Post buttato rapidamente. Tanto non c’è niente da dire al momento.
Ecco il copia-e-incolla della notizia riportata in queste ore, in modo simile, su vari siti italiani:

Internet/ Ordine di chiusura per Library.nu: pirateria su ebook
15/02/2012

400mila titoli disponibili illegalmente, di cui 4mila italiani
Milano, 15 feb. (TMNews) – Stop al download illegale di ebook sul sito Library.nu, il sito pirata di cui è stata disposta la chiusura. Il provvedimento è arrivato dopo un’azione internazionale a cui ha preso parte anche l’Associazione Italiana Editori, un’operazione congiunta per rimuovere una delle maggiori biblioteche illegali online, con oltre 400mila ebook – di cui 4mila italiani – per il download immediato, gratuito e anonimo, e con un ritorno per i titolari dei siti di circa 8milioni di euro grazie alla pubblicità e alla vendita di account a livello premium.
“L’industria internazionale del libro ha dimostrato che continua a resistere contro la criminalità organizzata che attenta al copyright – ha spiegato Jens Bammel, segretario generale dell’Associazione internazionale degli editori -. Non tollereremo scrocconi che realizzano profitti ingiustificati, privando gli autori e gli editori di quanto loro dovuto. Questo è un passo importante verso un commercio più trasparente, onesto e leale dei contenuti digitali in internet”.
“E’ un colpo netto contro la pirateria degli ebook su internet – ha spiegato il presidente di Aie Marco Polillo -: questo era senza dubbio il maggior sito pirata esclusivamente dedicato ai libri e quindi l`operazione ha oggi per noi la stessa portata della chiusura di Megavideo e Megaupload per il mondo dei film. E questo è ancor più vero dal momento che sul sito erano scaricabili oltre 4mila titoli in italiano”.

Oppure potete leggere qui:
http://www.thebookseller.com/news/international-publisher-alliance-shuts-down-piracy-site.html

Riguardo la chiusura di Library.nu a breve (non magari oggi, ma a breve), me l’aspettavo.
Chiusura o migrazione. Erano mesi che avevano problemi e ieri parecchi file su ifile.it non si trovavano, costringendo a ripiegare su mediafire. Un indizio molto chiaro. In fondo siamo sempre al famoso problema dei partigiani polacchi, che il mondo della libera diffusione (biblioteche digitali libere oppure “pirateria” -termine scemo- di natura diversa) ha già conosciuto parecchie volte: finché la realtà è poco nota e sparsa, è robusta, come tantissimi gruppi di partigiani che operano in modo semi-indipendente nascosti tra la popolazione civile, ma quando ci si aggrega e ci si accentra perché una realtà specifica della pirateria diventa più nota al pubblico fino a diventare un punto di riferimento, quasi il simbolo stesso della pirateria, si aumenta il rischio di venire presi di mira. Anzi, si verrà sicuramente presi di mira.

Pensate appunto ai partigiani polacchi: organizzati, militarizzati (Armia Krajowa, il principale sostenitore del governo polacco in esilio, arrivò a 400.000 appartenenti, con stime fino a 600.000), e con la malsana tendenza a voler affrontare l’invasore Nazista (quei tizi che cancellavano copie di file per non farle leggere bruciavano libri che non volevano far leggere) in campo aperto. Non proprio furbi come partigiani, viene da pensare. Effettivamente non lo erano, ma Luttwak in Strategia li giustifica dicendo che volevano evitare di mettere in mezzo civili innocenti, perché se si fossero mischiati troppo alla popolazione, con classiche azioni da partigiani, gli altri polacchi sarebbero stati un bersaglio legittimo per le rappresaglie dei tedeschi (che erano legali, ricordiamolo, se fatte correttamente: il diritto in guerra non è un episodio della Pimpa).

Ovviamente si sperava che tutto andasse per il meglio, ma al momento le notizie che trapelano non sono molto incoraggianti.

Non per niente proprio poco ore fa scherzavo così sul blog di Zwei:

In realtà sappiamo già bene che sugli eReader finiremo a leggere vecchi Urania piratati, timorosi di un’irruzione della SWAT per Pirateria Libraria (classificata sotto Terrorismo Internazionale e la violazione di DRM implica script classificati come WMD dalla NSA che permettono quindi agli USA un intervento nucleare in risposta contro l’Utente Canaglia)

Esagerato, paradossale?
Cito questa interessante affermazione presente nell’articolo:

L’industria internazionale del libro ha dimostrato che continua a resistere contro la criminalità organizzata che attenta al copyright.
(Jens Bammel)

Non suona molto diverso dai discorsi che Giorgino Cespuglio faceva sul terrorismo internazionale. Scommettiamo che se si lanciasse un calzino sporco ai cani della AIE, questi firmerebbero volentieri per dichiarare che gli script, come certi per Calibre, di “distruzione di massa dei DRM” essendo questi una “arma contro il copyright” sono catalogabili come Armi di Distruzione di Massa (WMD).
E se gli USA trovano WMD possono usare WMD in risposta, come nel romanzo Ghost di John Ringo. Un milanese ha lo script per Calibre che leva in blocco i DRM di Adobe? Gli USA spediranno un missile balistico con una testata nucleare su Milano… ops, era solo un proxy e l’utente era di Bari? “Scusate milanesi, manderemo un cesto di frutta per farci perdonare! Sono inconvenienti che capitano! E ora nuclearizziamo Bari.”
La AIE lo accetterebbe con gioia: i pezzi grossi della AIE hanno dimostrato già in passato, all’epoca del tetto sugli sconti e delle defezioni interne, di tramutarsi in cani scodinzolanti affetti da una smodata salivazione non appena sentono anche solo la vaga promessa di un osso.

