanza al vedere un tizio con barba&baffi che magari in sovrappiù fuma la pipa.

    Ma come insegna il movimento chap, mai lasciarsi intimidire! ^.^

  5. Men have been growing beards since we figured out how to shave with sharpened rocks or seashells millenia ago. While most of that type of information is conjecture, what we do know for sure is that the ancient Egyptians had a thing for fancy beards, as did the Babylonians. In ancient Greece the beard was worn proudly as a sign of sexual verility, while a clean-shaven face was considered feminine.

    Later, in the Roman Empire, a clean-shaven was was acceptable and beards fell out of fashion. While there isn’t much rhyme or reason for the popularity of beards to come and go, it seems to by cyclic in nature. Perhaps is has something to do with rebelling against the authority figures every few generations. For example, in the 1800s beards were fashionable and every self-respecting man would have one. In religious circles it was considered that only natural that a man should have a beard, and to shave your face was considered to be “dressing like a woman”, or effeminate.

    During the early to mid 20th century we see that the beard fell out of favor again. Just look down the line of the presidents and you can see the transition. The mustache or goatee variation of the beard took on a sinister look and appeal during this time frame as well. During the “golden era” of the 1950s and 1960s many colleges and universities banned the beard from the campus – from faculty and students alike.

    http://wondermark.com/xyz/beardposter_lg.jpg

    Le consiglio, Duca, laddove non conoscesse, questo sito di esilaranti gag pregne di vekkiume:

    http://wondermark.com/001/

  6. Non posso che approvare di tutto cuore le opinioni espresse da Sua Altezza Serenissima. E che i metrosexual (altrimenti noti come “checche mancate”) se ne restino a frignare nel loro angolino. Viva l’onor del mento e le virili virtù, e che sempre si accompagnino.

  7. Non so chi abbia avuto più godimento nell’ascoltare questa meravigliosa composizione: se io o i peli della mia barba!

  8. Ricordo quando, fanciulletta che appena comincia a parlare, mi chiesero cosa avessi voluto da grande. Risposi “le tette di mamma e la barba di babbo”.
    Prima che i fanciulli siano traviati e rimbecilliti dagli sciocchi canoni odierni, sanno per scienza innata che barba e baffi sono l’eccellenza.

    Eh ma caro Duca, non tanto il subdolo marketing quanto le pretestuose richieste del gentil-sesso hanno ucciso la barba.

    Non concepisco come una donna possa chiedere una cosa del genere, se non come prova di affetto estremo. Nella mia esperienza, barba e baffi sono quanto mai apprezzati, e posso affermare con orgoglio che nella nostra allegra compagnia nessun uomo ne è sprovvisto!

  9. Per me i baffi sono indispensabili, li porto praticamente fin da quando hanno iniziato a crescere. La barba è il passo successivo su cui lavorare, per ora mi accontento del pizzetto giusto per avere sempre qualcosa da lisciare.

  10. Risposi “le tette di mamma e la barba di babbo”.

    E come mai non hai avuto nessuno dei due?? ^.^

    In b4 non ti parla più fino al 2015 v.v

  11. E come mai non hai avuto nessuno dei due?? ^.^

    Ma non dire sciocchezze, ho le stesse tettine striminzite della mamma ù_ù Sono i baffi del babbo che mi mancano.

  12. Illustre Duca,

    temo che violerò senza volere alcune delle regole scritte qui sopra. E dico senza volere, perchè non riesco ad individuare quella che violerò, pur avendo la sensazione di violarne qualcuna.

    Per nascosti percorsi mentali il ragionar sull’orrida moderna abitudine di pretendere che tutti i maschi se ne vadano in giro con il volto tenero e glabro come fossero le terga di una ragazzina mi ha fatto pensare ad alcuni altri scritti che avevo trovato in questo sito, gran bazar di utilia e memorabilia.

    Più precisamente (ho cercato poi su guggòlo, senza fortuna) in rifermento a comportamenti sociali riportati sul web, riferivate il concetto ad una teoria che spiega molto bene le reazioni politicamente corrette a tanti fatti con una frase “io sono puro/pura”. Questa frase la davate per conosciuta, ma -ahimè!- io sono solo un povero indigeno riminese, atto a dipingere i corpi delle bagnanti con oli al cocco e a servir loro bevande ghiacciate o soddisfar altri desideri notturni! Potrebbe offrir un po’ di luce e, se non l’incomodo troppo, qualche riferimento bibliografico?

