Ho già accennato in passato all’esistenza delle fatine e al fatto che vi sia stato un complotto dopo la Prima Guerra Mondiale per farle “scomparire”. Una sorta di Operazione Paperclip per acquisire tutte le fatine d’Europa in contatto con gli umani e impiegarle nell’esercito statunitense allo stesso modo in cui già l’esercito imperiale tedesco le impiegava con notevole successo nel ruolo di portaordini, di esploratori e di osservatori per il tiro dell’artiglieria (su questo tornerò in un prossimo articolo).
Durante la guerra russo-giapponese del 1904-1905, i due attaché inviati dalla Germania (il maggiore Gunther von Etzel e il capitano Max Hoffmann) si accorsero che se i giapponesi avessero impiegato le fatine avrebbe potuto conquistare Port Arthur con mesi di anticipo: non sarebbe stato necessario conquistare la Collina 203 per mettere osservatori umani visto che le fatine avrebbero potuto volare ad altezza sufficiente senza essere viste dal nemico, controllare dove atterravano i colpi e scendere a riferire.
Port Arthur, dopo mesi di assedio e bombardamenti alla cieca, cadde in soli cinque giorni non appena l’artiglieria poté ricevere informazioni precise su come correggere il tiro per distruggere la flotta russa e l’Arsenale. Le fatine non sarebbero state rapide come il telefono nel permettere di correggere il tiro, dovendo fare avanti e indietro in volo per comunicare, ma di certo l’assedio non sarebbe durato così tanto!
In non più di due settimane, racconta Max Hoffmann, Port Arthur sarebbe potuta cadere sotto il tiro dell’artiglieria direzionata dalle fatine, evitando tutti gli inutili massacri necessari alla cattura della Collina 203.
Nonostante i giapponesi avessero già nell’esercito molte strane creature come i Karakase-obake (che ebbero raramente l’occasione di mostrare il loro valore come unità paracadutate nel corso della seconda guerra mondiale) o i Bakezori (che agivano come mine antiuomo, sbucando dal fango e strappando i piedi a morsi), la Terza Armata Giapponese non disponeva di nessuna fatina addestrata per quel compito.
Max Hoffmann nel 1913.
“Le nuove artiglierie richiedono un nuovo modo di pensare il ruolo delle fatine” (1905)
Sto divagando. Come detto tornerò al ruolo delle fatine nell’esercito tedesco in futuro.
La cattura di esseri fatati, in particolare fatine, da parte delle autorità americano causò una fuga dei superstiti che si nascosero sui monti, come i partigiani, e ridussero quasi a zero i contatti con l’uomo. Se fino alla seconda guerra mondiale era ancora possibile trovare tracce di fatine nell’esercito tedesco, seppur sospettate dai nazisti di simpatie monarchiche, da ormai più di sessanta anni il mondo fatato ha tagliato i ponti col nostro. Incontri con gnomi, fatine e spiritelli che sarebbero stati normali nel 1899, ora si riducono a fantasie di malati di mente e allucinazioni sotto l’effetto di droghe. Solo in rarissimi casi, ormai, le fatine si mostrano agli uomini. Spesso chi ha la possibilità di vederle, o di vedere altre creature strane, si rifiuta di farne parola per non apparire un malato di mente.
Qui sta la forza del “disarmo fatato” portato avanti dagli americani, nel lavaggio del cervello collettivo. Ora, nella guerra moderna, può sembrare ridicolo, ma quando gli americani nel 1919 iniziarono la caccia alle fatine, queste erano davvero in grado di svolgere compiti di intelligence e comunicazioni per cui non esisteva nessuna tecnologia sostitutiva (i ridicoli piccioni viaggiatori nella seconda guerra mondiale spesso sono storie di copertura per l’impiego alleato di fatine). Per questo gli americani non solo cercarono di procurarsi tutte le fatine possibili, attirandole con promesse di denaro e gloria o più spesso chiudendole in gabbia con la forza, ma costruirono una nuova “storia” cancellando dai libri ogni riferimento realistico al mondo fatato.
Woodrow Wilson, presidente degli Stati Uniti dal 1913 al 1921.
Con le sue idee scellerate fu responsabile del caos etnico nei Balcani durante il Ventesimo secolo e della deportazione di centinaia (migliaia?) di fatine negli Stati Uniti.
