È da maggio che non faccio un aggiornamento generale dedicato al mercato eBook USA e bla bla bla. Le solite robe che ormai risultano sempre meno rilevanti visto che, quando iniziai a parlarne nel 2008, avevano solo lo scopo di dire che prima o poi sarebbe potuto accadere anche da noi perché non abitiamo mica su Marte. Cose come Facebook, cellulari e PC sono arrivati anche qui, visto che soddisfacevano i desideri del pubblico (farsi i cazzi altrui invece di lavorare, nel caso di FB), quindi perché gli eReader e gli eBook dovrebbero fare diversamente visto che soddisfano desideri di lettura presenti da noi come negli USA? Non si sa.
Mistero della fede anti-eBook: questo è il Suo Corpo di Carta, prendetene tutti, questo è il Suo Sangue d’Inchiostro, bevetelo in segno di alleanza contro il digitale.
In fondo, assodato che gli eBook crescono e cresceranno anche da noi, seppur con un ritardo di 3 anni stimato da Tombolini per raggiungere le stesse percentuali di mercato degli USA, cosa ci importa degli USA? A me poco o niente (se non quando la cosa coinvolge anche l’Italia) e pure negli USA c’è gente, ma ci tornerò in un articolo futuro, che da un po’ di mesi sta dicendo quello che dicevo pure io da oltre un anno: chissenefrega che il mercato eBook sta crescendo di X o di Y quest’anno negli USA e chissenefrega che i prezzi più bassi di quelli considerati troppo alti facciano vendere di più (cosa a cui solo gli scemi non arrivavano/arrivano… e alcuni non arrivano però anche all’altro fatto, ovvero che vendere a 0,99 dollari funziona in modo eccellente quando gli altri vendono a 9,99 dollari o più, mentre le cose cambiano parecchio quando tutti iniziano a vendere a 0,99-2,99).
Se il mercato cresce e continuerà a crescere, beh, lo farà che si contempli la cosa o meno: se un Autore usa la scusa del mercato ancora in crescita o delle politiche di prezzo migliore “incerte” per attendere di scrivere e autopubblicarsi, è un coglione. Lavorate, capre, invece di sognare che il martirio di certi editori cartacei vi porti a un paradiso con migliaia di vergini pronte a comprare i libri che NON avete ancora scritto. E comunque non diventerete mai ricchi (e non solo perché scrivete così di merda che Licia Troisi sembra un’alternativa ragionevole): giocate al Lotto invece di fare narrativa se vi interessa solo la speranza di arricchirvi.
Il problema è di fondo. Il problema è come si ragiona: Editori e Autori che ragionano come venditori di alimentari prossimi alla scadenza (Tutto con l’80% di sconto! Venghino, siori, venghino!) invece che come produttori/sostenitori di opere creative diverse l’una dall’altra. Non bisogna competere sui libri a 0,99 euro invece che a 2,99 euro perché a mettere i prezzi bassi sono buoni TUTTI: bisogna pensare a COSA (argomento) e COME (tecnica) si scrivono i libri, ovvero tornare a fare gli Scrittori e gli Editori, nella prospettiva di un mercato futuro SANO in cui il pubblico scelga consapevolmente i libri e preferisca avere “proprio il romanzo che cercava” a 3,99 euro invece di “quattro romanzi diversi da quello che cercava” a 3,96 euro.
Stavo leggendo in questi giorni La Fiaccola dell’Onore, fantascienza militare scritta piuttosto male, con un protagonista piatto e i cattivi che sono dei neonazisti spaziali (WTF!), ma ha un minimo di spessore scientifico nella resa dei combattimenti spaziali e solo questo mi interessava. Non mi pare difficile da capire che non farei a cambio, per lo stesso prezzo complessivo, con tre romanzi rosa o tre gialli o tre di fantascienza SENZA combattimenti spaziali. Io volevo questo romanzo perché di questo hanno parlato bene, non ne voglio un altro a meno che non se ne parli altrettanto bene per gli aspetti scientifici e di credibilità degli scontri. Punto. Solo se mi date esattamente quello che voglio, non altra roba, posso pensare di scegliere tra le alternative in base al prezzo.
