Isaac George è l’attore di origini nigeriane (naturalizzato italiano) che ha interpretato il mitico Aziz, il cameriere del Commendator Zampetti in I ragazzi della 3a C. Bravissimo. Le macchiette negre che sapeva tirar fuori erano meravigliose. Eccolo in uno spot Peperlizia del 1986, preceduto da uno spot molto simile con un quattrocchi bianco e contemporaneo di un altro spot, molto meno carismatico, con un insulso cinese. Isaac George tramuta una pubblicità banale in Sense of Wonder.

Questo articoletto si ricollega al mio discorso solito sul fatto che la massa silenziosa dovrebbe smetterla di farsi tiranneggiare da una minoranza di malati di mente ossessionati dal Politically Correct (e dai Grandi Temi & Significati) e dovrebbe riconquistarsi con la forza, mandandoli affanculo a gran voce, il diritto di divertirsi senza dover tramutare ogni cosa in politica, razzismo, critica sociale e altre stronzate che sono le tipiche ossessioni delle società inferiori.

Una società sana produce anche critica sociale e politica, ma non passa al vaglio interpretativo della censura politico-razzista ogni cosa venga prodotta… solo dove la cultura non è di massa, l’élite intellettualoide sente il bisogno di snobbare ciò che non tratta Grandi Temi perché “mica vuole assomigliare ai porci degenerati del volgo, quelli che leggono gli Urania, bleah!”.

Ho definito la minoranza dei sostenitori del Politically Correct “malati di mente”.
È la definizione corretta, grossomodo. Magari ce ne sono di più graziose, probabilmente più politically correct, ma il senso è quello se si analizza ciò che motiva questa minoranza. Eric Berne ce lo ha spiegato, come accennato nel post precedente: è il meccanismo del “sono pura”, un gioco (ovvero un modo di passare il tempo infliggendo dolore agli altri secondo un rito preciso per stimolare il proprio piacere -in modo sgradevole/vergognoso per sé stessi-, se mi passate questa sintesi estrema del concetto di gioco) in cui si dichiara che “no, io non farei mai una cosa simile e tu che la fai / vorresti farla, se un disgustoso degenerato… non siete tutti d’accordo con me?”. E chi non è d’accordo con lei è un degenerato come la vittima del gioco stesso.

Anche quando la maggioranza ritiene che la vittima dell’accusa abbia ragione, parte lo stesso la caccia alle streghe perché nessuno vuole finire a far coppia con la vittima sacrificale. Un esempio simile è il giustizialismo, per cui nella foga della caccia ai criminali si formano cricche di magistrati corrotti, giornalisti diffamatori, politici corruttori ecc… tutti accomunati dal Sacro Fuoco della Giustizia (e tutti rigorosamente smascherati come peggiori della gente che accusavano, nel giro di due-tre anni).

Anche chi per abitudine incula i bambini diventerà subito un attivo sostenitore delle intercettazioni libere su TUTTO il traffico web italiano alla ricerca dei pedofili, se gliene si dà l’occasione. Anzi, proprio chi per primo compie un dato reato o atto disdicevole è portato a sviare l’attenzione facendosi promotore di crociate morali. Sì, non vi viene in mente Beppe Grillo e Di Pietro solo per caso (un meraviglioso esempio di plagiatori di polli: poi il grottesco umorismo insito nel convincere una massa di coglioni plagiati che “voi siete quelli che sanno e non si fanno plagiare” è una delle cose più spassose, ed efficaci!, nella storia della demagogia contemporanea).

Box Steampunk!
Facendo un collegamento col modo in cui lo Steampunk può mostrare certi aspetti della nostra realtà trasferendoli nel “passato”, ricordo che in Infernal devices (Le macchine infernali nell’edizione italiana per Urania) di Jeter è proprio la carismatica leader della Ladies Union for the Suppression of Carnal Vice a gestire e promuovere la prostituzione delle schifose ragazze-pesce tanto apprezzate dai ricconi londinesi. Diffidate di chiunque faccia il difensore di innocenti (“Ma perché, perché, nessuno pensa alle bambine?”)

Questi giochi dannosi per gli altri (e per sé stessi) sono problemi mentali.
La gente sana non dovrebbe parteciparvi. La definizione di mentalmente sano passa per il non partecipare a simili giochi. Compito dello psichiatra è far inceppare questi giochi e costringere la gente a uscirne per guarire. E qui diventerebbe problematico spiegare come la Alcolisti Anonimi sia un gioco legato all’alcolismo e non la sua soluzione, nella famosa guerra tra Eric Berne e questa particolare (e socialmente potente perché in apparenza fanno il bene) Lobby di Giocatori.

Il politically correct è un gioco istituzionalizzato e quindi spacciato per normale dai Media. Se tutti sono malati di mente e tutti fanno del male agli altri, la malattia mentale diventa normalità… peccato che non sia così perché non sono “tutti”: è una piccola minoranza di malati di mente che tiranneggia con accuse e insulti una maggioranza assoluta di persone mentalmente sane.

Negli ultimi anni i commenti a favore del politically correct sono sempre più contrastati dall’incremento delle risposte della massa “non più così silenziosa”, che prima era silenziosa proprio perché è come il bue che “lavora e sta zitto” però quando si rompe troppo il cazzo (più di dieci anni di critiche, accuse e bastonate) muggisce e calpesta.

