Questo è un articolo più breve e generalista sullo Steampunk rispetto alla Breve Introduzione pubblicata nel 2011 (2300 contro 3800 parole). Affronta i vari argomenti fondamentali in modo più leggero e veloce per dare una visione d’insieme adatta a tutti gli appassionati e a chi vuole avvicinarsi al genere, dedicato in particolare a chi soffre per l’eccesso di rotelline incollate a casaccio e vuole sapere che c’è altro oltre il trash.
Scritto su richiesta di un amico appassionato di fantascienza, Maurizio Galluzzo.
Steampunk è un termine che nasce nell’ambito della letteratura fantastica nel 1987, coniato dallo scrittore statunitense Kevin Wayne Jeter in una lettera alla rivista Locus per descrivere le opere scritte da lui (Morlock Night, Infernal Devices) e dai suoi amici Tim Powers (The Anubis Gates) e James Blaylock (Homunculus).
Dear Locus,
Enclosed is a copy of my 1979 novel Morlock Night; I’d appreciate your being so good as to route it Faren Miller, as it’s a prime piece of evidence in the great debate as to who in “the Powers/Blaylock/Jeter fantasy triumvirate” was writing in the “gonzo-historical manner” first. Though of course, I did find her review in the March Locus to be quite flattering.
Personally, I think Victorian fantasies are going to be the next big thing, as long as we can come up with a fitting collective term for Powers, Blaylock and myself. Something based on the appropriate technology of the era; like “steampunks”, perhaps…
Il termine si basava su un gioco di parole costruito partendo dalla moda del momento nella fantascienza, il Cyberpunk: se Gibson e Sterling scrivevano/erano Cyberpunk perché ambientavano cupe storie in un futuro prossimo, allora loro erano Steampunk perché ambientavano storie scanzonate in un vicino passato (gonzo-historical manner).
Il legame con il Cyberpunk si ferma qui. Non vi è nemmeno un qualche genere di discendenza visto che le prime opere Steampunk (The Warlord of the Air, Michael Moorcock, 1971), risalenti a ben prima che nascesse un nome per catalogarle (talvolta dette proto-Steampunk), precedono di parecchio il boom del Cyberpunk avvenuto nel 1984 con la pubblicazione di Neuromancer.
L’unica opera che sembra conciliare Cyberpunk e Steampunk è anche una delle migliori dal punto di vista della qualità dell’ambientazione Steampunk creata: The Difference Engine del 1990, di William Gibson e Bruce Sterling, due dei maggiori esponenti della narrativa Cyberpunk.
Due opere simbolo della prima generazione Steampunk.
Le opere Steampunk sono fantascienza o science-fantasy scritta dopo il XIX secolo e ambientata: nel vero XIX secolo (Lungo XIX Secolo: 1789-1914); in un XIX secolo alternativo; in un secolo diverso visto con gli occhi della fantascienza dell’Ottocento; in un mondo diverso ispirato alla fantascienza d’epoca e alla rivoluzione industriale.
Il tutto condito con lo spirito punk in una delle sue possibili accezioni: punk nel senso di ribellione e critica allo status quo; punk nel senso delle prime opere Steampunk di Jeter o di Paul Di Filippo, ovvero prendere in giro il passato e giocare con la storia senza pretese di serietà; punk nel senso di rileggere il passato con gli occhi del presente, con un occhio più cinico e smaliziato anche riscrivendo opere molto simili a quelle della fantascienza d’epoca (posizione espressa da Jess Nevins nell’antologia Steampunk); e infine punk nel modo in cui lo fu Albert Robida nel suo Voyages très extraordinaires de Saturnin Farandoul del 1879, in cui mise assieme tutti i personaggi delle storie di Jules Verne e li reinterpretò rendendoli codardi, meschini e sciocchi.
