Dopo gli articoli di bibliografia minima sul Medioevo e sul Rinascimento, pensati in particolare per gli scrittori alle prime armi, ecco quello sul Lungo XIX Secolo… circonciso: sì, per preferenza personale ho deciso di amputare la prima fetta, concentrandomi sul periodo tra il 1837 e il 1914, dove si colloca il meglio dell’Ottocento e il mondo dell’Età Vittoriana in senso ampio (più adatta per gli appassionati di Steampunk che non il primissimo Ottocento).
Per motivi di disponibilità dei testi (e di brevità) mi sono concentrato sull’Inghilterra, vera nazione guida del periodo. Nonostante le cose si facciano davvero interessanti solo dopo il 1851, ho suggerito lo stesso anche un testo dedicato esclusivamente alla vita nel 1837-1851, giusto per completezza (e perché è uno dei migliori testi in italiano che ho letto).
Questa volta ho deciso di non limitarmi ai soli testi in italiano visto che l’ottima disponibilità di quelli in inglese, addirittura gratuiti (piratati), permette di suggerire titoli ancora più specifici per i bisogni di chi intende ambientare storie nell’Inghilterra Vittoriana.
I testi sono stati divisi in tre blocchi più un quarto “bonus”: storia in generale (per inquadrare l’epoca, necessario se non si hanno solide basi storiche); vita quotidiana (dettagli spiccioli e informazioni spendibili per immaginare la vita nell’Inghilterra Vittoriana che un tipico libro di storia generale non fornisce); altri argomenti interessanti (sei testi scelti per soddisfare ulteriori curiosità specifiche del lettore); link a siti internet che si occupano di argomenti correlati (vita quotidiana, armi) e libri gratuiti dedicati al mondo militare (non adeguatamente coperto nei testi precedenti).
Segnalerò ulteriori testi e risorse web in futuro, per ora iniziate con questi.
Storia in Generale
Il Trionfo della Borghesia (1848-1875), di Eric J. Hobsbawm.
Tra il 1848 e il 1875 l’economia capitalistica estende la sua influenza su tutti i continenti, trasformando o semplicemente subordinando le realtà più diverse. L’ideologia liberista si afferma in Europa e negli Stati Uniti che insieme costituiscono il centro propulsore della grande trasformazione. Grandi concentrazioni di ricchezza, vasti movimenti di popolazioni, sviluppi straordinari e concrete applicazioni della tecnologia su larga scala caratterizzano questi decenni. Sul piano politico, la rivoluzione, che ha dominato la scena nei settanta anni precedenti, scompare dall’orizzonte.
Esiste anche un testo dedicato al periodo precedente, L’Età della Rivoluzione (1789-1848), ma non lo inserisco perché per gli obiettivi di questo articolo ha più senso concentrarsi sulla seconda metà del secolo. L’inizio di questo libro presenta comunque una sufficiente panoramica degli anni precedenti, in particolare della Primavera del Popoli del 1848.
L’Età degli Imperi (1875-1914), di Eric J. Hobsbawm.
La storia dell’Età degli Imperi è quella del mondo e della società del liberalismo borghese avanzante verso la strana morte che la coglie proprio quando essa raggiunge il suo apogeo, a causa proprio delle contraddizioni insite in questa sua avanzata. Con uno stile espositivo intelligente, Hobsbawm accompagna il lettore alla scoperta di un mondo apparentemente lontano e lo rende consapevole delle profonde radici che legano quel mondo al nostro secolo breve.
A mio parere è il più interessante del trittico di Hobsbawm, ma non escludo che questo dipenda solo dalla mia preferenza per la Belle Époque.
Potete trovare i tre libri di Hobsbawn in inglese qui:
The Age of Revolution: 1789-1848 (PDF con OCR)
The Age of Capital: 1848-1875 (formato DjVu, lo odio)
The Age of Empire: 1875-1914 (PDF)
Inghilterra Vittoriana. Genesi e Formazione, di George Kitson Clark.
