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Esattamente un anno fa, il più celebre autore di horror per bambini d’italia chiuse il suo blog. Beh, proprio un anno fa no, ma ci sono andato vicino: era il 19 giugno 2011. Vicino più o meno come il suddetto autore, GL, quando sostenette pubblicamente che il film Apocalypse Now fosse ispirato al libro Dispacci di Herr invece che a Cuore di Tenebra di Conrad. O un’altra delle sue celebri gaffe, ormai andate perdute tra il blog cancellato (lasciò solo due articoli e cancellò tutti gli altri) e la distanza temporale che ha reso vaghi, indistinti, i ricordi di questi piacevoli aneddoti innocenti.
Questo post nasce prima di tutto per commemorare GL.
GL è stato il più riuscito dei personaggi comici sfornati dagli anni del boom del Fantasy Italiano (2007-2010). La sua comicità nasceva da una equilibrata, raffinata, amalgama di serietà e dabbenaggine. Come un professorino che non sa nulla degli argomenti di cui parla, siano questi l’economia, le citazione nell’ambito della letteratura, la narratologia, la storia della critica o quella dei manuali di scrittura, ma comunque è tutto impettito e pretende d’avere ragione, sparando sciocchezze gagliarde senza un’ombra di vergogna. E senza mai portare puntuali citazioni e fonti (cosa d’altronde impossibile, visto che sparava scempiaggini). E se qualcuno gli faceva notare gli errori, portando puntuali citazioni a prova di ciò, o faceva finta di niente (per poi ripetere beatamente gli errori ancora e ancora) o esplodeva tramutandosi in uno pseudo-Hitler dal volto congestionato, all’apice di un discorso furibondo, strillando anatemi e accuse.
Mi piaceva e in un certo senso gli volevo, e gli voglio, bene.
A mio modo.
GL era una vittima. Questo posso dirlo con certezza.
GL era una vittima di sé stesso. Abbiamo avuto tanti autori pessimi, prima, assieme e dopo di lui. Molti scrivevano peggio di lui, per incapacità tecnica e per faciloneria dei contenuti (penso a romanzi come Amon, Unika, Arsalon e tanti altri). Eppure solo GL fu il grande animatore comico degli anni 2009-2010. Come mai?
Mentre tanti altri pessimi autori suoi pari per cattiva qualità e talvolta anche peggiori come il povero Marco Davide della Trilogia di Lothar Basler non ricevevano alcuna attenzione, e furono e sono TANTI, lui ne ricevette molta. Come si spiega? Beh, GL, a differenza di Marco Davide, per esempio, aggrediva chiunque lo criticasse, con tanto di circolino di lettori diversamente astuti, come Imp.Bianco, Eleas, Valberici e alcuni altri ereditati dalla collega in Mondadori Licia Troisi (e condivisi con Lara Manni). GL sbraitava, offendeva apertamente, aggrediva senza ragione… semplicemente gli altri, come tanti blog o come il forum Massacri, riportavano e commentavano le sue sparate. Sparate che essendo sciocche gli facevano fare la figura dello sciocco. Questo faceva incazzare ancora di più GL, che proseguiva gli attacchi e pure questi prima o poi venivano, per il divertimento di constatare a quale livello arrivassero le sue sparate, riportati e commentati. Un circolo vizioso.
E come è chiaro, la colpa era di GL.
Tant’è che la recensione che più lo ferì, temo, seppur non certo la più dura o la più crudele (parecchi si lamentarono che era stata troppo buona), con anche alcuni elementi dell’opera che giustamente vennero lodati, fu quella di Wunderkind a opera di Gamberetta.
E questa recensione GL se la cercò, anzi, la causò da solo. Con i propri insulti.
Riporto dalla recensione:
l’autore del romanzo, G.L. D’Andrea (d’ora in poi G.L.), mi sta antipatico. E questa antipatia, a differenza di quanto accaduto con la signora Troisi, non nasce dalla lettura della sua opera. G.L. mi stava sullo stomaco prima che aprissi Wunderkind.
Il signor G.L. mi ha offesa negli scorsi mesi senza alcuna ragione e la faccenda non mi ha fatto piacere.
Fatto di cui ero a conoscenza visto che alcune settimane prima un amico, estimatore anche lui di Gamberetta, mi scrisse:
GL ha detto che Gamberetta è un vampiro che succhia la vita alla gente e bisognerebbe tirarle le monetine per farla star zitta
E Gamberetta ricordò la cosa al tempo della chiusura del blog da parte di GL:
Il caro signore in tempi non sospetti quando nessuno sapeva chi fosse (me compresa) e non aveva ancora pubblicato, venne su aNobii, entrò a gamba tesa in una discussione sul New Weird, e mi disse che ero morta e rubavo la vita alla gente.
E nonostante le offese ripetute, oggettivamente immotivate (giacché se l’ambito è la critica e le recensioni allora valgono i loro criteri, e Gamberetta ha onestamente applicato sempre quelli dei più grandi recensori statunitensi, come Damon Knight) e gratuite, Gamberetta trattò l’opera con ESEMPLARE GIUSTIZIA: solo 3 gamberi marci (“brutto”, ma non orrendo in modo aberrante… quello va dai 5 gamberi marci in poi) e perfino lodi per alcune idee, seppur male utilizzate, e per una scena ben riuscita.
Cito:
Volendo tirare su il sacco nero di Wunderkind dal pozzo, e volendosi sporcare le mani a frugare all’interno, qualcosa di buono si trova.
La magia, qui chiamata Permuta, è basata sull’uso dei ricordi. Il mago, chiamato Cambiavalute, rinuncia a un suo ricordo per piegare alla sua volontà le leggi fisiche. E più è importante il ricordo che decide di sacrificare più potente è l’incantesimo. Non è male come idea, purtroppo è gestita male.
Con una simile regola di fondo, almeno i maghi più potenti dovrebbero essere ridotti come il protagonista di Soldato nella Nebbia di Wolfe o il protagonista del film Memento, ma non è così. IlBarboneBarbuto pare avere un’ottima memoria. E anche quando van Zant compie gli incantesimi più potenti non pare che dopo abbia perso molto.
C’è la buona idea, non ci sono le dovute conseguenze (oltre ai già rilevati problemi nell’utilizzo della magia stessa).[…]
Come accennato, quando G.L. esce dal tunnel degli aggettivi, quando invece di dire che una cosa è orribile, sacrilega, oscena, spaventosa, ecc. dice cos’è, se la cava in maniera passabile. Il Calibano, la morte del Cid, l’esercito di mani e altre scene qui e là sono intorno alla linea della decenza. Peccato che tutto il romanzo dovrebbe essere almeno su quel livello.
Quanti altri avrebbero avuto tutta questa gentilezza (troppa), moderazione e giustizia, nel trattare l’opera di qualcuno che si divertiva a passare il tempo vomitando contro di loro odio e insulti? Occhio e croce, io dico nessuno.
E invece di ringraziare, invece di baciarsi i gomiti per la fortuna… GL continuò gli insulti, più forti, costanti e continui di prima. Quasi ininterrottamente dal 2009 al 2011, quanto meno una frecciatina se non l’insulto vero e proprio verso Gamberetta e chiunque adottasse criteri simili ai suoi, ovvero quelli della critica accademica e dei grandi recensori d’oltreoceano, e più in generale contro chiunque osasse criticarlo (tutti ridotti a una indistinta massa di adoratori di Gamberetta, per GL).
Serietà critica che GL e Lara non sapevano nemmeno dove stesse di casa. Potrei citare il caso storico dell’aggressione violenta e gratuita di GL contro tale “Nihal”, una gentile ragazza stupefatta dalla vicenda con cui ho avuto modo di parlare in privato su aNobii poco dopo i fatti, ma non lo citerò ora: citiamo un esempio di discussione utile secondo Lara Manni, protagonista della seconda parte di questo articolo.
Lara Manni, ipocritamente sempre collocata nel comodo mezzo, con una retorica delle posizioni moderate studiata con arte per attirare una grossa fetta di lettori stanchi di posizioni estreme, che siano corrette o sbagliate. Una retorica che, imbiancata ogni tanto come ogni sepolcro per bene che si rispetti, aveva una discreta presa sui lettori, inclusi quelli “di parte avversa” che detestavano GL.
Lara Manni era una di quelle che, come i VuMinchia, detestava l’ironia e il sarcasmo. Ricordiamo che l’ironia è l’arma tipica della sinistra, il potere destabilizzante e livellatore della risata, e la sua assenza o il suo odio è tipicamente visto come un simbolo della pomposità del potere fascista. Curiosamente, in Italia, appena gli intellettuali raggiungono una posizione di prestigio da difendere, per quanto piccola, si dimenticano dell’ironia e assumono posizioni che perfino Benito Mussolini avrebbe trovato ridicole (Mussolini che, stranamente, apprezzava la comicità contro di sé molto più di Berlusconi, VuMinchia o la Lipperini, ma d’altronde aveva tutta un’altra levatura morale).
