È da qualche mese che non parlo delle dimensioni del mercato eBook negli USA. I motivi sono quelli di cui ho parlato già un paio di volte nell’ultimo anno e mezzo: se nel 2008 e 2009 seguire la crescita del mercato serviva a dare “speranza” e informazioni in un mondo in cui il pensiero mainstream era roba in stile “Gli eBook sono una nicchia che non crescerà mai molto nemmeno negli USA”, “Ma chi ha mai visto un eReader in un negozio?” o “eBook diffusi tra una o due generazioni“, già nel 2010 la speranza era diventata certezza.

Nel 2010 era diventato ovvio che gli eBook un po’ alla volta si sarebbero affermati e a fine anno già stava diventando noioso parlarne. Nonostante l’evidenza c’erano ancora i soliti gonzi che dicevano cose tipo “Certo, nel 2009 hanno superato il 3%, ma pensate possa superare il 5%?” e poi “Certo, nel 2010 hanno raggiunto l’8%, ma credete davvero che possano mai avvicinarsi al 15%?”.
Come è noto per ogni uomo ci sono due coglioni: il problema è che spesso i coglioni parlano, offrendo ai posteri abbondanti motivi per deriderli nei decenni a venire e, per esteso, ridicolizzare il genere umano in sé. Grazie Internet: se qualcuno aveva ancora fiducia nell’umanità, tu hai ucciso ogni speranza.

Nel 2011 non c’era nulla da dire, se non ripetere le solite cose ovvie contro i DRM, contro i formati chiusi (come Mobipocket e KF8 di Amazon, della cui pericolosità per la cultura ho già parlato qui e qui) eccetera eccetera. Noioso. È più interessante raccattare qualche dato sul mercato italiano (o su altri mercati europei), quando capita, giusto per dare “speranze” specifiche per il nostro mercato, confidando che la crescita rapida trasformi il topolino dell’eBook in un elefante nello stesso modo in cui l’ha trasformato negli USA dal 2009 al 2011. Meno male che c’è Tombolini a tirar fuori ogni tanto qualche dato affidabile.

Ben altre sono divenuti le questioni importanti, come ad esempio trasformare i negozi in aggregatori di competenze per stimolare un nuovo mercato vivo, competitivo, di qualità, non fatto solo di aborti autopubblicati come capita da chi scrive troppo male per venire stampato in cartaceo (sembra impossibile, dopo il declino della qualità editoriale negli ultimi anni, ma esistono ancora!).
Un posto dove chi cerca un illustratore, un correttore di bozze o un editor o anche solo dividere i proventi di un’antologia con altri autori, possa farlo con meno difficoltà di ora.

L’ultimo aggiornamento che ho fatto sul mercato USA riguardava il luglio 2011. Non è neanche giusto lasciare vuoti così lunghi, in fondo bisogna confermare la crescita complessiva del mercato ai gonzi extra-USA che ancora staranno dicendo “Ma figurati se avrà superato il 10-12%, non c’è fisicamente posto nel mercato librario per più eBook perché i veri lettori leggono solo cartaceo!”
Con questo articolo coprirò i mesi mancanti, spingendomi fino all’inizio del 2012. Se volete rinfrescarvi la memoria c’è anche il riassuntone sui primi sei mesi del 2011.
Se la noia vi ha già travolti, vi capisco.

Cominciamo a sparare un po’ di cifre per il settore trade (la “varia”, narrativa e saggistica che tipicamente si trova in libreria): agosto, settembre, ottobre e novembre.

Categoria   2011 (ML $)     2010 (ML $)     Variazione  
Agosto (carta) 332,4 400,4 -17,0%
Agosto (eBook) 88,8 41,0 +116,6%
Settembre (carta) 414,1 489,8 -15,5%
Settembre (eBook) 80,3 40,0 +100,8%
Ottobre (carta) Non pervenuto Non pervenuto Vedi dopo
Ottobre (eBook) 72,8 40,2 +81,1%
Novembre (carta) 396,6 451,5 -12,2%
Novembre (eBook) 77,3 46,6 +65,9%

Sotto “carta” ci sono le edizioni economiche, le super economiche e quelle in brossura, sia dei libri catalogati per bambini/ragazzi che di quelli per chi ha abbastanza cervello da non sporcarsi più mentre mangia (ok, non è vero: la categoria “adulti” include anche i libri letti dai vecchi rinfanciulliti che si sbrodolano). Gli eBook non includono quelli di argomento religioso, non essendo questi parte del trade come lo aveva sempre calcolato la AAP. Dato che il mio pubblico di riferimento è interessato alla narrativa e alla saggistica, non perderò tempo a citarli a parte. Alle pagine linkate prima potete trovare sia le informazioni sui libri religiosi che la suddivisione dettagliata del trade.

I dati su ottobre 2011 non sono pervenuti, se non sotto forma di confronto tra i primi 10 mesi del 2011 e lo stesso periodo del 2010 (e dato che AAP fa correzioni nel corso dei mesi successivi per perfezionare i valori, fare somme usando dati di oltre un anno fa aumenterebbe solo il margine di errore), ma ci sono un paio di informazioni ulteriori per meglio contestualizzare il calo degli eBook in quel mese: Adult Hardcover -16,9%, Adult Paperback -18,2% e Adult Mass-Market -37,6% rispetto a ottobre 2010.
Con un simile disastro perfino il brutto -9% del digitale (ma comunque +81,1% rispetto all’anno precedente) pare un successo…

Dai dati dei primi undici mesi potete notare due cose: nel 2011, come nel 2010, dopo il grande boom di inizio anno c’è stato un sostanziale appiattimento (70-80 e 40 milioni) con pochi guizzi (88,8 e 46,6 per quanto riguarda questi ultimi mesi). Ovvero, come già noto, il mercato per quanto in crescita rispetto all’anno precedente è comunque strettamente legato all’adozione di nuovi eReader, ovvero all’aumento dei possibili lettori. La maggiore diffusione degli eReader dipende dalla riduzione dei prezzi che “sblocca” nuove fasce di acquirenti (Achievement Unlocked!) e dall’evoluzione degli eReader che li rende più appetibili per adottarli o per sostituire il proprio.