Quest’opera costituisce una proposta di integrale revisione della storiografia sull’Inghilterra dell’800. Lo scopo dell’autore è di mettere a nudo i luoghi comuni di talune correnti storiografiche che non sempre hanno saputo cogliere i multiformi aspetti di un realtà storica complessa. La Rivoluzione Industriale non fu una forza cieca e negativa: pur tra contraddizioni e sofferenze essa creò una ricchezza che si diffuse nelle varie classi sociali, elevandone il tenore di vita.
La copertina proposta sopra è quella dell’edizione inglese (The Making of Victorian England) perché la copertina italiana non l’ho trovata online, ma non vi perdete nulla: è solo uno sfondo grigio con delle scritte nere dentro a rettangoli bianchi. Io ho l’edizione italiana Jouvence del 1981, presa su libreriauniversitaria.it. Non so se ce ne sono ancora copie disponibili. Su altri siti lo segnano come non reperibile. Il testo non è recentissimo (1962), ma è un classico tra gli studi sull’Inghilterra Vittoriana e ha una parte iniziale sulla demografia che mi è piaciuta molto. Sfortunatamente è piuttosto noioso da leggere: non ci troviamo di fronte a un grande narratore come il Gilbert della Grande Guerra. In inglese lo potete trovare senza problemi.
Vita Quotidiana
La vita quotidiana in Inghilterra ai tempi della regina Vittoria, di Jacques Chastenet.
Con il suo nome segnò un’epoca: mai come sotto il suo regno l’Inghilterra fu tanto potente nel mondo. In questo volume Jacques Chastenet, accademico di Francia, racconta la vita quotidiana in Gran Bretagna nel primo periodo del regno della regina Vittoria. È il trionfo dell’età industriale e del capitalismo: si sviluppano le industrie, si allargano i commerci, nascono le prime ferrovie e si costruiscono le prime navi a vapore. Nasce il proletariato, si organizzano i primi sindacati e le classi inferiori cominciano la loro battaglia per ottenere il diritto di voto e la possibilità di eleggere i propri rappresentanti in Parlamento. Il lavoro e il sacrificio sono considerati valori supremi e la divisione sociale è rigida.
Questo libro è fuori commercio, ma con un po’ di fortuna si può ancora reperire su eBay. L’ho visto la prima volta nella biblioteca del mio quartiere, me ne sono innamorato e l’ho comprato subito su eBay, stessa edizione del 1998, ancora avvolto nel cellophane.
L’opera si concentra solo sui primi 14 anni del regno della regina Vittoria (ovvero 1837-1851), scegliendo l’Esposizione Universale come punto di svolta tra il primo periodo del regno e il secondo. Divertimento, viaggi, educazione, vita borghese, vita nei sobborghi, letture, esercito… coprendo molti argomenti si tratta di un’opera molto utile per costruirsi una visione d’insieme della vita in quegli anni.
Il culto del lavoro, il risveglio evangelico con la conseguente attenzione alla condizione dei lavoratori (disinnescando la bomba del socialismo un piccolo cambiamento alla volta), la politica del periodo, le scuole durissime in cui la borghesia inviava i figli (con bambini talvolta denutriti fino alla cecità o rinchiusi in punizione per settimane) e molto altro ancora.
The Writer’s Guide to Everyday Life in Regency and Victorian England, di Kristine Hughes.
Un’opera interessante, ma non eccellente. Ho notato anche alcune imprecisioni, ma non avendole segnate non le ricordo bene (una forse era dentro le pochissime righe, una manciata, dedicate alle armi). La prima parte, quando parla dell’illuminazione stradale e delle candele, è fatte bene. Anche la parte sui commerci da strada e sul cibo (la produzione del burro, il tè, il latte, la cucina) non è male. Dopo però la qualità diminuisce e la lettura, seppur piacevole, diventa meno illuminante.