Lara Manni, oltre a detestare l’ironia, criticava le recensioni e i commenti che non cercassero di tirare fuori in tutti i modi anche aspetti positivi, anzi, meglio tacere su quelli negativi o nel caso dire in modo chiaro che non erano errori, ma limiti del proprio gusto… e altre stupidaggini simili, il tutto in nome di un presunto scambio di opinioni utile a entrambi.
Ma poi, quando si trattava di critiche rivolte ai suoi amichetti, come GL…
Commento di un lettore sul blog di GL:
Ciao, ho finito il tuo libro, ma confesso che non mi è piaciuto. Si vede che vuoi imitare Barker e Lovecraft, ma di quest’ultimo riprendi solo lo stile ridondante. Scusa se vado giù duro, ma di trama qui non ho proprio avvertito traccia… Un’ultima cosa: come si fa a “umettarsi una lacrima”?
Cat
Risposta di Lara, sul blog di GL:
Mi intrometto pesantamente nel blog del padrone di casa. Cat, adesso tu ti siedi, con calma, e mi esponi la tua idea di trama, eh? Perché per dire che in Wunderkind non c’è trama ci sono solo due spiegazioni: uno, hai un concetto di intreccio molto particolare ed è interessante capire qual è. Due, forse hai esagerato con la Forst? :)
Ps. Omaggiare non è imitare, santi numi.
E la cosa è talmente ridicola che mi viene solo da citare il vecchio commento sulla vicenda di Gamberetta:
Che dite, era ironica? Oppure alludere che qualcuno parli perché ha esagerato con il bere è “utile” scambio di vedute tra “autore” e lettore?
E non fu solo GL o Lara, fu tutto il circolino di amichetti comuni tra lui e Lara o tra lui, Lara e Lippa (e spesso fan di Licia Troisi), che girava attorno. Due anni di insulti, talvolta velati, talvolta espliciti, e minacce più o meno serie rivolte a Gamberetta e a chi osava sembrare “del suo gruppo”.
Zwei, che c’entrava solo vagamente, ma che fece recensioni contro altri fantasy orrendi, si becca da gente non molto diversa insulti, minacce, anche collegati al suo essere di origine ebraica. Io pure ho ricevuto insulti e minacce, come è normale, e non sono mica corso a piangere dai lettori, in quella ricerca ossessiva di attenzione, fosse anche qualche ora di attestati di solidarietà, che era tipica del modo di fare di GL.
Nel suo caso, anche se quasi sempre stette zitta sulla questione (forse non vedendo nemmeno tutto perché mi disse che seguiva sempre meno i blog fantasy italiani, men che meno quelli di certa gente), le cose furono un po’ più gravi. A parte le solite, classiche, masse di insulti in pubblico, su facebook o via mail, vi furono anche minacce di picchiarla. Non minacce scherzose, che uno ci sorride sopra e amen, intendo minacce dette con toni e in contesti seri. Vabbé, sono capitate anche a me, le si dà per scontate e anche se fastidiose si sa che alla fine non significano nulla.
Però Gamberetta, a quanto sapevano i tizi del premiato gruppetto di amici di Lara/GL e contorno esteso di amici di amici, è una giovane ragazza. Dico a “a quanto sapevano” perché Lei si è definita come tale e loro avevano solo la sua parola, non sapendo nulla della persona reale… che nell’edizione in carne e ossa è una bellissima e dolcissima fanciulla, tra parentesi, che mischia la serietà con l’umorismo e l’aggressività/decisione con un animo romantico (ma il 2D ha sempre un fascino che è precluso al 3D, diciamolo).
Essendo una ragazza, scatta in automatico una molla nella testa di queste persone: come avviene da secoli, una ragazza che non sa stare al proprio posto merita uno stupro. Cominciando dal basso, prima i classici inviti a farsi una scopata, già nel 2007, come risposta alle recensioni troppo dure e dettagliate. E proseguirono per anni.
Fai tutta la acida, la saputella, la rabbiosa. Mi fai pena. Davvero. Ma va farti una scopata! E scarica tutta ‘sta energia negativa che hai accumulato con il rosicamento.
Talvolta perfino suggerimenti non tanto signorili sul fatto che, nel caso, a somministrarle una bella scopata per guarirla ci potevano pensare loro. Ed ecco poi fioccare non solo minacce, non sempre scherzose, di morte, ma anche il passo successivo della dialettica di certo pubblico del Fantasy Italiano, ovvero di rapirla (sottinteso) e seviziarla (esplicito), una volta perfino di stuprarla in branco per insegnarle una lezione (tutt’ora mi pare che per insegnare alle lesbiche il “gusto del cazzo”, si pratichino sequestri e stupri in branco allo scopo di “guarirle”, giusto per ricordare in che ambito umano ci troviamo) e altre graziosità che in gran parte sono scomparse assieme ai siti su cui erano state pubblicate, ormai chiusi da tempo, o sono annegate nel mare di facebook, e di un po’ ne ho ricordi così vaghi, nella nausea che mi dava quella mole di odio rivolto in modo esplicito contro il fatto che Gamberetta fosse una femmina, che non le ho conservate né saprei ritrovarle se ancora ce ne fossero online. Tranne una. Giusto per mostrare che non dico cazzate, ma chi all’epoca c’era qualcosa si ricorderà se non dormiva con una mascherina di prosciutto sugli occhi.
Ho conservato e ricordo bene solo una delle più “scherzose”, forse perché questa era di sicuro nota a Gamberetta che l’aveva citata un paio di volte, una in cui ancora si vede un tentativo di umorismo, anche se non capisco bene cosa ci sia di divertente, o di comico, nel dire di voler trafiggere una ragazza e stuprarla mentre muore:
Edit 26 giugno 2012: Roghi (Imp.Bianco) si è pentito del commento e ha chiesto scusa. Il Roghi di ora non è più il Roghi di anni fa.
Eleas è Gianrico Gambino, che gestiva il sito gianrico.org (su cui apparvero i commenti dell’immagine), ormai non più esistente nella precedente versione, e che aveva un’ossessione così malsana (vabbé, parlo io, lol!) verso Gamberetta da dedicarle post di acceso odio ogni settimana, talvolta ogni giorno per vari giorni consecutivi. Così ossessionato che, se ricordo bene il nome, Valberici gli fece notare con una certa preoccupazione la cosa.
E il bello è che questa gente frequentava Lara che, come vedremo dopo, non solo aveva posizioni identiche alla Lipperini, ma quasi sicuramente è la Lipperini. Quella che ho descritto al meglio che ho potuto è, come viene chiamata, la “cultura dello stupro”. Il genere di maschilismo che la Lipperini odia e combatte. Eppure GL, Lara, gli altri… o zitti o a partecipare.
E quando si bersaglia qualcuno, nello specifico con minacce di morte, o la si aggredisce/ammazza, per il fatto di essere femmina (quindi la minaccia/aggressione, in quella forma e gravità, non sussisterebbe se si fosse uomini), è ciò che la Lipperini da mesi ci fa una testa così sul suo blog: FEMMINICIDIO.
Eppure, tutti zitti… tutti sì sì, certo, i diritti delle donne, e come vi permettete a fare umorismo sessista e lo stalking è uno stillicidio continuo e la pornografia svilisce e rende schiava la donna e bla bla bla IN PUBBLICO, NEI “SALOTTI BENE” DEL WEB, poi in privato, nei siti un po’ più per pochi intimi, il registro cambiava leggermente… ^_^””
Io che, in teoria, per i loro canoni “pubblici” sono un individuo spregevole, non mi sogno nemmeno lontanamente di minacciare una ragazza e soprattutto non per il fatto che sia una ragazza… il che temo mi renda terribilmente maschilista e antiquato, una sorta di relitto proveniente da un passato triste e infelice. ^_^”
Ecco, immaginate questa gente che continuamente ti dice che se solo sapesse che faccia hai e dove abiti verrebbe a picchiarti, oppure a rapirti per torturarti, stuprarti in branco e ucciderti. O quando va bene spezzarti la schiena, così potrai vivere il resto della vita in sedia a rotelle (questa la trovai particolarmente disgustosa, detta da gente che si vanta del proprio perbenismo e poi scherza sulle tragedie altrui). E quando non dice questo, allora ti accusa di essere una codarda, perché ti nascondi dietro una personalità che esiste solo sul web e non dici chi sei, dove abiti e non mostri che faccia hai.
Cioè, lol, Gamberetta è buona, ma non è mica idiota!
La recensione di Gamberetta attirò l’attenzione su un libro prima trascurato dai più, avviando a tutti gli effetti il grande periodo di ilarità, lazzi e modeste arrabbiature. Sì, anche arrabbiature: non è sempre facile ridere di insulti, anche pesanti, rivolti con arroganza da un tizio che si è dimostrato un inetto e un ignorante, ben diverso da un ipotetico Umberto Eco che maltratti qualcuno perché ha detto sciocchezze sulla semiotica.