Per quanto riguarda il 2011 c’è stata solo una riduzione dei prezzi, con il raggiungimento della soglia psicologica dei 99$ (fino anche a 79$) sia da parte di Amazon che di B&N. Nel 2010 invece c’era stata sia una riduzione di prezzo a 139$ (Kindle 3) che un notevole passo avanti negli schermi E Ink, con l’arrivo del Pearl dal contrasto migliorato (ancora presente negli attuali Kindle 4). Chi aveva il Kindle 3 difficilmente avrebbe sentito l’impulso di sostituirlo con il Kindle 4, nonostante il touch screen (il vecchio modello col tastierino, preferito da tanti, è rimasto in vendita).

L’aumento dei lettori eReader-muniti, tendenzialmente, ha il picco con le vacanze di Natale: scartati i molti eReader ricevuti in regalo, i felici possessori si mettono a comprare eBook. Questo genera un picco particolare, avvenuto nel 2009, 2010 e nel 2011. Nel corso dell’anno 2010 e 2011 le vendite migliorarono, certo, ma non con lo stesso ritmo esagerato mostrato a gennaio, e la diffusione costante degli eReader tra i lettori serviva solo a mantenere in piedi il ricambio degli acquisti, in attesa del successivo boom natalizio in cui vecchi e nuovi proprietari si mettono a comprare eBook negli stessi giorni.

Un altro elemento importante da notare è il tasso di crescita rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Potete notare un piccolo calo su ottobre e novembre, che scendono di parecchio sotto quota +100% a cui ci eravamo abituati. In realtà non è un calo del tipo di cui voglio parlare, infatti potete notare che è legato semplicemente alla diversa distribuzione dei picchi e dei cali, ad agosto per il 2011 e a novembre per il 2010. E infatti con i dati di dicembre vedremo tra poco che il calo non è proseguito allo stesso modo.

No, quello che voglio sottolineare, prendendo spunto dalla discesa sotto quota +100%, è un altro fatto. In realtà è una considerazione così banale che ho sempre evitato di farla perché mi pareva logico darla per scontata, visto che pensare diversamente equivarrebbe a dare degli scemi ai lettori. Poi però ho visto che Shatzkin a ottobre ha scritto un articolo a riguardo e ho pensato che, in fondo, non ci sono solo i lettori intelligenti a seguirmi: sui miei articoli finiscono anche i gonzi che sniffano la carta, negavano ogni anno dal 2008 al 2010 la possibilità che gli eBook potessero mai crescere ulteriormente (e soprattutto non così velocemente) ecc… in pratica gente incapace di ragionare usando i dati disponibili. Credo che la parola italiana per definire chi non può mettere assieme informazioni e usarle per ragionare sia “idioti”, ma il pubblico mentalmente mainstream potrebbe trovarla irrispettosa: molto meglio l’espressione “diversamente astuti”.

Visto che i diversamente astuti potrebbero interpretare una riduzione della crescita sotto il +100% come l’inequivocabile segno che gli eBook sono solo una bolla pronta a esplodere, come quella dei dot-com nel 2000, e presto il popolo si ribellerà dalla tirannia degli eBook, farà roghi di eReader nelle piazze, impiccherà i dirigenti di Amazon e potrà finalmente appropriarsi dei mezzi di produzione tornerà a leggere nell’unico modo che possa dare soddisfazione a qualcuno, ovvero sulla fisica e odorosa carta e aggiungete altre stronzate a piacere, ecco, a questi autentici idioti 100% genuini, dedico questa breve riflessione sulla crescita.

Immaginate che il mercato eBook trade sia al 20% del totale. Ok, non c’è molto da immaginare: negli USA ci sono già arrivati nel 2011, come vedremo dopo. Ora immagina una crescita stabile al +100% ogni mese rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. L’anno dopo sarebbe al 40% se immaginiamo che il mercato totale non possa crescere in valore assoluto, ovvero se ipotizziamo che l’eBook eroda il cartaceo e basta. In realtà il cartaceo può crollare più velocemente, a causa di fallimenti come quello di Borders nel 2011, di quanto l’eBook riesca a compensare. Questo porterebbe a un aumento della quota di mercato superiore all’aumento degli eBook in sé. Quindi ok, potrebbe anche crescere fino al 40%… qualsiasi cosa questo voglia dire.

Poi per un altro raddoppio si arriverebbe al 80%. Può essere, può non essere?
Forse, chi lo sa: sopra il 40% entriamo nell’ambito del coinvolgere anche i lettori deboli, ovvero gente che per ora non aveva alcun motivo di comprare un eReader (e che non ne avrebbe nemmeno in futuro). Portare i lettori deboli, quelli che leggono solo i best/mega seller costruiti a tavolino e imposti dai Big Six dell’editoria, a comprarli in eBook invece che in cartaceo imporrebbe un cambiamento generale nelle abitudini di lettura, ben diverso dalla “liberazione” vissuta dai forti lettori con gli eReader e Internet. È un campo di gioco diverso, insomma.

Si torna di nuovo al mio vecchio discorso sull’importanza della diffusione in massa di ALTRI dispositivi che favoriscano ANCHE una buona esperienza di lettura: tablet con schermi ibridi, smartphone per chi legge in viaggio ecc… un po’ come il possesso di telefoni con buone capacità di fare filmati e foto ha ridotto drasticamente il bisogno dell’utente generico di portarsi dietro ANCHE la macchina fotografica digitale.

Presto anche io smetterò di portare il mio Odyssey in giro, visto che ho finalmente comprato uno smartphone con uno schermo e una risoluzione dignitosa per brevi letture fuori casa (Motorola Defy+): 3,7 pollici, risoluzione 480×854 pixel e ovviamente OS Android (sì, nemmeno a me sta simpatica la diffusione tentacolare di Google, ma come dicevano gli esperti di cultura Open, Android è il male minore tra i più diffusi OS per smartphone).

