Pubblico i dati con due settimane di ritardo rispetto all’annuncio del capoccia di Newton Compton. Non è nulla di particolarmente interessante e non c’è niente di particolarmente entusiasmante: solo la banalità di una crescita annunciata in insalata con l’idiozia dei mongoloidi dei giornali (tipo Il Giornale) e condita con cifre troppo ridotte e confuse per poter ricavare qualcosa di reale, a parte due interessanti differenze tra un certo editore che ha avuto maggiore successo e gli altri Big.
Se fossero stati dati francesi o tedeschi, non li avrai pubblicati: non c’è niente di utile per chi vuole inserirsi nel mercato degli eBook come autore o come editore. Non spreco tempo con informazioni che non siano spendibili. Visto però che sono dati italiani e che per ora sono gli unici disponibili, vale la pena farveli vedere ugualmente.
Cominciamo con Bookrepublic, che ha rilasciato dichiarazioni cariche di ottimismo percentuale e moltiplicativo, ma prive di numeri esatti sulle vendite. Fa niente, tanto che le cifre in assoluto per gli eBook in Italia siano minuscole lo sappiamo pure da soli. Come si diceva nel 2008 per gli USA, conta più che altro il tasso di crescita che la cifra assoluta attuale. I ritardati sbavanti due anni fa ribattevano “ma zono gifre biggole anghe se gresgono dando“: beh, a furia di crescita lo sputo USA da 0,58% del 2007 (l’anno di esordio del Kindle) è diventato un 1,19% del 2008 (altro sputo insignificante), poi un bel 3,31% nel 2009 e alla fine il 9%-10% del 2010 (in attesa di dati definitivi per dicembre 2010).
eBook negli USA: li avevamo conosciuti che erano scheletrini e ora sono così.
Siete liberi di notare l’aspetto negativo sottinteso… ^_^””
Il concetto di crescita veloce è un po’ quello: si parte minuscoli e si diventa enormi, mentre i ritardati sbavanti si sorprendono della cosa e lanciano grida di terrore “babba, aiudo!!!“. Le moltiplicazioni una volta non le insegnavano alle elementari? 1-3-9-27-81, non mi pare complesso capire che a furia di triplicare si raggiungono grosse cifre in fretta. Pretendo troppa intelligenza da parte degli umani medi?
Tutta questa idiozia endemica mi ricorda il Re che si sorprese di non poter dare tutto il grano richiesto all’ideatore degli scacchi.
Torniamo, come annunciato, alle dichiarazioni cariche di ottimismo di Bookrepublic:
Questo Natale è stato un periodo di grande crescita per noi. Tanto per essere chiari, tra il 25 e il 27 dicembre le vendite di e-book su Bookrepublic sono aumentate del 400%. L’impennata era cominciata già a inizio dicembre. E la crescita non accenna a fermarsi, la tendenza è infatti confermata anche nei giorni successivi, pur se con percentuali lievemente minori. Secondo le nostre proiezioni a gennaio cresceremo di due/tre volte circa rispetto a dicembre.
(Marco Ferrario, uno dei fondatori di Bookrepublic)
Vendite aumentate del 400% subito dopo Natale. I classici acquisti del post-scartamento dell’eReader a cui il mercato USA ci aveva abituato, anche se in quel caso si spalmavano molto sul mese di gennaio. Affari Italiani fa notare, come c’era da aspettarselo, che i libri digitali più venduti non sono quelli dei piccoli editori:
Dando un’occhiata alla classifica disponibile sull’home page di Bookrepublic, però, il libro digitale più venduto non risulta pubblicato da un editore indipendente: si tratta infatti dell’ultimo romanzo di Umberto Eco, il bestseller “Il cimitero di Praga” (Bompiani). Secondo posto per un altro bestseller degli ultimi mesi, “Io e te” (Einaudi) di Niccolò Ammaniti.
I colossi sono sempre i colossi. Però è anche vero che alcuni libricini delle edizioni 40K, venduti a 3,90 euro (con un rapporto dimensioni/prezzo molto svantaggioso, ma un effetto psicologico del basso prezzo allettante) e senza DRM Kattivi, sono andati molto bene su Bookrepublic:
A chiudere il podio troviamo finalmente un libro digitale “indipendente”: la raccolta di Enrico Deaglio “Patria. 1978 – 2010”, edito da Il Saggiatore. Nella “top ten” i titoli indipendenti sono quattro (due dei quali pubblicati dall’editore digitale specializzato 40K).
Ancora due libri della 40K nella Top 10 di Bookrepublic (30 gennaio 2011).
Il prezzo basso favorisce le vendite nonostante le ridottissime dimensioni dei testi?
Guardate la classifica qua sopra. Al primo posto c’è il libro di Ammaniti (5,99 euro, prezzo un po’ alto), in salita rispetto a Natale. Al secondo posto c’è Il Predicatore dell’editore Marsilio (4,99 euro, prezzo giusto). Eco scende al terzo (13,99 euro, prezzo osceno). La caduta dei giganti coi suoi glorioso 15,99 euro nemmeno si vede.
Forse è solo un caso, ma in un sito come Bookrepublic che è più di nicchia e meno conosciuto di Bol.it o Ibs.it e quindi più frequentato da gente in cerca anche di eBook alternativi e di editori diversi dai soliti Big (la cosa è autoevidente: nella Top 50 di IBS.it non c’è nemmeno un libro della 40K, nonostante siano tutti in vendita anche lì, mentre qui ce ne sono ben due nella Top 10!), i prezzi decenti e/o l’assenza di DRM Kattivi sono stati premiati.
[Edit 7 Febbraio 2011. Un lettore mi ha fatto notare via mail che Ferrario è sia capo di Bookrepublic che di 40k e che quindi il curioso apparire di tanti titoli di 40k tra i bestseller, cosa non confermata dalle classifiche di altri siti, potrebbe dipendere anche da possibili spintarelle apposite per far fare bella figura e più vendite ai titoli di 40k. Può essere, non ho prove né a favore né contro l’onestà di Ferrario. Segnalo come mio dovere la coincidenza e basta.]
Negli USA sappiamo che l’assenza dei DRM Kattivi e i prezzi bassi favoriscono sempre vendite più alte. Ormai nemmeno i professionisti dell’editoria ritardati più retrogradi lo mettono in dubbio. Bookrepublic ci dà qualche indizio per immaginare che in futuro, quando ci sarà più consapevolezza dei prezzi e dei DRM e più diffusione degli eReader, anche in Italia (che non è Marte, cosa che i ritardati tendono a dimenticare) potrà essere così.
Con “in futuro” non intendo tra un mese. E nemmeno tra un anno. Due, tre anni almeno: giusto il tempo che il settore cresca e la percezione corretta degli eBook si diffonda, scontrandosi come è naturale contro le forze conservatrici del passatismo e dei suoi parassiti.
“L’Italia, più di qualunque altro paese, aveva un bisogno urgente di Futurismo, poiché moriva di passatismo.”
(Filippo Tommaso Marinetti)
Una citazione ancora attuale, soprattutto per l’editoria.
Classifica IBS.it, primi 10 posti su 50 totali (30 gennaio 2011).
Tre libri a 4,99 euro di cui uno al primo posto.