Il buono Steampunk è quindi sia buona fantascienza (o science-fantasy) che un gioco di citazioni storiche e letterarie rivolto agli appassionati della fantascienza d’epoca e in generale agli amanti dell’Ottocento. L’opera che rappresenta il miglior esempio di gioco di citazioni che mi viene in mente non è un romanzo, ma un fumetto: The League of Extraordinary Gentlemen. Quasi a ogni vignetta vi è una citazione dalla letteratura d’epoca, sotto forma di piccoli dettagli. Un miscuglio e una reinterpretazione dei personaggi che ricorda moltissimo quello fatto da Albert Robida sugli eroi di Jules Verne. Lo spirito inoltre è quello punk nel senso di cinico e smaliziato che rilegge, in chiave moderna, il finale di The War of the Worlds di Herbert George Wells dando una nuova interpretazione al modo in cui gli alieni vengono sconfitti.
Una delle opere più intelligenti e rappresentative dello Steampunk.
Val la pena ricordare, però, che più si rinuncia alle citazioni storiche ambientando le vicende in un altro mondo (o fuori dal Lungo XIX Secolo) e più si rischia di perdere la forza dello Steampunk come satira o come reinterpretazione cinica del passato (o miscuglio di opere del passato) per parlare anche del presente. Se The League of Extraordinary Gentlemen è quello che è, un esempio splendido di Steampunk, è perché non ha rinunciato a nessuno di questi aspetti e, anzi, li ha resi il proprio punto di forza.
Questa forza è in gran parte negata all’opera New Weird Perdido Street Station, che infatti non è certo un esempio perfetto di Steampunk né intende esserlo: è principalmente Fantasy, ma con estetica ottocentesca, ambientazione industriale ed elementi Steampunk ed era indicata come New Weird dall’autore, anche se spesso viene citata come Steampunk Fantasy (precisando così i suoi due elementi caratteristici, entrambi ugualmente importanti).
Attorno allo Steampunk si è evoluto un insieme di altre cose, dalla musica al vestiario all’oggettistica.
Oggetti che possono avere un aspetto anacronistico tale da renderli definibili come Steampunk, in quanto non sfigurerebbero in un mondo alternativo di questo tipo. C’è comunque un legame con la narrativa, visto che è Steampunk ciò che potrebbe provenire da una ambientazione Steampunk.
In questo caso rientra tutto il modding retrò, come le tastiere e i computer decorati in radica, ottone, decorazioni che li fanno somigliare al Telefonoscopio di Albert Robida ecc… o gli abiti che hanno un evidente sapore “ottocentesco”, pur senza esserlo.
Questo nuovo boom dello Steampunk nel XXI secolo ha coinvolto spesso individui che non hanno mai letto narrativa Steampunk. O nemmeno sapevano che esistesse lo Steampunk e solo dopo hanno scoperto che ciò che piaceva a loro aveva un nome preciso ed era un gusto molto più comune di quanto credessero.
Lo Steampunk è quindi rinato in modo autonomo, basandosi su un qualcosa di preesistente che non era mai scomparso del tutto (narrativa, videogiochi, fumetti), ed esplodendo grazie a un interesse diffusosi grazie al web verso l’estetica della macchina, verso la bellezza dell’oggetto che ha un aspetto legato alla sua funzione, al contrario degli oggetti moderni “asettici” e dalle forme poco distintive: un vassoio e un tablet hanno la stessa forma, ma funzioni completamente diverse. Talvolta legandosi, negli abiti femminili, alla moda gotica o al lolita. È possibile vedere abiti (più o meno) Steampunk su Steampunk Couture.
Il problema principale dello Steampunk come “estetica” è che va a sovrapporsi all’estetica Neo-Vittoriana che già di per sé si occupava di reinterpretare gli oggetti moderni tramite la visione del passato.