C’è sempre del lulz nel vedere gli idioti di fronte al mondo dei Numeri Naturali.
“Presto, proibite la comunicazione di quel numero e di qualsiasi altro numero che sottoposto a qualsiasi operazione da parte di un codec dedicato possa diventare QUEL numero!” L’unico modo per difendere la proprietà intellettuale su un numero, che è ciò a cui l’oggetto digitale si riduce (0 e 1 in fila che formano un numero naturale), è di proibire tutti i numeri… ma se tutti quelli che sono proprietari di un numero sono proprietari per estensione di tutti gli altri numeri, in quanto essi sono un modo per risalite al LORO numero protetto, allora il copyright digitale rinnega per definizione il copyright stesso… ma forse bisognerebbe aver studiato l’aritmetica per capirlo, cosa che gli Editori forse non hanno fatto (o preferiscono mentire a riguardo, d’altronde sappiamo già che insabbiano le ricerche sfavorevoli).
Lasciamo stare queste cose noiose.

Però c’è qualcosa di molto più divertente da citare:

Non tollereremo scrocconi che realizzano profitti ingiustificati, privando gli autori e gli editori di quanto loro dovuto.
(Jens Bammel)

Quindi la pirateria ha RIDOTTO i guadagni.
Notate che queste affermazioni vengono fatte da sempre, fin da quando si diceva che le musicassette per registrare i programmi radio avrebbero ucciso il mercato musicale (cazzo, è proprio vero: avete mai sentito un singolo brano importante o sentito parlare di un singolo album importante realizzato dagli anni 1970 in poi? Ah, no, ora mi viene in mente qualcosa…), e non sono mai stati presentati dati affidabili che lo dimostrassero.

Tutte le volte che hanno cercato di condurre indagini serie o è stato dimostrato il contrario, che la pirateria funzionava come una pubblicità che aumentava la base di clienti a pagamento col passaparola, o non si è ricavato nulla di significativo in nessun senso. Senza contare le ricerche andate storte, finanziate per dimostrare il male della pirateria e che poi hanno dimostrato qualcosa di diverso, finite mezze insabbiate allegramente… di una c’era la notizia non molti mesi fa, mi pare.

Vabbè, prendiamo per buono Bammel: i guadagni in fortissima crescita degli eBook dal 2009 in poi negli USA erano tali nonostante fossero colpiti da una erosione significativa. Ricordate che di norma l’idea portata in tribunale è che ogni download equivale a una copia non venduta. E, se non fosse significativa, di certo non si arrabbierebbero così: un’erosione insignificante non minaccerebbe di uccidere il mercato, la musica, il cinema e bla bla bla come detto sempre dall’invenzione della radio in poi.

È un colpo netto contro la pirateria degli ebook su internet: questo era senza dubbio il maggior sito pirata esclusivamente dedicato ai libri […] E questo è ancor più vero dal momento che sul sito erano scaricabili oltre 4mila titoli in italiano
(Angelo Polillo)

E questo è stato un colpo netto a vantaggio anche del mercato italiano!
Quindi abbiamo la distruzione del principale ladrone dei giusti guadagni degli autori editori e l’eliminazione di questo Evil Overlord fa un gran bene anche al nostro mercato.

Bene!
Quindi questo è un caso di studio valido.
I numeri della pirateria sparati a caso dai vari studi più o meno infondati vanno da, uh, che erode il 40% del mercato italiano e il 20% di quello USA (dati di uno studio su diverse nazioni in cui c’era un legame stretto tra povertà e pirateria… suona un campanellino su “chi pirata comunque non comprerebbe”? No, eh?) a cifre ben maggiori. Più spesso le opinioni sono del tipo “tutti piratano/piraterebbero” e se la pirateria sparisse “il settore sarebbe 5-10 volte più ricco, pioverebbe la manna dal cielo e stormi di quaglie ci sazierebbero e bla bla bla!”.

Bene, siamo a metà febbraio 2012.
Grossomodo sappiamo che i boom degli ebook sono legati al Natale e ai nuovi dispostivi. E grossomodo sappiamo anche che gli eBook, anche nella migliore delle annate possibili, sono cresciuti solo di 3 volte rispetto a quella precedente.
Mi aspetto quindi che, scomparso il grande Ladrone, chi avrebbe usato copie illegali ora le comprerà. Quindi dovremmo avere febbraio 2012 in crescita come vendite, crescita forte rispetto a Gennaio 2012 e ancora più NETTA rispetto a febbraio 2011 e NON giustificabile da nessun evento avvenuto. Però febbraio riceverà solo metà vantaggio! Marzo dovrà avere il DOPPIO della crescita ulteriore ricevuta da febbraio e NON imputabile a nessuna altra possibile causa di nessun genere.

Altrimenti non avrebbe senso combattere la pirateria, se tanto i clienti non comprerebbero lo stesso, no?