Un romanzo o un saggio non sono rotoli di carta igienica interscambiabili: se voglio un saggio sulla fisica nella fantascienza, non sono disposto a ottenere allo stesso prezzo tre saggi sull’allevamento di gatti e cani da compagnia.
Tornerò sull’argomento negli articoli dedicati futuri. Questo era solo un breve assaggio in anteprima, tanto ripetere queste cose a oltranza non fa male.
Davvero gli autopubblicati pensano che potranno competere avendo tutti gli stessi contenuti visti mille volte, la stessa scrittura dilettantesca e lo stesso prezzo da carità? Non è competere, è sperare nel colpo di fortuna: tanto vale allora giocare al Lotto.
Passiamo agli USA, visto che questo aggiornamento di loro doveva occuparsi.
Eravamo fermi ai dati di marzo 2011. Faccio un riassunto dei primi tre mesi del 2011, giusto per rinfrescarvi la memoria. Ricordate come al solito che questi sono dati provenienti dai principali editori che li comunicano alla AAP e quindi non tengono conto della massa di autopubblicati che stanno invadendo il mercato con risultati talvolta straordinari.
Cosa è successo nei tre mesi successivi?
Un po’ di cose, ma poco interessanti. Tranne a giugno e forse per questo mese almeno so il motivo. Spiacente se non mi invento spiegazioni sugli altri mesi, ma il mio lavoro non è quello di sparare balle per convincere qualche coglione a darmi dei soldi. Io mi occupo solo di narrativa, spiacente. Per le balle andate a bussare ai ragazzi del marketing o dai signori con lo straccio unto di economia e commercio nel taschino: in cambio del loro stipendio si inventeranno stronzate attinenti al vero quanto potrebbe esserlo il parere che potrebbe darvi un bimbo africano in cambio di una barretta Mars.
Esperti di aria fritta condita col senno di poi.
Analista del mercato editoriale in azione.
Grande attenzione a prezzi, formati, packaging del cartaceo, inseguimento delle mode più balorde annusate da qualche altro pseudo esperto (angeli-vampiri al liceo che affrontano templari-licantropi, il tutto come sfondo di una storia d’amore) ecc… ma divieto assoluto di parlare di dare più soldi e più tempo a Editor scelti sulla base di capacità professionali verificate. Meglio vendere merda modaiola rancida in cambio di soldi buoni che faticare per costruire la fiducia dei clienti!
Ad aprile gli eBook sono cresciuti ancora e il cartaceo non se l’è cavata tanto male.
Soliti dati AAP, di cui ricordo che non ci si può fidare troppo perché vengono immessi incompleti e poi corretti a distanza di mesi… non è che non valgano niente, non è così, è solo che tra la variabilità delle fonti (non è sempre lo stesso numero di editori a dare i dati, ad esempio per la carta erano 92 ad aprile e 79 a maggio), le correzioni successive quando i dati diventano più precisi (che è il motivo per cui a distanza di mesi i dati cambiano e i vecchi comunicati non combaciano più con i nuovi riassunti), le bizzarre modifiche nel modo di fare conteggi da un mese all’altro (ad aprile, ad esempio, i libri di religione sono entrati nel settore trade in cui non li avevano mai conteggiati… così, perché sì! E io li levo quando faccio i conti, tiè!) e assenza degli autopubblicati e dei piccoli editori (solo 15 editori circa forniscono dati per gli eBook), non rappresentano tanto una visione di insieme “vera” del settore, ma più una sorta di approssimazione del “punto di vista dei Grandi Editori”.
Dicevo, ad aprile le cose non sono andate male (dalla pagina AAP):
Adult Hardcover – $111.4 million
Adult Paperback – $95.9M
Children’s/Young Adult Hardcover – $41.2M
Children’s/Young Adult Paperback – $36.8M
Adult Mass Market Paperback – $28.5M
E-Books – $72.8M
Totale di 386,6 ML di dollari di cui 313,8 ML in cartaceo.
Gli eBook valevano il 18,83% del settore trade. Non male.