E nel frattempo, infatti, qualcosa si muove anche fuori dal mondo iPhone/Android: Nokia lancia Nokia Reading per Lumia, lo smartphone con schermo AMOLED 3,7 pollici da 480×800 pixel.

Comunque, immaginiamo che la trasformazione avvenga e che si arrivi perfino al 80%. E ora? Non so quanto ricordiate di aritmetica, ma non mi pare difficile notare che anche a raddoppiare ancora il mercato (160%?) non potrebbe comunque superare per definizione il 100%… e molto difficilmente arriverà vicino al 100%. Anzi, io penso che non arriverà mai al VERO 100% (nessuno che legga mai alcun libro di carta).

A sostegno della mia idea porto il capitano Picard di Star Trek: The Next Generation, considerato un eccentrico perché nel futuro in cui si legge solo in digitale (sì, fino a due anni fa questo era uno scenario da fantascienza quanto i viaggi FTL, le civiltà aliene supertecnologiche simili agli umani o i fucili a raggi) lui preferisce leggere i cartacei.
Come ancora oggi c’è del mercato per la musica dal vivo (che doveva morire per colpa della radio), per la radio (che doveva morire per colpa della Tv e/o dei registratori e/o di Internet) o per tante altre tecnologie superate (non metto nel gruppo il vinile, raddoppiato negli ultimi cinque anni, perché lì c’è un discorso qualitativo del suono che non saprei valutare).

Se immaginiamo, come è ragionevole ipotizzare, che la carta manterrà a lungo (fino all’apocalisse nucleare e oltre?) una sua nicchia specializzata, fosse anche soltanto nelle edizioni di lusso, quelle che con la loro bellezza in ogni aspetto sono tanto libro quanto soprammobile, ovvero il mercato della Fisicità del Libro e non quello del Contenuto del Libro, un po’ come il manoscritto la mantenne nonostante l’arrivo della stampa a caratteri mobili, dobbiamo anche accettare che il 100% non verrà sfiorato.

Capitano Picard: per leggere le edizioni in alberi morti nel mondo del digitale, bisogna essere sexy quanto lui.

Al tutto va aggiunto quanto già detto prima: la questione dei deboli lettori, il cui passaggio al digitale è strettamente legato a una diffusione in massa di dispositivi che permettano ANCHE una comoda lettura. Lettori presso cui il mercato dei best/mega seller potrebbe continuare a funzionare per anni, mentre i libri normali diverranno anti-economici da stampare: prima quelli più di nicchia e poi tutti gli altri che non garantiscano vendite da almeno 100.000 copie.
Discorsi simili li ha fatti anche Cavallero di Mondadori, uno dei pochi pezzi grossi dell’editoria che abbia un cervello funzionante, con parecchio anticipo sui tempi per l’Italia: in futuro solo certi libri potranno ottenere anche l’edizione cartacea, mentre la massa sarò solo digitale. Non è una cosa di poco conto da considerare, eh…

Qualcuno potrebbe dire: “Abbiamo parlato di raddoppio delle cifre mese per mese, questo può proseguire anche senza un raddoppio della penetrazione complessiva degli eBook!”. Sì in teoria, altamente improbabile (pressoché impossibile) in pratica.
La questione visto che riguarda i numeri si spiega meglio con un esempio che usi i numeri. Il che è bizzarro, visto che il teorema di Ostrogradskij me l’hanno spiegato con i coniglietti e i calzini parlanti…

Immaginiamo che un giorno (molto lontano, temo) il mercato trade sia all’80% digitale e valga 5 miliardi di dollari perché, nonostante la salita del digitale, il crollo del cartaceo è stato più rapido (e perché c’è tutto un discorso di contrazione dei costi, delle spese degli editori e dei rischi, che porta a guadagnare molto di più pur tirando fuori dalle tasche dei lettori cifre complessive minori, ma non ho voglia di farlo ora). Quindi abbiamo 4 miliardi in eBook (tutto) e 1 miliardo in carta (best seller e mega seller, più poco altro dal peso economico irrilevante). L’unico modo per proseguire col +100% è che gli eBook passino da 4 miliardi a 8 miliardi! Se immaginiamo che nel frattempo la carta venga erosa un altro po’, crollando ad esempio del 50%, sarebbe comunque un mercato enorme: da 5 a 8,5 miliardi in 12 mesi, con il 94% in digitale e il 6% in cartaceo!

Seriamente, da dove dovrebbero apparire 3,5 miliardi di dollari extra?
Dal cilindro di un illusionista, assieme a un coniglio strabico e alla cura per l’omosessualità in pasticca effervescente che ti fa fare un rutto e smetti di infilarti cetrioli nel sedere?

Non fatevi abbindolare dalle coglionate della moribonda Religione NeoLiberista sul fatto che la crescita possa durare all’infinito, sempre più rapida, permettendo di generare l’acquisto di beni sempre maggiori (comprare 30 volte le mucche realmente presenti sul pianeta o 100 volte il platino, che dovrebbero apparire dal nulla per magia secondo la Religione NeoLiberista)… ok, dopo il facepalm qualcuno cerchi di spiegare ai neoliberisti, che vivono in un mondo magico dove le cose si generano dal nulla, l’idea di “conservazione della massa”.  Sì, ok, la ricchezza si può creare in un certo senso dal nulla… ma no, non tutto, e non certi beni fisici. Non si fanno bistecche con mucche che esistono solo sulla carta.

Il mercato editoriale è stato sostanzialmente stabile per anni.
Per aumentare deve aumentare la lettura… e questo potrebbe succedere, ma non con questi ritmi folli. È vero che allo stato attuale la previsione più logica è che il valore complessivo del mercato si riduca, senza però che questo riduca il guadagno degli editori capaci di evolversi correttamente lavorando sulla riduzione dei costi, ma non bisogna dimenticare un fattore fondamentale apparso con gli eReader: i forti lettori leggevano ancora di più perché trovavano ancora più facilmente, e subito, l’esatto libro che volevano leggere (in linea di contenuti dichiarati, poi ovviamente bisogna provare a leggerlo).