Un piccolo indizio, ora.
Il mercato USA nel 2011 per gli eBook è rimasto stabile, grossomodo, nel corso dei mesi sia quando Library era nel pieno delle forze sia quando Library era così moribondo, dall’autunno scorso, che lo si poteva considerare ormai sulla via della chiusura (non accettava più iscrizioni, quindi non stava dietro in nessun modo alla crescita dei lettori digitali).
Io sospetto che non vedremo un boom di vendite causate dagli ex-ladri di eBook che si fionderanno a comprarli in digitale. Magari in ginocchio e col capo cosparso di cenere, additati dai bimbi (“Caro non guardarlo: è un pirata librario, gente che vive con gli zingari e violenta nell’ano i neonati!”). ^_^

Ah, in Italia, essendo noi un notorio (?) popolo di ladri che non rispettano il copyright, il boom dovrebbe essere ancora più grande. Il doppio dell’effetto che dovrebbe riguardare gli USA, se quel 40% italico rispetto al 20% USA che lessi anni fa ha un senso almeno relativamente. Quanto dovrebbe crescere il mercato eBook nel 2012, un buon tre volte? Di più: almeno 5 volte, il Grande Satana è stato abbattuto!
Cinque volte però sulla base di dicembre, quando c’è stato il +50% di scossone di cui parlava Tombolini per l’ingresso di Amazon. E Amazon non è andata via quindi l’effetto è rimasto. Quindi arrotondiamo a 8 volte per marzo 2012 rispetto a marzo 2011 ecc… mese su mese fino a novembre incluso. Poi dicembre potrà rilassarsi crescendo solo cinque volte.
Non so perché, ma ne dubito.

P.S.
Giusto perché i numeri sono carini: non avete notato che i libri piratati su Library.nu sono stati stimati in 400.000, che è proprio la stima considerata più attendibile per i partigiani polacchi di Armia Krajowa?

 

38 Replies to “Library.nu fuori servizio”

  1. Condivido tutto.

    Also Duca, esistono ora come ora alternative valide a Library.nu?
    E soprattutto, ti azzarderesti a enunciarcele, pur sapendo di correre il rischio di essere attaccato dal Navy Seal?

  2. L’eBook Reader mi arriva giusto la settimana prossima dall’America.

    Voglio morire.

  3. Giusto perché i numeri sono carini: non avete notato che i libri piratati su Library.nu sono stati stimati in 400.000, che è proprio la stima considerata più attendibile per i partigiani polacchi di Armia Krajowa?

    E tu hai mai notato che la prima cifra di “400.000” è QUATTRO?
    Certe volte mi stupisco io stesso della mia gegnalità.

    Also, lancio urla strazianti e mi graffio la faccia e grido vendetta al cielo per l’infame destino di library.

    E adesso riflettiamo.

  4. Tragedia !!!! Spero che l’idra rinasca e punisca questi ladri patentati. Dove ritrovero’ i libri del glantz sul fronte orientale ? dove cerchero’ fantasy decente visto che in italia vendono solo vampiri teen?
    Dopo la legge merda antiamazon ( per salvare le piccole librerie ..si sii certo questo è un altro brutto colpo alla diffusione della cultura in italia .

    Baccio in lutto

  5. Tu cosa pensi , Duca, la pirateria si avvia alla sua fine?
    si ho capito che non si può impedire la diffusione di informazioni in internet sotto forma di numeri ma se gli utenti medi hanno accesso al materiale piratato è proprio grazie a quei siti che raccolgono tutti i vari link e che sono sotto la mira di questi …………..cosi.

  6. Library era un punto di riferimento per condividere e scoprire testi, ma era solo un punto di riferimento.

    Chi scannerizza i libri oppure chi possiede già copie digitali e vuole condividerle, visto che molte sono opere scomparse dal commercio e salvate dalla pirateria in PDF, troverà altri siti per farlo.
    Come si faceva prima del 2009, quando Gigapedia (poi divenuta Library) ancora era un sito di nicchia sconosciuto in Italia.

    Siti che cresceranno a sufficienza da fare in modo che l’amico di un amico li scopra e ce li indichi, poi a sua volta ognuno di noi li indicherà ai propri amici interessati ecc… passaparola.

    L’unico effetto concreto attuale della scomparsa di Library è che chi non ha i soldi per permettersi certi libri di studio dovrà rinunciare a studiarli.
    Soprattutto considerando che molti saggi e romanzi interessanti, anche volendo, in vendita non ci sono più da un pezzo… non è nemmeno una questione di soldi, di dire che chi è povero non ha diritto a poter studiare (teoria dei sostenitori del copyright), è questione di provare piacere nel proibire a chiunque, fosse anche un milionario, di accedere a un libro perché non è più in vendita.

    Il piacere di togliere dal mondo parte della cultura, non molto diverso dal comprare tutte le copie di un libro antico, distruggerle tutte meno una, la propria, e poi distruggere anche quella dopo averla imparata a memoria affinché nessun altro in futuro possa goderne.

    Questo è il modo di ragionare di Polillo e di parte della AIE, come pure degli editori americani: la distruzione culturale fine a sé stessa per dimostrare al Popolino di avere il potere di decidere COSA può leggere e COSA non può leggere, in virtù del proprio potere economico di editori che pubblicano e tolgono dal mercato in base a un insindacabile giudizio.

