Storia

I piccioni fotografi di Neubronner

Un breve articolo, giusto qualche informazione, per segnalare un dispositivo interessante per chi si occupa di Steampunk o di romanzi ambientati nei primi anni del ‘900: il piccione con fotocamera di Neubronner.

Julius Gustav Neubronner (1852-1932) apparteneva a una storica famiglia di farmacisti di Kronberg im Taunus, una cittadina dell’Assia. Fin da adolescente, nel 1865, aveva sviluppato un grande interesse per la fotografia. Nel 1886 ereditò la farmacia del padre a Kronberg e nel 1891 trasferì casa e negozio presso la “chiesa contesa”, un edificio che doveva ospitare una chiesa cattolica mai inaugurata.

Dopo il 1902 cominciò a usare i piccioni per ricevere rapidamente sostanze chimiche dal suo fornitore di Francoforte (un piccione poteva portare fino a 75 grammi di prodotti).
Impiegò i piccioni anche per spedire ordini urgenti di medicine al famoso sanatorio fondato nel 1876 da Dettweiler a Königstein im Taunus (circa 5 km in linea d’aria tra le due località), ma la cosa terminò dopo tre anni quando il sanatorio divenne un convalescenziario per ufficiali nel 1907.
L’idea non era originale: l’aveva già avuta il padre Wilhelm molti anni prima, quando le farmacie nei villaggi circostanti erano ancora rare. Neubronner ci ripensò a causa di un articolo di giornale che parlava di un sistema simile impiegato a Boston.

Julius Neubronner ebbe anche clienti molto illustri. La Principessa Vittoria di Sassonia-Coburgo-Gotha, figlia primogenita della Regina Vittoria d’Inghilterra, conosciuta col nome di Imperatrice Federico (Kaiserin Friedrich) dopo la morte dell’Imperatore Federico III nel 1888, scelse come sede per gli ultimi anni di vita (morì nel 1901) lo Schloss Friedrichshof presso Kronberg im Taunus. Julius Neubronner divenne il suo farmacista di corte.
Ma non è la sua carriera di farmacista a interessarmi.

Unire fotografia e piccioni

Nel 1903 la passione per la fotografia si unì a quella per i piccioni Neubronner realizzò delle fotocamere in legno di peso ridotto, 30-75 grammi, da agganciare al petto dei piccioni tramite cinghie e un’armatura in alluminio. Neubronner testò il sistema di foto aeree portando il piccione a 100 chilometri da casa. A causa del peso il piccione volava a solo 50-100 metri dal suolo e (vantaggio) tendeva a prendere il percorso più breve per potersi liberare dell’attrezzatura. Le fotografie venivano scattate in automatico tramite un sistema pneumatico che gestiva l’intervallo di scatto.

Ottenne il brevetto nel 1908 e presentò l’invenzione alle esposizioni internazionali di Dresda, Francoforte e Parigi tra il 1909 e il 1911, riscuotendo un notevole interesse. A Dresda i visitatori poterono assistere all’arrivo dei piccioni che scattavano le foto e comprare le cartoline con le foto appena sviluppate. Al Salon International de l’Aéronautique et de l’Espace de Paris-Le Bourget ottenne due medaglie d’oro, nel 1910 e nel 1911, per il metodo impiegato e per la qualità delle foto.




Julius Neubronner nel 1914; una foto aerea dello Schloss Friedrichshof e due di Francoforte fatte dai piccioni; schizzo dell’imbracatura dal brevetto depositato nel 1907; piccioni con imbracature e fotocamere; articolo d’epoca. Notare le fatine cancellate in queste foto manomesse dopo il 1918.

L’invenzione di Neubronner venne considerata molto utile per l’uso militare, nonostante l’invenzione degli aerei che permettavano ricognizioni aeree fotografiche molto superiori a quelle prima possibili per mezzo dei soli palloni. Il piccione aveva il vantaggio di poter sfrecciare a quota inferiore, catturando foto dietro le linee nemiche senza la visibilità di un aereo. Pur con tutti i problemi, incluse fucilate e uccelli da preda messi a difesa delle trincee, il piccione fotografo aveva i suoi vantaggi.

Il Ministero della Guerra Prussiano si interessò all’idea e lo scetticismo iniziale venne superato da una serie di dimostrazioni pratiche. I piccioni erano indifferenti alle esplosioni, ma il rapido spostamento delle gabbie durante i combattimenti li costringeva a impiegare un po’ di tempo ulteriore per orientarsi. Il problema delle colombaie mobili era stato già affrontato nel 1880 dall’esercito italiano, con risultati alterni, e il capitano d’artiglieria francese Reynaud lo risolse allevando i piccioni all’interno di colombaie itineranti.

Neubronner raggiunse una soluzione simile costruendo una colombaia mobile con inclusa la camera oscura, pitturata con colori sgargianti. In alcuni mesi di lavoro riuscì a istruire dei giovani piccioni a tornare alla colombaia anche dopo che questa era stata spostata. Non ho idea del modo: immagino che abbiano imparato a scandagliare l’area circostante alla ricerca della struttura quando non lo trovavano nel posto in cui si aspettavano di trovarla. La impiegò con successo a Dresda nel 1909.