Guardare la classifica IBS.it permette di scoprire un’altra cosa interessante: Sherlock Holmes vende bene, seppure con due formule di vendita diverse. Prima di tutto con la raccolta di racconti Le avventure di Sherlock Holmes vende bene grazie alla leva del prezzo bassissimo (1 euro) e attualmente è in 17° posizione nella Top 50 (prima era alla 13°). Qui si tratta solo di prezzo perché l’editore è “Il Gatto e la Luna” che non è certo un nome noto che vende di per sé. L’altro Holmes che vende bene è la raccolta completa (1248 “pagine”, 1,7 MB di epub senza DRM) offerta da Newton Compton al prezzo decoroso di 4,99 euro. Ora è in 23° posizione, prima era in 33°. Si poteva fare un prezzo più basso (2,99-3,99), ma data la mole e la possibilità di avere tutto Sherlock Holmes in un solo comodo epub, diciamo che per ora va bene così. Io questo eBook della Newton Compton a 4,99 euro lo avrei comprato (anzi l’ho quasi comprato, ma poi ho pensato che era meglio leggere i racconti che mi mancavano in inglese e ho lasciato perdere).
Il prezzo basso sembra funzionare bene. Una raccolta di racconti tutt’altro che nuova (non è nemmeno tutta la collezione di romanzi e racconti su Holmes) il cui unico pregio subito visibile è il prezzo ridicolo, 1 euro, finisce tra i libri meglio venduti di IBS.it. Mi pare un messaggio chiaro. Però può essere solo un caso. Vediamo se troviamo un altro esempio simile su qualche altra classifica.
Biblet.it, il negozio della Telecom, ci mostra un caso molto simile al precedente: un libro a 0,99 euro posizionato nell’area Bestseller addirittura al 5° posto! Sarà il libro di un grosso editore, con un autore famoso che fa leva sul prezzo basso? Non direi: l’editore di Spiriti d’aria e d’acqua è la Delos Books (editore di paranormal romance, subnormal fantasy e spazzatura spacciata per rivista online sul fantastico, il cui capoccia -Franco Forte- giustamente preferisce pubblicare i propri romanzi con l’Immonda Dori perché non è mica scemo!) e l’autore, anche se già pubblicato con I biplani di D’Annunzio (prima su Urania, ora con Delos) e altri romanzi, non ha certo un nome del peso di Umberto Eco, Roberto Saviano o Jenna Haze.
Sarà solo un caso. Forse.
Nella lista dei Bestseller di Bol.it ad esempio non ci sono libricini sotto i 3 euro. Al 6° posto però c’è A. L’Alfabetista venduto dalla Newton Compton senza DRM Kattivi e al prezzo decoroso di 4,99 euro. Niente male.
Coniglietti: vi uccideranno a bastonate mentre vi scuoiano.
Dicevamo che la crescita rapida, come nel caso USA, conta al momento molto di più del misero livello complessivo del mercato eBook (0,5% del mercato sul mese di dicembre… o almeno così si dice). La questione a questo punto diventa: ok, Bookrepublic si rallegra, ma che ce ne frega? Quello che interessa è il parere degli editori importanti che si sono lanciati sugli eBook. Abbiamo anche quello.
Parliamo di Edigita, l’entità abnorme che distribuisce eBook per il Gruppo Editoriale Mauri Spagnol (Nord, Tea, Salani, Fazi, Longanesi, Garzanti…), il Gruppo RCS (Marsilio, BUR, Sonzogno, Bompiani…) e il Gruppo Feltrinelli, oltre ad altri editori vari tra cui Il Mulino e Armenia. Che è come dire quasi tutti i più importanti, meno Mondadori coi suoi vassalli. Un colosso.
Renato Salvetti è il suo direttore generale ed è così contento dei risultati ottenuti che se fosse un pisellino antropomorfo che saltella per lo schermo starebbe già schizzando sugo-di-felicità ovunque. L’articolo da cui tirerò fuori le citazioni viene da Affari Italiani.
Nei giorni 25-26-27 dicembre abbiamo rilevato anche noi un incremento notevole, superiore al 400% di Bookrepublic, pari a circa il 440%. C’è da dire che al momento sulla nostra piattaforma distribuiamo circa 2300 e-book. In quei tre giorni abbiamo venduto almeno una copia digitale di 1100 titoli diversi. Fra i titoli più distribuiti, accanto a Il Cimitero di Praga di Eco e Acciaio della Avallone, abbiamo venduto molto bene anche Limit di Schatzing, Benvenuti nella mia Cucina della Parodi, oltre a Istant English di Sloan e Il vangelo Secondo Gesù Cristo di Saramago.
[…]
Il trend è positivo. In questi primi 10 giorni di gennaio siamo a +20% rispetto alla media di tutto il mese di dicembre. Riguardo al mercato di gennaio/febbraio 2011, noi proiettiamo numeri più prudenti rispetto a Bookrepublic. Al momento siamo in linea con le nostre aspettative. Il dato del +20% non è negativo. Le spiego: dopo aver scartato l’e-reader trovato sotto l’albero, gli italiani nei giorni successivi hanno acquistato mediamente 2-3 e-book a testa. Suppongo che prima di comprarne altri, li leggeranno. In ogni caso è fondamentale avere un catalogo vasto. Ecco perché entro febbraio noi di Edigita puntiamo ad arrivare a 3000 titoli.(Renato Salvetti di Edigita, grassetti miei)
Però, ben il 440% di incremento. Siamo lì, insomma, giusto un po’ meglio di quanto successo su Bookrepublic. Interessante il fatto che in quei tre giorni, su 2300 eBook, ben 1100 abbiano venduto almeno una copia. La coda lunga comincia a fare timidamente capolino, in attesa di tempi più propizi per mostrarsi senza sembrare un semplice ondeggiamento fortuito del mercato. Diciamo che non si vendono solo i Bestseller: anche libri diversi hanno piazzato la loro onesta copia.
Ma se tutti i clienti hanno comprato 2-3 eBook e gli eBook che hanno venduto almeno una copia sono 1100, dato che nessuno immagino compri due volte una copia per sé in due negozi diversi, direi che sono stati venduti tra i 2200 e i 3300 eBook. Diciamo 2700 ebook? Solo in quei tre giorni. Poi ci sono i giorni dopo e il resto del mese. Non mi torna tantissimo, a giudicare dai dati di Newton Compton che riporterò dopo: pensavo avesse venduto di più. Avrò interpretato male le frasi. Forse il resto del mese ha avuto un peso molto rilevante. Boh, chissenefrega: tanto, come detto, conta di più il +440% che non la cifra assoluta.
Passiamo ad Avanzini, il capoccia di Newton Compton.
Qui è riportata sia l’intervista originale apparsa su Affari Italiani che la risposta successiva data in seguito all’aggressione dei mongolristi (i giornalisti mongoli, come quello de Il Giornale citato). Ci sono anche i due articoli che vi avevo linkato prima. Leggete tutto che male non vi fa.
Il mercato degli e-book è fortemente in crescita e, oserei dire, in maniera esponenziale, tenendo presente però che vale sempre meno dell’1% del mercato.
[…]
Il totale degli e-book Newton Compton venduti a dicembre è triplicato rispetto a quello di novembre, sicuramente anche per l’incremento delle vendite degli e-reader. Questo ci dà solo una piccola idea di quale sia il potenziale di questo nuovo strumento di diffusione del libro.
[…]
A novembre abbiamo venduto 1.481 e-book, a dicembre 4.200. Dal primo al 10 di gennaio 2011 siamo già a 1.550. Abbiamo distribuito anche circa 800mila copie di un catalogo dedicato agli e-book proprio sotto Natale attraverso Il Venerdì di Repubblica, questo perché crediamo ci sarà un allargamento del mercato.