La maggioranza silenziosa non lo rimane in eterno: se si tira troppo la corda comincia a reagire e quando i singoli nella massa iniziano a scoprire di non essere gli unici a pensarla diversamente, l’illusione collettiva che li azzittiva, partono le rivoluzioni dal basso (come accadde con Gamberi Fantasy quando si iniziò a vedere che moltissimi il lecchinaggio e la merda fantasy non le tolleravano).
Ecco qualche commento al video Peperlizia che mi ha ridato un po’ di speranza:

Io penso che i problemi ce li abbiamo adesso.
Una volta in un video del genere non si percepivano i connotati razzisti che si avvertono oggi, le cose venivano chiamate con il loro nome e non con ridicoli eufemismi che sono ancora più offensivi, vedi per esempio “videolesi” invece di “ciechi”, i quali peraltro sono associati nell’Unione Italiana dei Ciechi.
Negli anni ’80 non avevamo ancora importato la politically correctness? e altre cretinate da oltreoceano.

[…] è solo una pubblicità divertente vecchia di 20 anni…il razzismo ce lo vuoi vedere tu!!
ti dirò di più, sei TU il razzista, perchè fai l’equazione “negretto” = razza inferiore da difendere.
io vedo solo una vecchia pubblicità, cerca di vivere un pò + rilassato e vedrai come è bello il mondo…saluti

pero’ se mettono l’italiano spaghetti baffi mandolino in una pubblicita’ tedesca non dite un cazzo. Preferisco gli anni 80 ad adesso che devo stare attento a come parlo. Fanculo al politicamente corretto!

[…] il razzismo è negli occhi di chi lo vede!

Che palle certi commenti da radical chic, per farsi vedere piu’ intelligente, piu’ illuminato, va va…

Ma infatti, anche a me fa ridere senza troppi problemi. Bisogna saper prendere in giro e sapersi far prendere in giro. Qui c’è solo uno STEREOTIPO, nè più nè meno. Chi dice che questa pubblicità è razzista è un gran ipocrita, che si riempie solo di paroloni. Poi chi è veramente razzista risponde male e si tira sempre più la corda. Attenti a non spezzarla.

Ma che c’è di razzista? Il politically correct vi da veramente alla testa! L’intento era quello di dire che i prodotti peperlizia piacciono a tutti, tant’è che c’è pure lo spot col cinese (ma ovviamente nessuno c’ha visto niente di razzista in quello, il razzismo c’è solo quando c’è di mezzo qualcuno di colore). Fra l’altro mi ricorda il personaggio di Nescobar-a-lop-lop di My name is Earl (tanto per smentire chi dice che personaggi del genere potevano essere sfruttati solo negli ’80 ed in italia)

Il popolo sovrano mostra sempre più insofferenza verso la cricca finto-elitaria di cafoni radical chic che si aggrappano al politically correct perché è più semplice recitare stronzate preconfezionate che avere delle idee su un argomento.

Comunque, per chi sente il becero bisogno di urlare “Al Razzismo! Al Razzismo! AAAaaahhh!!!”, voglio ricordare che nella contrapposizione Aziz-Zampetti (povero-ricco, negro-bianco, servitore-padrone ecc…) alla fine Zampetti è un personaggio negativo mentre Aziz è molto più ricco di aspetti positivi. Quando si tratta di barare all’esame per la maturità è Aziz ad avere remore e a fare la morale e non l’asinello Zampetti (che minaccia di licenziarlo, al solito):

Taaac!

E rilancio con la reazione di Zampetti quando Aziz ne sottolinea l’ignoranza:

Isaac George che mangia le gibolline alla beberlizia bonti è molto meglio dei VuMinchia che sproloquiano di Tolkien.

 

57 Replies to “Isaac George nello spot Peperlizia”

  1. Ho affrontato questo discorso qualche giorno fa con un amico, non se ne può davvero più!
    Ha iniziato lui dicendomi che non ha senso chiamarle Escort, visto che in italiano abbiamo tonnellate di termini:
    Zoccola, puttana, prostituta, meretrice, cortigiana, bottana, accompagnatrice ecc.
    Io per provocazione ho detto: Massì, chiamiamole diversamente morigerate.
    Oppure anche i Clochard… sono barboni, senzatetto, vagabondi, zingari, chiamali pure diversamente addomiciliati se vuoi, ma basta con questi nomi stranieri per far finta che non esistano le cose brutte.

    Oppure anche i diversamente abili:

    Qualche anno fa, alcune persone disabili hanno avuto l’acuta e orgogliosa intuizione di sottolineare come, anche in presenza di una menomazione importante, riescano a produrre, realizzare, essere competitivi con il resto del mondo. Il che talvolta è vero. Per definire questa condizione hanno coniato il neologismo “diversamente abili”. Nella loro bocca, in quel contesto, in quel momento poteva forse avere un senso. Forse. Ciò perché alla fin fine si enfatizza il concetto di abilità a tutti i costi, la concorrenza, la rincorsa ad una omologata normalità con tutti i paradossi che questa porta con sé.