Ma, come chiaro a chiunque, chi fu causa del proprio male fu solo GL.
Un meccanismo simile, nel periodo 2007-2009, giusto per ricordare che la Storia non insegna mai nulla a certi soggetti, era stato innescato da Andrea D’Angelo, detto Negróre, autore per Nord di una trilogia fantasy (nel 2002-2003) e di un romanzo autoconclusivo (nel 2005), ormai sparito dalla scena editoriale. Anche Negróre aveva il vizietto di non sopportare le critiche vere, quelle basate su criteri tecnici della scrittura e di coerenza della storia, e di aggredire in risposta. Lo fece con me, lo fece con Gamberetta, lo fece con altri. Ogni volta la risposta alle sue aggressioni era una raffica di “calci intellettuali” tale da farlo sparire di nuovo con la coda tra le gambe.
Immaginate un Negróre potenziato di cento volte, ma senza il suo gruppo di amichetti, senza l’appoggio di Lara Manni e della Lipperini (sulla cui probabile unica identità tornerò dopo) e di tutto il loro circolino VuMinchia/KaiZecche: quest’entità paradossale, questa parodia esasperata dello scrittore ipersuscettibile, questa follia fatta uomo, nato da donna mortale e disceso sulla Terra per la nostra salvezza ilarità, costui era GL. E solo per questo il suo nome merita un posto nella Storia del Fantasy Italiano.
E con Negrore condivise il destino.
L’intera vicenda ha il sapore fantasy di un profezia e merita menzione, ma essendo un po’ lunga da citare qui vi rimando all’eccellente articolo di Angra: La Profezia di Negróre.
In quell’articolo troverete riferimenti alla ciliegina sulla torta: GL, che odiava gli eBook, si trovò il terzo libro di Wunderkind pubblicato, con il suo consenso ovviamente, solo in digitale. E troverete il buon San Drone da Zieri, scopritore di Licia Troisi (e anche suo, per quanto riguarda Mondadori), che lo smerdò pubblicamente smontando tutto il castello di stupidate sul perché non sarebbe stato pubblicato in cartaceo: il primo aveva venduto malissimo e il secondo di conseguenza non lo avevano voluto i librai, tant’è che per trovarlo bisogna cercarlo, a fatica, nelle librerie di catena Mondadori obbligate a tenerne almeno una copia… in queste condizioni nessuno avrebbe mai voluto il terzo.
E pochissimi lo avrebbero letto visto che in digitale, nonostante i vari tizi che si proclamavano fan e amici di GL e che hanno sbraitato come ossessi quando il Wunderkind 3 venne annunciato senza cartaceo, lo hanno letto in così pochi che solo in quattro (amichetti inclusi) lo hanno aggiunto su aNobii. Se considerate che un romanzo autopubblicato con un minimo di successo come Assault Fairies ne ha 103, il motivo per cui la Mondadori non ha voluto il Wunderkind 3 appare perfettamente sensato.
E quando in massa i librai non vogliono qualcosa non è perché alla Casa Editrice ne hanno stampate 100mila copie e vendute 20mila (visto che il singolo libraio ne ha chieste se va bene 12, più facilmente 2 o 3 di prova, e a quelle bada, ergo alcuni saranno soddisfatti e altri molto delusi), ma perché qualsiasi sia il numero stampato, non ne è stato venduto un cazzo. Nessun libro da possibile boom silurato per un errore nei numeri stampati: se pure vi fu quell’errore, non fu certo il problema determinante (e più volte si disse, pure, che Wunderkind non era un libro pensato per fare il botto, stile Licia, ma solo un esperimento di medio profilo nella nicchia horror-fantasy).
Il più bel blurb per i suoi eventuali, futuri, romanzi:
Wunderkind è stato il mio fallimento.
(Sandrone Dazieri)
GL amava definirsi un bersaglio.
Come ben spiegato prima era sì un bersaglio, ma non come si raffigurava. Non era il povero giudeo vittima dell’odio immotivato. Era più simile all’eccentrico che scende in strada e urla insulti alla gente, frignando poi se lo picchiano. O, mantenendo il linguaggio della caccia suggerito da bersaglio, era un tizio vestito da anatra, con un cartello sul petto e uno sulla schiena, decorati entrambi con cerchi rossi concentrici, che girava alla ricerca dei cacciatori per tirare loro pietre e ricevere in cambio fucilate.
GL era un indossatore di bersagli. Mestiere che l’alta moda dovrebbe rivalutare.
GL venne tradotto all’estero, in Germania, in Francia, in Polonia e in altri paesi (mai in inglese). Come sapete la traduzione, legata all’acquisto dei diritti spesso ancora prima che il libro venga pubblicato, non ha granché a che fare con la reale qualità dell’opera. Un bravo agente o un bravo editore, se il libro non è tremendo-tremendo (questo caso), o se ha dietro un piano di marketing per trasformare l’autore in un brand vero e proprio dell’editore (Licia Troisi), riesce a ottenere che qualcuno, a qualche prezzo, magari non alto, compri i diritti di traduzione per il proprio paese.
GL adorava l’essere tradotto all’estero, si sentiva come il Capitano Nemo che fa il profeta nella propria patria… ops, gaffe in stile GL! Dante, nemo propheta in patria, a cui il fallimento in Italia sarebbe stato compensato dal successo all’estero, dimostrando così di essere troppo grande, troppo bravo, per quei piccoli italiani ingrati capaci solo di disprezzare.
A ogni nuovo paese, GL aggiornava sul blog la sua mappa del Risiko, con un nuovo paese in rosso, “conquistato”. E a ogni nuova recensione o commento positivo all’estero, lo segnalava con entusiasmo. La ridottissima quantità di questi, meno di quanto sarebbe stato lecito immaginare: se uno compra i diritti di un libro poi fa girare la voce, allerta i blogger e i siti che fanno recensioni in cambio di libri ecc… vengono fuori parecchie recensione per ogni paese, più quelle “vere”, non su commissione. GL gioiva, annunciava come queste recensioni (vuoti giri di parole, talvolta moderatamente entusiasti) fossero la prova che se solo non fosse nato in Italia, ora sarebbe stato un autore di successo, rispettato, ma che gli italiani sanno solo distruggere e per colpa loro non abbiamo i nostri Gaiman e i nostri Barker… e altre sciocchezze di questo genere, ma avete capito l’antifona.
Ma se poi si va su terreno neutrale, se si valuta quanti parlavano del libro per davvero, nelle recensioni delle librerie… la situazione è più desolante. Licia Troisi, per dire, tradotta in tedesco con tutta la prima trilogia, seppure non abbia nemmeno vagamente il successo che ha in Italia, ha comunque la sua discreta fetta di recensioni su Amazon, anche piuttosto positive visto che il pubblico tedesco ha gusti demenziali come quello italiano (pure peggio, visto che il primo libro del ciclo dei nani è peggio di Nihal della Terra del Vento, a mio parere).
E GL, orgogliosamente pubblicato in Francia e Germania, quante recensioni aveva? Su Amazon.fr ben… nessuna. Ignorato. E in Spagna? Ancora zero. Beh, rimane il suo più grande orgoglio, la pubblicazione in Germania ed effettivamente c’è una singola recensione e non è neppure un voto infimo: ben 3 stelle su 5.
Guardiamola da vicino… uhm, riguarda l’audiolibro e non il romanzo. Va bene. Vediamo cosa dice. Se il mio francese è estremamente cattivo, il mio tedesco è non pervenuto, ma con l’aiuto del traduttore di Google e dell’amico che sa leggere tedesco di un mio amico, ho raffazzonato qualcosa. Dice cose come (cerco di rendere il senso al meglio che posso):
— Chiaramente Caius è il Wunderkind e tutto gira attorno a lui, ma il motivo esatto per cui questo accada, o perché lui sia il Wunderkind, non sono chiari.
— I diversi personaggi e le creature sono tutti, inclusi il protagonista, Caius, non abbastanza tangibili per me. Le loro motivazioni, le loro sensazioni, i loro pensieri, spesso li ho trovati incomprensibili.
— A un certo punto ho continuato solo per sentire Simon Jäger. Legge benissimo, dona a ogni personaggio una voce distinta […] è un grande narratore, uno che si deve semplicemente ascoltare. Sfortunatamente questo non basta a soddisfarmi.
In pratica un pastrocchio: storia e personaggi mal realizzati, confusi, non credibili. Di buono solo l’attore che legge l’audiolibro. Un 3/5 che è facile scomporre in un 5/5 (attore) e un 1/5 (romanzo).
Ma a quanto mi risulta il buon GL non si è mai vantato di questa recensione.
