Konrath, autore che sostiene la teoria secondo cui “guadagnare molto vendendo a basso prezzo è meglio che guadagnare poco vendendo a caro prezzo” (teoria apparentemente banale e ovvia fin da quando è nata la moneta, ma in realtà osteggiata da molti pseudo-scrittori con la puzza sotto il naso) di cui avevamo già parlato a febbraio e a marzo, ha rilasciato sul suo blog i nuovi dati delle vendite dei suoi libri divisi per piattaforma.
Come mai li ha rilasciati? Per festeggiare il superamento dei 100.000 ebook venduti.

Hyperion, 6 romanzi su Jack Daniels
(giugno 2004 – dicembre 2009)
7.865
Grand Central, solo Afraid
(maggio 2009 – dicembre 2009)
13.973
Autopubblicati su Kobo
(maggio 2010 – luglio 2010)
132
Autopubblicati su Smashwords
(dal luglio 2009)
372
Autopubblicati su iPad
(maggio 2010 – agosto 2010)
390
Autopubblicati su iTunes
(gennaio 2010 – luglio 2010)
508
Autopubblicati su Barnes & Noble
(giugno 2010 – agosto 2010)
2.212
Autopubblicati su Amazon
(aprile 2009 – 20 settembre 2010)
78.412

Totale 103.864

Questa estate, da quando Amazon ha attivato il sistema di royalties al 70% per i libri pubblicati con prezzo tra i 2,99$ e i 7,99$, Konrath ha venduto mediamente 7.000 copie (complessive) ogni mese dei 19 ebook autopubblicati per Kindle. Ogni copia venduta costa al cliente 2,99$ e rende a Konrath 2,04$. Di questi 19 ebook, 6 sono romanzi e 13 sono romanzi brevi o raccolte di racconti. I 6 romanzi producono all’incirca il 75% delle vendite, mentre i restanti 13 titoli producono solo il restante 25% delle vendite. Se la metà rende il triplo, possiamo immaginare che un romanzo abbia un potenziale di vendita sei volte superiore a un romanzo breve o a una raccolta di racconti. Non c’è da stupirsene troppo: le raccolte di racconti sono considerate meno performanti dei romanzi anche nell’editoria cartacea.

Un ricostruzione degli attuali rapporti tra Konrath e Hyperion

Prendiamo i 6 romanzi autopubblicati. Arrotondiamo il loro volume di vendite a 5.000 copie mensili, come fa Konrath nel suo post. Mediamente stanno procurando 833 vendite al mese ciascuno, per un totale di 1.700$ guadagnati da Konrath per ogni romanzo, ogni mese. In un anno, senza alcuna crescita (e ci sarà, fidatevi, se consideriamo che a luglio gli ebook rappresentavano solo il 10% del settore trade), ogni romanzo farebbe guadagnare a Konrath 20.400$.

Ora guardiamo gli ebook di Konrath non autopubblicati. L’editore Hyperion ha i diritti per i sei libri della serie di thriller con Jack Daniels, pubblicati in modo tradizionale e ormai (soprattutto i primi) difficili da trovare in edizione cartacea nelle librerie. Dai dati sopra sappiamo che, dal 2004 al 2009, hanno venduto solo 7.865 copie in eBook (perlopiù su Amazon). Konrath al momento non dispone dei loro dati del gennaio-giugno 2010 (uno dei vari svantaggi dell’affidarsi a un editore invece di autopubblicarsi), per cui i conti sono al ribasso (più avanti nell’articolo si farà una stima dei guadagni ipotizzando un grosso boom di vendite per questi libri).

L’ebook affidato ad Hyperion che se l’è cavata meglio è Whiskey Sour, che ha venduto tra il 2004 e il 2009 solo 2.631 copie. Konrath ha guadagnato 2200$, pari ad appena 34$ al mese. Non proprio i 1700$ degli ebook autopubblicati che, paradossalmente, non hanno il peso di un editore (quale peso? Smettiamola di sognare, dai, lol!) e il vantaggio di essersi fatti conoscere in cartaceo (doppio lol) presso il grande pubblico.