  7. Ecco, Duca, il tuo ultimo commento mi tocca proprio. Grazie a Quattro ho scaricato tutti i manuali di cui avevo bisogno per iniziare a studiare. Ma se non avessi avuto library.nu non avrei neppure potuto iniziare a farlo, se non a prezzi assurdi trovando qualcosa, anzi perdendo tempo a trovare qualcosa sui siti a pagamento.

  8. Condivido in tutto e per tutto. Se io avessi dovuto comprare tutti i saggi che ho letto grazie a Library, ci sarei andata rovinata: a parte che certi non si trovano e basta, altri sono in vendita a prezzi esorbitanti.
    Un applauso a tutti i prodi difensori della democrazia, che rendono la cultura appannaggio esclusivo dei palancari. L’unica cosa che posso dire, è che sono dei porci: ficcano il grugno nella merda, rovinano l’orto e non si rendono conto che il mondo è troppo grande per loro (tanto non hanno mai alzato il muso dal fango una sola volta nelle loro piccole vite miserabili).
    Si fottano, ci sarnno altri siti e altri modi per scambiare informazioni. Non sono che zanzare moleste.

    P.S. Duca, un piccolo refuso:
    ci si accentra perché una realtà sprecifica

  9. Che dire,
    i difensori del copyright fanno sempre i conti semplici, non inseriscono manco per sbaglio una variante una. Parlano sempre di introiti mancati come se i libri cosiddetti “piratati” e scaricati siano copie vendute senza ombra di dubbio. Secondo me manco il 10% dello scaricato è una sicura vendita. Però è una grossa fonte di pubblicità, quanti autori sconosciuti vengono scoperti grazie alla “pirateria”? Quante copie vengono vendute “legalmente” grazie a queste scoperte? Hanno idea di quanti libri fuori commercio ci sono in rete? E quanti libri di buoni autori non vengono ristampati solo perchè si segue la moda del momento infarcita di vampiri, angeli, e storie di bimbiminchia?
    I numeri di whois sono indicativi http://whois.domaintools.com/library.nu
    29.000 visitatori unici e nelle percentuali divise per nazioni spiccano India, Indonesia, Messico, Cina e Iran!
    Gli U.S.A. un misero 9,5%, che danno per il copyright degli editori ed autori americani!
    E dati di chi ha registrato il sito?
    Aleksandar Dostojevski di Pripyat, la città fastasma del disastro di Chernobyl.
    Sarà scampato alle azioni preventive della grande offensiva dei difensori del copyright, operazioni partite nel lontano 1986 a Pripyat per evitare un futuro library.nu.
    La battaglia continua, i siti come library.nu si moltiplicheranno e anche la conoscenza…

  10. Vorrei solo sottolineare un giochetto linguistico interessante:

    Il provvedimento è arrivato dopo un’azione internazionale a cui ha preso parte anche l’Associazione Italiana Editori, un’operazione congiunta per rimuovere una delle maggiori biblioteche illegali online, con oltre 400mila ebook – di cui 4mila italiani – per il download immediato, gratuito e anonimo, e con un ritorno per i titolari dei siti di circa 8milioni di euro grazie alla pubblicità e alla vendita di account a livello premium

    Prima parla di Library.nu, poi passa senza nessuna indicazione a un generico “titolari dei siti”, implicando che Library.nu sia tra quei siti (e, per un lettore che leggendo velocemente legga “titolare del sito”, si ha un’identificazione diretta; errore che la struttura della frase concorre a creare), facendo passare l’idea che i gestori guadagnassero milioni di Euro con pubblicità e account premium.
    Pubblicità non so, non ci ho mai fatto caso e tendenzialmente l’ho visto da computer con AdBlock; ma account premium?

    Refuso: non siè ricavato.

  11. Non so voi ma la chiusura ed i commenti relativi da parte degli editori mi fanno nascere la voglia di non acquistare più nulla, nemmeno di cartaceo…

  12. Porca troia, mi servivano 4 libri sulla storia dei videogame per una presentazione… E adesso si tornera’ a rapidsearch e random torrents.

  13. Scusa il doppio commento. Questa e’ la risposta automatica generata dall’indirizzo email dell’amministratore di library.nu

    Hello (this is an automated courtesy reply)
    You email to library.nu admin has been received

    The website is shutting down due to legal bullshit :( , no further comments…

    Regards
    Smiley

  14. Non so voi ma la chiusura ed i commenti relativi da parte degli editori mi fanno nascere la voglia di non acquistare più nulla, nemmeno di cartaceo…

    Questa è la giusta reazione.
    L’utente che non sia passivo, ovvero che vota il gradimento con l’acquisto, dovrebbe evitare di comprare.

    Io di sicuro non comprerò più libri di editori soci della AIE che non abbiano emesso un comunicato pubblico di disprezzo e di dissociazione dalle affermazioni di Polillo e dalla politica anti-pirateria della AIE.

    OK, praticamente già non compravo più cartaceo e agli eBook italiani preferivo quelli in lingua inglese, ma se capiterà un libro interessante lo cercherò in biblioteca invece di comprarlo.

    Per gli editori stranieri coinvolti: spesso mi capitava di comprare un eBook interessante sull’onda dell’interesse, per leggerlo subito mettendolo davanti alla coda di tutti gli altri… beh, inizierò a rispettare la coda che, anche contando solo i titoli presi da Archive.org e quindi non-piratati, è sufficiente per tutto il 2012.