Gli eBook erano passati dai 28,3 ML dell’aprile 2010 ai 72,8 ML dell’aprile 2011, un bel +157,5% di crescita. Alla carta invece le cose non sono andate bene per colpa dei crolli di gennaio a febbraio: dai 1712,4 ML di gennaio-aprile 2010 ai 1671,9 ML di gennaio-aprile 2011 (libri a tema religioso inclusi, credo). Un bel -2,4%. Niente di tragico: c’è la crisi, c’è Borders che stava/sta andando a gambe all’aria ecc…
Passiamo a maggio.
Soliti dati AAP. Questa volta alla AAP decidono che anche gli audiobook vanno infilati in generale nel trade (ad aprile invece li avevano conteggiati una volta sì e una no, lol, evviva la coerenza!). E io li levo e levo pure i libri di religione, ma solo per fare i conti meglio sulla percentuale degli eBook (gli audiobook di certo non sono cartacei, come dovrei conteggiarli? E se nel trade infilano anche lo stufato d’asina e le salamelle come la mettiamo?).
Categoria | 2011 YTD (ML $) | 2010 YTD (ML $) | Variazione |
Adult Paperback | 473,1 | 576,4 | -17,9% |
Adult Hardcover | 386,2 | 504,1 | -23,4% |
Adult Mass Market | 185,1 | 264,8 | -30,1% |
Children’s/YA Hardcover | 198,1 | 211,4 | -6,3% |
Children’s/YA Paperback | 163,5 | 192,5 | -15,1% |
eBook | 389,7 | 149,8 | +160,1% |
| |||
Totale (senza eBook): | 1406 | 1749,2 | -19,6% |
Totale (con eBook): | 1795,7 | 1899 | -5,44% |
Dando per buoni i dati dei mesi scorsi, senza ritocchi verso l’alto successivi (che non sono stati comunicati per cui non posso saperli), gli eBook a maggio erano a circa 87,7 ML di dollari. Un mese eccellente, quasi buono come febbraio.
Ho lasciato fuori dai miei conti gli audiobook scaricati dal web (passati da 31,2 a 36,5 ML di dollari, +17%), in eccellente stato di salute, e i libri di argomento religioso (dai 227,8 ai 252,5 ML di dollari, +10,8%), unico settore cartaceo di vasto consumo le cui vendite non hanno risentito del clima di crisi economica. Dovendo scegliere tra credere a uno zombie ebreo (o a qualche altra bislacca divinità) oppure credere ai Grandi della politica e della finanza mondiale, punterei anche io sulla superstizione.
Se conteggiamo anche questi due settori in crescita, il 2011 (2084,7 ML) rispetto al 2010 (2158,4 ML) è sceso di appena il 3,41%. Dal -2,4% al -3,41%, in un solo mese la prestazione dell’anno perde un intero punto percentuale. Brutto segnale, nevvero?
E poi arrivò la Caporetto del cartaceo: giugno 2011.
Dati presi da qui e qui. La tabellina vale più di qualsiasi introduzione.
Categoria | Giugno 2011 (ML $) | Giugno 2010 (ML $) | Variazione |
Adult Paperback | 48,4 | 133,7 | -63,8% |
Adult Hardcover | 84,9 | 113,8 | -25,4% |
Adult Mass Market | 47,4 | 60,4 | -21,6% |
Children’s/YA Hardcover | 42,0 | 60,6 | -30,8% |
Children’s/YA Paperback | 44,5 | 51,5 | -13,6% |
eBook | 80,2 | 29,8 | +167,2% |
| |||
Totale (senza eBook): | 267,2 | 420,0 | -36,4% |
Totale (con eBook): | 347,4 | 449,8 | -22,8% |
Un tracollo. Una Caporetto.
Il settore trade dal blando -5,44% dei primi cinque mesi passa a oltre il -10% sull’intero anno secondo la AAP (ma a me facendo i conti viene solo -8,75%). Ho usato il dato del -5,44% senza audiobooks e libri di religioni perché le fonti che citavano la AAP questa volta non li riportavano. Un raddoppio del disastro. In un solo mese c’è stata una Caporetto editoriale. Solo gli eBook stringono i denti, confermando quota 80 ML superata nel mese precedente. Con quei 267,2 ML $ il cartaceo si colloca a metà tra la caduta devastante di febbraio e il rialzo di marzo 2011, con l’aggravante del paragone ignominioso con il buon giugno 2010.