[…]
La velocità e la semplicità di acquisizione, il prezzo concorrenziale, la disponibilità praticamente 24 ore su 24, l’ottima qualità già disponibile fanno dell’e-book un prodotto efficace, che soddisfa anche più facilmente il lettore che è abituato all’acquisto d’impulso. E’ importante essere presenti su tutti gli store online e giocare la propria partita con l’immagine, la qualità e il rapporto qualità-prezzo, che è sempre stata una delle nostre prerogative. Al momento il nostro ebook più venduto in assoluto è A l’alfabetista, seguito da Incubo bianco e Tutto Sherlock Holmes ma è solo l’inizio. Oggi Newton Compton copre circa il 13% del mercato digitale.(Raffaello Avanzini, prima intervista del 12 gennaio 2011)
A leggere le affermazioni in grassetto nell’ultimo paragrafo sembra il Duca. Effettivamente Avanzini è un belluomo e ha la barba, ma non noto nessun pickelhaube: calcarsi in testa il comodo ed elegante elmetto col chiodo senza dubbio lo renderà ancora più intelligente. Anche farsi crescere un altro po’ la barba può aiutare. Mi offro per aiutarlo a scegliere il pickelhaube con il design e lo stemma più adatto per chi deve guidare una casa editrice di successo.
Ok, ok, ha parlato di immagine e qualità, ma poi ha pubblicato Bryan di Boscoquieto e Arsalon, pure in eBook (a 4,99 euro). Capita. Non è del tutto senza peccato, ma il principio per il futuro lo ha capito (bisognerà vedere se poi lo farà applicare dai suoi servitori). E poi perlomeno quelli di NC pubblicano i romanzi di Scarlett Thomas (tra i 3,99 euro e i 6,99 euro). C’è giusto qualche fastidio nello scoprire che PopCo, ad esempio, in cartaceo economico costa 4,90 euro (scontato a 3,68 euro) mentre in eBook viene 4,99 euro.
Queste scemate non aiutato a rinforzare l’immagine sopra citata. Bisognerebbe stare un po’ più attenti ai prezzi.
Grazie al pickelhaube anche tu potrai avere questo sguardo: vispo, intelligente e ducale!
Quanti eBook saranno stati venduti in totale in Italia a dicembre?
Affari Italiani prova a fare due conti usando i dati di Avanzini:
CIRCA 32.000 E-BOOK VENDUTI A DICEMBRE IN TOTALE IN ITALIA. FORSE… – Stando ai numeri di Avanzini, quindi, si può provare a dire – finalmente – quanti e-book sono stati venduti (all’incirca) in totale in Italia a dicembre. Se Newton Compton, come ci ha spiegato il suo editore, ad oggi vale circa il 13% del mercato, e se la casa editrice indipendente romana a dicembre ha venduto 4.200 libri digitali, in totale a dicembre 2010 in Italia sarebbero stati venduti poco più di 32mila libri digitali.
Però, 32.000 eBook non sarebbe niente male, considerando che secondo i ritardati sbavanti (quelli secondo cui l’Italia è Marte e non si applicano nemmeno lontanamente i ragionamenti che vanno bene per gli altri paesi) in Italia nessuno avrebbe comprato gli eBook e tutti avrebbero letto solo piratato perché gli italiani non pagano mai e bla bla bla.
In una vecchia ricerca-farsa fatta per mostrare che la pirateria è cattiva a partire da illazioni e dati inventati, veniva però pure fatto notare che più un paese è benestante e meno è presente l’Osceno Crimine (ovvero meno si percepisce come troppo costoso il prodotto e più facilmente lo si compra originale). Agli USA veniva attribuito un tasso di pirateria del software del 20% e all’Italia del 49% (immaginatelo come un “attrito” che uccide una quota di possibili vendite).
Sono solo numeri da indagine-farsa fatta per giustificare la ricerca di rimborsi, niente di davvero serio. Però guardiamo alla differenza rilevata: 2,5 volte tanto. Non un numero naturale contro infinito. Solo due volte e mezzo. Se immaginiamo che gli italiani siano altrettanti ladreschi con gli eBook quanto lo sono mediamente col software in generale (e stessa cosa per gli statunitensi), verrebbe fuori un attrito da pirateria per cui le vendite a pari quantità di persone raggiunte con il libro (es: un nostro 50% del settore eBook contro un loro 10%, visto che loro sono 5 volte di più… poi ci sarebbe da considerare anche il numero di libri letti a testa visto che da noi i terroni ci fanno sembrare ritardati per colpa della media di Pulcinella che vien fuori: sarebbe meglio fare i conti con il valore del settore trade e non con le persone) si ridurrebbero appena del 36% (51% contro 80%). Non si azzerano mica.
Ah, nella stessa mongolo-tabella riassuntiva della ricerca veniva attribuito alla Spagna un bel 43%. Come ricorderete, se avete estratto dal cervello la sonda del controllo mentale installata dalla SIAE, in Spagna gli eBook hanno avuto un boom di vendite non appena gli eReader si sono un po’ diffusi e gli editori hanno cominciato a degnarsi di vender libri digitali. La Spagna non ha mongolo-cifre di pirateria tanto distanti dall’Italia, se il termine di paragone è lo pseudo-paradiso USA al 20%. Non mi pare che ci sia nulla, nemmeno nella mongolandia delle indagini-farsa, che giustifichi un azzeramento dei guadagni o un fallimento atroce per gli eBook.
Sempre in quella mongola-classifica la Francia aveva un tasso del 42% e la Germania del 27%. Se questi rapporti di Mentalità Criminale avessero un qualche valore, dovremmo avere una Germania con gli eBook che vanno alla grande (appena un 4% in più del Giappone, paradiso della lettura digitale di massa) e una Francia simile all’Italia Ipotetica, ovvero una landa desolata dove i banditi si pugnalano alle spalle e tutti rubano a tutti gli altri (e intanto stuprano le proprie sorelle).
Uhm. A me invece risultava che l’anno scorso la Francia stava lavorando per ampliare le prospettive del mercato eBook e ci sono vari lettori in vendita, con negozi online, mentre in Germania gli analisti urlavano al “Che Merda!” per colpa della proliferazione di formati e DRM diversi che causavano preoccupazione nei clienti, non disposti a comprare libri che potrebbero smettere di funzionare nel futuro (anche solo cambiando eReader). Forse è meglio guardare ai DRM e alle politiche di prezzo, non cercare scuse nella presunta Inferiorità Razziale degli italiani, che avendo la goccia di sangue negro sono automaticamente una razza di ladri. ^_^
I 32.000 eBook nonostante i prezzi spesso troppo alti e gli orrendi DRM, uniti all’offerta ancora scarsa, sono un successo straordinario se partiamo con l’idea che gli italiani siano una Razza di Ladri (mandolino, pasta, mafia & pirateria!). Oppure un successo discreto, più che accettabile data la scarsa penetrazione degli eReader, se la smettiamo di credere a Babbo Natale e ai luoghi comuni (leggasi: stronzate razziste) sul fatto che nessun italiano possa mai pagare un prodotto digitale.
Scegliete voi se urlare al miracolo con i ritardati sbavanti del “Gli Italiani non pagano perché hanno la goccia di sangue negro!!!” oppure constatare l’ovvietà dell’avvenuto con chi, come me e le altre persone nella metà destra nella gaussiana, non considera gli italiani come se fossero marziani o alieni provenienti da Vega.