    Più tutti i libri in eBook distribuiti gratis dagli editori. Non comprate, leggete gratis i libri distribuiti dagli editori stessi, come la Baen:
    http://en.wikipedia.org/wiki/John_Ringo

    Ora sto leggendo il primo della serie Posleen War. Ringo non è un genio della scrittura, ma è dignitoso (nonostanti balzi di POV senza stacco di paragrafo), ovvero si fa leggere senza problemi se uno è interessato all’argomento del libro, e rispetto alla merda che affolla le librerie in Italia non c’è paragone.

    Seguite i link alle free online edition, scaricate i LIT e convertite in massa in EPUB con Calibre (ricordate di indicare la lingua EN nei metadati, nel caso abbiate l’Odyssey è necessaria per il dizionario).

  15. L’utente che non sia passivo, ovvero che vota il gradimento con l’acquisto, dovrebbe evitare di comprare.

    L’avevo postato già il 31 gennaio da Zwei, mi sembra l’occasione giusta per riproporlo:

    Fuck the System.

    Questi carridi figli di peripatetica hanno chiuso un sacro loco di scambio culturale. Da Library.nu ho trovato un sacco di testi che non sono mai riuscito a reperire altrove. Testi di autori considerati minori da editori minorati mentali.

    Voglio dedicare a questi simpatici individui un epòdo, il numero 4 (Quattro):

    Contro l’arroganza di un ex schiavo.

    Quanta è per istinto guerra fra lupi e agnelli,
    questa io la porto a te,
    che hai le spalle bruciate dalla sferza iberica
    e le gambe dai ferri.
    Passeggia pure tronfio della tua ricchezza:
    non ti cambia origine la fortuna.
    Non vedi? quando tu misuri la Via Sacra
    con una toga di sei braccia,
    lo sdegno di chi veramente è libero
    fa storcere il viso ai passanti.

    ‘Frustato a sangue per ordine dei triumviri
    fino a stancare il banditore,
    ora a Falerno ara mille iugeri,
    batte l’Appia coi suoi destrieri
    e cavaliere altero siede in prima fila
    in barba alla legge di Otone.
    Che serve armare di rostri la prua
    d’una flotta da guerra
    contro i pirati e quell’esercito di schiavi,
    se lui, proprio lui la comanda?’

  16. Il piacere di togliere dal mondo parte della cultura, non molto diverso dal comprare tutte le copie di un libro antico, distruggerle tutte meno una, la propria, e poi distruggere anche quella dopo averla imparata a memoria affinché nessun altro in futuro possa goderne.

    Sento un certo dolore al petto per una cosa del genere…

    è… è orribile. è peggio di un omicidio. :'(

  17. Buongiorno a tutti Voi,

    oggi, a seguito di una ricerca internet su “library.nu” ho trovato il link a questo sito, leggendo l’articolo in questione ed i commenti sono stato anch’io stimolato dal postare un messaggio, anche se non dovrei farlo, visto che sono ignorante. Però, tra me e me mi son detto: molti anni fa per poter scrivere un libro e/o un articolo bisognava essere colti o, quantomeno esperti in una certa disciplina ed eruditi abbastanza da poter “scrivere”, oggi, tutti quelli come me scrivono libri, ma chi li leggono ? Forse quelli colti, che nel frattempo hanno seguito un andamento anti-darwiniano, boh ?

    Quanto alla questione del dànno all’editoria, essa è simile a quella del dànno della proprietà intellettuale (IP) per il software, la materia legislativa e l’educazione civica, morale ed anche la condizione economica attuale si scontrano ormai da anni, ma senza soluzione.

    Io credo che nessuno mi possa proibire in casa mia, sempreché non apporti alcun danno oggettivo e facilmente identificabile, a copiare sequenze di bit che compongono opere audio, video, software e di testo. La vendita di copie la condanno senza remore.

    Poi, discorso a parte fa l’Italia, visto che hanno sempre classificato gli italiani come quelle persone che leggono meno degli abitanti dello Zambia e del Burkina Faso, quindi anche se copiamo, lo facciamo solo per diletto o egoismo, ma non sottraiamo soldi a nessuno visto che poi non li leggeremo mai … ho visto che in rete si trovano link per scaricare 15000 ebooks, ma chi se li comprerebbe mai ? E tentomeno chi li leggerebbe mai tutti, qualche accanito lettore, disoccupato o in pensione, senza altri hobbies e/o problemi delli vita, quanti libri mai potrà leggere ? E poi, quali libri ?

    Io sto leggendo due libri classici ormai non più protetti dai diritti d’autore, quindi non sottraggo nulla a nessuno e, nel caso avessi tempo per leggere un testo piratato di circa 20 euro a chi li toglierei i soldi ? A Totti, col suo libro di barzellette, o alla povera Clerici con i suoi fantastici libri di ricette culinarie … ?

    Oggi, noi paghiamo una tassa sui DVD-R/RW, quindi mi sento autorizzato in virtù di tale tassa a copiare software, audio e video (per uso personale)anche se conscio che corro il rischio che possano fallire la Apple, la Microsoft e le major cinematografiche … il fatto è che il problema non si vuole risolvere.