Le cose non migliorano troppo nemmeno se consideriamo che l’anticipo sulle royalties (anticipo, non extra) di un romanzo attualmente è di 5.000$, visto che ognuno dei suoi ebook autopubblicati sta quadruplicando quella cifra in un solo anno.

Come mai gli ebook autopubblicati stanno guadagnando più di Whiskey Sour, nonostante quello sia il titolo di punta che ha venduto oltre 80.000 copie nei vari formati? Come già detto in passato, il problema è il prezzo: l’ebook di Whiskey Sour viene venduto da Hyperion a 4,69$ su Amazon mentre gli ebook autopubblicati vengono venduti a 2,99$.

Per ogni copia di Whiskey Sour venduta a 4,69$, Konrath riceve 1,17$ (il 25% del prezzo al cliente). Per ogni copia di un ebook autopubblicato venduto a 2,99$, Konrath riceve 2,04$ (il 70% del prezzo a cui è già stato sottratto il costo di invio). Mi pare evidente che nel secondo caso il vantaggio è per tutti: il PRODUTTORE dell’opera di ingegno riceve più denaro (e il denaro è importantissimo, se no l’autore non mangia) e il LETTORE paga una cifra pressoché ridicola per un romanzo.

Tutti ci guadagnano: scrittore e lettore. L’editore è bypassato, visto che il suo unico ruolo è danneggiare sia lo scrittore che il lettore, guadagnando sul danno fatto a entrambi.
Se gli editori non cominceranno a fornire davvero un servizio che vale i soldi che pretendono, non vedo motivi per cui gli scrittori debbano affidarsi alle loro truffe editoriali.

Non siete convinti che l’editore Hyperion stia danneggiando Konrath (e i lettori)?
Non sarete mica dalla parte sbagliata della gaussiana del QI? Va bene, facciamo due conti assieme. ^_^

Immaginiamo che Konrath possa vendere, senza Hyperion, 833 copie al mese di Whiskey Sour e guadagnare così 17.000$ l’anno invece dei, uh, 5.616$ che guadagna ora (Konrath ha l’impressione che anche gli ebook a 4,69$ ultimamente stiano vendendo, seppure a ritmo men che dimezzato di quelli a 2,99$: stimiamo 400 copie al mese). Moltiplichiamo la cifra media di 5.616$ per tutti e sei i libri di cui Hyperion possiede ancora i diritti e vengono 33.696$ l’anno in royalties per Konrath. Non male, no?
Ora però facciamo il conto come se quei sei romanzi li vendesse direttamente Konrath a 2,99$ e vengono 102.000$ in royalties. Ancora meglio di prima, no?

A conti fatti cosa significa per lo scrittore e per i lettori che i diritti su questi sei romanzi siano nelle mani di Hyperion? Per i lettori significa spendere il 56,8% in più per ogni libro (applicatelo al totale di acquisti di libri dell’anno, ipotizzando che spendiate tutto il budget che potete allocarvi, e vi potrete permettere solo 2 libri su 3 di quelli che volete comprare… non è molto bello, no?) e per lo scrittore significa guadagnare il 67% in meno, con mancati ricavi annuali per oltre 68.000 dollari!

Sputereste su 68.000 dollari l’anno in più? Konrath no e infatti il suo desiderio, ora, è che i diritti per quei libri tornino il prima possibile nelle sue mani. L’editore lo sta solo danneggiando perché non offre alcun servizio in cambio del danno che arreca.

E al danno si aggiunge la beffa. Sapete a quanto Hyperion ha deciso di vendere la collezione completa dei sei romanzi di Jack Daniels in ebook? Siete autorizzati a ridere: 36$ (che con lo sconto di Amazon scendono a 28,8$). Sei dollari per ogni ebook di romanzi vecchi di anni. FOLLIA. Nemmeno uno straccio di sconto, un’offerta del tipo prendi sei e paghi tre… niente. Hyperion e Coglioni Marci ormai si possono considerare sinonimi.