Il poter soddisfare molte più nicchie, facendo scoprire a ogni sorta di lettore che ci sono argomenti che adora e che non pensava nemmeno potessero essere trattati in un libro (es: fatine militari e steampunk), può portare lo stesso risultato anche a fasce di lettori non classificate come forti.
Se un lettore da 50-100 libri l’anno avrà grosse difficoltà ad aumentare ancora di più il ritmo di lettura (trova già tutto il necessario da leggere) e al più potrà trovare libri che meglio soddisfino le sue richieste (leggerà con maggiore soddisfazione per quanto riguarda l’argomento), un lettore da 10 libri l’anno avrà molto margine per aumentare del 100% le letture passando a 20 libri l’anno!
Soprattutto se, come non è raro capiti, legge meno di quanto potrebbe perché l’offerta libraria a lui nota non soddisfa le sue richieste se non in modo marginale… e allora non trovando abbastanza libri, preferisce dedicare il tempo avanzato ai videogiochi e alle serie televisive.

I libri non competono per l’uso del tempo solo con gli altri libri: competono con le console, la televisione, l’attività sportiva, le visite ai musei, i rapporti pre-matrimoniali (fornicazione, oscenità!), il cazzeggio su internet… da tutta questa incapacità di competere con efficacia, vista la scarsa qualità, gli elevati costi e la scarsa diversità dei prodotti (che seguono le mode, ignorando le nicchie), nasce l’attuale dimensione del mercato librario.
Se vuoi che la gente legga di più, offri letture che appaiano un modo di sfruttare il tempo più attraente di dire cazzate su Facebook.

Non vi è mai capitato di trovare 4-5 libri molto interessanti e di leggerli in due settimane, quando magari avevate un ritmo di lettura di 1 o 2 libri al mese? Questo genere di reazione può capitare molto più spesso e a molte più persone in un mondo in cui l’offerta non è ridotta a ciò che è presente al momento negli scaffali fisici, ma può basarsi su una costante selezione di tutto ciò che è stato prodotto (e facilmente ricercabile nei negozi online tramite descrizioni e metadata accurati).

Immaginate che enorme possibilità di crescita potrebbero esserci, se solo la domanda venisse prima stimolata e poi soddisfatta. Ovvero far sapere che esistono libri di argomento X e Y e, in generale, stimolare la consapevolezza che bisogna CERCARE libri sugli argomenti di proprio interesse nello stesso modo in cui si cercano informazioni su Google, e produrre libri decenti su quegli argomenti in quantità sufficiente. Argomento già affrontato nell’articolo di aprile.

Tornando al discorso iniziale, è evidente che la crescita al raddoppio non può durare a lungo e questo non indica una “bolla che esplode”: è segno di un mercato maturo che dalla corsa del Question Mark sta mutando in una Grassa Mucca da Mungere (usando per l’esempio la vetusta matrice BCG che spero tutti conosciate).

Ora che ho finito il pippone di spiegazione da sbattere in faccia ai diversamente astuti che dovessero gridare al possibile rallentamento nella crescita degli eBook, torniamo a parlare dei dati USA. Mancava dicembre per chiudere il 2011 e farsi un’idea di com’è andato nel complesso.

Categoria   2011 (ML $)     2010 (ML $)     Variazione  
Dicembre (carta) 397,5 452,4 -12,1%
Dicembre (eBook) 85,0 49,4 +72,1%

Potete notare un miglioramento sia nella cifra che nella crescita: è passato da +66% a +72%, nonostante il mese di riferimento nel 2010 fosse a sua volta aumentato di quasi tre milioni. Un mese notevole dicembre 2010, il migliore di quell’anno con circa il 10% del trade in eBook, alzando così la media annuale al 8,32% secondo i vecchi dati rilasciati da AAP.

E ora tutto l’anno. Metterò i dati separati, per dare un quadro più completo. Mancano i libri economici per bambini/ragazzi per cui dovrò stimarli sottraendo dal totale gli altri valori.
Se volete i dati sugli audiobook e sui libri di argomento religioso, li potete trovare al link precedente. Non so con cosa si droghino alla AAP, ma dovrebbero cominciare a iniettarsi qualcosa di meglio, ad esempio una grossa bolla d’aria in una vena importante.

Categoria   2011 (ML $)     2010 (ML $)     Variazione  
Adult Hardcover 1293,2 1567,7 -17,5%
Adult Paperback 1165,6 1380,9 -15,6%
Adult Mass Market 431,5 673,6 -35,9%
Children’s/YA Hardcover 661,9 694,7 -4,7%
Children’s/YA Paperback 593,7 672,9 -11,8%
eBook 969,9 446,3 +117,3%

Totale (senza eBook): 4145,9 4989,8 -16,9%
Totale (con eBook): 5115,8 5436,1 -5,9%

Il messaggio è chiaro: un crollo disastroso (-17%) è stato ridotto a una contrazione tollerabile (-6%) grazie solo alla presenza degli eBook, più che raddoppiati durante il 2011. O se preferite: gli eBook hanno gettato un fiammifero acceso sul palazzo di carta degli editori e poi li hanno salvati con gli idranti e il telo elastico… ^_^””

Ah, una piccola nota sulle cifre. Se avete riguardato l’articolo coi vecchi dati dovreste aver notato delle differenze sul 2010, ovvero cifre minori su cartaceo ed eBook. Come sapete i dati AAP sono ballerini, per cui le piccole variazioni sono normali, ma qui c’è qualcosa in più: la differenza grossa sul cartaceo (circa 130 milioni) è legata ai nuovi calcoli: rispetto ai 12-15 big soliti, nel corso del 2011 la AAP ha coinvolto sempre più editori, iniziando con 16 e arrivando a 75-90 circa, per cui nei nuovi calcoli sul 2010 sono stati inclusi anche le decine di piccoli soci che hanno aggiunto i loro spiccioli successivamente.
Finalmente abbiamo scoperto quanto era il loro contributo al digitale: 5 milioni appena, per 130 di cartaceo… mi sa che gli autoeditori, messi tutti assieme (grossi successi come Locke o la Hocking e tanti altri più piccoli, più tutti i mini-editori magari specializzati nel solo digitale), nel 2010 hanno totalizzato molto di più di questi mendicanti. Molto di più.