    Ma ci sono persone, più di quante si creda, la cui principale e vitale esigenza non è quella dì trovare un lavoro e un collocamento mirato, ma quella di assicurarsi un servizio di assistenza che renda meno gravosa l’insostenibile pesantezza del quotidiano per i loro familiari a cui è delegata in toto – da distretti, comuni e servizi sociali – la loro stessa sopravvivenza. Sono le persone con handicap gravissimo e se il termine urtasse le sensibilità più raffinate potremmo definirle “diversamente ospedalizzate”. Persone che al turismo accessibile non possono interessarsi, come pure alla possibilità di guidare un veicolo o alle opportunità dei servizi telematici o alla partecipazione a battaglie civili di avanguardia. La loro preoccupazione è – banalmente – sopravvivere, qualche volta malgrado i servizi socio-assistenziali pubblici. E se quei servizi verranno ulteriormente tagliati non diranno nulla perché non hanno voce. Altro che diversamente qualcosa”. Niente di male, lo ripetiamo, se una persona disabile si autodefinisce “diversamente abile”. Qualcuno potrà sorridere a qualcun altro si inumidirà il sopracciglio di fronte a cotanta fierezza, in qualcuno scatterà l’emulazione e la volontà di superare la provocazione definendosi financo “diversamente dotato” (evocando pruriginose rimembranze). Ma quando il termine deborda dalla boutade per assurgere a termine di uso comune, si comincia a percepire un sentore di ipocrisia.

    E mai come negli ultime mesi ci è capitato di annotare quel termine – “diversamente abili” – magistralmente inchiavardato nei pubblici sermoni di politici opinionisti, operatori, funzionari, responsabili di associazioni. Sembra si voglia far intendere che l’epoca dell’invalido povero ed emarginato sia stata sepolta da una nuova cultura fatta di promozione e di integrazione, di sperimentazione e di innovazione. Di questa “rivoluzione culturale” i “diversamente abili” sarebbero addirittura apportatori di ricchezza proprio grazie alla loro diversità. Siamo certi che le persone disabili farebbero volentieri a meno di quella ricchezza. Sono portatori semmai di esigenze particolari che tanto sono più gravi quanto meno trovano risposta.
    L’affermazione poi ce ne ricorda una di un po’ più datata e svagata che interpretava la malattia mentale come una condizione comunque felice perché fuori dai rigidi e stereotipati paradigmi di una società bruta e poco creativa. Pregiudizio mascherato. Voglia di negare il profondo disagio che è proprio della malattia. La stessa superficiale ipocrisia di chi – e non sono in pochi – sostiene che le persone con Sindrome di Down sono comunque felici “perché sorridono e sono socievoli”. Quindi “diversamente abili”!

    È quindi una definizione non stigmatizzante e che raschia di meno la crosta nelle paure di ognuno di noi, che siamo o meno disabili. Ma è una terminologia oltre che falsa, inefficace. Falsa perché distorce la realtà spalmandola su un quadro rassicurante, una rappresentazione buona per tutti i salotti e per tutte le stagioni. Inefficace perché non evidenzia il disagio e non rimarca l’obbligo civile della presa in carico da parte di tutti. (Tratto da qui)

    E adesso fatemi tutti un favore, chi non si è mai masturbato alzi la mano. Esatto… quella mano, la diversamente pulita.

  2. Che pezzo grandioso Duca. Quoto ogni singola sillaba perché hai dannatamente ragione. Che rottura di scatole tutte queste etichette, questo cambiare i termini ogni due o tre anni sulle “categorie sociali” per cercarne sempre nuovi e meno offensivi, che poi sono meno offensivi e civili per chi? Quanto tempo perso attorno a un tavolo per coniare parole che non turbino i benpensanti.
    Mio padre era insegnante di sostegno, nel corso degli anni i termini utilizzati per indicare i suoi studenti sono cambiati tantissimo, ogni tot di tempo veniva imposta una formula nuova per definirli, ma questo non ha mai alleggerito il loro ruolo di diversi agli occhi della società.
    Dicasi lo stesso per tutte le categorie etichettate con parole falsamente eleganti che nascondono solo necessità di costume e politica.
    Ricordo molto bene la pubblicità in questione. Oggi sarebbe improponibile, si leverebbe un’alzata di scudi clamorosa contro i suoi ideatori!
    Ma come si fa a godersi la vita senza un po’ di innocente goliardia? Senza i doppi sensi, le battute salaci, l’umorismo, l’ironia, i commenti dissacranti e tutto quello che può spezzare la noia e la bruttura del quotidiano? Non è una battuta maschilista sulle donne che può offendermi, al contrario sono la prima a farle. Due risate per sottolineare i punti deboli a livello culturale e sociale del mondo in cui viviamo possono solo farci bene.
    Che si dedichino al loro letargo intellettuale moralisti e cervelli atrofizzati. Io preferisco ridere, se posso ridere di me tanto meglio!
    Enjoi.

  3. Tutto cio` mi ricorda “Le sirene di Titano” di Vonnegut, quando lo Zio ritorna sulla Terra e vede che tutti si sono automutilati di cio` che li rendeva “migliori” rispetto agli altri in nome della nuova religione, i piu` forti si appendono dei pesi perche` la loro dote non risulti offensiva per chi e` piu` debole, chi ha un’ottima vista si acceca, e cosi` via, per non urtare l’altrui sensibilita`.

    Ho letto da qualche parte un articolo che parlava di come la nostra sia diventata una victim society, di come sia fondamentale poter dimostrare di essere una vittima per avere successo nei TV show americani (non riesco a ritrovarlo, pero`). Questo si vede ovunque: e` quasi impossibile trovare romanzi e film in cui l’eroe non abbia perso i genitori, la moglie, un qualche parente, o sia stato rapito, torturato eccetera. Come a scusarsi di avere le caratteristiche di un eroe, o come se uno avesse valori positivi solo come reazione a un torto subito. E ci deve sempre essere la donna, l’afroamericano, il bianco, l’asiatico… tutti con qualche problema, ovviamente.