Per leggere ulteriori considerazioni di Konrath qui non rielaborate, vi invio all’articolo originale. Riporto comunque un pezzo interessante:

Since then, a lot of folks have done their best to dismiss what I’ve been preaching. They say I’m an outlier. An exception.

But I’m not an exception anymore.

New writers like Zoe Winters, Rex Kusler, Vicki Tyley, Karen McQuestion, John Rector, Aaron Patterson, B.V. Larson, Stacey Cochran, Amanda Hocking, D.B. Henson, Eric Christopherson, Debbi Mack, Karen Cantwell, Jonny Tangerine, Stephen Davison, Charles Shea, Joe Humphrey, Gary Hansen, M.H. Sargent, R.J. Keller, David McAfee, David Derrico, David Dalglish, Brendan Carroll, Alan Hutcheson, Paul Clayton, Imogen Rose, Tonya Plank, David H. Burton, Tina Folsom, Maria Rachel Hooley, Maria E. Schneider, Anna Murray, Ellen O’Connell, Edward C. Patterson, Caroyln Kephart, Lynda Hillburn, Robert Burton Robinson, Joseph Rhea, C.S. Marks, K.A. Thompson, J.R. Rain, John Pearson, Tonya Plank, Linda Welch, and many, many others are selling thousands of ebooks and getting on the bestseller lists. Many of them have even cracked the Top 100.

A quest’altra pagina potete invece trovare una piccola stima del peso di Amazon sul mercato (che si diceva sopra il 70%) a partire dai dati rilasciati da Konrath.
E se infine volete farvi quattro (tristi) risate, ecco un dialogo tra Scrittore ed Editor immaginato da Konrath. Qualche battuta:

Editor: Well, we could spend two or three weeks working on a single title in order to get it ready.
Writer: Nine months.
Editor: What?
Writer: Nine months, working 60 hour weeks. That’s how long it took me to write my novel. That seems a bit longer and more labor-intensive than your three weeks. Yet I’m only getting 17.5% of the price that you set. Do you know what your percentage is?
Editor: Off the top of my head, no.
Writer: You get 52.5%.

[…]

Writer: I can pay a guy $200 to format and upload the book. In fact, I can also pay a guy $300 to create a cover, and an editor $500 to do both content and copy editing. But you’re not charging me $1000, or even $4500. You’re taking $52,500. And that number can get even bigger. If I hire my own editor and artist, those costs are fixed. You continue to take your 52.5% forever.
Editor: You don’t seem to understand. Do you know how much it costs to rent this office? We’re paying $25k a month, and that doesn’t even include utilities. I’ve got three assistants. We all have health insurance and 401k. Expense accounts. Do you have any idea what it costs to take agents out to lunch?

[…]

(Writer hands Editor his business card)

Writer: When your company goes bankrupt, and you’re unemployed, I want you to look me up. Send me a letter. One page, double spaced. List your qualifications for editing my book, and your rates. Also include a SASE. If you don’t hear from me in six months, no need for you to follow up–it means I’m not interested…

Per chi vuole finire di ammazzare la propria fiducia nell’editoria constatando che l’AUTORE conta più dell’OPERA, per cui il romanzo di una coppia di fidanzati, di un tizio con tre braccia, di una minorenne ecc… vale sempre più di quello di una persona normale, consiglio l’esperimento di Angra. Lo stesso romanzo è pubblicabile se sei una ragazza cieca che scrive con l’aiuto della nonna, ma magicamente smette di essere pubblicabile se hai 40 anni e fai l’ingegnere. L’opera è la stessa, l’autore cambia. Cosa conta allora DAVVERO, il caso editoriale montabile o l’opera? Il marketing o la scrittura? Il marketing si può dire ancora al servizio del libro quando ha sostituito qualsiasi altro criterio di selezione?