Passiamo al valore del mercato eBook rispetto al cartaceo.
Calcolando il trade come abbiamo sempre fatto, senza i libri di argomento religioso (né in eBook né in cartaceo) o gli audiobook, gli eBook valevano nel 2011 il 18,96% del totale. È un bel passo avanti rispetto al 8,20% del 2010, diverso dal vecchio valore precedente di 8,32% per i motivi sopra indicati.
Siamo lontani da quel picco di febbraio 2011, quando gli eBook crebbero in un mese dal 23,4% al 29,5% del trade (record per il 2011, con 90,3 milioni), ma è comunque una gran bella percentuale.

Ah, se vi interessa avevo azzeccato la previsione:

Se la crescita dell’intero anno sarà uguale a quella avvenuta del 2010, frenate incluse, il 2011 potrebbe arrivare a ben 950 ML $. Se immaginiamo che tutto il di più (500 ML $ extra) vada ad erodere il mercato del cartaceo, questo equivarrebbe a un settore trade in eBook del 17% sull’intero anno 2011.

In realtà ho sbagliato i calcoli: ben 19,9 milioni di errore sulla cifra e un errore maggiore sulla percentuale, per colpa della contrazione del cartaceo maggiore della crescita del digitale (nonostante i nuovi editori aggiunti ai calcoli della AAP) che ha scombussolato tutto. Colpa mia: ero troppo ottimista sulla capacità di reggere del cartaceo. D’altronde, come visto in questi anni, io con gli eBook sono sempre stato molto cauto: posso sembrare entusiasta o di parte solo ai peggiori mentecatti disinformati, ma in realtà quando rifletto scelgo quasi sempre l’opzione meno favorevole al digitale…

Ovviamente chiunque poteva azzeccare la cifra (in valore assoluto) visto che il settore era sotto il 20% ed era noto come funziona il tutto (E Ink Corporation aveva già detto che non ci sarebbero state novità di rilievo negli schermi per il mercato di massa). Era automatico poter calcolare il mercato del 2011 con un margine di errore ridotto, come il mio 2% (o comunque non superiore al 5%).
Non c’è alcun merito nell’aver indovinato, ma c’è parecchio di che vergognarsi se uno NON è stato in grado di prevedere il valore.

Ora però abbiamo raggiunto la soglia problematica del 20% (il magico 20% di cui ho parlato spesso come erosione ammazza-libri), e che tutti i problemi detti prima sulla diffusione hanno acquistato maggior rilievo, non me la sento di fare previsioni: dovrei tirare a caso usando l’intuito, invece di usare solo la conoscenza disponibile e l’aritmetica. Sparare balle in assenza di dati è compito degli economisti ed è il modo in cui funziona quella cialtronata della finanza, non mio. Io ho rispetto per l’intelligenza della gente (d’altronde non sono un editore).

E ora gennaio 2012. Finalmente gennaio, il mese della noia. Prepariamoci al solito record… ma questa volta con un margine di precisione maggiore: AAP ha finalmente tirato fuori Monthly StatShot e il numero di editori coinvolti è salito a 1149 rispetto ai 75-90 degli ultimi mesi. Ovviamente per poter permettere un confronto anche i dati del gennaio 2011 sono stati aggiornati con il contribuito dei nuovi arrivati.

E c’è un’altra novità: AAP ha suddiviso i libri religiosi, vista la loro importanza, in cartaceo e digitale. Idem per i libri per bambini/ragazzi.
Visto che AAP ha confermato l’idea bislacca di considerare trade anche i libri religiosi, farò di nuovo i conti separati per i motivi spiegati prima. Se non siete d’accordo, strozzatevi mangiando il corpo di Cristo.

Categoria   2012 (ML $)     2011 (ML $)     Variazione  
Adult Hardcover 69,8 57,4 +21,6%
Adult Paperback 105,1 99,1 +6,1%
Adult Mass Market 30,4 39,3 -22,5%
Adult eBook 99,5 66,6 +49,4%
Children’s/YA Hardcover 57,4 34,0 +68,9%
Children’s/YA Paperback 38,0 23,5 +61,9%
Children’s/YA eBook 22,6 3,9 +475,1%

Totale (Carta): 300,7 253,3 +18,7%
Totale (eBook): 122,1 70,5 +73,2%
Totale (Somma): 422,8 323,8 +30,6%

Un miracolo!
Beh, non proprio: gli eBook hanno confermato la crescita con il ritmo già visto negli ultimi due mesi, per cui hanno potenziato il BOOM del gennaio 2011 con un +73%. Regolare. Gli eBook sono al 28,9% del trade con la vecchia definizione. Se preferite usare la nuova definizione della AAP, conteggiando nel totale anche i libri religiosi e gli audiobook, sono al 25,6%. Quota 25% sfondata abbondantemente in entrambi i casi.

La cosa che stupisce di più è la crescita del cartaceo, finalmente in positivo con crescite perfino oltre il 60%… tranne per i mass market in calo gravissimo, ma lì la botta si era fatta sentire di più anche nei mesi precedenti. In generale il settore sembrerebbe stare alla grande, con una crescita complessiva del 30%… ma no, diciamo di no. È solo un’illusione ottica.