Comunque la interpretiate, gli italiani hanno PAGATO per gli eBook: da ora in avanti piantiamola con le stronzate razziste vomitate per giustificare la propria incapacità di concepire un mercato editoriale differente.
Se dovrà esserci un fallimento delle vendite e un trionfo della pirateria, sarà solo per colpa degli editori e lo si costruirà nei prossimi due o tre anni. Se gli editori faranno di nuovo quello che le case discografiche fecero con la musica (si legga l’articolo di Doctorow presente in Content su come un nascente e fiorente mercato degli MP3 venne assassinato dai più brutali DRM della storia), finirà tutto a puttane. Ma sarà per colpa loro, non degli italiani venuti da Marte. E potrebbe accadere anche negli USA, non illudiamoci: ci sono idioti mostruosi anche lì (si ricordi l’aumento dei prezzi degli eBook di Aprile 2010, una puttanata oscena che ha danneggiato il mercato per mesi!).
Quanti eBook ci sono al momento nei negozi?
Su Simplicissimus Store leggo 5940. Su IBS.it, sommando tutti gli editori, me ne vengono 6293 (ma le cifre ho visto che sono un po’ ballerine quando uno usa le ricerche per cui non è detto che siano precise al 100%: i libri dei singoli editori che considererò tra poco li ho ricontati facendo ricerche apposite). Newton Compton ha 201 libri: parecchi meno del 13% di mercato coperto (e non ha nemmeno i migliori bestseller, anzi: ha solo un paio di libri che rientrano nelle prime 10-20 posizioni). Non so quanti fossero nei giorni di Natale, ma probabilmente erano più di 4000, forse già sopra i 5000. Ora comunque i 6000 sono stati raggiunti/superati.
Buttiamo ora un occhio sui prezzi.
Guardando i 665 eBook (tutti con DRM Adobe) pubblicati da Mondadori, mi risulta la seguente distribuzione dei prezzi:
Prezzi molto bassi (2,99 euro o meno): 0 0% Prezzi decenti (3-4,99 euro): 44 6,6% Prezzi un po’ alti (5-6,99 euro): 443 66,6% Prezzi molto alti (7-9,99 euro): 65 9,8% Prezzi osceni (10-15,99 euro): 113 17%
A 8,99 euro abbiamo libri come Una giornata nell’antica Roma o il vecchio e già straripagato in ogni suo costo possibile La solitudine dei numeri primi. A 9,99 euro ci becchiamo quella merda dei due romanzi di Anharra (apparsi a prezzo molto inferiore, circa 5-6 euro, come Epix in edicola, lol!). Sul serio: chi pensano di prendere per il culo? L’arroganza degli editori è pari solo alla brutalità dei nazisti (parafrasando da uno degli episodi di Call of Duty). ^_^
Feltrinelli ha 286 eBook (quasi tutti con DRM Adobe) con i seguenti prezzi:
Prezzi molto bassi (2,99 euro o meno): 0 0% Prezzi decenti (3-4,99 euro): 46 16,1% Prezzi un po’ alti (5-6,99 euro): 127 44,4% Prezzi molto alti (7-9,99 euro): 48 16,8% Prezzi osceni (10-20 euro): 65 22,7%
Einaudi ha 259 eBook (tutti con DRM Adobe, parrebbe) con i seguenti prezzi:
Prezzi molto bassi (2,99 euro o meno): 0 0% Prezzi decenti (3-4,99 euro): 6 2,3% Prezzi un po’ alti (5-6,99 euro): 1 0,4% Prezzi molto alti (7-9,99 euro): 223 86,1% Prezzi osceni (10-14,99 euro): 29 11,2%
Salani ha 61 eBook (tutti con DRM Adobe, parrebbe) con i seguenti prezzi:
Prezzi molto bassi (2,99 euro o meno): 0 0% Prezzi decenti (3-4,99 euro): 0 0% Prezzi un po’ alti (5-6,99 euro): 3 4,9% Prezzi molto alti (7-9,99 euro): 35 57,4% Prezzi osceni (10-14,99 euro): 23 37,7%
Longanesi ha 97 eBook (tutti con DRM Adobe, parrebbe) con i seguenti prezzi:
Prezzi molto bassi (2,99 euro o meno): 0 0% Prezzi decenti (3-4,99 euro): 0 0% Prezzi un po’ alti (5-6,99 euro): 1 1% Prezzi molto alti (7-9,99 euro): 53 54,7% Prezzi osceni (10-15,99 euro): 43 44,3%
Va un po’ meglio con la BUR – Biblioteca Universale Rizzoli che ha 359 eBook (tutti con DRM Adobe) con i seguenti prezzi:
Prezzi molto bassi (2,99 euro o meno): 0 0% Prezzi decenti (3-4,99 euro): 137 38,2% Prezzi un po’ alti (5-6,99 euro): 117 32,6% Prezzi molto alti (7-9,99 euro): 89 24,8% Prezzi osceni (10-29,99 euro): 16 4,4%
Peccato che la massa di 3,99 euro siano libri così vecchi e ripagati di ogni spesa che il loro prezzo giusto dovrebbe essere non superiore ai 2,99 euro, meglio se tenuto tra gli 0,99 e gli 1,99 euro. Se andiamo sui libri un po’ più recenti si salta subito a 6,99 euro e oltre. Un esempio di libro considerato da BUR di alto valore, come se fosse un saggio storico o filosofico per un pubblico di nicchia su cui non si può far leva più che tanto, è Eragon di Paolini: 11,99 euro. Inutile dire che anche questo libro ha ripagato abbondantemente tutte le sue spese e da anni si trova piratato: cosa giustifica un prezzo di 11,99 euro invece che di 1,99 o di 3,99 euro? Nulla. Saranno queste cretinate a fomentare la pirateria, quella VERA e destabilizzante che ancora non è mai apparsa, nei prossimi anni.
Ahi, ahi, BUR: i semplici numeri ci ingannano sulla tua virtù!
Sarebbe ora di smetterla di scavarsi la fossa da soli.
E per finire i 201 eBook di Newton Compton (nessun DRM Adobe):
Prezzi molto bassi (2,99 euro o meno): 47 23,4% Prezzi decenti (3-4,99 euro): 106 52,7% Prezzi un po’ alti (5-6,99 euro): 44 21,9% Prezzi molto alti (7-9,99 euro): 4 2% Prezzi osceni (10+ euro): 0 0%
Questa suddivisione commentata dei prezzi non tiene conto di eventuali saggi storici (non intendo quelli di massa come quello sull’antica Roma di Alberto Angela, intendo quelli più di nicchia che quindi hanno un mercato che funziona in modo diverso) che potrebbero permettersi un prezzo più alto. In ogni caso la massa è formata da romanzi, sia classici che recenti: gli eventuali testi che non rispettino la mia catalogazione dei prezzi (un ottimo saggio storico che valga senza problemi 15 euro in eBook) sono così marginali, se sono presenti, da risultare poco significativi per il conteggio. Chi volesse può scandagliare a mano tutta la lista dei titoli dei vari editori e rifarsi i conti segnandosi le eventuali opere di tale valore da meritare una valutazione diversa del loro prezzo.