Non ci volle molto a requisire i libri che parlavano seriamente di fatine (la maggior parte erano opere stampate dagli Stati Maggiori degli Imperi Centrali) e a ridurre tutti gli altri riferimenti a elementi fantastici immaginari, come abbiamo già visto nel caso del fantasy nell’Inghilterra Vittoriana. Ciò che era vero e normale, ad esempio le fatine spogliarelliste in certi locali delle capitali europee, divenne un elemento “inventato”, semplicemente parte di un interesse per il fantastico dovuto alla crisi di fine secolo e ai timori verso un mondo moderno in cui la tecnologia non era più solo fonte di speranza. Tutte teorie costruite dopo, a tavolino, da professori e scienziati prezzolati per nascondere la verità.
In pochi decenni quelli che ancora ricordavano gli incontri avvenuti in gioventù con le fatine o gli gnomi si erano ormai convinti che fossero state fantasie (o tacevano per non rischiare il manicomio, luogo in cui la Scienza Ufficiale collocava i “dissidenti”). Le nuove generazioni non conoscevano e non conoscono più la Verità.
Per questo ho deciso con Gamberetta di fondare l’Osservatorio Fatine.
Gamberetta, messa di fronte alla quantità di informazioni e di prove, si è convinta anche lei della loro esistenza. Potete leggere il suo articolo dedicato all’inaugurazione dell’Osservatorio qui. È molto bello. Vogliamo raccogliere tutto il materiale possibile dedicato alle fatine, sia realistico che di invenzione. Ci interessano storie vere di fatine, testimonianze, prove, ma anche romanzi, fumetti, film, racconti. Tutte le opere degne di nota troveranno posto nella pagina dell’Osservatorio Fatine.
È importante diffondere di nuovo le fatine tra la gente, cominciando dalla loro presenza come personaggi inventati: da troppi decenni le fatine, grazie al lavaggio del cervello americano, sono diventate un elemento del fantasy fanciullesco e ridicolo, molto meno “serie” di orchi e nani che si picchiano come forsennati (vabbè, stendiamo un velo pietoso). Questo stato di cose deve finire.
Le fatine devono riconquistare il loro posto nell’immaginario e un giorno, con l’aiuto di tutti, quando i ricercatori non metteranno più da parte con una risata i riferimenti alle fatine nei documenti d’epoca sfuggiti alla distruzione americana, le fatine ritroveranno anche quello nella storia.
The Manga Guide to Databases
Un bell’esempio di manga/manuale con protagonista una fatina è The Manga Guide to Databases che potete scaricare da gigapedia o rintracciare sui circuiti di P2P. Fa parte di una serie di testi in cui i fumetti vengono usati per spiegare in modo semplice materie come la statistica, la biologia molecolare, la fisica (ce ne è anche uno dedicato solo all’elettricità, utile per chi fa Fisica II o Elettrotecnica). Sono scritti bene e sono chiari, anche se mi risulta che solo quello dedicato ai database abbia una fatina.
La guida manga ai database ha anche il pregio di essere un’opera veritiera sulle fatine. Data la loro notevole intelligenza e capacità di organizzare e vagliare informazioni, le fatine occupavano posti di rilievo negli Stati Maggiori e nei servizi segreti dei paesi occidentali prima del 1918, ma alcune lavoravano anche per banche o per i ministeri degli interni. Chi meglio di una fatina può svolgere il ruolo di insegnante in un problema di organizzazione e uso delle informazioni?
La storia segue le vicende del Regno di Kod, un paese agricolo specializzato nell’esportazione di frutta, inguaiato dall’incapacità di mantenere aggiornati i prezzi perché non usa database, ma file diversi per ogni dipartimento che si occupa del commercio della frutta. La principessa Ruruna, sommersa dalle scartoffie, viene salvata da un regalo inviatole dal Re mentre è in vacanza all’estero: un libro dedicato ai Database (una strana tecnologia straniera) con allegata Tico, la fatina insegnante.
Molto piacevole da leggere. ^_^
La fatina Tico spiega cos’è la primary key
Chiunque può contribuire all’Osservatorio Fatine. Qui sotto potete trovare tutte le informazioni per inviare le vostre segnalazioni. Il Duca e Gamberetta sono sempre interessati a ricevere materiale o, meglio ancora, informazioni di prima mano sulle fatine.
Vi aspettiamo!
Linee Guida
La fatina Maple
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