Non è stramazzato al suolo ed è una crescita che mi fa piacere, ma non al punto di sciabolare lo champagne. Tenete conto che stiamo facendo il confronto con il gennaio del 2011, un mese così schifoso che sembrava impossibile potesse succedere di peggio (anche se poi è arrivato febbraio). Infatti se prendere le cifre da altri mesi, come quelli indicati in questo articolo, potrete notare che quei 300 milioni fanno una ben magra figura se confrontati con i 396,6 di novembre o i 414 di settembre. Mesi che comunque soffrivano pure loro per il calo, eh!

Facciamo un confronto tra gennaio 2012 e dicembre 2011:

Categoria   Gennaio 2012 (ML $)     Dicembre 2011 (ML $)     Variazione  
Cartaceo 300,7 397,5 -24,4%
eBook 122,1 85,0 +43,6%

Non c’è proprio nulla di cui esultare per quelli che amano palpeggiare, annusare e molestare in qualsiasi altro modo le giovani librettine fresche di stampa.
Gli eBook, a differenza di quanto avvenuto a inizio 2011, non sono riusciti a compensare del tutto il crollo. Speriamo che almeno questa volta quello del cartaceo sia stato davvero solo uno di quei crolli periodici che un tempo si potevano ignorare.
Il cartaceo non sarà stramazzato al suolo, ma ormai ha più polmoni scatarrati contro il muro che nel torace… :-/

 

15 Replies to “Mercato USA eBook nel 2011 e gennaio 2012”

  1. Salve Duca,
    innanzitutto bell’articolo, mi interessa sempre sapere a che punto siamo nel fatidico passaggio dalla carta agli e-book. Visto che però siamo in argomento, avrei un paio di domande da porti(che alla fine sono più delle richieste di rassicurazioni).
    1) Non c’è il rischio, col passaggio da un supporto all’altro, che alcune(o molte) opere scompaiano, ovvero che non vengano poi ripubblicate in formato e-book? Secondo me, ad occhio, no, o comunque non per colpa degli e-book, ma vorrei comunque la tua opinione.
    2) Non c’è il rischio che il mercato degli e-book faccia la stessa fine di quello musicale dei cd? Ovvero, non c’è la possibilità che si abbia un crollo delle vendite dei libri in generale a causa della “pirateria”? E’ forse questo che gli editori ancora un poco recalcitranti agli e-book temono?
    3) Ho sentito in rete punti di vista discordanti da lungo tempo e m’interesserebbe conoscere il tuo. Lo scrittore dovrebbe temere il fenomeno della pirateria nel campo “libri”? Nel senso, uno scrittore dovrebbe contentarsi di diffondere la propria opera tra la gente(e quindi essere felice se la sua opera viene “piratata”) oppure è legittimo che egli desideri anche poterci “campare” rendendo così lo scrivere una professione e non un semplice hobby?

  2. 1) Non c’è il rischio, col passaggio da un supporto all’altro, che alcune(o molte) opere scompaiano, ovvero che non vengano poi ripubblicate in formato e-book? Secondo me, ad occhio, no, o comunque non per colpa degli e-book, ma vorrei comunque la tua opinione.

    Se leggi un eBook, il libro di carta già esistente mica si volatilizzao prende fuoco da solo.
    Questa domanda è un nonsense. I libri di carta continuamente scompaiono dal mercato, generando il famoso mondo di opere orfane/introvabili sul mercato in cui poche migliaia di titoli sono disponibili e milioni sono introvabili (se non quando le biblioteche dispongono ancora di copie che hanno salvato).

    Il passaggio in digitale è, e questo è noto da decenni, il modo più veloce/semplice di preservare le opere per i posteri… e negli ultimi 15 anni, anche quello di diffonderle.

    Archive.org è zeppo di copie anastatiche in PDF, spesso di opere che altrimenti l’umanità nemmeno potrebbe sapere che esistono (come un manuale di caccia a polvere nera in italiano dell’Ottocento o il manuale di esercizi tatti di von Moltke tradotto in inglese), al solo scopo di salvare col digitale e garantire l’accesso universale (ovunque internet arrivi, perlomeno) alla cultura. Oltre alle copie anastatiche in PDF, ci sono PDF a sfondo bianco leggibili sugli eReader e conversioni automatiche in ePub (che vanno dall’atroce al discreto, come numero di errori di OCR).

    La carta è il mondo in cui le opere spariscono e la cultura muore, ridotta a poche copie ultracentenarie, sempre più corrose, in una manciata di biblioteche nel mondo. Sconosciuta a tutti e inaccessbile a chi non abita in quelle zone.
    Il digitale è il mondo che basa la proprua filosofia sulla diffusione a tutti del sapere, sulla sua difesa tramite copie su copie su copie in modo che non si arrivi mai a perdere l’ultima ecc…

    Le opere cartacee che non verranno convertite in eBook non sono perse… non più di quanto lo siano ora, con i loro numeri già contati e il destino di distruzione, corrosi dal tempo, già determinato.
    Ma tante altre che saranno convertite saranno salve.

    A tema: Urania sta finalmente per passare al digitale e parte del catalogo storico, dagli anni ’50 a ora, verrà digitalizzato.
    Lì dentro ci sono classici della fantascienza divenuti introvabili per colpa del mercato cartaceo. Ora finalmente potranno essere di nuovo letti.
    (Ok, non è così rosea: metteranno i DRM, violando così i diritti dei consumatori in relazione alla legge sull’equo compenso SIAE e al diritto di copia per uso personale, e questo nonostante i grandi editori, Mondadori inclusa, abbiano appena tuonato compatti contro i DRM al Salone di Torino).

    Ma negli ultimi anni chi stava salvando la cultura, quando Mondadori IGNORAVA la voce del popolo che implorava di riavere i vecchi Urania, crogiolandosi nell’onanistica idea di poter impedire l’accesso ai libri?
    I “pirati” librari. Loro hanno salvato e ridiffuso Urania pressoché perduti degli anni ’50-’70.