Dire Neo-Vittoriano o Steampunk, riferendosi a un cellulare moderno che sembri creato un secolo fa, diventa più questione di scelta che altro. Visto il legame con il Telefonoscopio di Robida, e in generale con le meraviglie della fantascienza d’epoca, sono più propenso a indicarlo come Steampunk, termine più completo, ma non è sbagliato usare l’altro. D’altronde lo Steampunk è nato come genere narrativo mentre il Neo-Vittoriano come sottocultura e moda, praticamente come corrispettivo dello Steampunk in ambiti diversi (e prima che lo Steampunk riesplodesse dopo il 2007).
Lo Steampunk si distingue rimanendo tra i due quello dalla vocazione più spiccatamente narrativa, di fantasiosa invenzione e di costruzione di personaggi e mondi immaginari, più adatto a descrivere gli outfit e i gadget che hanno anche una “storia” dietro.
Un outfit ottocentesco fantascientifico, con per esempio un finto braccio meccanico con ingranaggi bene in vista (l’estetica della macchina visibile, in movimento), è semplicemente Steampunk.
Un outfit dal sapore ottocentesco senza elementi fantascientifici, ispirato ai costumi storici e senza pretesa di suggerire altro (il finto braccio meccanico suggerisce un vero braccio meccanico), è semplicemente Neo-Vittoriano… ma non stonerebbe per nulla in un ambientazione Steampunk, per cui è anche un buon outfit per lo Steampunk.
La distinzione tra elementi caratteristici ed elementi neutri è importante.
I pneumatici e l’uso dei tubi in gomma vulcanizzata appartengono in pieno al Lungo XIX Secolo, ma di sicuro non sono un elemento caratteristico: quindi la gomma in sé, in un outfit, essendo elemento neutro non è in sé un punto di forza per lo Steampunk… e talvolta, se inserita con scarso criterio, può essere un danno visto che sottili tubicini di gomma bianca trasparente su una maschera o un braccio meccanico danno davvero poco l’idea di un’estetica ottocentesca.
Lo Steampunk richiede ragionamento nei dettagli e una chiara visione di ciò che si vuole realizzare, che sia un romanzo, un fumetto, un gadget o l’outfit di un personaggio da interpretare.
È bene imparare distinguere gli oggetti Steampunk da quelli con soltanto il tag Steampunk. Tantissima roba non è Steampunk, nemmeno vagamente, e si mette il tag solo per attirare clienti in modo truffaldino, tanto da ispirare una sezione del sito Regretsy.
Bisogna anche distinguere l’oggetto Steampunk che esprime un qualche recupero stilistico su una base funzionante per davvero (modding di cellulari e pc) oppure che manifesta una “finzione” di usabilità (costumi con armi finte, bracci meccanici finti ecc…), dalle baracconate assemblate semplicemente incollando delle rotelline su oggetti altrimenti normalissimi. Esiste perfino un fucilone controcarro vero costruito secondo i precetti DIY artigianali di recupero dei materiali gettati via, estetica che richiama il passato e perfino uso di tecnologie del periodo (il sistema di caricamento e l’otturatore).
A questa pagina è possibile abilitare i sottotitoli.
Meglio un abito ispirato alla moda d’epoca che, pur non essendo Steampunk in sé, comunque non stona in una ambientazione Steampunk (essendo la base di partenza il vero ottocento, per cui fa da elemento neutro), piuttosto che incollare rotelline a caso su un abito o una calzatura che non c’entrano niente. La questione non è se ci siano “rotelline”, ma se l’oggetto appaia come qualcosa proveniente da un “passato industriale che non è mai stato” ovvero se potrebbe davvero appartenere a un mondo Steampunk.
Difficile indicare come “serio” Steampunk gli occhialoni con le rotelline incollate attorno senza un motivo immaginabile (rotelline separate, non parte di un finto meccanismo di, non so, scambio lenti o altro) o, peggio ancora, con le rotelle incollare sopra le lenti “perché sì”. Peggio che inutili: non si vede nulla!