Gli eBook sono passati dal 18-19% del mercato trade di aprile al 23% di giugno.
Nella prima metà del 2011 gli eBook hanno totalizzato 473,8 ML contro i 181,3 ML di dollari dei primi sei mesi del 2010 (+161,3%). Ah, ricordate che vi ho detto che i dati della AAP cambiano (verso l’alto) a mano a mano che arrivano informazioni più complete (con mesi di ritardo) da distributori e librai? Ecco un esempio classico: se sottraete il totale attuale dal totale del mese scorso, vengono 84,4 ML di dollari… ma per giugno ne dichiarano 80,2 soltanto! Da qualche parte nei cinque mesi prima, probabilmente su aprile e/o su maggio, sono piovuti 4,2 ML non conteggiati precedentemente.
Non arriverò al livello di rant contro la AAP di Nate Hoffelder, ma di certo non apprezzo il modo in cui comunicano le loro informazioni:
The May 2011 sales stats were released today by the AAP, and as usual I tried to do a month to month analysis. My figures for sales in January through April didn’t quite add up to what other blogs were reporting. I asked someone at the AAP for assistance because the ebook sales figures in the old press releases didn’t seem to add up right.
Let me pass along what I was told.The AAP publishes numbers each month which are then revised in the weeks and months after the press release goes out. The figures change because publishers send in updated sales data for a given month for a number of reasons: late returns, unreported sales, sales originally reported in the wrong categories, etc. Today’s numbers are going to change over the next few weeks.
You know, if Al Capone had gotten into publishing I don’t think the IRS would ever have caught him.
What this means is that all of my analysis is now bunk. The numbers I was using were very likely wrong fairly soon after they were committed to paper. It also means that all the news articles based on the monthly AAP figures – everyone’s articles – are all wrong. They were based on fiction. No one really knows what the sales figures are until months and months later.
Amen, fratello Nate.
^__^
Motivo del calo di giugno? La crisi c’era anche prima. Ma un calo così grosso come si può spiegare? Un po’ di certo il caso, magari non erano previsti bestseller a sufficienza per quel mese, ma perché allora i paperback hanno sofferto così tanto più degli hardcover? Una mia idea ce l’ho: Borders.
Come saprete a luglio Borders ha iniziato la chiusura programmata di tutti i punti vendita rimasti, ben 399 negozi (erano 1200 appena sei anni fa). I mesi precedenti erano stati caratterizzati da sempre più punti vendita che chiudevano con relativi sconti selvaggi e forse a giugno l’influenza è stata ancora maggiore. Mi suona un po’ debole come giustificazione, ma di sicuro un po’ ha influito. Considerando che Borders sta svendendo con sconti che possono essere anche del 70-90% per sbarazzarsi della merce, non mi stupirei che molta gente a giugno abbia snobbato le altre librerie per comprare a prezzo ridicolo da Borders.
Ma anche così, non penso proprio che basti a far tornare i conti senza ipotizzare anche un qualche calo delle vendite periodico (come sono sempre successi) non collegato a Borders.
Vedremo cosa diranno i dati di luglio. Dovrebbero uscire proprio in questi giorni.
Chiudendo quei 399 negozi, gli ultimi 31 hanno chiuso proprio domenica scorsa, Borders ha mandato a gambe all’aria 10.700 dipendenti come grazioso regalo estivo.
Rimangono in piedi i 717 negozi di Barnes & Noble. Nonostante abbia sofferto a giugno, Barnes & Noble ha le vendite degli eBook in costante crescita, sta continuando a puntare sul digitale col suo Nook (e il Nook Color era -è?- il tablet più venduto negli USA dopo iPad) ed è la maggiore catena di librerie degli USA.