    2) Non c’è il rischio che il mercato degli e-book faccia la stessa fine di quello musicale dei cd? Ovvero, non c’è la possibilità che si abbia un crollo delle vendite dei libri in generale a causa della “pirateria”? E’ forse questo che gli editori ancora un poco recalcitranti agli e-book temono?

    Ci sono oltre 10 anni di studi multisettore, dalle vendite dei DVD degli anime in Giappone a test di studio fatti solo con i libri prima e dopo il rilascio controllato nei circuiti P2P e Torrent fino agli esperimenti di Random House, il colosso editoriale, o al tentativo premiato dal successo di Valve di penetrare in Russia, che dimostrano senza ombra di dubbio che gli unici possibili effetti della pirateria sono:
    1- non cambia nulla;
    2- funziona come investimento pubblicitario e amplifica le vendite.

    A parte Valve, che è recente, tutti gli altri sono stati citati più volte nel corso degli anni.
    Non è stato mai prodotto un solo studio di settore che non fosse falsificato che potesse dimostrare un impatto negativo della pirateria… in compenso ci furono un paio di casi grossi, in passato, di studi di settore commissionati per dimostrare che la pirateria faceva danni che vennero tenuti nascosti perché avevano dimostrato l’opposto (questi non mi ricordo se li ho citati nei vecchi articoli, dovrei cercare).

    3) Ho sentito in rete punti di vista discordanti da lungo tempo e m’interesserebbe conoscere il tuo. Lo scrittore dovrebbe temere il fenomeno della pirateria nel campo “libri”?

    Come già detto prima, al di fuori del mondo fantasioso di chi CAMPA chiedendo soldi per sostenere il “danno” della pirateria che però non è in grado di dimostrare (es: equo compenso SIAE in Italia ecc… ovvero tassa su ogni GB di memoria di ogni dispositivo), non esiste un solo studio che dimostri che la “pubblicità tramite distribuzione di copie omaggio” (ovvero la pirateria o la distribuzione gratuita promozionale) possa causare danni. Solo casi in cui ha avuto effetti positivi (o effetti nulli).

  3. Molte grazie Duca per la rapidissima risposta, mi hai tolto quei due o tre dubbi che da irriducibile sniffacarte avevo. Anzi, il mio sogno sarebbe che un giorno si potesse avere una “biblioteca d’Alessandria” virtuale, ergo aperta e consultabile da tutti, che contenga tutte le opere mai scritte ancora disponibili(e magari un’apposita sezione con scannerizzazioni in HD di manoscritti e papiri, una manna per filologi e studiosi di testi antichi :3). Continuerò quindi a seguire con interesse la faccenda e-book, grazie mille ancora!

  4. Gran bell’articolo Duca. Personalmente penso che tra ebook e carta succederà lo stesso che è successo tra tv e cinema: così come tutto quello che esce al cinema te lo ritrovi in tv e non viceversa, così tutto quello che uscirà su carta ci sarà anche su ebook ma non viceversa.

  5. @Giacomo Brunoro
    Sì, all’inizio il cambiamento principale sarà quello, come già indicato da Mondadori. E Mondadori ha anche già iniziato a seguire quella strada, come sottolineato da Sandrone Dazieri: Wunderkind 3, romanzo che le librerie non avrebbero mai voluto perché W1 e W2 avevano venduto da schifo (W2 pure molte librerie non l’avevano chiesto per colpa del fallimento del W1), invece che sparire nel nulla lasciando la trilogia monca, è stato pubblicato solo in digitale.

    Quando il settore sarà sempre più grande (tra un po’ di anni) la questione diventerà, al contrario, “perché mai dovrei pubblicare anche di carta?” un po’ come pochi anni fa era “perché mai dovrei pubblicare anche in digitale?” (e all’epoca c’era solo il vecchio negozio Mondadori che vendeva i libri in formato .lit di microsoft, con DRM… io ne comprai uno nel 2008! I DRM andarono in tilt pochi mesi dopo e per poco non persi l’accesso al mio libro! ^_^).

    D’altronde prima della pergamena si pubblicava su lastre di pietra e quando la pergamena fu diffusa a sufficienza si smise di scrivere sulle lastre. O, con un paragone più attuale, è pieno di siti specialistici e di articoli di settore che sono solo sul web, senza un corrispettivo giornalino cartaceo infilato nelle metropolitane… ^_^

  6. Bellissimo articolo, mi piace sempre rendermi conto di come gli americani siano più avanzati di noi ^____^
    Ma per quanto riguarda il mercato italiano i dati dove si trovano?
    Io sono ancora restia a procurarmi un e-reader, quindi mi piacerebbe tenere sott’occhio le cose.

  7. [ot]
    Qualche Typo che ho trovato:
    – c’è stata un sostanziale appiattimento
    – c’è stato solo una riduzione dei prezzi
    – Visto che si diversamente astuti potrebbero interpretare
    – L’unico modo per proseguire col +100% e che gli eBook passino da 4 miliardi a 8 miliardi!
    [/ot]

    Grande, Duca.
    La settimana scorsa ho visto una ragazza, in facoltà, con un eReader in mano. Un anno fa non ci avrei mai sperato. Il mondo sta cambiando!

    un lettore da 10 libri l’anno avrà molto margine per aumentare del 100% le letture passando a 20 libri l’anno!(…)
    non trovando abbastanza libri, preferisce dedicare il tempo avanzato ai videogiochi e alle serie televisive.

    Quoto in pieno. A luglio, quando il mio Opossum compirà un anno, farò un totale di libri letti e danaro risparmiato, nonché un riassunto della gestione del tempo da prima a dopo – era impensabile, un anno fa, leggere narrativa nel periodo degli esami o anche prima. Verosimilmente, credo di aver letto una ventina di romanzi, di cui il doppio ho abbandonato per disgusto.
    A questo proposito: si può parlare di crescita delle vendite degli ebook, ma la diffusione in sé è sicuramente maggiore, visto che gran parte dei file viene scaricata in p2p, no? In Italia non si decidono ancora ad abbassare i prezzi, e le uscite della Mondadori non fanno ben sperare.