Certo che libri come Il mondo come volontà e rappresentazione di Arthur Schopenhauer in PDF da 39 MB con DRM Adobe a 29,99 euro (edizione BUR) sono cose che non si possono vedere: per quella cifra ci voglio assieme una nuova e innovativa analisi critica completa dell’opera, non la solita minestra riscaldata e già ripagata dalle vendite passate del cartaceo. Ovviamente quando si va a vedere la descrizione del libro non si menziona nulla di tutto ciò: infatti l’edizione è vecchia, del 2002. E sapete quanto costa il cartaceo equivalente della BUR in due volumi a 1784 pagine stampato nel 2002? 32 euro. Seriamente: chi state prendendo per il culo con 29,99 euro di pesantissimo PDF coi DRM?
(Immagine modificata a partire dall’originale in questa pagina)
“La guerra è l’impiego illimitato della forza bruta […] un atto di violenza il cui obiettivo è costringere l’avversario a eseguire la nostra volontà.”
(Carl von Clausewitz)
Questo è lo scenario a cui gli editori dovranno abituarsi con il trasferimento del potere di “decidere per davvero” nelle mani di scrittori e lettori. Il lettore non è un loro nemico, ma se lo costringeranno a diventarlo lo diventerà.
Di sicura c’è una cosa: tra questi editori solo Newton Compton, quello che casualmente si è guadagnato il 13% del mercato, è anche quello senza DRM Kattivi (c’è solo Watermark con il nome dell’acquirente) e con i prezzi più adeguati alla realtà economica del mondo degli eBook così come ci è apparsa negli Stati Uniti. Anche gli altri editori dovranno, se vogliono competere, abbassare i prezzi su tutti i libri su cui potranno abbassarlo. E smetterla di farsi beccare a vendere l’edizione digitale a prezzo uguale o maggiore del cartaceo: è il tipo di cose che tra i forti lettori vi sputtana subito l’immagine.
Direi che quel 13% Newton Compton se l’è meritato.. ^_^
Brava Newton & Compton, spero che abbia un enorme successo con gli eBook e che poi un bel giorno prenda fuoco.
In genere non commento i tuoi articoli perché non ho nulla di particolarmente intelligente da dire, però questa volta (forse perché si parla dell’Italia) mi hai a tal punto commosso di gioia che ho voluto dirtelo ç.ç
Che tempismo Duca! Parlavo di e-book con un’amica (ostile) giusto questa mattina. Mi lascia sempre insoddisfatta scoprire come gli Editori nostrani facciano ancora pasticci pur dando per scontato (io lo faccio) che si servano di analisti (in)competenti e che facciano per bene tutte le indagini di mercato prima di inserirsi in una “nuova avventura” come quella degli e-book. Che alcuni siano più svegli di altri è fisiologico, ma certe scivolate come i prezzoni della BUR e compagnia mi fanno pensare ai bambini che gattonano e tastano il pavimento per prendere confidenza.
Io comunque attendo fiduciosa gli sviluppi futuri (e i classici a 1 euro ^^)e nel frattempo guardo quel mattone di Martin Chuzzlewit che riposa nella mia libreria non letto e che potrei recuperare in un agile e-book!
P.s: Scusa l’OT ma l’illustrazione coi coniglietti che torturano l’inetto è opera tua o è autentica? Sto sviluppando un’insano interesse verso i bestiari medievali e quella sembra tanto un’immagine attinente…
Se ho scritto boiate ricorda che sono una donna, è fisiologico! ^^
Vorrei mettere in chiaro che non mi piace che gli ebook abbiano prezzi troppo alti. Ma sono anche convinto che le politiche economiche delle aziende le fanno i rispettivi manager o chi nell’azienda ci mette i soldi, se falliscono sono fatti loro. Vorrei comunque portare un paio di dati che forse possono ampliare il panorama della discussione. Nel paese del nord Europa dove vivo, il libro “Ksiezniczka z lodu” (La principessa di ghiaccio) di Camilla Lackberg, con copertina morbida costa 36xx (della divisa scriverò dopo), con copertina rigida 46xx, in ebook 32xx!!
Tanto per farsi un’idea di quanto valgono qua 36xx, basti dire che cambiando 30 euro in valuta locale, si possono acquistare 3.4 copie di La principessa di ghiaccio con copertine morbida. Il prezzo locale degli ebook è certamente uno sproposito. Ieri ho acquistato dalla IBS l’ebook PopCo di Thomas Scarlett, a 4,99 euro (circa 20xx), il prezzo mi è sembrato molto buono, la versione cartacea costa con lo sconto 6.21 euro.
Da quando ho aggiunto il suo feed al mio Google Reader sto sviluppando un’insana idolatria per il Duca …
Chi si interessa di editoria in Italia deve baciarsi i gomitini per analisi come queste. Documentate, approfondite e regalate. Altro che i report di Nielsen o Forrester!
E chi non viene ad ascoltarlo a Rimini durante Ebook Lab Italia è un pazzo ed un infedele!
L’analisi è davvero interessante, dettagliata e chiara. La domanda però mi sorge spontanea: possibile che Mondadori, Feltrinelli, Salani, Einaudi, Longanesi e BUR abbiano tutti direttori del marketing totalmente imbecilli?
Insomma, non è che, in un futuro più o meno prossimo, questi riusciranno ad invadere anche il mercato dell’eBook con pubblicità oceaniche, eclissando realtà come la N&C e facendoci credere che sia normale acquistare l’ultimo eBook di Eco a 15 €? Forse parlo con poca cognizione di causa, e per questo chiedo delucidazioni in merito. Non potrebbe essere che alla fine vendere di più ma a prezzi più bassi risulti sconveniente rispetto a vendere di meno ma a prezzi più alti?
@polveredighiaccio
Non va esclusa l’idea che stiano rallentando il settore apposta nell’attesa che, come spiegava anche Zweilawyer, scadano i contratti con i vari protagonisti della produzione e distribuzione del libro cartaceo. Cercare di fare in modo che il passaggio “grosso” avvenga a contratti scaduti o ridiscussi in modo più flessibile NON è per forza una cattiva idea (ok, lo è per noi clienti, ma forse non per gli editori: bisognerebbe vedere che vincoli hanno).
In tal caso Newton Compton potrebbe stare giocando sporco con i suoi colleghi editori: approfitta della comune azione di Cartello per rallentare il mercato, ma non partecipa attivamente. Ottiene i vantaggi senza partecipare e facendo pure bella figura coi clienti. Un po’ come quei parlamentari che chiedono sempre di abbassare gli stipendi ai parlamentari perché sono fiduciosi che la massa non lo chiederà, così fanno bella figura senza rischiare davvero di perdere soldi.
Non so perché NC si stia comportando in modo così intelligente. E non mi importa. Mi basta che lo faccia. ^_^
Fonte originale:
http://www.bunnylicious.org/2011/01/kill-all-humans-%C2%A9/
Dicono che venga da un manoscritto medievale.
^_^
@Gherardo Psicopompo
Di sicuro ci proveranno, come ci stanno provando negli USA. Il risultato è un misero fallimento (il famoso blocco di Aprile 2010, seguito da mesi di crescita rallentata per tutti i grossi editori mentre Amazon e gli autopubblicati dichiaravano tassi di crescita MOLTO maggiori) perché l’opzione per il cliente sarà sempre, e sempre più spesso, l’ebook gratis o quello a due soldi degli editori onesti.
Potranno istigare i clienti alla pirateria, rovinandosi il mercato da soli e danneggiandolo un po’ anche agli altri editori, ma non possono vincere. Per questo devono capire il prima possibile che NON devono farsi odiare dai clienti. Non si dichiara una guerra che si è destinati a perdere.