    Come esiste il software Open-Source, così potrebbe esistere un editoria Open-Source che possa trarre i suoi profitti economici da altri fattori, come ad esempio gadget, T-shirt, libri da collezione, diari scolastici, agende griffate, poster, concerti, manifestazioni a pagamento, etc …

    Non tutti sarete d’accordo, fa niente, l’importante è iniziare a parlarne. Però a questo punto credo sia importante definire il concetto non solo di copia, ma anche di photoshop-copia e di plagio … mi spiego meglio, i romanzi ed i testi di narrativa sono legati alla fantasia dello scrittore e quindi sono un mondo un po’ a se stante, ma quanto ai libri tecnici ed a quelli scientifici, classificati nei bookstore come “Engineering and Science” c’è da dire che oltre il 60% di essi sono
    photoshop-copie, e clonazioni eccezionali.

    Gentili signori, oltre il 60% si intende che buona parte di tutti i manuali tecnici sono copie riformattate, un po’ come i testi scolastici delle scuole elementari e medie, … oltre il 60% dei testi di engineering e di science sono copie di copie, abbellite e riformattate nel testo.

    I ricercatori fanno ricerca e pochissimi di loro hanno il tempo per poter scrivere un libro che contenga i nuovi successi scientifici, ma coloro che lo fanno si rivolgono ad una piccola nicchia di ricercatori e studiosi dello stesso settore, i quali compreranno il NUOVO testo sia per sè che per l’ente per il quale lavorano.
    Mentre, i baroni RACCOMANDATI che non fanno più ricerca hanno tutto il tempo di riscrivere testi ormai classici, inserendo qualche immagine nuova, riformattando il testo ed inserendo un CDROM che allo stesso modo del libro ha ben poco, se non niente di originale … però costoro possono pubblicare tranquillamente l’ennesimo clone per la gioia degli editori e dei librai.

    Ditemi un po’ quale disciplina tecnica/scientifica ha bisogno che ogni anno vengano COPIATI e MANIPOLATI i testi didattici per poter erudire i nostri studenti di qualsiasi ordine e grado … eppure ogni anno il mercato editoriale legato al mondo universitario è invaso da testi di geometria, chimica, matematica, fisica, biologia, meccanica, storia, letteratura classica etc … sono sempre gli stessi testi copiati e manipolati per far guadagnare chi li copia, chi li edita e chi li vende … le vere innovazioni, gli studenti le incontreranno quando e semmai dovessero fare ricerca scientifica o
    tecnologica.

    In virtù di questo sistema credo che questi testi possano essere tassati un extra a monte, per ridistribuire eventuali sottrazioni di diritti ad altre aree editoriali.
    Certo, non è conveniente fotocopiare un libro di Faletti di 1000 pagine, allo stesso modo se mi vendete libri scientifici anche a 200 euro circa, mi stimolate alla copia, in quanto sono supportato anche dal fatto che anche l’autore ha copiato e di veramente innovativo non c’è nulla in quel testo.
    Così se vogliamo sconfiggere la pirateria oltre alla via su indicata, credo che bisognerebbe abbassare di netto il costo dell’ebook, allo stesso modo di quanto ha già fatto la Apple con le sue Application vendute a pochi euro e certe volte anche a meno … questa è la via maestra, e la dimostrazione di ciò è legata all’enorme progetto che sta dietro alle due paroline magiche: iBook Store ed IBook Author.

    Saluti,
    Maurizio

  18. Una alternativa l’ho trovata… http://en.bookfi.org/ promette di indicizzare 1,231,889 libri, sarà vero? Comunque cercavo qualcosa di Bizzarro Fiction giusto per provare e mi ha trovato un pò di libri. Per adesso va bene così.

  19. Volevo scrivere un articolo sull’argomento anche io, ma visto che ci sono…

    Come avrete compreso dai nomi citati, l’offensiva è stata portata avanti quasi esclusivamente da case editrici orientate alla pubblicazione scientifica.

    Nonostante si voglia far passare l’offensiva come difesa ad oltranza del diritto d’autore, in realtà parliamo di difesa dello sfruttamento dei diritti patrimoniali d’autore. Gli autori di testi scientifici prendono circa il 5% dei ricavi, mentre il 95% viene fagocitato dal canceroso sistema editoriale e di distribuzione. E’ questo che vogliono difendere. E perderanno.

    Stanno cercando di svuotare il mare con un secchiello.

    Library.nu metteva a disposizione tonnellate di testi scientifici specializzati dal costo esorbitante e spesso di difficile reperibilità. Per l’ennesima volta, la cultura diventa appannaggio solo di chi può permettersela (uhm… ricordo un’affermazione in tal senso da parte di un famoso autore di horror per bambini).

  20. Tristemente interessante.
    Concordo con Zwei, a pagare queste decisioni sono come sempre i meno avvantaggiati.

  21. Concordo con Zwei, a pagare queste decisioni sono come sempre i meno avvantaggiati.

    Guadagno circa 1.100 euro netti al mese di stipendio. Con essi devo pagare:

    Affitto. (obbligatorio)
    Cibo. (obbligatorio)
    Tarsu. (obbligatorio)
    Bollette varie (elettricità, acqua, bombole gas, adsl). (obbligatorie)
    Assicurazione automobile. (obbligatoria)
    Bollo automobile. (obbligatorio)
    Canone Rai. (fottutamente obbligatorio)
    Benzina. (obbligatoria)

    Sono tutte spese che volente o nolente non posso escludere o ridurre. Al di là di questo, non fumo, non bevo alcolici, non mi drogo, non ho il telefono fisso ecc.