    Buttare nel cesso la creativita` per tutelare la sensibilita` di gente che 9/10 non l’ha neanche chiesto v.v

    Tra l’altro e` umiliante essere considerato bisognoso di protezione, non da atti violenti, ma da film, pubblicita`, libri… parole, in fin dei conti. Perche` e` curioso che il diritto a non sentirsi soggettivamente offesi e` sacro, sempre a scapito della liberta` di espressione, che invece e` un optional (grazie, MOIGE!).

    Io invece posso dire quello che voglio, perche` contengo un utero, dunque sono oggettificata e sminuita dai cartelloni di Dolce&Gabbana. Questo mi da` il diritto di censurare e tappare la bocca a tutti! ;P

  4. Nelle prossime edizioni di Alice nel Paese delle Meraviglie il Bianconiglio diventerà negr ner di colore per bilanciare l’evidente razzismo vittoriano di Lewis Carrol, mentre a Biancaneve Grimilde offrirà un mango equo&solidale-il Principe Azzurro può rimanere così com’è: il colore del suo vestiario è indice di democraticità e pacifismo(Nazioni Unite).
    Stronzate inventate così sul momento, ma mica tanto

    PS Leggete la lista: il Duca c’è andato anche troppo liscio, I suppose.

  5. Vorrei portare il mio contributo – più psichiatrico della media – a giustificazione delle mie posizioni forcaiole.

    * A me non riesce difficile credere che Berlusconi abbia fatto tutte le nefandezze di cui lo accusano, e non mi riesce difficile perché al suo posto avrei fatto di peggio ^__^

    * Mi piacciono i banditi e ammiro gli ipocriti, per cui avevo trovato geniale l’idea di una legge per punire i clienti delle prostitute, purtroppo affossata dal caso D’Addario prematuramente esploso.

    * Detesto invece gli idioti e li impiccherei tutti, e i banditi ipocriti che si fanno beccare appartengono a pieno titolo a questa categoria ^__^

  6. La cartina su intelligenza e dimensione del pene è molto bella. Caso strano, tutte le nazioni che sembrano abitate da mentecatti (arabi e negri) hanno effettivamente un QI inferiore. Bizzarro che gli USA non siano verde luminoso come la Russia…

    :-/

    Il mio sospetto è che i test per arabi e africani non siano validi perché non tarati correttamente. Ok, devono valutare capacità logiche-spaziali e bla bla bla che qualsiasi umano da 100.000 e passa anni deve avere e in base a cui si trova la differenza tra un coglione che tenta di infilare un cubo nel foro a forma di cerchio (Autori Fantasy Italiani) e uno che progetta modelli già funzionanti senza doverli costruire (Tesla).
    Però questi sono test per esseri umani. Non sarebbe più giusto usare i test per gli scimpanzé? O i labirinti dei topi? Bush junior credo che abbia potuto frequentare l’università così.

  7. vorrei portare anche il mio contributo con la mappa qui sotto
    POPPE
    no, solo perchè il rapporto misure/Q.I. non mi serve per decidere dove andare in vacanza quest’anno.

  8. Il Giappone è pieno di delizioso petto piatto.
    Peccato che la maggior parte abbiano i denti storti, le gambe da cavaliere mongolo e sembrano state percosse in faccia con un martello. E poi nei locali giusti in cui ci sono quelle carine (pompini, masturbazione ecc…) non è detto che facciano sempre entrare gli stranieri.

    Perché le Giapponesi non assomigliano un po’ di più ai personaggi degli anime? :-/

  9. Ma quindi quella delle dimensioni dei neri non e` una leggenda metropolitana? O.O

    Purtroppo abbasso la media in tette v.v

    Chissa` come hanno fatto a testare il QI di popolazioni non alfabetizzate. Ma poi perche` non ci sono dati sull’intelligenza in Groenlandia, ma ci sono sulla dimensione del pene?

  10. Purtroppo abbasso la media in tette v.v

    Delizioso petto piatto anche tu?

    Chissa` come hanno fatto a testare il QI di popolazioni non alfabetizzate.

    Come con Bush junior, immagino.

    perche` non ci sono dati sull’intelligenza in Groenlandia, ma ci sono sulla dimensione del pene?

    Perché è più importante.

  11. Ahimé, mi unisco alla categoria delle “petto piatto”. LOL
    E Sarevok sappi che io SONO DELIZIOSA. Ho un mucchio di altre buone qualità. -.-
    >.>…

  12. Purtroppo abbasso la media in tette v.v

    Pure io, mannaggia. ç__ç

    Qui un sito non politicamente corretto.

    Qui un telefilm politicamente corretto. Dove il nero è vestito di nero e l’asiatica è vestita di giallo.
    Cazzo, così dovrebbe essere il mondo.

  13. polvere, sarai anche deliziosa, ma se hai le tette piccole quelle non son deliziose secondo i miei gusti
    (poi puoi cercare di farmi cambiare idea, non mi oppongo)

    nei power ranger c’è pure la ragazza vestita di rosa, politicamente corretto!

  14. @ Alberello
    Infatti ciclicamente su Spinoza arriva qualcuno sbraitando che non e` giusto fare battute sui bambini morti, sugli adulti morti, sul terremoto, sullo tsunami, su Sarah Scazzi, sulle ‘veline’, sul Papa, su Dyo, su tutte le religioni, sugli alluvionati del Veneto, eccetera: ‘non si scherza sui Problemi Reali’. Lulz factor +5.