La nostalgia mi ha fatto dilungare nei ricordi già per oltre 2000 parole… oh cielo, oh cielo, che sciocchino che sono. Torniamo alla questione principale, GL ormai ridotto al clown del Fantasy Italiano… e qui avrei dei bei ricordi su come GL si arrabbiasse all’inizio, dicendo che lui scriveva Horror, non Fantasy, da cui lo sfottò di essere un “autore di horror per bambini” visto che lo pubblicavano nella narrativa per ragazzini a fianco di Geronimo Stilton, e poi quando il gruppetto Lippa-Manni si scontrò sul Fantasy con il critico Cortellessa subito GL divenne un autore Fantasy felice di esserlo… eh eh eh, ma sto divagando.
Dicevo, GL ridotto al clown del Fantasy Italiano che a un certo punto chiude il blog. Inutile raccontare di nuovo tutto, se ne parlò in modo chiaro e dettagliato in questo mio vecchio articolo e in quest’altro mi presi la gloria di aver contribuito in modo significativo a sfondare di calci nel culo sia GL che la giornalista corrotta che lo supportava.
Ecco l’intero fattaccio illecito che secondo questi geniacci sarebbe stato un FURTO di identità e che secondo GL, ma lo aveva detto in altra sede, avrebbe reso GL stesso responsabile e lo avrebbe potuto far finire in tribunale assieme al presunto 14enne:
Annotazioni per la riflessione:
Dopo che l’intero casino venne risolto come ricordato qui, con Lara Manni intellettualmente e moralmente presa a calci e la Lippa danneggiata nella sua credibilità presso il pubblico sul web in modo non trascurabile, GL ebbe il suo “esilio” senza nemmeno la soddisfazione della vittoria. L’ennesimo fallimento in due anni di fallimenti.
La Lippa dovette pure ammettere, facendo una enorme figura di merda, di aver richiesto la CENSURA di parte del mio articolo, richiesta a cui ho ubbidito di buon grado, e come chi lesse l’articolo prima della censura e i molti che lo ricevettero in privato dopo, non venne censurato nulla di davvero offensivo: solo Verità scomode in grado di sputtanare la Lipperini come giornalista (ma nemmeno tanto, ne ha fatte così turpi nella sua carriera che ben altri hanno detto ben di peggio!).
In più quello del “Ti piace la figa?” – “Chiudo il blog!” divenne un meme nel piccolo web del Fantasy Italiano, meme ancora ripetuto quando capita l’occasione. GL arrivò tra le risate come un clown, visse tra le risate come un clown e se ne andò nel fragore delle risate come un clown. Una storia che sarebbe molto triste… se solo non facesse ancora ridere. ^_^
Al riso festoso si aggiunge il riso amaro dell’ipocrisia, aspetto meno divertente del personaggio, come pure della giornalista amichetta o di Lara Manni. L’ipocrisia mette tristezza, non fa ridere. In questo caso voglio ricordare che mentre GL sbraitava di leggi e tribunali, come il miglior demagogo in pieno giustizialismo elettorale, nonostante non vi fosse stato alcun reato (appurato da vari lettori laureati in legge e pure da lettori semplicemente dotati di buon senso) né alcuna responsabilità per GL, se anche vi fosse stato un reato (sottolineato di nuovo dalla Cassazione pochi mesi dopo), fu GL il primo a commettere dei REATI, di cui sussistono prove certe.
Tant’è che attribuì l’azione del presunto 14enne (che aveva subito prima lasciato altri commenti poco edificanti, cancellati da GL) a Marco Albarello (detto Alberello), su Facebook, davanti a oltre 200 persone (270 amici circa, incluso me, seppure ancora per poco), che nulla aveva a che fare (come GL sapeva avendo accesso ai dati dei commenti sul suo blog, ad esempio gli IP o altri dati), solo perché pochi giorni prima aveva copiato il modo di scrivere commenti di GL (sparate libere senza prove) per farci una lunga discussione sul blog, fino a quando GL non capì che lo stavano prendendo per il culo e si incazzò.
Questa è DIFFAMAZIONE.
Ecco i dettagli (sono stato autorizzato dai due interessati):
Mail di Alberello a Zwei, esperto in legge:
La diffamazione, in diritto penale italiano, è il delitto previsto dall’art. 595 del Codice Penale secondo cui:
«Chiunque, fuori dei casi indicati nell’articolo precedente, comunicando con più persone, offende l’altrui reputazione, è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a euro 1032.
Se l’offesa consiste nell’attribuzione di un fatto determinato, la pena è della reclusione fino a due anni, ovvero della multa fino a euro 2065.
Se l’offesa è recata col mezzo della stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità, ovvero in atto pubblico, la pena è della reclusione da sei mesi a tre anni o della multa non inferiore ad euro 516.
Se l’offesa è recata a un Corpo politico, amministrativo o giudiziario, o ad una sua rappresentanza, o ad una Autorità costituita in collegio, le pene sono aumentate.»
In pratica GL mi ha accusato pubblicamente o quantomeno ha insinuato di essere il tizio che sul suo blog ha violato il codice penale rubando l’identità altrui (che tra l’altro se è uno pseudonimo nemmeno è tale). Non voglio certo trascinarlo in tribunale adesso, così come non me fregava niente in passato (mi è bastato prenderlo per il culo), ma nel caso fosse reato ci terrei a farlo notare, visto che loro continuano a gridare allo stalking ed accusarci di commetterne. :) Grazie per la consulenza, buon lavoro.
Risposta di Zwei:
Premesso che un giudice ti odierebbe per il tempo perso, il reato potrebbe configurarsi. Tenetemi aggiornato sulla faccenda.
Concludo dicendo che esistevano ben 3 GL diversi, e spero esistano ancora:
Chi è Lara Manni?
Lara Manni è un marchio italiano di calzature fondato nel 1982, inizialmente una piccola azienda famigliare poi espansa con un discreto successo anche all’estero. Secondariamente, Lara Manni è anche il nome di un’autrice che ha contribuito, parlando molto e facendo parlare molto di sé con la propria continua attività nell’ambito del circolino Lipperini-VuMinchia, agli ultimi tre anni di storia del fantasy italiano sul web.
In libreria la sua presenza è stata molto più circoscritta, praticamente ridicola: un romanzo con Feltrinelli fallito miseramente, Esbat (che a me non era dispiaciuto, ma a quasi tutti quelli che conosco che lo hanno letto per colpa mia ha fatto schifo), il passaggio due anni dopo al nuovo editore Fazi, con Sopdet, altro libro che a quanto mi è stato detto ha venduto ben poco, e infine Tanit, sempre con Fazi, pochi mesi fa.
Lara Manni avviò in Italia una sorta di leggenda buona, quella della scrittrice di fan fiction di successo, su EFP, che viene scoperta da qualcuno che a sua volta la segnala a un altro tizio, trova un agente letterario e viene pubblicata. La morale è quella che chiunque, se sa fare bene, può farcela. Peccato che la storia faccia falle da tutte le parti, non notate nell’entusiasmo generale in stile “una nostra compagna ce l’ha fatta!”…
Leggete queste due versioni della storia rilasciate da Lara…
Dunque, come ho fatto. Il merito è di un lettore e fanwriter, presente qui, che ha mandato il link di Esbat a una sua amica giornalista. La quale l’ha mandato al suo agente letterario. Il quale, alla fine, mi ha chiamato, ed è stato lui a proporlo all’editore.
però, io so che Feltrinelli invece accetta i manoscritti: mi hanno raccontato che un romanzo uscito l’anno scorso, quello di Vanni Santoni, viene proprio dal web, da un sito di concorsi letterari. Quindi secondo me bisogna insistere!!!(Link)
Volevo iniziare porgendoti i miei complimenti per il tuo primo traguardo: già passare dall’Erika Fanfictions Page alla Feltrinelli non è esattamente da tutti. Puoi raccontarci com’è andata?
Così: un lettore della fan fiction ha passato il link a una persona che lavora nell’editoria e che si è interessata della storia sia presso un agente che presso la casa editrice. Poi ci ho lavorato molto: per passare dalla fan fiction al romanzo sono state necessarie cinque stesure, anche se la storia in sè non è cambiata moltissimo, in apparenza. E’ stato un lavoro di linguaggio e di psicologia dei personaggi, soprattutto.
(Link)
Nel primo caso era un lettore che ha un’amica che lavora nell’editoria e che le procura un agente, e non un agente qualsiasi, ma il potentissimo Santachiara, uno dei più influenti agenti d’Italia (lo stesso agente, guarda caso, della Lipperini che veniva pubblicata proprio da Feltrinelli!). Nel secondo caso il lettore ha un’amica giornalista che la mette in contatto con Santachiara.
Come mai dico con tanta sicurezza che fu subito Santachiara e non dopo?
