Vi consiglio di vedere questo divertente documentario del 2008 sul cibo nell’età vittoriana. È un episodio di Supersizers, programma dedicato al cibo inglese nel corso dei secoli. Tra le prelibatezze c’è la testa di vitello consumata per intero (incluse le orecchie fritte, ma non gli occhi) e un uccellino a cui ciucciano il cervello direttamente dal cranio.
Curiosa la carne in scatola, durissima e unta di roba gialla che sembra smegma: pietanza alla moda (era una novità) per la colazione.
Mi hanno incuriosito i Pigeons à la Duchesse, piccioni disossati inondati di una besciamella che è praticamente tutta burro, impanati e fritti. Potete leggere la ricetta da un manuale del 1888, Dressed Game and Poultry à la Mode, ma non mi sembra uguale a quella seguita nel documentario. Forse ci sono delle varianti o si è modificata col tempo.
Sono sei parti. Guardatele.
Nella seconda parte consiglio ai più sensibili di saltare i primi 27 secondi dato che appare uno spezzatino di coniglio al curry. Chi non ama i conigli è una persona cattiva, è il Male. E Clio è “blutta! blutta! testa di pigna! blutta!”.
Divertente anche la passione per le gelatine colorate, roba da bambini ritardati di cui andavano ghiotti i ricconi inglesi. Bello pure quando si mangiano gli scoiattoli. L’idea di assaporare gli animali più interessanti, specialmente quelli rari, mi ha ricordato la tradizione del Club degli Esploratori di mangiare animali esotici nel corso delle loro cene annuali. Nel 1951 hanno scongelato un mammut di chissà quante decine di migliaia di anni fa e se lo sono ingoiati: secondo una testimonianza aveva un gusto orrendo, come fosse carne guasta, lol.
E non dimentichiamo i membri del Glutton Club di Darwin, il cui scopo era mangiare ogni sorta di “uccello e bestia ancora sconosciuta al palato umano”. Obbiettivo delizioso, sublime, lo approvo all’unanimità uninominale! Mi sta venendo voglia di bistecca di rinoceronte, possibilmente albino: se una specie si sta per estinguere è il momento di assaggiarne un pezzo prima che sparisca del tutto, no? ^__^
Potrebbero mangiare questa in una ambientazione Steampunk Fantasy.
(Maggiori informazioni in questa pagina)
Uno dei libri sull’Ottocento che avevo consigliato un anno fa (Daily Life in Victorian England) parlava dei sani alimenti vittoriani. Prima che il cibo diventasse industriale, quando c’era il buon pane di una volta, quello come lo faceva la nonna… a patto che vostra nonna infilasse nel pane allume di potassio e gesso fino a metà del peso per sbiancarlo.
Tra le altre squisitezze della sana società di una volta: stricnina e vetriolo nel rum e nella birra; solfato di rame nei sottaceti per dar loro un bel colore; cromato di piombo nella senape; foglie di tè che dopo l’uso venivano seccate, tinte col solfato di ferro e rivendute ai poveracci (tè economico, si riciclava anche decine di volte, come faceva Paperon de Paperoni); bisolfato di mercurio, solfato di piombo e altre delizie chimiche dentro ai prodotti a base di zucchero e alla cioccolata; e come non ricordare il minio (ossido misto di piombo), responsabile della sana crosta rossa del miglior formaggio Gloucester vittoriano?
Ah, i bei tempi andati senza gli orridi OGM e le mozzarelle blu, quando si mangiava s’ano! ^_^””
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