    @ Sarevok
    L’importante non e` la dimensione, ma come si usano! (tavolo da biliardo, nel mio caso).

    Sei comunque ingiustamente malvagio ;_;

  15. @Sarevok: Spiacente, ho già dato la priorità a qualcun altro! LOL XD

    @Doarcissa: tavolo da biliardo è un’immagine perfetta, quelli come Sarevok non sanno che si perdono! -.-

    @Duca: quando ci permetti di essere OT nella tua ducale dimora ti adoro! :*

  16. Secondo me il politically correct è un gran paraculo. E la sua utilità finisce qui. D: Perchè quando bisogna dire la verità non si è politicamente corretti.

  17. @Doarcissa
    Yeah, io stesso espressi la mia idea dicendo che si può scherzare su tutto qui.

    E comunque finora i perbenisti non sono riusciti a vincere, si tiene duro! Almeno un’oasi di serenità si può ancora avere!

    @Sarevok: Spiacente, ho già dato la priorità a qualcun altro! LOL XD

    Hai fatto bene!!! xD

  18. se cercate la più grossa rassegna di politicamente scorretto, il mio suggerimento è “rescue me”, una serie strepitoserrimissima (almeno fino alla quarta stagione) che in italia hanno trasmesso tra le 3 e le 4 di notte, a pezzi, senza alcuna pubblicità.
    un paio di assaggi, proprio sul razzismo e sull’uso dei vocaboli:
    http://www.youtube.com/watch?v=egAMgNY84do
    e
    e il secondo non l’ho trovato, forse è stato rimosso, ho dovuto ripiegare su questo:

  19. Ora faccio la voce fuori dal coro. Duca, a me sembra che il tuo giudizio su magistrati e giornalisti che denunciano o combattono la corruzione sia un un po’ una stronzata. Praticamente sostieni che chi denuncia è un giustizialista che sotto sotto è il primo che ne combina di ogni. Uhm, bullshit? Voglio dire, certo, ci sono anche quelli. Ma tutti? Allora a questo punto facciamo il cazzo che ci pare, tanto se poi uno ci denuncia in realtà sarà sicuramente più corrotto di noi! Fortuna che non è vero. Sarebbe un mondo abbastanza triste. Più triste ancora di quel che è, intendo.

  20. Ora faccio la voce fuori dal coro.

    E presto si capirà il perché…

    Duca, a me sembra che il tuo giudizio su magistrati e giornalisti che denunciano o combattono la corruzione sia un un po’ una stronzata.

    Perché non hai capito quello che leggevi.
    Quindi ti sei inventata qualcosa che non ho scritto e poi dopo averlo inventato me lo hai attribuito e poi hai sentito il bisogno di sentirti in disaccordo.
    Ok, chissenefrega se sei in disaccordo con qualcosa che non ho detto.

    Se non hai capito i riferimenti precisi, e ne puoi trovare dall’inizio degli anni ’90 in poi se hai studiato gli avvenimenti di Tangentopoli, non è un problema mio (nessuno è costretto ad essere a prova di plagio mediatico), ma inventarsi cose che non ho detto mi pare un’idiozia.

    Però, curiosamente, questo inventarsi a piacere ciò che dicono gli altri è pratica abituale di certi giornalisti corrotti (diffusi in tutti i quotidiani) abituati a frequentare le aule di tribunale per aver mentito sapendo di mentire e diffondendo notizie false e lesive.

    Uhm, bullshit?

    È il tuo pensiero. Tu hai scelto di interpretare a piacere inventando cose diverse. È un cazzata? Allora perché hai inventato una cazzata? Prima inventi boiate e poi te ne lamenti anche? o__O LOL.

    Voglio dire, certo, ci sono anche quelli. Ma tutti?

    Ecco un esempio dei meccanismi mentali che portano al plagio mentale: hai inventato un TUTTI perché non hai usato un QUOTE. Facile inventarsi le cose se non si citano in modo puntuale le affermazioni e non si commenta riga per riga.
    Non tutti, ma tanti sì. Qui si torna al discorso su una eventuale ignoranza degli avvenimenti dal ’90 in poi e all’essere vittime del plagio mediatico di certi soggetti (sia cartacei che televisivi) noti a chi studia la retorica ed è abituato agli abusi della dialettica eristica nell’ambito della demagogia.

    Se invece sei in disaccordo col principio psicologico, mi spiace ma al mondo non credo importi molto che tu non sia d’accordo su meccanismi noti e accettati del comportamento umano: gli umani non cambieranno il loro modo di funzionare solo perché non gradisci.

    Un consiglio utile anche per evitare il plagio mediatico attuato dai soliti noti: estrarre i SIGNIFICATI dai SIGNIFICANTI, assicurarsi di comprenderli, non aggiungere alcuna informazione inventata diversa da quanto già presente, controllare e citare i brani esatti prima di commentarli.
    ^__^

  21. Perchè da una cosa bella come le tette si è passati a una cosa brutta come i giornali? “=_=

  22. @DagoRed
    Perché quando un utente non legge con attenzione causa derailing e attira troll. Il troll attirato dal primo commento l’ho censurato, ma il derailing “per incomprensione” è rimasto a danneggiare tutti con la propria stessa esistenza.
    Se prima di dire “non sono d’accordo” ci si assicurasse di aver capito con cosa non si è d’accordo, al mondo avremmo meno discorsi fatti con le scoregge del nulla e più fatti. E le autostrade rifatte in sei giorni come in Giappone (ma magari senza i pezzi fake scambiati tra prima e dopo).