Cercare la guerra coi clienti è follia: è quello che hanno fatto anni fa con gli MP3. Leggi Doctorow. Forse lo rifaranno. Passano gli anni, ma gli scemi rimangono.
La pirateria non può essere fermata. Se un uomo può comunicare numeri a un altro uomo, hai tutto il potenziale per la pirateria. La pirateria è simile all’esercito Turco a garanzia della laicità dello Stato Turco: quando i fondamentalisti verranno a stravolgere tutto, ci sarà lui a difendere il bene comune di tutti. Forse. La pirateria invece lo farà davvero.
E questo non danneggerà chi costruirà coi lettori un rapporto di fiducia e rispetto e finirà per essere tra i pochi a ricevere i loro soldi (in piccole cifre, come dimostrato dal mercato USA degli autopubblicati).
Gli umani non sono dei pazzi scellerati: odiano chi li sfrutta, maltratta e disprezza. Se gli editori lo faranno, riceveranno odio e sabotaggi. Se non lo faranno, non li riceveranno.
@Marco Barulli
Grazie mille!
E a differenza di Forrester i miei articoli non costano 500 euro a copia. ^_^
Grazie Duca, sei stato chiarissimo. In ogni caso non resta che sperare che altri editori, come Feltrinelli e BUR, che sembrano avere i prezzi meno osceni, si dedichino con maggiore attenzione al mercato degli ebook, magari abbassando ulteriormente i prezzi. Anche perchè, seppure in un momento di ottima disponibilità economica sarei disposto a spendere più di 20€ per un libro “di carta”, davvero non li spenderei mai, in nessun caso, per un ebook. Sarà che sono un fissato, ma io spenderei volentieri i soldi per le edizioni de Lo Hobbit e del Silmarillion illustrate da Alan Lee, mentre dubito che uscirà mai un ebook che varrà una simile cifra, fosse anche una guida che mi spiega come conseguire l’illuminazione e raggiungere il Nirvana in 10 semplici passi. Uhm…ok, no, forse quello lo comprerei :D
Molto interessante vedere come siamo messi, io non ne avevo la più pallida idea e nonostante sia un pessimista cronico pensavo meglio :(. Però mi piacerebbe sapere che distacco c’è tra i libri primi classificati e gli altri, ma immagino che i dati non ci siano.
come come come? hanno acquistato?!? No non ci credo! Io sono mesi che aspetto un paio di libri che non si trovano in ebook e loro sono già li che comprano?!?
Vabbe aspetterò che li pubblichino, ma chissà se arriverà prima l’editore o il malvivente con lo scanner XD
Intanto mi domando sempre di più in quanti sono nella mia stessa situazione…
Quando
compraimi regalarono StarCraft II, ero indeciso se prendere la versione digitale. Cosa mi spinse a prendere il DVD? Il fatto che avevano lo stesso costo: “ma cazzo, come fanno a costare uguale, se su questo non devono pagare distrubuzione, percentuale ai rivenditori, materiale e così via? A sto punto, prendo il cartaceo così ci guadagnano di meno”; questo mi sono detto.Con gli ebook funziona allo stesso modo. Sono disposto a pagare per il lavoro intellettuale. Sono disposto a pagare per il lavoro materiale che ci sta dietro. Non sono disposto a pagare a prezzo pieno un lavoro fatto a metà, cioè con la parte “materiale” mancante.
Un’altra cosa che mi ha deluso è il catalogo ristrettissimo.
Si pubblicano decine di migliaia di libri l’anno in versione cartacea e ce ne sono solo 6500 elettronici? Ma che hanno in testa?
Perché non digitalizzano quasi l’intero catalogo in modo da creare una buona offerta? Questo sarebbe ottimo soprattutto nei mercarti “specializzati”. Da ieri ho un eBook reader: ho scoperto che “La Ruota del Tempo” non la vendono in ebook. Sono stato costretto a scaricarla da altre fonti con un risultato poco soddisfacente di impaginazione (non ne sono granché capace). Per chi dovesse pensare che sono un ladro, dico solo che ho la versione cartacea fino al V libro e io sto per leggere ancora il terzo.
Sono sconvolto da tanta stupidità…sono proprio questi i settori dove investire sugli ebook. Ristampare 12 libri di una saga infinita ha un costo. Se si vuole vendere il tredicesimo, si deve fare in modo che gli altri 12 siano facilmente reperibili (e nemmeno questo succede)… Venderli in eBook ridurrebbe il costo a zero.
Mah…
Mi sembrano dati incoraggianti. La N&C sta facendo un buon lavoro, ma con Arsalon e Brian di Boscoporco nel catalogo è difficile mantenere un briciolo di credibilità.
@Guardiano
Jordan in ebook? Mhhh, c’è ancora troppa carta in magazzino. Anzi, il Beautiful del fantasy è meglio leggerlo sentendo la carta ruvida, facendogli le orecchiette. Le orecchiette zi zi zi, zono bravo.
Così a occhio mi pare che N&C, che mantiene i prezzi più bassi sugli eBook, sia l’unica che non appartiene a un gruppo che opera anche come distributore nel cartaceo, e quindi a differenza degli altri vede la distribuzione come puro costo. Fino a che gli editori pubblicheranno in doppia versione, i prezzi del digitale non potranno scendere più di tanto. Nel momento infatti in cui gli eReader saranno molto diffusi, agli editori resterà la scelta tra mantenere alti i prezzi degli eBook o smettere di pubblicare in cartaceo.
Mentre predico la buona novella degli ebook alla gente che conosco non ottengo molta resistenza, e la poca che trovo si tramuta in eccitazione quando gli mostro
la verità rivelataun vero lettore ebook!Ma anch’io ho paura che, se non cambia niente, ci vorranno almeno 3 anni prima di avere un impatto significativo.
In compenso spero però che succeda qualcosa che scuota un po’ gli animi e acceleri i tempi.
Che ne so, qualcuno potrebbe denudarsi nella fontana di Trevi con un lettore ebook in mano, in modo da attirare l’attenzione dei media e del pubblico italiano facilmente suggestionabile.
Esimio Duca, cosa mi sai dire degli ebook di Delos e Asengard, rispetto alla questione dei DRM kattivi? A parte certi prezzi eccessivi, infatti, la presenza dei maledetti DRM è un’altra delle cose che mi indispone molto quando penso di acquistare ebook.
Usando un qualsiasi negozio online per controllare la presenza dei DRM ti puoi rispondere da solo. Asengard non mette DRM e fa dei buoni prezzi. Il problema sono le opere: gli estratti di quelle che ho letto vanno dal brutto all’imbarazzante. Tranne quello di Tarenzi (Il sentiero di legno e sangue), che è comunque poco curato se consideriamo le reali capacità dell’autore (stile “prendetelo in culo e ringraziatemi”), ma si pone su un livello nettamente superiore rispetto agli altri. Una grossa fetta del libro di Tarenzi si trova gratis: dopo averla letta non mi è venuta nessuna voglia di pagare 3,49 euro (ora 2,99 euro) per comprarlo e vedere come finisce.
Sull’ultimo libro di Asengard, Codice Haggard, non so niente. Non ho letto estratti nemmeno di Sopravvissuti.
La scarsa qualità delle opere già viste e certi autori di infimo livello pubblicati mi hanno fatto perdere qualsiasi interesse per questo editore.