A febbraio 2011 la stima di come si dividesse il mercato librario era questa: Amazon 22,6% (grassa, avida troia); Barnes & Noble 17,3%; Borders 8,1% (brucia, strega, brucia!); Books-A-Million 3% e indipendenti 6%. E visto che la somma non fa 100%, ciucciatevi il calzino e guardate l’originale (non mi pare dica dove sia finito il resto della cifra, anche se di sicuro una parte è nei supermercati e negli angoli di vendita libri di altri negozi). ^_^
Scaffale Borders degli scorsi mesi: la disperazione stimola la creatività dei dipendenti.
Presente quando hanno tirato due atomiche in testa ai giapponesi e quelli in risposta hanno iniziato a produrre manga e anime? Qualcosa del genere.
Ho accennato prima ai tablet.
Soddisfiamo una piccola curiosità allora: quanti statunitensi hanno un tablet, quanti un eReader e quanti entrambi? Chi ha un iPad o simili ha bisogno di un Kindle? Un pesante attrezzo retroilluminato è ideale per leggere quanto un leggero oggettino passivo che somiglia proprio alla carta di un libro? Ho già sfottuti i teorici dell’iPad come Kindle Killer nell’aggiornamento a tema eBook di agosto, ma non resisto mai quando posso farlo. ^_^
Vediamo qualche dato concreto.
Ricordate il famoso raddoppio degli adulti britannici dotati di eReader a Natale 2010? Anche gli USA hanno avuto il loro raddoppio: gli adulti dotati di eReader sono passati dal 6% di novembre 2010 al 12% di maggio 2011.
Anche i possessori di tablet a maggio erano aumentati, seppure non quanto quelli di eReader: 8% degli adulti in possesso di un iPad, un Samsung Galaxy, un Motorola Xoom o un Nook Color contro il 7% di gennaio 2011 e il 5% di novembre 2010. Quel misero +1% tra gennaio e maggio fa sospettare che iPad 2 abbia creato più un “ricambio” tra i possessori del primo iPad che non un boom della penetrazione del mercato, all’uscita. Più importanti invece le compere Natalizie (dal 5% al 7%).
Interessante la sovrapposizione di possesso eReader-tablet: 3% li possiede entrambi (9% solo eReader, 5% solo tablet), il che significa che tra i possessori di un Kindle Killer (o equivalente) i 3/8 -circa 40% come dicevano anche fonti precedenti– ha sentito il bisogno di avere qualcosa di meglio per leggere eBook. E quel 12% di proprietari di eReader potete scommettere che sono quasi tutti forti e fortissimi lettori, non tizi da 3-4 libri l’anno.
Proseguendo coi tablet si arriva al Tablet di Amazon.
C’erano state molte voci negli scorsi mesi, voci che non ho mai riportato perché non è un eReader e perché delle voci mi frega poco se non sono davvero interessanti, e alla fine è stato avvistato e provato poche settimane fa. Dati? Quasi ignoti. Schermo da 7 pollici, forse una variante da 10 pollici nel 2012, un “Kindle OS” basato su Android 2.2 (in una versione così modificata e personalizzata da Amazon da non rimanere quasi nulla di Google all’interno).
Mese di uscita? Si diceva ottobre 2011, ma nell’articolo sostengono novembre. Uguale, che importa. Prezzo? Molto buono, pare che costerà solo 250$, di sicuro meno di 300$ (perché una ricerca aveva dichiarato che un tablet sotto i 300$ poteva ottenere in pochi mesi vendite per oltre cinque milioni di pezzi). Un avversario non tanto per iPad, ma per il Nook Color: lo scopo pare non essere spodestare il Re dei Tablet, ma il povero Cristo al secondo posto. Che poi è quello che fa guadagnare bei soldini al maggiore avversario di Amazon nell’ambito eBook. Astuti.
Ci sarebbe da parlare del fantomatico sistema di abbonamento agli eBook di Amazon e del sistema di prestito librario, ma perché farlo? Mercoledì 28 settembre ci sarà una conferenza stampa di Amazon in cui, quasi sicuramente, annunceranno il tablet e magari qualcos’altro. Non hanno mai fatto conferenze stampa per annunciare i Kindle, ma con un tablet forse vogliono fare le cose in modo più à la Apple.