Dopo anni di negoziati Neubronner ottenne un test pratico dei suoi piccioni fotografi per le manovre militari presso Strasburgo, nell’agosto del 1914, a cui sarebbe seguito l’acquisto dell’invenzione da parte della Germania. La manovra saltò per lo scoppio della guerra, ma non il test: i militari presero colombaie e piccioni e li testarono sul campo di battaglia, con risultati soddisfacenti.

Piccioni durante la Grande Guerra

Con l’inizio della guerra di trincea, i piccioni riebbero il ruolo di messaggeri che il telefono aveva minacciato negli anni precedenti, inclusi i nuovi piccioni da ricognizione di Neubronner. I piccioni fotografi ottennero un tale successo alla Battaglia di Verdun che le colombaie mobili vennero impiegate in quantità maggiore per la Battaglia della Somme.

I piccioni vennero impiegati come messaggeri da entrambe le parti. Lo United States Army Signal Corps utilizzò 600 piccioni in Francia. Il piccione Cher Ami ricevette la Croix de Guerre per aver consegnato 12 importanti messaggi durante la Battaglia di Verdun. Venne colpito nell’ottobre del 1918 mentre portava un messaggio che salvò 194 soldati del Battaglione Perduto. Sopravvisse, ma perse una zampa e gliene fecero una nuova in legno. Srsly.

Sfortunatamente, finita la guerra, complici forse le condizioni folli imposte dal Trattato di Versailles, il Ministero della Guerra disse a Neubronner che la sua invenzione non aveva un uso militare pratico e dunque non intendevano proseguire gli esperimenti.

Neubronner era anche appassionato di lanterne magiche e di cinema. Nel 1905 fondò la Fabrik für Trockenklebematerial che ancora esiste col nome di Neubronner GmbH & Co. KG, per vendere il nastro perforato adesivo che aveva ideato a partire dalle sue esperienze sull’incollaggio delle fotografie alle lastre in vetro per le proiezioni della lanterna magica.

Un professionista pieno di idee e di interessi, anche se preferisco ricordarlo come l’uomo che studiò un sistema per attaccare una macchina fotografica al proprio uccello.

Colombaia motorizzata francese della Grande Guerra.

Sempre a tema piccioni e fotografia, qualcosa di completamente differente…

I piccioni all’assedio di Parigi del 1871

Durante la guerra Franco-Prussiana del 1870-1871 Parigi, che visse l’episodio storico della Comune, venne assediata dai tedeschi. Per poter ottenere informazioni dall’esterno, Parigi iniziò a inviare tramite mongolfiera i piccioni fino a Tours. Il via vai di mongolfiere su Parigi, nel tentativo degli assediati di sopravvivere ottenendo alimenti tramite questo bizzarro (e ridicolo) ponte aereo, non piaceva molto ai tedeschi che tentavano di abbattere i palloni come potevano e pare che la Krupp sviluppò apposta un primo tipo cannone contraereo di cui non ho mai trovato immagini.

I piccioni arrivati a Tours potevano ricevere i messaggi e ripartire. Dove sta la fotografia? Semplice. Inviare brevi messaggi scritti in miniatura su carta finissima non è particolarmente efficiente come sistema e i francesi iniziarono a inviare pellicole fotografiche con le foto delle pagine dei dispacci, in pratica dei microfilm. Il primo uso militare dei microfilm storicamente accertato. In tal modo un piccione poteva portare addosso molte più informazioni: uno dei tubi inviati nel gennaio 1870 conteneva 6 dispacci ufficiali e 15 privati. Il tutto su un singolo piccione! Un piccolo miracolo della miniaturizzazione fotografica.

Non che i piccioni fossero molto efficienti come messaggeri, comunque: pare che nel novembre 1870 di 89 piccioni inviati ne arrivarono a destinazione solo 19 e nel febbraio 1871 dei 22 piccioni partiti da Tours solo 3 arrivarono a Parigi (stime di Savelon). Cattivo tempo e cacciatori francesi affamati, nonché gli sforzi prussiani per abbattere i piccioni tramite fucilate e falchi, rendevano quello del piccione viaggiatore un mestiere infame. Non per niente, per chi disponeva di personale addestrato come l’esercito prussiano, si impiegavano le astute e rapide fatine nel ruolo di staffette. Come è noto.

Fonti principali:
http://en.wikipedia.org/wiki/Julius_Neubronner
http://en.wikipedia.org/wiki/Pigeon_photography
http://www.cix.co.uk/~mhayhurst/jdhayhurst/pigeon/pigeon.html

Il Duca di Baionette

Sono appassionato di storia, neuroscienze e storytelling. Per lavoro gestisco corsi, online e dal vivo, di scrittura creativa e progettazione delle storie. Dal 2006 mi occupo in modo costante di narrativa fantastica e tecniche di scrittura. Nel 2007 ho fondato Baionette Librarie e nel gennaio 2012 ho avviato AgenziaDuca.it per trovare bravi autori e aiutarli a migliorare con corsi di scrittura mirati. Dal 2014 sono ideatore e direttore editoriale della collana di narrativa fantastica Vaporteppa. Nel gennaio 2017 ho avviato un canale YouTube.

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