Cosa diceva il capo di Newton Compton sull’immagine dell’editore? Ecco, in questo caso è stata distrutta, poi bruciata, poi le ceneri sono state seppellite e alla fine è passato il Grande Scrittore Barone (già pubblicato tra i vari amyketti in Epix poco prima che fallisse, contribuendo alla morte della stessa) che ci ha sparso il sale sopra con quella puttanata indegna che è Il Ghigno di Arlecchino.
Riguardo Delos Books posso confermare che non usano DRM Kattivi (solo digital watermarking, ovvero “marchiano” l’opera in modo visibile e/o invisibile con i dati dell’acquirente per scoraggiare la diffusione via P2P -uno può comunque prestarlo ad amici fidati senza rischi-).
Hanno anche fatto prezzi decenti su alcuni libri, ma non su tutti. Controllando su IBS.it hanno il 36,4% dei libri entro i 4,99 euro, il 41,8% tra 5,99 e 6,99 euro e il restante 21,8% a 7,99 euro.
Politiche di prezzo un po’ da fessacchiotti per un editore che deve competere per affermarsi. Quelli di NC sono più svegli, ma comunque poteva andare peggio.
Il giudizio che invece ho di Delos come editore in sé, più che per i libri (hanno qualcosa di Stross e altre cosette carine, accanto alla merda purulenta), si può riassumere con una sola parola: Disprezzo.
Beh, io in realtà ho nominato proprio queste due case editrici proprio perchè avevo adocchiato cose interessanti. In particolare per Asengard pensavo a Sanctuary, che mi intrigava nonostante la recensione non entusiasmante di Gamberetta e ai Prodigium di Falconi.
Il disprezzo per la Delos da cosa deriva? Io le uniche notizie che ho in merito le ho prese sempre da Gamberi Fantasy, dove si dice che la collana di short-fantasy della Delos faccia pena, schifo e raccapriccio. Ma devi sapere che a me piace martellarmi i coglioni per sentire quanto fa male.
Gran bella analisi, i miei complimenti!
Giusto una curiosità…ma l’immagine dei coniglietti scuoiatori, da dove l’hai pescata?
@Gherardo Psicopompo
Anni di osservazione (dal 2006) di come si sono evoluti, che gente ci gira attorno, cosa producono, la qualità nella cura dei prodotti ecc… ovvero da Delos stessa, come era ovvio.
@Frundsberg
http://www.bunnylicious.org/2011/01/kill-all-humans-%C2%A9/
A me è sempre piaciuto lo stand della Delos alla Fiera della piccola e media editoria di Roma.
Mi stupisco nel vedere al primo posto su bookrepublic “Io e Te”, un libro con protagonista un quattordicenne che:
a) parte per una fantomatica gita in montagna senza che la madre od il padre gli chieda mezzo recapito dei suoi amici(!)
b) allestisce una sorta di covo nella cantina condominiale dove beve, mangia,fuma, gioca con la play e si guarda la televisione senza che nessuno dei condomini s’accorga di nulla(!!)
c) ospita anche la sorella tossicodipendente che sfascia tutto nelle sue crisi d’astinenza, sempre senza nessuno che s’insospettisca e chiami la polizia(!!!)
Al confronto i cavalieri che in Licia disperdono l’intero esercito del Tiranno a cavalcioni di due dragoni diventano un capolavoro di realismo…
Magari il risultato è solo drogato dall’attuale scarsa possibilità di scelta: forse più andremo avanti e più s’affinerà il gusto del pubblico, non più incatenato alla greppia degli editori.
Forse.
PS Duca, ma la vignetta dei prussiani in trincea, quella del download bolscevico e quella del soldato pickelhaubato dove l’hai prese?
Questa non ricordo dove l’avevo trovata, ma era su un sito di militaria per cui se lo scopro lo linko (EDIT: trovato e linkato).
Boh. È un meme di internet, distribuito da migliaia di siti da anni e anni. Ci vuole un discreto sforzo per non averla mai vista. Da qualche parte.
Foto della Grande Guerra. Le trovi in collezioni di foto della Grande Guerra, di cui web è zeppo. Questa in alta risoluzione stava in un paio di account su flickr e in alcune gallerie di foto non su flickr.
Come sempre le cose sono in molti posti.
Non dovresti.
1) Ammaniti generalmente non produce soltanto porcherie abissali, quindi qualcuno lo compra sulla fiducia.
2) Certi libri fanno parte di quella categoria di fenomeni tipo l’eleganza del riccio, o la solitudine dei numeri primi che “devono piacere” all’italiano intellettuale/intelligente/di sinistra. La classica storia del bambino ritardato che cerca riscatto, o della mamma che perde il figlio e ha un ictus mentre il padre novantenne ritorna dopo che l’aveva abbandonata in fasce davanti alla casa di un pastore cieco…ad un certo punto arriva il critico intellettuale di turno che dice “questo libro è bello!” E improvvisamente un esercito di radical-chic che di solito legge Patricia Cornwell e Dan Brown si precipita in libreria, compra il libro, lo legge, gli fa cagare ma non lo può dire, allora lo consigliano a tutti gli amici et voilà! Top of the top!
Giuro che non parlo per luoghi comuni, è esperienza personale…
Tutto ciò mi sembra un ottimismo non comprensibile.
Il vantaggio principale di questo mercato dovrebbe essere il garantire la circolazione di una grande varietà di testi e sopratutto di testi di qualità senza che ci siano i problemi di trasporto e risorse per i libri normali; e, in collegamento, favorire la lettura come attività, cosa che in Italia si sta perdendo soprattutto tra le giovani generazioni; sarebbe auspicabilissimo che l’editoria scolastica, universitaria e manualistica si convertissero in questo sistema, cosa che porterebbe probaiblmente enormi vantaggi.
Come diceva Clausewitz, la guerra è solo uno strumento della politica e non deve mai perdere la sua strumentalità, divenendo così una guerra per la guerra o guerra totale; in questo caso, mi pare poco lungimirante vantarsi dell’espansione del mercato degli e-book se ciò non si collega ad un aumento connesso della differenziazione delle offerte e dell’abitudine della lettura(tradotto: se gli e-book servono per vendere la solita spazzatura oppure antologie di roba già stranota anzichè collegarsi a qualcosa di più didattico ed espanso, mi sembra una perdita di tempo).
Che tu non comprenda pur avendo tutti gli elementi e tutte le spiegazioni non è un problema dell’ottimismo, ma tuo.
A tutto il resto è già stato risposto in passato. Non è il primo commento di pseudo-trolling che lasci: ovvero lanci frecciatine da mentecatto oppure fingi di non sapere, ignori gli articoli precedenti e, pur avendo tutte le informazioni, non le sommi tra loro per creare una visione globale degli eventi. Ti avevo anche cestinato un commento in passato facendo finta di niente, senza dire nulla, pubblicandoti perfino le tue cretinate successive senza dirti niente di negativo.
Ora però hai rotto le palle.
Non ho tempo da perdere a risponderti. Le risposte sono già tutte state scritte più volte. Hai ignorato quelle, ignoreresti anche le nuove risposte che ti potrei scrivere apposta.
Se qualcuno vuole scriverti delle risposte, così te ne freghi pure di quelle, faccia pure.
Io non ho tempo da perdere così.
@Zwei:
Dovresti specificare che ti è sempre piaciuto lo stand della Delos per la sua vertiginosa concentrazione di fantaspazzatura ^__^
Grazie del link, Duca!
^_^
.
Tipo “Acciaio” della Avallone? Te lo consiglio vivamente, guarda!