Molto positiva è la presenza di una ricca bibliografia al termine di ogni capitolo e, talvolta, di approfondimenti come i rimedi medici dell’epoca o le ricette di cucina. Non merita il titolo che si è scelto, non quanto le due opere suggerite più sotto, ma val la pena leggerlo.
Lo trovate su gigapedia a questo link.
Daily Life in Victorian England, di Sally Mitchell.
Un testo notevolmente superiore al precedente, pur trattando gli stessi argomenti con la stessa comoda suddivisione. Molto bella la parte sulla servitù, sull’educazione e in generale le informazioni sulla vita e sui riti sociali (il corteggiamento, ad esempio). Si parla anche di narrativa: la lettura era diffusa a ogni livello sociale, spesso tramite un solo individuo che a sera leggeva storie acquistate a capitoli (per ammortizzare gli alti costi del libro li vendevano così) di fronte a tutta la famiglia sfruttando l’unica fonte di luce della casa… e la narrativa era davvero come la TV, con prodotti concepiti solo per solleticare la fantasia delle masse con storie avventurose che settimana dopo settimana, capitolo dopo capitolo, proseguivano e facevano discutere e appassionare il pubblico (come capita ora tra i fan delle serie televisive o degli anime).
Ah, ulteriore curiosità a tema librario: già all’epoca andavano di moda le trilogie. I librai, all’epoca veri signori del settore, imponevano agli editori di proporre i libri non in un tomo unico, ma in tre per poter guadagnare almeno il doppio… peccato che così i libri costassero così tanto che pochissimi li compravano e la massa (anche di gente facoltosa) preferiva affittarli o, soprattutto il popolo, comprare i singoli capitoli prodotti e venduti al di fuori del circuito delle libreria direttamente da autori ed editori (la gente voleva davvero leggere, ma il prezzo era ingiusto: qualcuno sta pensando alla situazione attuale e agli eBook? ^_^).
Consigliatissimo.
Il testo termina con una ricca appendice di bibliografia, comprendente gli URL dei siti web più interessanti (sono indicati anche i miei due preferiti, che ho riportato nella prossima sezione dell’articolo) e i siti da cui scaricare i libri d’epoca privi di copyright (su Archive.org o su Google Books) per accedere direttamente alle fonti utilizzate dall’autrice. C’è anche un piccolo glossario, ma impallidisce al confronto con quello del prossimo libro.
Lo trovate su gigapedia a questo link.
What Jane Austen Ate and Charles Dickens Knew, di Daniel Pool.
Libro di difficile lettura. Non per come è scritto, ma per come lo hanno piratato: aprendolo al PC sembra perfetto, ma in realtà nel Cybook Gen3 non si apre e NESSUN programma (né Calibre né altri anche molto costosi) è stato in grado di convertirlo in altri formati o di renderle leggibile. C’è qualcosa di irreversibilmente rotto per colpa del modo in cui è stato fabbricato il PDF, temo.
Passando invece ai contenuti è un ottimo libro. Ho letto da alcune parti che è il miglior libro a tema vita quotidiana nell’Età Vittoriana. Di certo è un’eccellente raccolta di saggi su tutti gli aspetti da conoscere della vita nel mondo Vittoriano: denaro, abitudini, modi di dire, leggi, riti sociali ecc…
E, come se non bastasse, dispone di un glossario enorme, talmente ricco e bello che farebbe testo a sé: ben 136 pagine dedicate! Val la pena scaricarlo anche solo per il glossario.
Lo trovate su gigapedia a questo link.
Altri Argomenti Interessanti
La guerra civile americana, di Mitchell Reid
La guerra civile (o guerra di secessione) che si combatté fra il Nord e il Sud degli Stati Uniti dal 1861 al 1865 fu un conflitto che lasciò sul terreno oltre seicentomila morti e che ebbe conseguenze enormi sulla società e sull’economia del paese, a partire dall’emancipazione degli schiavi neri. Reid Mitchell ripercorre la storia della guerra di secessione, esponendone in primo luogo l’andamento dal punto di vista militare, e poi collocandola all’interno della politica dell’Unione e dei Confederati. Una particolare attenzione è data agli aspetti sociali della guerra e alle differenti conseguenze che essa ebbe su uomini e donne, sulla popolazione bianca e su quella nera.