  23. lol,
    prendo il nick da un noto malvagio dei videogame, non potevo non essere malvagio :D

    comunque anche io ho altre priorità, che mi spezzano le gambe se guardo altre :D

  24. Tento di riportare IT il discorso: Duca, ma una fanciulla con le bobbone come la tua testimonial gamberettosa non avrebbe difficoltà a maneggiare una katana o un mauser?

    e per conciliare una risposta argomentata e approfondita, posto un po’ di fregna nipponica:

    http://img696.imageshack.us/img696/9486/harasaori013.jpg
    http://img697.imageshack.us/img697/1088/harasaori014.jpg
    http://imgur.com/5HjBp.jpg
    http://imgur.com/T8ddy.jpg
    http://img63.imageshack.us/img63/523/reinayuuki7.jpg
    http://img3.imageshack.us/img3/5744/reinayuuki5.jpg

  25. Continuate a sognare con le foto ragazzi, perché noi fanciulle “normali” non potremo mai essere così. Se non con l’applicazione di componenti aggiuntive e l’uso di abbondante colla vinilica! ç_ç
    Sigh…

  26. Continuate a sognare con le foto ragazzi, perché noi fanciulle “normali” non potremo mai essere così. Se non con l’applicazione di componenti aggiuntive e l’uso di abbondante colla vinilica! ç_ç
    Sigh…

    Mmhh, dici?
    Beh, allora posta una pics di te medesima in costume, così il Duca può approntare un confronto all’americana…anzi no, alla prussiana, che gli yankee gli stan sugli zebedei v.v

  27. @DagoRed
    Per il tiro il seno abbondante, essendo posto in basso (le tette non sono bocce rigide spinte in gola al livello dei pettorali alti), non crea problemi all’uso del calcio di un fucile.
    E non intralcia in alcun modo nel tiro con la pistola usando una sola mano.

    Forse intralcia leggermente nel tiro a due mani nella posizione Weaver per via del braccio armato che deve schiacciarsi sul petto. La Weaver è la posizione a due mani che preferisco perché riduce il profilo (ci si pone a 3/4 quasi come nel tiro militare con una mano sola) mentre fornisce stabilità all’arma tenendola allo stesso tempo vicina al corpo (riduce lo spazio necessario a manovrarla, utile in contesto di combattimento misto tra corpo a corpo e pistola in ambienti chiusi). In più la Weaver è una posizione naturale per usare il polso come supporto e impugnare con la seconda mano una torcia elettrica (tecnica Harries, variante della Weaver), un pugnale o un caricatore già estratto.

    La Weaver comunque non è l’unica posizione di tiro a due mani e i militari mi pare che tendano a preferire la posizione “isoscele da combattimento”. Nella posizione isoscele le braccia sono tese in avanti e il seno, nemmeno quando molto voluminoso, può venire urtato.
    Comunque pure con la Weaver se non si punta a una posizione eccessivamente di profilo e si tiene il braccio alto, si può evitare del tutto il seno e l’intralcio si azzera:
    http://womenofcaliber.files.wordpress.com/2009/06/105-weaver-sm-pic.jpg

    @Polveredighiaccio
    Sarebbe buona norma tra le femmine, io credo, photoshopparsi prima di uscire di casa e non solo dopo essere state fotografate. IMHO.
    Le ragazze negli anime non hanno problemi a essere sempre sexy e desiderabili, con la pelle priva di imperfezioni: se le ragazze vere sono migliori non dovrebbero avere problemi a battere le copie false.
    O forse mi volete dire che il 3DPD per davvero e non solo per scherzo? o__O

    Vado a piangere abbracciato a un coniglio… ç___ç

  28. Sigh Duca: photoshopparmi prima di uscire di casa???
    Non riesco nemmeno a mettere l’eyeliner senza fare casini! LOL XD
    Credo di essere femmina nel senso più imbranato e pasticcione del termine! Il concetto di “sexy” non so proprio cosa sia. Mi cospargo il capo di cenere per questo. -.-

  29. Pillola Blu o pillola rossa?

    Photoshop 1.
    Photoshop 2.
    Photoshop 3.

    Studi antropologici indicano che il seno si è sviluppato (in senso generale) da quando l’uomo guadagnò la posizione eretta e cambiò la sua abitudine di fare sesso prendendo la sua compagna da dietro e avendo come sua massima attrattiva in tal senso il sedere.

    Io, che sono un primate primitivo e non ho paura di ammetterlo, apprezzo ancora e sempre di più un buon lato B ad un abbondante e malfatto lato A.

    Sono discorsi di un evidente caratura intellettuale questi.

  30. Mmhh. Se fossimo in un manga, mediamente alla fine si scoprirebbe che polveredighiaccio è una gnocca da paura, ma troppo innocente e pura per considerarsi tale v.v

    E alla fine, se fossimo in un manga, polveredighiaccio si metterebbe col ragazzo più sfigato della scuola, dopo che lui ha vinto il campionato scolastico di uno sport a caso/fermato un’invasione aliena/pilotato un mecha da combattimento/salvato un magico mondo di cui non fotte una cazzo a nessuno/conquistato un mazzo di carte collezionabili/ ecc ecc

    polveredighiaccio, di che colore avresti i capelli, se fossi una gnoccona da manga? v.v

  31. @Duca: grazie delle info. Nel rispondere ho dato la priorità alla donzella, come suppongo avrebbe fatto ogni gentiluomo prussiano che si rispetti.