Ah, il Kindle. Giusto.
il Kindle 4 potrebbe arrivare presto, già a ottobre. O forse no. ^_^ C’è stata una bizzarra serie di fraintendimenti riguardo un’intervista radiofonica al CEO di Hachette Livre e ai tweet a tema rilasciati poco dopo dal giornalista. Sembrava, fino a pochi giorni fa, che il CEO avesse annunciato l’apertura del Kindle Store francese per l’8 ottobre e assieme l’inizio delle vendite del Kindle 4. Peccato che l’8 ottobre, un sabato, sia un giorno bizzarro per avviare le vendite del Kindle 4 [NdDuca del 29 settembre: infatti poi lo hanno annunciato e messo in vendita il 28 settembre, un mercoledì].
I tweet a tema, per chi gracida il francese.
Riassumendo: è altamente probabile che il giorno 8 ottobre apra il Kindle Store francese, affiancandosi al tedesco nell’invasione del continente pianificata da Amazon. Mercato eBook francese che al momento non vale granché, nonostante il buon ritmo di crescita:
Although online sales of e-books rose by some 40% year-on-year in 2010, they still represented only about a third of the 1.8%, Gallimard told the SNE general assembly yesterday. The other two-thirds were made up of physical forms of distribution, such as CD-Roms and USB keys. If applications and licence revenues are added, SNE figures show that e-books held 2.5% of the book market last year.
Solo 1,8% del mercato, di cui appena 0,6% online e 1,2% con vendita su supporto fisico. O almeno così diceva a luglio TheBookseller.com, poi non so altro (l’Italia dovrebbe raggiungere l’1% del mercato trade per l’inizio del 2012, non siamo tanto indietro rispetto al resto del continente).
Dopo quello francese dovrebbe aprire lo store spagnolo (c’erano voci di una apertura entro l’anno) e poi quello italiano, si spera. Dico si spera, perché per l’Italia non c’erano state voci particolari, se non quel dettaglio degli altri 1000 eBook Mondadori presso Amazon entro Natale dopo i 2000 iniziali. Ricordate?
Segrate, 27 luglio 2011 – Mondadori e Amazon hanno sottoscritto oggi un accordo grazie al quale oltre 2.000 e-book trade del Gruppo di Segrate saranno disponibili per i possessori di Kindle. I clienti europei potranno acquistare gli e-book di Mondadori attraverso Kindle store su Amazon.co.uk, Amazon.de e Amazon.com.
Le case editrici Mondadori, Einaudi, Sperling&Kupfer e Piemme metteranno a disposizione degli utenti di Kindle in Europa migliaia di e-book attraverso i Kindle store. Ed entro Natale Mondadori arricchirà l’offerta per i lettori con altri 1.000 titoli digitali, incluse tutte le novità di ciascuna casa editrice previste per il prossimo autunno-inverno.
Spero che dicano qualcosa a riguardo mercoledì.
Non mi sembra così folle l’idea che assaltino in pochi mesi Francia, Spagna e Italia forti di un nuovo tablet che costa la metà di iPad e di un nuovo Kindle 4. Magari sotto i 100$ per battere la concorrenza del nuovo Nook a 119$ e del nuovo Kobo Touch a 129$? A proposito: spero che Kobo trovi dei distributori in Europa perché il loro eReader è un’allettante alternativa allo strapotere di Kindle (i Sony PRS-650 al doppio del prezzo non erano un vera alternativa al Kindle 3, se uno poteva farselo spedire).
C’erano altre voci in questo periodo, ma eviterò di parlarne: la possibilità di fare figure da pirla a raffica come accaduto a Nate (il caso del Kindle Store “Olandese”) non mi ispira, motivo per cui preferisco prendere tutto con le pinze. E rimetterlo nel fuoco.
E poi sono pigro e non mi va di scrivere altro. È tutta così noiosa questa roba! Niente nazisti spaziali e niente eroi con la mandibola squadrata che li affrontano. Perché il mercato eBook invece che un covo di Banditi col Cilindro che sfruttano il lavoro degli schiavi in puro stile Capitalismo 2.0 non può diventare qualcosa di figo come la fantascienza militare in Urania?
Fate i bravi e aspettate mercoledì, su, che manca solo un giorno e mezzo…
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