Perché lo disse Lara Manni:
Debiti. Ne ho moltissimi. […]
Nei confronti di Angelo Scotto, senza il quale Esbat non sarebbe arrivato nelle mani di chi l’ha portato in altre, preziosissime mani: quelle di Roberto Santachiara e, poi, in quelle di Alberto Rollo e, infine, in quelle di editor meravigliosi come Carlo Buga e Giovanna Salvia.(Link)
Le due versioni combaciano perfettamente, visto che la Lipperini è sia una giornalista (per Repubblica, molto famosa, e ha un programma radio per la RAI) che un’autrice della Feltrinelli. Quindi la lettrice contattala Lipperini, sua amica, e la Lipperini usa la propria influenza per convincere Santachiara e far pubblicare da Feltrinelli, il proprio editore, questa Lara Manni.
La cosa cozza un po’ con certe affermazioni fatte da Lara…
In più il modo in cui Lara, fin da subito, si inserisce benissimo nel circolino Lipperini-WuMing, quel circolino di sostegno reciproco e mutue citazioni e mutui attestati di stima, che rimbalza poi su Carmilla Online e da lì altrove, coinvolgendo talvolta anche Evangelisti, è considerato un gruppo estremamente chiuso, riservatissimo, per pochi eletti.
Eppure arriva Lara ed è dentro, boom, assieme a GL che però sapevamo già essere caro amico della Lipperini. L’ipotesi che anche Lara sia cara amica della Lipperini, e quindi abbia mentito riguardo la raccomandazione, è quindi estremamente probabile. Cara amica… o perfino la stessa persona, come vedremo tra poco.
E qualcuno, ormai convinto che la Manni e la Lipperini siano la stessa persona, mostra grosse perplessità sulla faccenda “amicizie”:
Già. E’ curioso però che WM1, parlando della sua traduzione, ringrazi Biondillo e Lara Manni, cioè a quanto pare la solita Lippa, e che un altro libro di King venga tradotto da Giovanni Arduino, altro amicone di Lara. E che WM4 incensi il libro di Lara Manni.
In pratica Lara sembra diventata il fulcro del gioco, quando di fatto non è nessuno: e non alludiamo alla sua presunta inesistenza, ma proprio allo scarso peso di un’autrice marginale di un settore tutto sommato marginale come il fantasy manghesco. Tutti questi debiti di riconoscenza da parte di persone che di norma non riconoscono un debito nemmeno a sparargli sembrano davvero strani. Forse attraverso Lara si pensa di raggiungere un nuovo pubblico, e comunque la sua voce è meno “compromessa” di quella della Lippa, notoriamente schierata a favore di Wu e quindi non credibilissima nei giudizi. Insomma una voce nuova, distante dalle logiche dei circoletti, che si aggiunge al gruppo dei sostenitori storici. Finchè non si scopre che quella voce probabilmente non esiste.
(Link)
Diciamolo chiaramente, non è la stessa cosa se un editor qualsiasi casualmente tra migliaia di fan fiction ne trova una, ne rimane colpito, e la fa pubblicare… o se una tizia potente e influente, su diretta segnalazione di un’amica, dice all’editore tramite il suo agente potente e influente che vuole che quel testo venga pubblicato. La favola buona diventa una classica storia di raccomandazioni.
Ma si salva almeno l’altro elemento della favola buona, Lara Manni era davvero, se non l’autrice con la fan fiction più celebre su EFP, quanto meno una delle più celebri? Sfortunatamente pare di no, era nella media, una tra le tantissime, né più né meno apprezzata di altre.
Leggete in questa pagina sotto “Esbat era una storia molto popolare sull’EFP?”:
http://lisachanoando.livejournal.com/180937.html
Al 17/3/2009 “Esbat” contava 21 capitoli e 85 commenti; “Sopdet” 20 capitoli e 67 commenti; “Tanit” era ancora in corso (7 capitoli) e contava 28 commenti. Al 20/5/2009, “Esbat” era stata cancellata in vista della pubblicazione, “Sopdet” non mostrava nuovi commenti, “Tanit” era stata complet ata con 13 capitoli in più e un totale di 86 commenti. Notare che in entrambi i casi già campeggiava il banner della prossima pubblicazione di Esbat.
Un po’ di dati random, adesso. A ottobre 2007 (all’incirca, il periodo in cui rosencrantz ha terminato Esbat), “L’ULTIMA TENTAZIONE” di AYRILL contava 15 capitoli e 153 commenti; “TUTTO PER COLPA DI UN TRENO!” di Dolce Sango91 20 capitoli e 147 commenti; “Dance&Love” di Mirokia 18 capitoli e 228 commenti; “Nemesi” di lete89 54 capitoli e 148 commenti; “Nemesi Project” di shana 4 capitoli e 56 recensioni; “Le origini” di supersara 24 capitoli e 83 commenti; “New Life in A New School” di DarkyChan 19 capitoli e 114 commenti; “Raise your voice” di Dreamer21 20 capitoli e 105 commenti; “Outlaw” di Dreamer21 13 capitoli e 94 commenti; “The pursuit of Happiness” di Makino 13 capitoli e 144 commenti; “LADY ICE & LORD FIRE” di AYRILL 8 capitoli e 105 commenti; “Cucciolo d’uomo” di elyxyz era una one-shot da 16 commenti; “Nuova identità” di Marea 34 capitoli e 148 commenti; “La vita con te” di Onigiri 20 capitoli e 131 commenti.
Tutti questi dati sono estrapolati dal Web Archive e precisamente dalla sezione di Inuyasha dell’EFP in quel periodo storico. Non ho letto nessuna di queste storie, e pertanto è possibile (probabile, anzi) che molte di queste storie siano inferiori in qualità a Esbat (che invece ho letto): tuttavia la popolarità, in tempi in cui l’EFP non aveva né gli strumenti delle “storie scelte” né le classifiche “di qualità” delle recensioni, si misura(va) in un modo soltanto. Recensioni.
[…]
Avete mai fatto un giro nelle sezioni davvero popolari, come HP o Naruto o Twilight? Ci sono storie da mille, duemila recensioni. Sia più brevi che più lunghe di “Esbat”. E soprattutto anche meglio scritte di “Esbat” (questo, peraltro, non lo diciamo neppure noi: vox populi). Eppure a nessuna di queste è stata mai prospettata una pubblicazione.
Ho controllato su Archive.org e quanto detto corrisponde, a quanto ho potuto verificare, a verità. Se poi qualcuno è interessato a impelagarsi su questioni esterne, come la non certo innocentissima figura in ambito fake di uno dei due autori (Defe), vi rimando a quanto detto in modo esaustivo, credo, nella discussione presso aNobii.com sul caso Lipperini-Manni.
Non modificando in alcun modo la veridicità di quanto indicato, vi invito a non trattare la questione Defe qui.
Ma Lara Manni è il suo nome vero o è uno pseudonimo per difendere la privacy in caso di pubblicazione? D’altronde è un’autrice molto schiva nel mondo reale, seppure iperattiva in quello del web, di cui non esistono foto, che non è apparsa mai a nessuno se non, a quanto mi risulta, allo stesso GL che la andò a trovare a Roma, come testimoniato qui…
Ce lo dice Lara Manni in una intervista del giugno 2009:
Lara Manni è il tuo vero nome? Visto che il tuo campo è il fantasy-trattino-horror non dovresti avere un nome esotico, dal sapore germanico, con delle K o delle W, un secondo nome o almeno un paio di lettere puntate? qualcosa tipo Lahara K. T. Manni, magari?
E’ il mio vero nome: in compenso il mio nickname su EFP è Rosencrantz. Non è abbastanza esotico? L’ho scelto pensando a “Rosencrantz e Guildestern sono morti” di Tom Stoppard, che secondo me è una fan fiction tratta da “Amleto”.
Poi, a marzo, scoppiò la questione: Serino, all’interno di una faida nel mondo dei critici/giornalisti, aggredì la Lipperini affermando che fosse Lara Manni. Il suo articolo conteneva alcune imprecisioni e non portava prove concrete, ma alcuni lettori cominciarono a fare due più due e a furia di somme venne raccolta una quantità enorme di coincidenze, triangolazioni di aiutini/supporti e… beh, lascio il riassunto a chi è più bravo di me a farli:
Tutto il faccendone aka per chi non ne avesse abbastanza
Posted on 9 giugno 2012Ci vorrebbe il Giampi per fare un comodo storify, ma lui lavora solo per chi lo liscia. Dovrete accontentarvi del vecchio metodo. Tutta la storia della Lippa Mannara è in questi link:
Serino afferma che la Lipperini è Lara Manni e si incensa da sola, cominciano ad accumularsi le coincidenze e parte la contro-operazione “fake di Serino”. La Lippa tace e la nostra piccola inchiesta si scontra col muro di gomma (intermezzo: rapito un nostro commento!). Anche Serino adesso tace. Ci viene il dubbio che l’operazione Lara Manni sia parte della manovra di invasione della letteratura di genere da parte del Wumingo. Torniamo indietro al 2005 e indaghiamo sulla sparizione di Luigi Bernardi. Le tracce dell’invasione si accumulano, ma il coraggioso popolo della rete cerca di reagire (aka la lacrimevole storia del ragazzo prodigio). Il Wumingo però non sta con le Manni in mano e sferra il suo contrattacco. A questo punto torniamo al fake: due episodi grotteschi come ”Perfiduca” e l’intervista al robot di Lara Manni. Infine si svela il meccanismo della triangolazione recensoria. Il resto è sotto gli occhi.