Un libro molto breve e molto chiaro: in appena 150 pagine (circa) viene data una visione di insieme del conflitto, fin dalle sue basi politiche in cui la schiavitù dei neri era solo un pretesto di un presidente Repubblicano del Nord industriale (eletto “non proprio legalmente”) per schiacciare e umiliare il Sud filobritannico (nonché Democratico) colpevole di essere troppo orgoglioso per accettare l’ennesimo insulto del Nord che lo voleva come semplice somma di colonie sottomesse e non come membro alla pari degli Stati Uniti.
La rivoluzione industriale in Inghilterra, di Edward A. Wrigley
La rivoluzione industriale ha aperto la strada all’affermarsi di un nuovo mondo, caratterizzato dall’incremento della ricchezza, dall’accresciuta mobilità, dall’urbanesimo. Questa imponente serie di mutamenti ha sottratto l’Inghilterra prima e l’intero Occidente poi a quei limiti interni dello sviluppo studiati e paventati dagli economisti classici. Ciò è avvenuto non tanto aumentando le produzioni “organiche”, tipiche del contesto agricolo, quanto passando allo sfruttamento di risorse minerali. In questa prospettiva, la rivoluzione industriale si presenta come un processo di crescita economica di lunghissimo periodo, tutt’altro che progressivo e unitario, condizionato anche da elementi casuali.
Un volumetto che inquadra uno dei fenomeni fondamentali dell’epoca moderna in modo sintetico: non è una lettura fondamentale, ma è breve e se le dimensioni dei precedenti volumi di storia generale dell’età vittoriana vi hanno scoraggiato (in particolare il noioso Kitson Clark) è un dignitoso sostituto per gli aspetti energetici e demografici.
Balaclava. La carica dei 600, di Cecil Woodham-Smith
“Sembrava impossibile che quella linea sottile e disordinata ce l’avrebbe fatta mentre le gigantesche colonne di fanteria russa la bersagliavano con un fuoco ininterrotto […] Sempre più spesso nella linea si formavano dei vuoti, il pendio si copriva di corpi e si faceva scivoloso per il sangue, ma ogni volta i superstiti serravano le file e riprendevano l’assalto, mentre gli ufficiali gli stavano addosso e li incitavano bestemmiando e urlando come demoni.” (Cecil Woodham-Smith)
La storia della Brigata di cavalleria leggera di Sua Maestà Britannica e dei suoi cavalleggeri, mandati ottusamente a morire e a coprirsi di gloria nella valle della Morte, durante la guerra di Crimea (1854-55). Ancora oggi l’impresa di Balaclava, la carica dei 600 contro le imprendibili batterie di cannoni russe, è ricordata da alcuni come un atto di fulgido eroismo, da altri come un inutile massacro. E nelle parole del generale francese Pierre Bosquet, che assistette al macello della Brigata leggera, risuona l’eco di un’impresa militare straordinaria: «C’est magnifique, mais ce n’est pas la guerre: c’est de la folie».
Child Sexual Abuse in Victorian England, di Louise Jackson
La prima indagine dettagliata sul modo in cui gli abusi sui minori venivano scoperti, discussi, considerati e puniti nell’età Vittoriana ed Edoardiana. Il libro fornisce un’approfondita analisi dell’atteggiamento Vittoriano, incluso quello dipendente dalla morale Cristiana, nei confronti del problema degli abusi sui minori e della condizione delle bambine “corrotte” (la perdita dell’innocenza che rende pericolose nei confronti degli altri bambini). Un testo prezioso nell’ambito della storia del crimine, dell’assistenza sociale e della famiglia.