    “Noi riteniamo che i libri elettronici debbano avere un prezzo inferiore a quelli cartacei. Da agosto 2011 abbiamo rivisto i nostri prezzi e le nostre novità in ebook non costano più di 9,99 euro, i paperback 6,99, e i cosiddetti ‘fuori diritti’ hanno un massimo di 2,99 euro”.

    A proposito, Duca, cosa ne pensate di Google Play e dell’accordo con le case editrici?

  8. Io aspetto l’avvento degli ereader pieghevoli o almeno arrotolabili: grande schermo e poco spazio.

    Comunque, leggendo (frettolosamente lo ammetto) mi è venuto un dubbio: e le batterie? Gli ebook salveranno gli alberi, ma come siam messi a elettricità? Non é che nel lungo periodo un ebook si rivelino più costosi?

    Spero che il mio intervento non risulti insensato U_U

  9. e le batterie?

    La batteria si ricarica in 3-4 ore con una presa USB del computer e dura 50-55 ore (55 ore calcolate col mio Nook Simple Touch, segnando ogni ora di accensione e spegimento e prendendo parecchi appunti -più refresh dello schermo tra tastiera e campo di scrittura- mentre leggevo).

    Rispetto al costo della produzione della carta, dell’industria che vi sta dietro per assemblare fisicamente il libro, della produzione di inchiostro e del suo spreco per macchiare pagine che in gran parte non verranno lette e finiranno al macero, del trasporto coi camion dei libri, del macero stesso dei libri, della produzione di nuova carta riciclata con aggiunta parziale di materiale fresco ecc…
    …direi che è insignificante.

    La vita “fisica” delle batterie sembra molto lunga.
    Il buon vecchio Cybook Gen3 ce l’ho da aprile 2009. L’ho usato intensamente fino a dicembre 2011, poi è passato a mia madre che da febbraio lo usa ogni giorno e si è letta 9-10 libri (più quelli abbandonati a 1/3 o 1/4).

    OT sul leggere di più.
    Mia madre prima di scoprire il low fantasy pseudostorico di Turtledove e Martin, adatto a un pubblico mainstream più che agli appassionati specifici di fantasy, leggeva pochissimo.
    Poi da giugno scorso ha fatto fuori il ciclo della legione (4 libri, letti due volte) e le Cronache di Martin (che avevo tutti di carta, meno al penultimo in edizione italiana di Martin che avevo in ebook), fino ad arrivare ad aver bisogno dell’eReader per leggere le altre due serie nel mondo di Videssos di Turtledove e gli ultimi due ebook di Martin.
    E un paio di classici della fantascienza, come “Ed egli maledisse lo scandalo”, che però le piacciono meno. La sua nicchia per ora sembra il low fantasy pseudostorico mainstream (ma magari le piace pure il ciclo dell’invasione di Turtledove)

    Ennesima prova che gli eReader, che facilitano la possibilità trovare l’esatta nicchia di libri graditi (quelli di Turtledove fuori stampa), possono far passare i lettori da 1-2 libri a 20-30 libri l’anno senza la minima difficoltà, semplicemente abituando a leggere prima di dormire e in qualche ritaglio di tempo quando capita. Un ritmo di lettura assolutamente normale e sostenibile da chiunque.

    Ho stimato a occhio che la perdita di durata della batteria in 3 anni è stata del 20%-25, non di più. Visto quanto è comodo come lettore, e quanto è sopravvissuto a lungo, con 15 euro mi sono comprato una batteria di scorta da un venditore tedesco su eBay (indicate per il Cooler, ma il dispositivo fisico è lo stesso, infatti funziona), così se anche la batteria dovesse morire all’improvviso al quarto o quinto anno di attività, ci sarà quella di scorta a farlo durare ancora senza gettarlo via.

    Un lettore extra fa sempre comodo. E a mia madre gli schermi touch non piacciono, preferisce il pulsantino per navigare.

  10. Poi da giugno scorso ha fatto fuori il ciclo della legione

    Mi si è accesa un’immagine nella memoria: http://fantasy.gamberi.org/2008/05/24/la-fogna-dei-commenti/comment-page-18/#comment-30841

    6 giugno 2011 alle 18:29

    che alla mia veneranda (ehm) età fanno rabbrividire! Cercavo proprio qualcosa di più maturo.

    Duca, vuoi dirmi che Sophitia era tua madre? Vuoi dire che ho consigliato una lettura a tua madre e le è piaciuta?? Oppure vuoi dire che sono una mare di incredibili coincidenze e devo smetterla di mangiarmi funghi allucinogeni???

    Nel caso fosse tua madre, dato che è stata una così squisita persona, chiedile se c’è qualcosa che desidera che io le porti dalla Sardegna quando salgo la prossima volta. :) Altrimenti chiediglielo lo stesso, sono certo che sarà una squisita persona a prescindere.

  11. Sull’impatto degli eReader: http://css.snre.umich.edu/publication/printed-scholarly-books-and-e-book-reading-devices-comparative-life-cycle-assessment-two. Specificamente:

    Although the most significant contributor to the e-reader’s LCA results, electricity generation for e-reader use had less of an environmental impact than did paper production for the conventional book system

    Da qui:

    The report indicates that, on average, the carbon emitted in the lifecycle of a Kindle is fully offset after the first year of use. Any additional years of use result in net carbon savings, equivalent to an average of 168 kg of CO2 per year (the emissions produced in the manufacture and distribution of 22.5 books)

    A quanto detto lì aggiungo una cosa: per fare una nuova edizione di un cartaceo, si deve ripetere l’intero processo di stampa, trasporto, ecc.; per un eBook, si aggiorna il file.

  12. @Alberello
    Mia madre praticamente non usa internet.
    E io sono tuo padre.

    @Mauro
    Grazie, non avevo voglia di pescare i link.
    Ah, sono anche tuo padre.

    Ora staccatevi una mano e gettatevi nel pozzo.

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