(Link)
La Lipperini che scrive fan fiction su InuYasha, possibile?
Non mi sembra proprio il tipo, così seria, così impegnata, così impettita, in fondo ha cominciato a parlare tanto del meraviglioso mondo delle fan fiction solo dopo che Lara è stata pubblicata… o forse no? Forse la Lipperini, guarda caso, diede segni in anni non sospetti di un particolare interesse verso la serie InuYasha, arrivando, caso strano, a citarla nei suoi discorsi?
Pare di sì. Nel 2005.
Qualche settimana fa, ad una nota e stimata operatrice culturale dedita alla promozione della lettura fra i ragazzi, tentavo di raccontare come, per esempio, ci siano tematiche della nostra mitologia anche in quelli che vengono ritenuti prodotti “lontani” e ovviamente deleteri come l’animazione giapponese (per dire: il conflitto padre-figlio di cui si parlava un post fa sta interamente nell’anime “Inuyasha” trasmesso da Mtv e amatissimo dai ragazzini).
E con l’inizio di giugno si arriva alla prova definitiva, la prima vera e propria prova concreta con cui, di norma, si smascherano gli pseudonimi. In tal caso non sarebbe nemmeno uno pseudonimo, avendo dichiarato che quello era il nome vero quando avrebbe potuto usare qualsiasi giro di parole per pararsi il culo, ad esempio dire che “Lara Manni” era uno pseudonimo per motivi di privacy, ma si tratta di un vero caso di inganno tramite l’invenzione di una persona allo scopo di ottenere vantaggi facendo leva sulla mal riposta fiducia degli ingannati.
Spiegazione in breve di cosa è il bollino SIAE, quel piccolo riquadro adesivo argentato posta dentro ai libri (mai veramente obbligatorio, dato che in un modo o nell’altro gli editori ottenevano nel contratto di non farlo apporre, e da qualche anno dichiarato come “opzionale” anche dai nostri giudici). Il bollino è un mezzo di garanzia per l’autore che sa quanti bollini esistono e sa che ogni libro deve avere il bollino, di conseguenza sa quante copie sono state stampate. Questo è utile per stimare le royalties in casi di successi rilevanti. Senza il bollino l’editore potrebbe mentire: dire che ne ha stampate 20mila e vendute 15mila, pagando le royalties (e erodendo l’eventuale debito dell’anticipo) solo su 15mila copie, mentre magari ne ha stampate 50mila e vendute 35mila. Capito, no? Se invece ne stampa solo 10mila come concordato e ne vende 3mila, ma poi mente all’autore dicendo che ne ha vendute solo 2mila e su quelle calcola il compenso, il bollino non aiuta l’autore in alcun modo.
Bollino di Esbat, riporta “Lipperini Lor” al posto di “Manni Lara”.
La SIAE è leggendaria per la capacità di sbagliare quasi sempre gli pseudonimi sui bollini (il nome sopra il bollino indica l’autore a cui vanno le royalties). La norma infatti è che la SIAE metta il nome reale, anche se l’autore voleva lo pseudonimo per difendere la propria privacy. Certe volte fanno errori che riportano nomi inesistenti, né quello vero né quello di penna. Per questo i bollini, tra li addetti ai lavori, sono considerati la PROVA CERTA della presenza di un dato autore dietro un dato pseudonimo. In tal modo venne, per esempio, smascherato Giulio Leoni (J. P. Ryan) dall’ormai defunto Vegetti. Ma in quel caso era un segreto di pulcinella e Leoni, pubblicamente, ci fece una risata sopra.
Non so perché facciano questi casini alla SIAE, credo sia solo sbadataggine (e infatti vari editori, come Fazi coi due romanzi successivi di Lara o la DeAgostini con la serie Unika, non fanno apporre i bollini per evitare rischi), ma a prova di quanto dico ecco una carrellata di bollini fotografati da me:
Il vero nome di Licia Troisi è Felicia Troisi: nel primo caso la SIAE ha imbroccato giusto l’innocente pseudonimo (o simil-pseudonimo, vista la somiglianza…), ma nel secondo Licia si è tramutata nell’inesistente “LUCIA”! WTF?
Una nota sui bollini di Licia.
Ricordate la balla, in cui ero cascato pure io, secondo cui dopo la figuraccia di aver pubblicato Nihal nei “Massimi della Fantascienza”, alla Mondadori avevano subito cambiato collocazione ai libri della troisi mettendoli tra quelli per “ragazzi”?
Ricordo che i “Massimi della Fantascienza” era (è?) una collana nata per stampare il meglio della narrativa fantastica (originariamente solo fantascienza) che aveva fatto la storia del genere, tanto che poco prima dell’Era Ferrari in Mondadori in uno dei volumi si vantavano del successo costruito grazie all’alta qualità della selezione e di conseguenza grazie al rispetto verso i lettori. Ah-ah. Certo, poi ci hanno infilato il primo fantasy di una esordiente… Gian Arturo Ferrari ha riscritto il significato della parola Rispetto, pescandolo sotto la voce Disprezzo.
Se alla biblioteca di Dalmine scoprirò qual era quel romanzo con il discorsetto introduttivo, farò le foto. Quando avrò tempo di andare a cercare.Beh, la balla era una balla.
Lì c’è il bollino del secondo volume della serie, in hardcover (notare pure il 4a Edizione… confermo che ho guardato bene dal vivo e fatto varie foto, è proprio una 4a edizione hardcover). E notate l’appartenenza ai “Massimi della Fantascienza”, ancora, molti mesi dopo lo scandalo iniziale!
Francesco Dimitri ha il proprio nome riportato correttamente, seppur troncato. GL invece non ha la sua sigla “G. L.”, che è parte del suo pseudonimo come lo sono le R. R. di George Martin, ma si trova il nome esteso e troncato in “GIUS”.
Chiunque può facilmente verificare l’abitudine della SIAE di riportare i nomi reali andando in una libreria Giunti e prendendo Hyperversum, come ho fatto io pochi giorni fa, e leggendo sul bollino che Cecilia Randall è riportata come RANDAZZO CECI.
Se oltre al bollino, che come detto è considerato in editoria la prova definitiva, e ai molti collegamenti mostrati prima ancora non credete, perché magari pensate che “LIPPERINI LOR” possa essere Lorella, Loretta o Lorenzo, insomma non per forza Loredana (ma questo non cambierebbe che Lara Manni abbia mentito sul suo vero nome e quindi perché non dovrebbe aver mentito in generale ed essere proprio quella Loredana Lipperini?), ecco alcuni altri elementi su cui riflettere.
Non posso indicare l’IP esatto per motivi di privacy, ma posso dire che degli IP usati da Lara nei pochi commenti lasciati su Baionette Librarie (WordPress traccia gli IP per motivi di sicurezza/controllo fake):
— 4 erano IP dinamici di Telecom Italia provenienti da Roma.
— 5 erano IP statici di proprietà della RAI (tutti indicati come di Roma, meno uno indicato come Mentana… lol?).
— 1 era un IP statico Vodafone wireless (le famose connessioni all’aperto in vacanza di cui parlava nel blog?).
Dieci commenti in giorni diversi di mesi diversi: luglio 2009, settembre 2009, due giorni diversi del febbraio 2010, maggio 2010.
Chi di voi ha ricevuto commenti da Lara nel proprio blog WordPress, o in altri che indichino gli IP, verifichi il numero qui se è curioso:
http://whatismyipaddress.com
I cinque del tipo 212.162.xxx.xxx da me erano tutti della RAI, per cui consiglio di concentrarsi sugli IP che iniziano così perché potrebbero essere della RAI.
E non ho mai avuto altri visitatori con un IP del tipo 212.162.xxx.xxx
Ho chiesto a Gamberetta conferma e mi ha detto che di ben 27 commenti lasciati sul suo sito, ben 25 vengono da IP della RAI.
Non molto giorni fa mi era stato comunicato da un’amica “reale” (non gente conosciuta solo online) che ha un parente in RAI (non so di che grado di parentela, non ho chiesto… magari è “mio, mio cugino” stile Elio e le Storie Tese, ma non credo ^_^) in grado di verificare i nomi del personale a cui aveva sottoposto il dubbio, essendo anche lei amica online di Lara e quindi interessata, che non esisteva nessuna Lara Manni lì. La Lipperini invece sappiamo che c’è, ha pure il programma alla radio.