Dai siparietti pedo-lesbici ai quartieri di Piombino inventati di sana pianta, dagli euro usati nel 2001 ai video caricati su Yt nel 2002, è qualcosa di trashosamente epico, ed il top lo si raggiunge nel passo in cui il padre della protagonista viene inseguito dalla polizia: mancavano solo le sei stelline in alto sullo schermo perché fosse GTA…
Stesso discorso per me; non per niente preferisco i saggi storici ai romanzi.
Lì, se sei un incapace, non c’è l’editore a salvarti le chiappe ed a raccomandarti per lo Strega, il Bancarella o il Mongolino d’Oro, perché ci pensano i tuoi stessi colleghi a sbranarti ed a farti finire culo a terra, amen!
Il discorso sui numeri in crescita e’ consolante (finalmente!) pero’…. la qualita’degli ebukki?
Nelle ultime tre settimane circa ho preso setto/otto ebook di editori diversi e tranne due – che vengono venduti al prezzo di 8.90 e 9.90 neuri – gli altri potrebbero esser scriti nalla parte della lavagna che elenca i fatticosicosi’ ed i fattidecisamenteaccazzo.
Per tacere dei drm naturalmente.
Ho fatto le mie rimostranze agli editori ed ho ricevuto delle risposte di gente che da’ l’impressione di parlare di birra e salsicce, rifiutandosi anche solo di prendere in considerazione il fatto di aver pubblicato robe malfatte ma facilmente correggibili.
Oltre ai prezzi intelligenti mi piacerebbe ricevere file buoni dato che i dindi che si pagano per averli si suppone siano buoni; se gli editori non cureranno di piu’ anche la qualita’, sara’ ulteriore vento che andra’ a far garrire la Jolie Rouge sul pennone.
Li aiuterebbe anche il non rispondere a cazzo di cane alle mail che ricevono, maledizione, avvitandosi in improbabili supercazzole…
HP
Molti (quasi tutti? tutti i grossi?) editori non hanno alcun rispetto della clientela. Hanno la mentalità del cartaceo: quasi tutti leggono un solo libro all’anno quindi fottili una volta e per quell’anno sei a posto… dopo un anno, quando compreranno il prossimo libro, nemmeno si ricorderanno della cosa! È un modo di ridurre il cliente a mero consumatore, una parola che andrebbe bandita: il cliente è un essere umano (o un coniglietto) con cui costruire un rapporto di fiducia che lo porti a parlare bene dell’editore e dei suoi libri con chi conosce e a tornare a comprarne di nuovi.
Questa disumanizzazione del cliente-umano (o coniglietto) rendendolo consumatore-da-spremere è uno dei drammi dell’editoria che rischia di danneggiarli in modo serio nei prossimi anni. E non era una mossa furba nemmeno con la carta: i forti lettori non dimenticavano facilmente, ma balzando da un editore-truffatore all’altro le perdite si compensavano. Tanto che scelta avevano? Con la carta l’unica scelta importante numericamente è quella dell’offerta sugli scaffali delle librerie e gli scaffali sono in mano agli editori che truffano.
Col digitale le cose cambieranno. E gli editori-truffatori verranno puniti.
Al di là della mancanza di qualità sui contenuti, drammatica già su carta, all’ebook si aggiunge talvolta (come hai fatto notare tu) una qualità così atroce nella realizzazione che se fosse di carta sarebbe scollato, con la copertina strappata e le pagine che cadono alla prima apertura.
Sono cose che andrebbero curate di più.
Io per ora sono stato fortunato con gli eBook acquistati (forse perché ne ho solo un paio di italiani, tutto il resto è ottimo materiale inglese), ma capisco cosa intendi.
Ti stavo per linkare una bella lamentela sulla pessima qualità che mi ero salvato, ma ho visto che l’autore eri tu. In tal caso la conosci già. ^___^
Non so quanto peso avranno le biblioteche nella questione degli ebook, però la dichiarazione di quella di Cologno Monzese è significativa. E anche logica, se vogliamo.
Buona sera Duca. Un commento su questo?
In particolare, ma non solo, sulla questione dei prestiti offerti dalle biblioteche.
http://ehibook.corriere.it/2011/02/prestare_ebook_per_salvarei_li.html
Interessante articolo , secondo me il vero problema è una diffusione dell’ hardware , il software te lo puoi trovare
tranquillamente :P , questi editori farenmno la fine dei venditori di frustini per carrozze.
Per il resto aspetto un hardware a 75-100 € mi piacerebbe che l’ufficio storico dell’ esercito mi digitalizzasse tutte quelle belle relazioni storiche , e non quelle merde di libri che vende adesso . L’italia è l’unico paese dove un libro degli anni 70 è superiore a quello che vendono adesso .
ottima analisi, complimenti. speriamo che la legga chi di dovere. ho notato comunque che anche Marsilio ha una politica di prezzi tutto sommato decorosa, purtroppo però con DRM
Duca…
Una opinione su questo link lo fai?
È l’articolo scritto da un ignorante che abusa del suo potere in quanto articolista per spargere disinformazione sulla gente, mentendo sulle informazioni, falsificando fatti e dando di conseguenza interpretazioni alienate degli eventi. La gente però, in massima parte, non ci casca e rimanda al mittente le idiozie.
Si notino, in risposta alla cialtronate del suddetto minchione, commenti come (riporto estratti):
E in risposta al dubbio di Papocchio su come l’articolista possa non aver notato nulla di tutto ciò interviene un altro lettore:
E molti, molti altri, oltre alle parti dei commenti con spiegazioni e altre frasi contro l’autore dell’articolo che non ho riportato.
Il Popolo Sovrano ha già decretato la cialtroneria, disonestà e incompetenza dell’articolista. Non c’è bisogno che io sponsorizzi con un link l’opera di un idiota. ^_^
Aggiungo una piccola chicca di poco fa:
Cosa diceva il capoccia di NC sul fatto di non rovinarsi la reputazione?
“Il Fatto Quotidiano” ha danneggiato la fiducia dei lettori e la propria reputazione con un articolo come questo e con le reazioni del mentecatto che lo ha scritto.
Il minimo se volessero salvare la propria reputazione sarebbe di pubblicare SCUSE UFFICIALI in HomePage e assicurare che l’autore NON scriverà più altro per “Il Fatto Quotidiano”.
Lo faranno? Siamo in Italia: il concetto di onore e reputazione non esiste. ^_^
Momento nostalgia canaglia e reazionaria: In Egitto al tempo di Cleopatra e giù di lì, era buona abitudine dare in pasto ai coccodrilli coloro che sbagliavano, in Giappone gli onorevoli Samurai praticavano il seppuku in caso di fallimento e disonore.
Tanto tempo fa le persone erano in grado di morire per difendere strenuamente le proprie idee e i propri ideali, oggi siamo talmente pigri da essere in grado di far morire le nostre idee e i nostri ideali per difendere strenuamente noi stessi. Però oggi almeno abbiamo internet. xD
L’atroce sospetto è che gli editori non abbiano alcuna strategia né progetto per gli ebooks. Da quel che si vede, non ne capiscono nulla e li considerano solo un nuovo modo di spremere un altro po’ di quattrini con roba vecchia e stravecchia a degli stravaganti sciocchi che leggono su una specie di cellulare.
Non mi stupirei affatto se fosse così. E’ il modo in cui funziona l’imprenditoria italiana anche in altri mille settori.
Al di là dell’inevitabile effetto pubblicitario, credo che questo possa interessare come aggiornamento e informazione sull’editoria italiana:
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