    L’unica cosa che mi concedo (perché sono un maiale vizioso) è di LEGGERE. Ma facendo i conti mese per mese non posso permettermelo con regolarità. Library.nu mi permetteva di diventare una persona migliore per la società in cui vivo gratuitamente. Questa non è retorica o morale da piccolo fiammiferaio, è che sono decisamente incazzato in quanto la società ci tiene a tenere i suoi cittadini in una fase di deficienza cognitiva per poterli meglio controllare, ma poi si indigna se esistono un fottio di bamboccioni.

    Ringrazio Ronny per le alternative ed auguro agli editori che hanno concordato questa manovra d’affari di perire in modo doloroso.

    I soldi sono un mezzo, non un fine.

  22. Se ti può interessare, continuo anche qui la campagna di desensibilizzazione che iniziò mio padre: se non paghi il canone, chiunque venga a sigillarti il televisore deve farlo con un sacco di iuta. Altri materiali non sono ammessi, quindi li si può respingere.

    Ah, consiglio anche di nascondere radio e pc, altrimenti potrebbero pretendere chissà che in quanto sono apparecchi per la ricezione (e sulle radio avrebbero anche ragione, legalmente… ma scommetto che vostra zia ha bisogno che gliela prestiate a vita per sentire RadioMaria, come spiegherete ad eventuali curiosoni).

    Lati negativi: non puoi vedere la TV (mi mancherebbero La7 e RaiStoria).
    Lati positivi: non puoi vedere la TV (lol, non serve specificare altro).

  23. Per Anonimo Qualsiasi

    Suo padre non aveva torto, lo dico perché anche mio padre la pensava allo stesso modo, pero quella del sacco di iuta lo ammetto, non ne ero al corrente.

    Vorrei anche segnalare, che finché io vada in giro alla ricerca di onde elettromagnetiche da intrappolare e copiare, potrei essere in torto, in quanto il suolo pubblico è dello Stato … e lo Stato è proprietà esclusiva dei politici e dei camorristi … noi non siamo sovrani di niente, non siamo un c***.

    Però, se mi rompono le scatole invadendo casa mia di onde elttromagnetiche, perdipiù forse anche dannose, sebbene non ionizzanti … io sono padrone di farci ciò che voglio con esse … sempreché non le torturi, ma le tratti democraticamente ;) quindi, non capisco perché debbano entrare in casa mia ed impormi un canone sol perché io abbia un televisore per seguire altri canali televisivi oppure da usare come monitor per DVD o canali in streaming … qui ci vuole una rivoluzione non solo concettuale e di principio, ma di ragione, sempre che sia accompagnata dalla parola “democratica” … cio dire rivoluzione si commette reato, quindi è meglio edulcorare l’informazione con “rivoluzione democratica”.

    Saluti,
    Maurizio

  24. Ho applaudito (piano ché altrimenti avrei svegliato casa)!
    Sono d’accordissimo.

  25. [2 refusetti: “Quindi dovremmo avere Febbraio 2012 in crescita come vendite” e un altro febbraio con la F maiuscola a seguire]

    Fortuna che ho scaricato alcuni manuali di terapia cognitivo-comportamentale proprio alcune settimane fa. :-| Anche se il sito indicato da Ronny si è appena rivelato utilissimo almeno per il campo scientifico. Immagino che per la fiction sia ancora più facile.

    Duca, un mio amico (e a quanto pare non è il solo) sostiene da anni – forse in seguito a quegli attentati alla libera diffusione di materiale culturale, come Sarkozy e il diritto d’autore qualche anno fa o la chiusura dei siti porno in Australia, non ricordo quando, ecc. -, sostiene, dicevo, che bisogna scaricare tutto il mondo finché si può, in previsione di un futuro apocaliptico di oscurità e ignoranza.
    Ma non è una tesi sbagliata? Dacché mondo è mondo si è sempre avuta un’evoluzione dei supporti & dei modi paralleli per aggirarli, come le cassette, i cd, i dvd, i file digitali.
    Ma soprattutto: il peer2peer NON potrà mai essere fermato o sbaglio? E soprattutto: internet è nato per non appartenere a nessuno: è o non è garanzia di libertà di comunicazione e condivisione per sempre?

  26. Il ragionamento dello scaricare finché si può non è sbagliato. Non tanto perché in futuro l’invio di numeri “troppo grandi” possa essere fermato, ma perché fastidi come non riuscire a trovare più quel manuale che si era visto e che bisognava consultare per un lavoro/presentazione/esame, possono capitare.

    Se qualcosa interessa o può interessare in futuro come materiale di riferimento, non c’è motivo di non scaricarlo e collocarlo in una apposita cartella per tenere tutto in ordine e riscoprire a distanza di mesi o anni manuali scaricati e mai nemmeno sfogliati, dentro cui potrebbe trovarsi al risposta al dubbio del momento.
    Costruire una biblioteca di riferimento suddivisa in base agli interessi.

    Nel mio caso la sezione storica è divisa per secoli o macroperiodi, dentro a cui suddiviso ancora il materiale di storia militare dal resto e, a parte sia in “Ottocento” e “Guerre Mondiali – Primo Novecento”, una cartelletta per i romanzi storici del periodo (o sul periodo).