  32. hahahah Se fossi in un manga… mumble mumble, ho un’idiosincrasia per il rosa, quindi capelli blu o verdi! LOL
    Ma ho già dato in concessione le mie “grazie” a qualcun altro e LUI non gradirebbe spartizioni e/o condivisione alcuna! XD
    Sono sua e stop! LOL
    ;)

  33. come direbbero in berlinguer ti voglio bene
    fine del ricreativo, si inizia con il culturale

  34. “E vidi i maghi della parola, che dicendo ‘afroamericano’ facevano sparire il razzismo, e dicendo ‘diversamente abile’ davano dignità agli handicappati, almeno fino al prossimo scalino” (Leo Ortolani, Le Meraviglie del Mondo).
    Ho avuto un mezzo litigio con una che conosco a causa del “mongoloidi/malati di sindrome di Down”, perché il primo sarebbe scorretto; nel corso della discussione mi aveva indicato un articolo che spiegava perché non si deve usare la prima denominazione, articolo cui avevo scritto una risposta che ovviamente non è stata pubblicata (perché, si sa, rifiutare il dialogo sì che è corretto).
    È da parecchio che questo falso buonismo volto a nascondere i problemi, e non a risolverli, mi sta sul culo.

  35. dicendo ‘afroamericano’ facevano sparire il razzismo, e dicendo ‘diversamente abile’ davano dignità agli handicappati, almeno fino al prossimo scalino” (Leo Ortolani, Le Meraviglie del Mondo).

    Che poi non capisco questa storia di fare i paladini della giustizia difendendo i “poveri neri”. Forse una volta con l’apartaid ci sarebbe stato bisogno di persone che difendevano i neri ( e per questioni serie) ma adesso come adesso è un fenomeno razzista di per sè, come se non fossero in grado di difendersi da soli e avessero bisogno della manina per attraversare la strada. E sinceramente non è dire afroamericano al posto di nero che cambia la sostanza delle cose. E per la cronaca i bianchi puzzano di morto per loro. Lulz.

  36. sono un po’ di giorni che il tema di questo post mi ronza in testa.
    Tendenzialmente io sono contro il politicamente corretto, sono convinto che si possa (e a volte si debba) poter ridere di qualunque cosa, che non ci siano temi tabù e che la risata dissacrante sia uno strumento formidabile.

    Eppure, domanda:
    pensate che il contesto in cui uno si mette a fare certi tipi di battute possa essere un parametro per la liceità delle suddette battute?

    esemplifico: il nostro premier che se ne va in tribunale, va dalla cancelliera e le fa: Lei è la cancelliera? allora cancelli tutto!
    AHAHA le grasse risate (ironia)

    al di là della battuta imbecille, il fatto che certi contesti e certi ruoli impongano una serietà e possano far risultare fuori luogo o addirittura deprecabile una battuta è indice di una mia preconcetta chiusura? o fatico a distinguere qualcosa?

    (sono molto di fretta oggi in lab, spero di essere riuscito a spiegarmi abbastanza)

  37. Il tuo dubbio non riguarda il politicamente corretto in sé, quanto le Maschere sociali ovvero quel genere di cose che permette alla gente di giocare a “ruoli” specifici ed è responsabili della disumanizzazione e della capacità di persone perfettamente normali di uccidere migliaia di altri individui senza sentirsi assassini.
    La maschera sociale che porta a truffare su piccole cose perché “il ruolo scelto lo permette” (es: essere un burocrate pigro) senza pensare alle conseguenze. Pochi dipendenti pubblici sentono davvero la responsabilità di essere parte fondamentale della distruzione dell’Italia come nazione semplicemente con la loro pigrizia (anche quando in linea con quella dei lavoratori privati). Se sentissero davvero le conseguenze di ciò che loro causano, beh, c’è gente che si è suicidata per molto meno. La maschera li salva dalla responsabilità delle proprie azioni giustificando le loro mancanze come legittime.

    Passando all’esempio fatto da te, la “seriosità” nei rapporti pubblici tra personaggi importanti è parte della Maschera comunemente richiesta. Se il ruolo non viene giocato secondo questa specifica visione alienata e degenerata della vita, si rovina il “gioco” degli altri. Fare battute cretine in una situazione seria in cui tutti giocano ai “seriosi” è rovinare il gioco, come mettersi a usare le regole della Dama in mezzo a una partita di Scacchi.

    Se ti può interessare, ma ci tornerò in un altro articolo, i regnanti di fine ‘800 – primo ‘900 e intellettuali del calibro di Freud apprezzavano l’umorismo a base di scorregge. Il Petomane Pujol suonava con i propri peti (suonava l’ocarina con le scoregge o cantava col culo “a cappella”) e faceva impazzire il pubblico, incluso quello di intellettuali.
    Però, dovendo recitare un ruolo (ovvero fingere di essere diverso da quel che è), difficilmente immagino che Edoardo diventato Re nel 1900 avrebbe fatto al Kaiser: “Tirami il dito! Eh eh!” PRRRRRRRRRRRRRRRrrrrrrr.