Guardate il baby boom con la sua mole di troiate impubblicabili spacciate da editor incompetenti e rispondetevi da soli. La prova che l’editoria cartacea sia marcia oltre ogni possibile redenzione sta nel fatto che nessuno di loro ha compiuto l’unico atto che potrebbe espiare il disonore: il suicidio. Tutti gli uomini d’onore compiono suicidio quando l’onta lo richiede, ma qui stiamo parlando di vermi subumani, sottoprodotti della cultura degradata che essi stessi fomentano, nell’attiva opera di distruggere il cervello delle nuove generazioni con la merda. Poi dopo, magari, fanno grandi proteste contro il governo che uccide la scuola e la cultura per le “nuove generazioni”. Peggio dei maiali: quelli almeno non sono ipocriti.
Non sono più esseri umani: sono bestie da abbattere per fare salsicce.

12 Replies to “Aggiornamento sulle vendite di Konrath”

  1. Tranquillo Duca, che tanto di bestie che continueranno a pensare che l’e-book sia una stronzata continueranno a esistere. Perché sai, la carta è figa, la carta ha quell’odore di… carta, la carta la piazzi nella tua libreria e poi se anche non leggi il libro di turno, chissenefrega! Fai comunque la figura dell’intellettualoide.

  2. Molto bello il conto che dimostra come l’editore danneggi sia il lettore che lo scrittore. Se uno non ci crede, scrittore o lettore che sia, cazzi suoi ^___^

  3. Non ritengo l’e-book la penicillina dell’editoria, ma è certo che sta trasformando il mercato della lettura. Che sia un bene o un male non ha importanza, conta il fatto che esiste e farà parte sempre più della vita di un lettore d’oggi. Io lo accetto per quello che è, senza infamia ne lode.

  4. Al momento gli autori italiani incontrano il grosso ostacolo della lingua, ma immagino che a breve inizieranno anche loro a tradurre\farsi tradurre in inglese per tentare la via di Amazon. Konrath e altri autori, oltre ai romanzi, stanno scrivendo una nuova pagina nella storia dell’editoria.

  5. Come per ogni altro tipo di prodotto la vendita online è la miglior strada da seguire per tutte le parti coinvolte e il rapporto qualità – prezzo sarà l’unico criterio a decretare le sorti di chi scrive.

    Non riesco a pensare a un modo in cui gli editori possano rinnovarsi, se non capiscono di dovere rinunciare a guadagni spropositati in assenza di un vero servizio.

    Cazzo, fossi io in carica mi butterei a pesce sul nuovo mercato: che ritardati!

    Ma i dinosauri…

    http://http://www.youtube.com/watch?v=8sht-Rnn5E0

  6. @??? Non la vedo rosa come te. Credo che si creeranno enormi possibilità prima irraggiungibili, questo è sicuro. Ma, scusa il gioco di parole, non sottovaluterei il peso dei dinosauri. Chissà che non riescano a comprarsi i posti nelle classifiche dei grandi distributori di ebook, tanto per fare un esempio, e sostituire con quelli le odiose pile nelle vetrine delle librerie. In questo senso, mi interessa molto capire quali nuovi canali informativi si apriranno per indirizzare i gusti e le scelte dei lettori. Che la qualità diventi un aspetto determinante implica che i lettori (la massa, quantomeno) sappiano riconoscere la qualità, e anche su questo mi restano parecchi dubbi. Ah, sono un cazzo di pessimista cronico, chiedo venia!

  7. Indubbiamente gli editori sono degli sfruttatori questo è palese.
    Non commento i conti fatti da Konrath che sono certo essere corretti… il più possibile almeno.
    Quello che manca nel conto però è il filtro.
    Gli editori… gli editori ho detto, non gli esperti di marketing che con gli editori nulla hanno a che fare, sono un eccellente filtro contro la porcheria che riempie le librerie.
    Io ne conosco molto di scrittori, editor e editori (proprietari e/o ceo di case editrici) e la maggior parte (probabilmente perché conosco i piccoli) sono persone che credono nel loro lavoro e, sì, schiavizzano gli scrittori e sovraprezzano i libri che vendono ma non sono i porci di cui parla Konrath.