    L’occasione mi è gradita per chiederle quando ancora passerà in queste lande… :)

    Samuele

  13. Il gioco “io sono pura” in cui si paventa una moralità superiore al fine di screditare un altro (contando sul tacito assenzo della massa, perché nessuno vorrà essere perseguitato a sua volta), era presentato da Eric Berne, psichiatra anni ’50 che operò nelle forze armate e ideatore dell’analisi transazionale (“carezze sociali” e vari riti vuoti che però sono equivalenti allo spulciarsi tra scimmie), all’interno del libretto A che gioco giochiamo.

    Qui qualche info sui giochi (che potrei descrivere in poche parole come “riti al fine di fare male ad altri senza ottenere benefici per sé o solo benefici modesti inferiori al male”, ovvero la definizione cipolliana di Stupidità applicata al comune comportamento umano):
    http://en.wikipedia.org/wiki/Transactional_analysis#Games_and_their_analysis

    Ricordo poco Ciao… e poi? e non so valutare quanto di sbagliato vi sia, ma in A che gioco giochiamo ciò che viene descritto è facilmente verificabile nella vita comune e spiega moltissimi atteggiamenti che diamo per scontati… magari poi la spiegazione è sorpassata o inadeguata, non lo so, ma nel suo specifico sottinsieme (cioè solo quel che dice, non derivati ulteriori) è sufficientemente esatta e semplice da essere un libro classico per lo studio della personalità e delle motivazioni dei personaggi in narrativa.

    Se si conosce un gioco si sa come inserirsi per romperlo. Un classico gioco è quello in cui le mogli si riuniscono e parlano tutte male dei mariti: per essere accettate nel gruppo devi parlare male anche tu o quanto meno dare corda senza contestare. Se, su basi logiche e razionali, difendi l’operato dei mariti o ti interroghi concretamente facendo così in modo che debbano ridimensionare le accuse, stai “rompendo” il gioco. Fallo una volta, fallo due, fallo tre, e le amiche smetteranno di invitarti a chiacchierare. E’ come se in mezzo alla partita di calcetto prendessi la palla con le mani e tirassi così in porta.

    Io gioco regolarmento al “saggio del villaggio”, gioco che però Berne considera a malapena tale perché lo scopo di questo gioco non è danneggiare i singoli e la società al fine di ottenere niente o poco più. Anzi, può avere addirittura effetti positivi sugli altri e se sono negativi, di norma, lo sono solo sul giocatore. Quindi non è lo Stupido di Cipolla, ma il Benefattore. Quindi, in assenza del male per il gusto del male, per lui non è una malattia mentale fare divulgazione in modo ossessivo e costante.

    La sua idea è che invece di imbottire la gente di farmaci e/o dirgli (come macchiette freudiane) che qualsiasi cosa pensano allora vogliono trombarsi la madre o infilarsi una banana nel sedere…
    …è meglio insegnare loro a capire che giochi stanno giocando, a interpretarli come giochi e quindi a toglierli dal piedistallo di comportamenti “normali” e a smettere di giocarli, intervenendo sul meccanismo di funzionamento dei giochi stessi.

    L’occasione mi è gradita per chiederle quando ancora passerà in queste lande… :)

    Non ne ho idea. Tecnicamente senza Ebook Lab non ho motivi per andare a Rimini… farò un salto in zona Conegliano per vedere il Prosecco Camp (non vedo l’ora, sono un amante del Prosecco, sia quelli più semplici ed economici che la Docg del Prosecco Superiore), grazie all’invito di un amico organizzatore, e farò a breve dei passaggi a Roma per lavoro, ma verso Rimini non mi capita di passare perché non ho affari in ballo lì.

  14. Ma non dire sciocchezze, ho le stesse tettine striminzite della mamma ù_ù

    Ah, quindi la colpa non è stata del disgraziato eccesso di attività atletica?

    Per il resto: cambiamo argomento? ^_^*

  15. Grazie mille, è un campo che mi interessa, pur non avendo competenze in merito.
    Se capiterò io proverò a cercarti: mi piacerebbe ascoltarti ancora su quanto ci dicemmo nella mia città.

    A presto,
    Samuele

  16. Possiamo anche sentirci via Skype per quel discorso. Mandami un MP su facebook con il tuo contatto e ci organizziamo appena hai tempo. Pensavo che ormai, un anno e mezzo dopo, lo scoglio di convincere gli altri soci avesse fatto gettare la spugna per la disperazione… ^_^

  17. La scorsa estate ho cominciato a far crescere seriamente la barba. Non è molto folta, ma il risultato mi piaceva lo stesso. Quando poi ho fumato anche la pipa (trovata in cantina e restaurata) è stata una combo epica!
    Poi dopo 3 mesi l’ho tagliata… shame on me.
    Adesso finalmente, a 22 anni suonati, mi stanno spuntando anche dei veri baffi. Urrah!

    ottimo articolo Duca, il video finisce nel mio non virile ipod

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