    Le battute di Berlusconi non avrebbero fatto ridere nemmeno un Re di primo ‘900, temo. Troppo intellettuali e raffinate. Freud, Leopoldo del Belgio e compagnia erano gente da rutti e scoregge: De Sica e Boldi forse sarebbero più nelle loro corde.
    ^___^

  38. il politicamente corretto serve per lavarsi la facciata, per poter dire “io ci penso”, “io faccio qualcosa”, “io combatto per il giusto”. Così spazzino diventa Operatore ecologico, negro diventa nero (ma se vai in Spagna torna negro).
    Abbiamo quote rosa, quote nere, quote minoranze, quote per maggiorate, ma mai quote meritevoli.
    Anni fa sentii in TV un tizio che spiegava perchè si doveva dire nero e non negro, poi si parlò di altro e riferendosi ad un bambino disse “un bel negretto”.
    Qualcuno mi può spiegare perchè posso dire una barzelletta sui genovesi7scozzesi tirchi, ma non sugli ebrei tirchi? Oppure perchè se un De Sica alza la gonna in uno skech è volgare e se lo fa Benigni è alta comicitaà

  39. Mi fa un po’ sorridere la ricerca del politicamente scorretto che vedo in questi commenti. Nella mia esperieza personale da quando esiste il web 2.0 coloro che difendono la correttezza politica sono una derisa minoranza. Se ne trovano molti per strada, ad esempio nelle Associazioni Genitori o cose così, ma sul web i politically correct sono di solito pochi e sparuti, oppure dei bimbiminkia troll o fake.

    anche nelle serie TV (non parlo di quelle italiane)è stato da tempo sdoganato un linguaggio più diretto e sincero. La parola “afro-aemrican” è usata quasi solo da personaggi che devono apparire come idioti o strawmen; tutti gli altri usano “black” senza alcun problema. Perfino “nigger” sta iniziando a perdere l’alone di intoccabilità.

    ripeto, considerando che tipo di gente frequenta il web, l’articolo del Duca preaches to the choir, come dicono in America, ovvero fa piovere sul bagnato.

  40. I pesci d’aprile anticipati di FM sono perfino più tristi di quelli fatti il giorno giusto. Ma sono molto meglio della media degli articoli di FM (rimbalzi pubblicitari intellettualmente morti).

  41. Mhuahahahhahaa. Ho visto che anche su Gamberi se n’è parlato, ma che tristezza dai! XD LOL
    Meritano tante pacche solidali sulle spalle, in qualche maniera dovranno pure tirare avanti, no?
    No. :3

  42. wow, io ci sono cascato in pieno. Fare un pesce d’aprile il giorno prima è da bastardi mentecatti.

  43. E nonostante sia un pesce potrebbe anche essere vero (nel primo pezzo). In fondo nelle Case Editrici lo sanno che stampano merda e che lo fanno solo perché il marketing dice così. Magari se lo dicono tutti i giorni tra colleghi. ^__^

    Peccato il pezzo successivo: si passa dal pesce alla Fantascienza.

  44. A mio avviso la maschera sociale, per lo stesso motivo per cui in determinati contesti ha fatto sentire certi funzionari legittimati/obbligati a fare cose oggi ritenute comunemente orrende, dovrebbe semmai portare i dipendenti pubblici che vi si immedesimino a essere efficienti lavoratori, proporzionatamente al grado di immedesimazione nella stessa e al “valore” socialmente e individualmente riconosciuto al ruolo. Almeno in tal senso “scolpisce” la maschera l’art. 54 Cost., per cui i “cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore”. Se abbondassimo di più di un simile esprit de corps nella nostra PA l’Italia sarebbe messa meglio no? Il problema semmai è l’inverso, nella antropologia di questo paese c’è troppo familismo amorale e individualismo menefreghista e troppo poco “crederci” nelle maschere istituzionali, a tutti i livelli. Di certo nonè affezionato alla sua maschera sociale il dipendente che si prende 5 caffè all’ora.

    Sull’umorismo si potrebbe anche ricordare volendo che un genio come Mozart era caratterizzato da autentica coprolalia, basta leggere la sua corrispondenza. Ma quello era il suo profilo privato, di certo non si metteva a dire cacca e pupù di fronte alla maestà imperiale. Nè Freud, pur gradendole come spettatore, di certo si sarebbe messo a fare in pubblico le scorregge teatrali alla Pujol (a proposito ne ha fatto un film strepitoso il grande Tognazzi). Anche perchè lo stesso Freud pur mettendo in guardia dal pericolo delle nevrosi ha sempre detto chiaramente che i freni inibitori come le maschere sociali latamente riconducibili al super-ego sono essenziali per il mantenimento della civiltà, perchè è essenziale il contenimento degli appetiti primitivi di ciascuno.
    E proprio perciò sarebbe meglio un uomo di stato nel suo ruolo pubblico si attenesse alla “maschera” invece di fare il coglione. Ma d’altra parte è troppo facile rilevare che forse proprio per queste finte trasgressioni (fatte comunque fuori da ogni possibile “sanzione”)lo stesso statista cui Cavour fa una pippa in Italia riscuote tanto successo..negli altri paesi forse no ma qui l’indulgenzialismo autoassolutorio va forte..

  45. Consiglio la lettura di William A. Henry III, In difesa dell’elitarismo.
    Lui è un giornalista artisitco quindi il suo campo è l’arte e analizza come negli stati uniti la produzione artistica è passata da “è un opera bella perchè è bella” a “è un opera bella perchè fatta da una minoranza”, di conseguenzaartisti mediocri per non dire peggio non possono essere criticati eprchè altrimenti il critico veniva tacciato di omofobia, razzismo, maschilismo o altre menate.
    A detrimento dell’arte tutta :sad:

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