  8. gli editori ho detto, non gli esperti di marketing che con gli editori nulla hanno a che fare, sono un eccellente filtro contro la porcheria che riempie le librerie.

    Questo non avviene col fantasy. Basta essere entrati in una libreria italiana negli ultimi anni.
    Forse gli editor sono ignoranti come capre e sottomessi al marketing, chissà, ma quel che conta è il risultato: pubblicano merda, a caro prezzo e monopolizzando la risorsa “spazio di scaffale” a danno dei lettori, che invece di roba di qualità (come ce ne è tanta all’estero) si trovano roba indegna. Roba che potrebbe essere meno indegna lavorandoci su un po’.

    Il marketing magari li costringerà con la frusta a pubblicare quella roba, ma la TOTALE ASSENZA di editing una volta deciso cosa pubblicare, come dimostrato al di là di ogni possibile dubbio anche per le menti più subumane del creato, dice il contrario sull’eccellente filtro, sulla passione e su tutte le altre cazzate.
    Fatti, non fantasie. I contenuti delle librerie sono i fatti, il solito pensiero mainstream propagandistico sulla “passione dell’editore”, roba che gira da anni sempre uguale, a giudicare dai fatti si direbbe una mera fantasia.

    Forse la passione ce l’hanno quando non lavorano, ma a quel punto chissenefrega: conta solo ciò che ficcano nelle librerie e lì non c’è un grammo di desiderio di fare un lavoro decente (o forse sono degli idioti incompetenti, cosa che non escludo da quello che ho sentito e visto).

  9. Qualcuno afferma che i dinosauri hanno così tanti soldi che non possono cadere… qualcuno crede ancora che si evolveranno e riusciranno a scampare anche alla situazione odierna.

    Io credo di più a Konrath:

    When your company goes bankrupt, and you’re unemployed, I want you to look me up. Send me a letter. One page, double spaced. List your qualifications for editing my book, and your rates. Also include a SASE. If you don’t hear from me in six months, no need for you to follow up–it means I’m not interested…

    E poche storie, anche in Italia l’era mesozoica dell’editoria non può durare in eterno.
    L’estinzione giungerà anche per loro: l’effetto della meteora effetto-Konrath arriverà anche qua a salvare noi lettori.

    (Fatti salvi i piccoli editori, per loro è più facile evolversi, gli dò ancora qualche possibilità.)

  10. Finalmente qualche numero (non molto lusinghiero) sulle vendite di libri tramite Apple.

    C’è da dire che Konrath non è your average author, ha l’umiltà di fare 2+2=4 (perché 2+2=5 fa molto più scrittore talentuoso, eh).

    La frase citata da drJack è genialmente ovvia e naturale, la si può rifiutare come banalmente semplicistica solo se si soffre di tare mentali o si difendono privilegi personali. Più probabilmente per entrambi i motivi.

    Non sono così convinto della “buona fede” (non è un argomento che mi piace perché la vita è dura e si lavora prima di tutto per campare, lo uso solo per controargomentare presupposte santità) degli editor appassionati sopraffatti dai markettingari: tra un posto al calduccio a editare merda per un big publisher e inviare il curriculum a Konrath (più probabilmente: mettere su/collaborare a una nuova attività imprenditoriale specializzata nell’editing, sul modello delle agenzie di traduzioni tecniche) ho pochi dubbi su cosa sceglierei io potendo scegliere (certo, comunque mi domanderei: fino a quando potrò scegliere?).

  11. «sono un eccellente filtro contro la porcheria che riempie le librerie»

    Se le librerie sono piene di porcherie allora è evidente che il filtro non funziona. E le librerie sono piene di porcherie, non solo in ambito fantasy.

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