Se non è la Lipperini, quanto meno le vive nella borsetta e le fa da pet sulla scrivania in ufficio, temo. Giusto per chiarire la questione…
Il libraio della famosa libreria di Piazza Repubblica, a Cagliari, quello che per dire ha avuto un ruolo nel lancio di Michela Murgia, quando l’argomento Lara/Lippa è stato introdotto da Alberello ha subito innocentemente, con tono pacato, risposto che è ovvio che la Lara Manni sia Loredana Lipperini e che nell’ambiente lo si dava ormai per scontato. Bizzarra coincidenza?
Una svista dovuto all’errore sul bollino da parte della SIAE (che razza di errore sarebbe mettere il nome di una persona che non c’entra niente al posto del nome giusto?) è stato sufficiente a convincere il popolo dei librai/addetti ai lavori di una cosa falsa di tale enorme portata per l’immagine di entrambe?
Alberello, tutto entusiasta, mi ha pure rotto le scatole telefonato poco dopo per dirmelo non potendo aspettare di contattarmi su MSN…
Alberello (che ringrazio per il link) mi ha ricordato che qui, nel caso Lippa-Manni, se fossero davvero (come pare l’unica soluzione ragionevole) una sola persona, ci sarebbe una bellissima citazione kinghiana! Ed entrambe adorano King!
Il caso Lara-Lippa si è “concluso”, seppure con effetti diversi, come quello King-Bachman: coi documenti per le royalties (nel nostro caso sotto forma di bollini SIAE):
Tra il 1977 e il 1984 ho pubblicato cinque romanzi sotto lo pseudonimo di Richard Bachman. Erano Ossessione (1977), La lunga marcia (1979), Uscita per l’inferno (1981), L’uomo in fuga (1982) e L’occhio del male (1984). Due sono i motivi per cui alla lunga sono stato riconosciuto sotto il nome di Bachman: perché i primi quattro libri, tutti originariamente in edizione tascabile, erano dedicati a persone con cui avevo rapporti di vario genere e perché il mio vero nome compariva sui documenti riguardanti i diritti d’autore di uno dei romanzi. Ora mi si chiede perché l’ho fatto e pare che non riesca a trovare risposte molto soddisfacenti. Meno male che non ho assassinato nessuno, vero?
Ora immaginate i fan che per anni sarebbero andati avanti dicendo che no, Bachman non era King, come poteva avere tempo per scrivere con entrambi i nomi ecc… se lui non avesse confessato la cosa. Un po’ come accade ora, con la Lippa che non confessa.
Loredana Lipperini, con il nick Lippa, è l’autrice della propria pagina su wikipedia, che custodisce e controlla fin dal 11 settembre 2006. Curiosamente, non si sa perché, un po’ come capitò all’epoca quando Falconi si fece la pagina da solo e venne eliminata, la Lippa è anche autrice della pagina di Lara Manni… che per mancanza di pubblicazioni, troppo poche, non è considerata sufficientemente enciclopedica ed è stata eliminata.
Eppure è tutto così strano.
Se Lara non è la Lippa, hanno tutti gli interessi a smentire perché qui si configura un REATO chiaro, secondo l’attuale orientamento della Cassazione:
La Corte di Cassazione (sent. n. 46674/2007) si riferisce dunque al reato previsto dall’art. 494 c.p., che punisce chiunque per ottenere un vantaggio per sé o per altri, ovvero danneggiare un terzo, attribuisce a sé o ad altri una falsa identità, o qualità alle quali la legge riconduce determinati effetti giuridici, inducendo la controparte in errore (si tratta della cosiddetta sostituzione di persona).
(Link)
Come confermatomi sia da Zwei che da altri due amici, uno avvocato da anni e l’altro solo laureato in legge, il caso è cristallino e il parere della Cassazione evidente.
Se fosse vero, se la Lippa è Lara Manni, allora l’inganno portato fino a questo punto è un REATO: nome reale falso, con età falsa e vari elementi falsi di background nel tempo, ma pochi, per dare credibilità; finto incontro testimoniato da GL; l’esempio di successo spontaneo nelle fyccine che diventa libro stampato; sfruttamento della credulità altrui per costruire un circolino parallelo di rimbalzo e rinforzo alle proprie idee; utilizzo del nome e del personaggio per vendere libri ingannando i lettori, peggio ancora farsi aiutare da Me -una consulenza- e da Gamberetta -valutazione e consigli- mentendo sulla propria identità per ottenere l’aiuto che difficilmente o mai sarebbe giunto alla Lipperini ecc…
E se invece la Lippa è Lara, il non ammettere la colpa è anch’esso ben spiegato dal REATO che così ammetterebbe di aver commesso, certamente a lei noto essendo una giornalista di un certo livello, non la prima arrivata. Una professionista con una lunga carriera alle spalle e trucchi da vendere (ma nonostante tutto l’anno scorso, come raccontato nella prima parte del post, l’ho fatta finire in trappola con il trucco più cliché del mondo, quello dell’arrendevolezza alla censura!).
È possibile dubitare che Lara Manni e la Lipperini possano essere la stessa persona, come è possibile credere nelle fatine (cosa ragionevole, visto che esistono) o nella reincarnazione o nella capacità del popolo di votare il leader migliore. Ma non è un “ragionevole dubbio”, dati gli elementi forniti. Si può aver ragione, per pura fortuna, ma i fatti sono tutti contro l’idea che possano essere persone distinte.
Pensate a cosa è il “ragionevole dubbio”.
Se un tizio viene trovato mentre deturpa un edificio storico con un martello, chi può dire che sia “lui” che stia agendo e non un alter ego alieno che lo ha sostituito fino all’ultimo istante in cui, sorpreso, si è trovato con in mano un martello e davanti due poliziotti che gli ordinano di interrompere il vandalismo?
Possiamo provare che non esistano civiltà aliene in grado di effettuare lo scambio? Ovviamente no.
E forse le nostre carceri sono piene di innocenti “colti sul fatto”, ma ahimé per la legge degli umani questo non è considerato un “ragionevole dubbio”.
Forse la Lipperini non è Lara e forse gli alieni sfregiano i monumenti e poi danno la colpa agli altri.
Non mi stupirei di nessuna delle due possibilità…
EDIT 7 Novembre 2014:
Nel frattempo Loredana Lipperini ha confessato: https://www.steamfantasy.it/blog/2012/06/21/anniversario-di-un-addio-e-lippamanni/#comment-49591
Ecco la mia ipotesi. Come con tutti i “nomi d’arte” lo scopo era di non trascinarsi dietro il peso della propria posizione di intellettuale/giornalista ecc… che sarebbe diventata “quella che scrive stronzatine sui manga” e derisa, per poter elevare la stima delle FF nel pubblico (senza rinunciare alle spintarelle degli amici per farlo, tutti i pipponi su FF e Arte e bla bla bla includendo come AMICA anche “se stessa” sotto forma di Lippa, ovvero giornalista seria, impegnata e femminista) e, una volta ottenuto un adeguato successo che la ponesse fuori da feroci critiche dannose, magari rivelare la propria identità dando così un ulteriore colpo a favore delle FF (stile: “Dopo 10 libri e 15 anni di successi, il prodigio del fantasy impegnato Lara Manni si scopre essere l’intellettuale Lipperini”).
Sogni di gloria demenziali uniti alla paura, legittima, di non potersi esporre perché in Italia il Fantasy viene abbinato ai deficienti.
L’editoria è piena di fake, incluse storie strappalacrime di vere persone mai esistite. E invenzioni varie su come Tal dei Tali è giunta a scrivere un dato libro ecc… spesso casi creati ad hoc, da svelare dopo la campagna di lancio del libro (si veda il caso Thomas Jay, marketing del peggiore tipo, fatto alle spalle dei tanti che davvero muoiono da innocente nelle carceri USA), ma qui andiamo ancora oltre, con un personaggio che ha comunicato attivamente per anni con la gente, magari come Lippa e come Lara assieme con la stessa persona, che ha chiesto e ottenuti visibilità e favori, inclusi quelli della cara amica Lipperini, che in realtà era sé stessa…
L’editoria è un mondo di cialtroni che considerano i lettori dei fessacchiotti e li imbottiscono di stupidate, dall’inizio alla fine, mentendo senza pudore.
Magari fossimo ancora ai bei tempi in cui l’unico elemento di “minore onestà” nei rapporti col lettore era avere un nome d’arte per un genere e uno per un altro. Stefano Di Marino aveva e ha un nome d’arte diverso per ogni gruppo di libri: Stephen Gunn per la serie “il professionista”, Xavier LeNormand per “Vlad”, Etienne Valmont per “Jasmine” ecc…
ma a quanto so non si è mai messo a fare una discussione in cui le sue 7-8 personalità diverse si appoggiavano e sostenevano tra loro! Figurarsi anni di citazioni e stima reciproca Lippa-Manni! E comunque qui, come ben chiarito, siamo oltre lo pseudonimo svelato, pratica normale e accettata: qui vi sarebbe un REATO ben preciso.