Altro che bellezza ed estetica retrò utilizzabile, altro che raccontare/suggerire una storia di fantasia con il proprio costume… diventa solo estetica modaiola svuotata di contenuto.
Come commentò amaramente Jess Nevins, esperto di storia della fantascienza nell’Ottocento: “Steampunk is what happens when goths discover brown”.
C’è troppa oggettistica Steampunk fatta solo di rotelline incollate, come se gli appassionati dovessero reagire alle “meravigliose e misteriose componenti meccaniche” nello stesso modo in cui gli sciamani del Terzo Mondo si incollano CD, specchietti e perline addosso ai vestiti o si fanno collane con i cellulari rotti.
Nei film e nei fumetti spesso lo Steampunk si ferma alla sola estetica, per cui si tratta più di opere dal sapore Steampunk che non Steampunk in sé come contenuti. L’aspetto è Steampunk, ma l’essenza, l’agenda creativa inscindibile dall’opera, non è Steampunk: cambiando l’estetica e un paio di dettagli la stessa opera potrebbe venire proposta quasi immutata. Per un fumetto o per un film può anche andare bene, ma l’ideale è che l’opera sia Steampunk in tutto, ovvero anche nel recupero di idee d’epoca e nella profondità dello riscoperta storico-fantascientifica filtrata dallo spirito punk.
Come detto prima, una delle migliori opere Steampunk è proprio il fumetto The League of Extraordinary Gentlemen da cui non è possibile togliere lo Steampunk, nei primi due volumi, senza cancellare tutta l’opera: è Steampunk nella sua essenza.
Ci sono anche film zeppi sia di estetica Steampunk che di spirito gonzo Steampunk, come Wild Wild West, ma stenderei un velo pietoso sulla sua qualità.
Oltre allo Steampunk in sé come genere letterario o come opere il cui aspetto le renderebbe degne di stare in una ucronia Steampunk, bisogna guardare in generale al risveglio di interesse verso l’Ottocento, iniziato a partire dagli anni 1960-1970, di cui lo Steampunk è parte come espressione nell’ambito della narrativa fantastica.
Lo Steampunk sta favorendo l’interesse verso un passato da ammirare, da studiare e da riscoprire per farlo proprio, oltre la sola estetica. Lo Steampunk autentico, a tutto tondo, è una cultura fatta di vera riscoperta del meglio dimenticato del passato e quindi del modo in cui quel meglio può influenzare il presente e il futuro. Facendo un esempio pratico: riscoprire la mentalità della Germania Imperiale, il culto per l’eccellenza anche oltre le necessità del prodotto da vendere, riassunta dal motto “Suum Cuique”.
Lo Steampunk è fatto anche della riscoperta delle bizzarrie, delle bellezze e delle miserie dell’Ottocento, per rileggere il mondo di oggi sapendo che 100-150 anni fa le cose non erano poi così diverse, che quella gente non era poi così diversa da noi. Era un mondo in piena globalizzazione, in cui le informazioni viaggiavano a una velocità impossibile fino a pochi decenni prima. Un mondo affascinato e spaventato dalle possibilità del futuro, in bilico tra il passato pre-industriale che aveva abbandonato e un futuro ignoto. Un mondo che a cavallo tra Ottocento e Novecento era ossessionato dal terrorismo. Non molto diverso dal nostro mondo in bilico tra la fine della relativamente sicura e rassicurante Guerra Fredda e un futuro incerto.
E sapendo tutto questo magari sorridere sia del presente che del passato, come faceva la prima generazione “gonzo-historical” dello Steampunk.
Breve introduzione allo Steampunk, articolo di riferimento con una maggiore trattazione dell’ambito letterario e del concetto di “punk”.
Principale associazione Steampunk in Italia: Steampunk Italia.
Storico forum italiano sullo Steampunk: Laboratory of Time.
Storico forum inglese sullo Steampunk: Brass Goggles.
Pubblicata originariamente su SteamCamp.
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