    La fantascienza e la saggistica dell’Ottocento sono separate a loro volta dall’Ottocento: essendo per me principalmente materiale di riferimento per lo Steampunk, ho fatto due cartellette dedicate ai Saggi e alla Narrativa nella cartella generale dello Steampunk invece che tenere tutto sotto Ottocento.

    Naturalmente solo la saggistica interessante per la fantascienza è lì (due libri su Marte di Lowell, gli articoli di Schiaparelli ecc…), mentre quella più generale come i manuali per signorine sono collocati nella parte Ottocentesca della cartella Storia, nel materiale non di Storia Militare.

    I saggi di Kellogg, sia quelli per signore/signorine che quelli di ambito medico (digestione, corpo umano spiegato ai bambini, rant contro il corsetto e il vestiario dannoso alla salute), sono invece tutti assieme nella cartella Kellogg che sta dentro la cartella in cui ci sono anche gli altri testi non dedicati alla Storia Militare.
    Kellogg essendo di mentalità ottocentesca ha tutti i lavori lì, anche quelli successivi al 1918 (uno che ho è del 1919, gli altri del 1910 e precedenti).

    La Germania Imperiale, a sua volta, ha una cartella dedicata solo a lei accanto a quella di Kellogg. Il materiale militare tedesco invece è assieme al resto, nel calderone della Storia Militare, incluso l’eserciziario per l’accademia di guerra di von Moltke (tradotto in inglese) che anche se è un testo d’epoca è comunque strettamente di ambito militare. Idem gli articoli di Engels sugli eserciti europei di metà Ottocento.
    Invece A Little Garrison, che pure parla di vita militare a inizio Novecento in Germania, è un romanzo satirico e sta in “narrativa del periodo”.

    Aviazione e Marina Militare tra metà Ottocento e inizio Novecento hanno una cartella separata dentro Storia, fuori dai secoli: lì ho messo i testi su primi sottomarini, corazzate, zeppelin ecc…

    L’importante è seguire una disposizione logica naturale per sé che permetta il facile ritrovamento delle cose. In tal modo si potrà mettere assieme una ricca biblioteca di riferimento, per quando servirà, senza che nulla vada perso nel marasma perché la suddivisione razionale permette con una rapida occhiata dei titoli ben suddivisi di riscoprire il contenuto.

  27. Mi dispiace per la chiusura di library.nu, anche se non lo usavo, ma anch’io un po’ me lo aspettavo, ormai era troppo conosciuto. Il mio sito di riferimento per ebook di vario genere è ancora in piedi, ma sta adottando una politica di limitazione delle iscrizioni… è molto conosciuto, temo possa avere vita breve.

    Il piacere di togliere dal mondo parte della cultura, non molto diverso dal comprare tutte le copie di un libro antico, distruggerle tutte meno una, la propria, e poi distruggere anche quella dopo averla imparata a memoria affinché nessun altro in futuro possa goderne.

    Temo in parte vi riusciranno, se è vero che chiuso un sito ne aprono altri 10 è anche vero che questi cercheranno di non attirare l’attenzione per rimanere attivi, cioè cercheranno di restare piccole comunità non rintracciabili dall’utente medio.

    Ottimo articolo.
    Un saluto
    Blu

  28. Non so voi ma la chiusura ed i commenti relativi da parte degli editori mi fanno nascere la voglia di non acquistare più nulla, nemmeno di cartaceo…

    Questa è la giusta reazione.

    […] […]

    Sul discorso pirateria e giusta indignazione avevo trovato interessante questa discussione riguardante Steam e le copie retail con l’obbligo di registrazione online

    Leggere dalla terza risposta in poi
    http://www.rpg2s.net/forum/index.php?showtopic=14701&st=0

    Il concetto è sempre lo stesso, se non rispetti l’intelligenza dei tuoi clienti finisci per perderli.

  29. Aggiungo che anche IPMart è KO:
    http://www.ipmart-forum.it

    This Account Has Been Suspended

    E un sito di torrent privato, che conoscevo ma praticamente non usavo mai (nonostante fosse molto ben fornito di saggistica), pure lui è finito KO:

    http://bibliotik.org/

    Bibliotik has shutdown all operations. We are no longer able to assume the risks involved. The staff would like to apologize for the sudden (but necessary) decision and thank everyone that participated and made Bibliotik such a great place for so long. We love you guys!

  30. http://ebook-ita.eu/
    Questo lo avevo segnato tra quelli funzionanti della mia lista privata, ma ora è chiuso e c’è un mostro che mangia il cursore del mouse…

    http://ebooklove.altervista.org/ “funziona” ancora, ma per qualche motivo mi avevano cambiato la password… se non riuscite ad accedere usate il modulo di cambio di pass.
    Una volta (e ho gli URL ancora salvati nella barra degli indirizzi a provarlo) non c’erano normali pagine coi libri? Ora vedo solo una chat…
    Tipo http://ebooklove.altervista.org/paul-di-filippo-la-trilogia-streampunk mi rimanda a un errore 404, quando una volta c’era una pagina di presentazione dell’opera e il modo per reperirla…

  31. Leggere articoli del genere è la cosa più deprimenti al mondo. Fanno perdere ogni fiducia del futuro. Perchè dobbiamo essere controllati da porci ignoranti? Quanto dovremo ancora sopportare?

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