Io spero tanto che si avveri il miracolo e che siano tutte concidenze, per quanto improbabili, e che Lara non sia la Lippa. Lo dico perché la Lippa come giornalista era già disprezzabile (ho colto più di un commento di disprezzo verso di lei alla fiera della piccola editoria a Roma… come dire che non serve nemmeno volerne parlare, nel settore se capita per un articolo o per un altro motivo l’argomento Lipperini scattano anche le pernacchie) e nel condurre una campagna diffamatoria contro Massacri Fantasy degna del peggior schifo giornalistico denunciato da Barzini un secolo fa, ha solo dimostrato di essere ciò che già si sapeva fosse: la versione femminista degli ultimi anni di Striscia la Notizia, stessi meccanismi accusatori e di caccia alle streghe, o come dicono altri è un rigurgito di “berlusconismo”.
Se fosse anche Lara, non ci sarebbe nulla in più di cui godere.
Ma se Lara fosse davvero l’innocente e talentuosa autrice che, risucchiata in un vortice di amichetti e corruzione, è diventata la vipera ipocrita che era diventata (ricordate come tollerava, e quindi incoraggiava col silenzio, insulti contro i ragazzi di Massacri e Gamberetta o altri sul suo blog, per poi dire cose in stile “ma io volevo solo stare in pace, fuori da queste polemiche!!!” appena le parti offese osavano far notare la cosa), peggiorando anche nello stile e passando dal leggibile Esbat al trombon-filosofico-malscritto Sopdet (un po’ come Dimitri da Pan è passato ad Alice, e nel mezzo c’è solo l’amicizia e la stima reciproca con GL), allora sarebbe una prova ulteriore del meccanismo perverso e in sé malvagio dell’editoria tradizionale, che non solo non coltiva talenti ma li appiattisce, li stringe nella morsa dell’intellettualese, e infine li rigurgita sotto forma di Zombie Intellettualoide Standard che scrive porcate e non se ne rende conto.
Dopo Dimitri, poi tradito dai suoi stessi compagni di merende, avere anche Lara sarebbe il massimo.
Io spero tanto che Lara non sia la Lippa, che sia chiunque altro, non so, anche un muratore polacco qualsiasi, e che il bollino sia solo “la coincidenza più assurda della storia dell’editoria italiana”.
Che rapporti ho avuto con questi soggetti?
Sessuali no, no di certo, non che io ricordi. ^_^””
Posso dire che GL era un mio fan, lo trovai prima su aNobii, che mi chiese l’amicizia, e poi scoprii che quel tizio era l’autore di Wunderkind. Leggeva il mio blog, gli stavo molto simpatico, avevamo alcune passioni in comune. Anche a me GL “fisico” stava simpatico, un po’ come mi sta simpatica anche Licia Troisi “fisica”. Per i motivi indicati anche da Gamberetta, speravo di essere di aiuto per migliorare lo stile di GL che prima accettò con discreto entusiasmo l’idea che gli dessi un parere sul suo libro, poi quando lo inviaii, e sottolineo che era un parere che esaltava il più possibile gli elementi positivi e calcava la mano il meno possibile su quelli troppo negativi, questi fu offeso dai “suggerimenti”, perché non potevo permettermi di parlargli di scrittura, perché non ero uno scrittore ecc… eppure avevo ben documentato le indicazioni, che all’epoca potevo dare con molta minore capacità di oggi, usando un paio di manuali che avevo letto.
Se mi devo pentire di una cosa, a parte il tempo perso, è stato dell’eccessiva generosità e gentilezza, per timore che potesse offendersi e chiudersi a riccio, nella speranza che apprendesse alcuni concetti tipici della scrittura per la Narrativa e li usasse nel libro successivo.
Ma GL fu chiaro: la scrittura è Arte in cui non esistono criteri oggettivi e, come ripeté più volte, tutta la storia dei manuali era solo un modo per speculare sugli aspiranti autori propinando idee sulla scrittura che vengono direttamente dal cinema di Hollywood.
Demenziale. E da parte di un laureato in lettere, con tanto di master (se ben ricordo), queste corbellerie sono roba da revoca immediata della laurea.
Mantenni a lungo rapporti sporadici con GL, via mail (il GL via mail è simile al GL fisico, forse giusto con una punta extra verso il GL Web, ma poco). Di norma lui punzecchiava me in un articolo, io poi punzecchiavo lui. Io stavo zitto e lui, quando recepiva, faceva un risata e mi segnalava che aveva colto il riferimento. Quando feci l’articolo sulle corazzate russe circolari gli piacque molto e si fece un bel facepalm alle spalle del progettista. Solo due volte ci fu un malinteso, quando sfottei pesantemente Negróre, ma GL pensò che l’avessi con lui… mi contattò, gli fornii i link di riferimento alla sfottò e si fece una risata quando capì tutto (detestava Negróre, moltissimo).
Poi, un po’ alla volta, la rottura (non sopportavo i continui attacchi e insulti verso un sacco di gente, questo mi rendeva impossibile mantenere il rapporto senza criticare GL quando capitava l’occasione), divenuta definitiva tempo dopo.
Con Lara Manni ebbi meno contatti. Qualche mail, soprattutto quando Dimitri, l’autore di Pan, diceva coglionate a tema eBook e Lara (che sosteneva gli eBook proprio come la Lipperini, ora questo è molto più facile da spiegare) ne voleva discutere.
Una piccola consulenza sulla scelta della pistola e del calibro per una vecchietta che spari contro un demone con indosso un kimono attraverso una comune porta in legno. Questo mi valse, a rapporti già rotti, ma non distrutti, la citazione nei ringraziamenti di Sopdet.
Il primissimo contatto fu indiretto.
Come sapete Lara chiese aiuto a Gamberetta per rattoppare il proprio primo romanzo, Esbat, e per avere supporto psicologico pre-pubblicazione in generale, e Gamberetta mi parlava in modo positivo di come poteva essere il romanzo se Lara lo avesse sistemato. All’inizio me ne fregai di Lara e del suo blog, ma Gamberetta mi convinse alla fine a dare una chance a Esbat.
Lessi Esbat, mi piacque, e feci una pseudo-recensione generalmente positiva. Su questo sito non faccio mai recensioni, al massimo commenti sparsi nei commenti o cose simili, per cui con quell’unico strappo alla regola posso dire di avere il 100% di “quasi recensioni” positive. ^_^
E con questo, seppure abbia ancora tanti aneddoti (di pubblico dominio) da raccontare su entrambi, come quando GL si cagò in mano trovandomi a sorpresa a commentare nel Sito Segreto del Progetto Segreto per una antologia Steampunk di soli amiketti per la (defunta) collana Epix di Mondadori, non ho altro da aggiungere su questi personaggi.
A parte una cosa.
Come dicevo spesso a Gamberetta e ad Angra e a tanti altri, vedendo nuovi romanzacci fantasy che abbassavano il minimo storico di un’ulteriore tacca, “in futuro ripenseremo con rimpianto all’autore X”. Qualcosa di simile con GL. Nella sua pagliaccesca serietà, con tutti i suoi amichetti e i suoi appoggi più o meno ininfluenti, GL era migliore e superiore ai suoi eredi attuali. Eredi che vengono dalla, ahimé, fogna indistinta delle primissime autopubblicazioni dell’era eBook. E io lo avevo detto, subito, già nel 2010: un giorno rimpiangeremo GL.
Gente come MillantMan e il suo amichetto. MillantMan perlomeno è placido, flemmatico, e questo attenua il fastidio della sua supponente ignoranza e la sua smania di dare lezioncine morali a gente che eticamente e intellettualmente sta chilometri sopra di lui (ricordate i commenti di pochi giorni fa). L’amichetto, che non posso nominare perché ha chiarito nel suo blog che denuncerà chiunque osi dire meno che bene di lui (non perché prenda sul serio la minaccia, ma perché è così ridicola da meritare che la rispetti), ha una boria e un’aggressività pari a quelle del GL dei tempi migliori. Ma senza nessuno degli aspetti positivi di GL: ha meno fantasia di lui, meno cultura, meno capacità di produrre ragionamenti un minimo interessanti (seppur sballati), una piattezza di fondo che stimola lo sbadiglio e scrive peggio.
Se mi ridate GL, ve li regalo entrambi.
Concorso: chi ha incontrato GL?
Narra in non più di 5000 battute, spazi inclusi, l’incontro tra GL e la fantomatica Lara Manni a Roma! Chi sarà stata… o stato? E GL lo sapeva prima o fu una sorpresa? Va bene una singola scena in stile slice of life, senza titolo: Mostrate, non Raccontate! Sbizzarritevi e lasciate la vostra storia nei commenti (conteggerò le battute del testo prima di approvare il commento col racconto, se il testo del racconto supera le 5000 lo censuro e vi avverto del problema). Non si vince niente, ma GL ci odierà tutti! ^_^
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