Lo trovate su gigapedia a questo link.
Jacquard’s Web, di James Essinger
Di schede perforate e computer meccanici si era già parlato nei commenti del blog, per cui mi pare giusto consigliare questo testo sulla nascita dell’informatica. È piacevole da leggere, ricco di aneddoti e curiosità, perfetto per guidare il lettore dalla nascita del primo telaio programmabile di Jacquard nel 1801 (ovvero un telaio in cui il disegno prodotto con la seta poteva essere modificato cambiando semplicemente il set di schede perforate e non l’intero telaio) alla macchina differenziale di Babbage, fino al censimento USA del 1890 che impiegò schede perforate e tabulatrici della Tabulating Machine Company (divenuta poi IBM) e ancora oltre…
Lo trovate su gigapedia a questo link.
Londra. L’oro e la fame, di AA. VV.
1851-1901: Londra è la metropoli imperiale, la capitale di un’Inghilterra orgogliosa, al culmine del potere e della ricchezza. Le ineguaglianze sono all’ordine del giorno: lusso e miseria, cultura e abbruttimento, libertà e oppressione sono i diversi aspetti di una civiltà che ha esercitato un grande fascino sulle generazioni successive. Il volume raccoglie una serie di articoli che rievocano la vita, i costumi e il modo di pensare propri della Londra vittoriana.
Una raccolta di articoli molto interessanti su…
- I rumori e, soprattutto, gli odori di Londra, così forti e diversi da identificare le singole zone: l’odore di catrame e trucioli dei cantieri navali e del molo; quello di gin e oppio dei quartieri bassi di notte; il fetore dei quartieri più poveri dove l’aria ha un sapore amaro e l’acqua del Tamigi è nera come inchiostro per lo scarico delle fognature di tutta la zona ovest della città; e infine il profumo delizioso di cioccolata, spezie e zucchero che aleggia nella grande area di biscottifici, panifici e zuccherifici di Bermondsey.
- Le tariffe e l’uso di vetture di piazza e calessi, con le guide distribuite ai turisti in modo che non venissero truffati (i tassisti disonesti c’erano anche nell’800).
- Fognature e bagni pubblici.
- La stagione mondana.
- I saldi, con i negozianti onesti che si lamentano della follia collettiva che si accende quando iniziano i saldi e tutti comprano tutto a pochi spiccioli… per poi scoprire che era merce difettosa, messa in mostra proprio per il periodo dei saldi dai negozianti disonesti.
- La Londra letteraria dei caffè.
- Il mondo della prostituzione, donne “da salvare” per i molti contagiati dal risveglio evangelico (c’erano già centri di accoglienza per riabilitarle), viste spesso con tolleranza dai magistrati: nel 1844 un magistrato londinese respinse una petizione di cittadini che si lamentavano dell’attività notturna delle prostitute perché non non vi era stato un reale turbamento dell’ordine pubblico (e si rifiutò di «imprigionare una sventurata solo perché gli era stata portata davanti da un poliziotto»).
Il libro si chiude con la descrizione dei funerali della regina Vittoria, che portò il lutto per l’amato principe Alberto per tutti gli ultimi 40 anni della propria vita e lo abbandonò solo per il funerale, quando si fece seppellire con l’abito da sposa, felice di potersi riunire al marito. Con la morte della Nonna d’Europa si chiude un’epoca e i contrasti già presenti tra il nipote tedesco, il Kaiser, e il resto dei famigliari inglesi, spezzato quell’ultimo legame, si aggravarono (Guglielmo II abbandonò i festeggiamenti per i 200 anni del Regno di Prussia per poter accorrere al capezzale della nonna e rimanere con lei negli ultimi giorni).
Aggiunte successive (Ultimo edit 23 marzo 2010)
The Steam Engine di Sara Louise Kras.
È corto, solo 103 pagine, dovrebbe bastare a chiunque per ottenere un minimo di concetti di base sui motori a vapore e sulla loro storia.Five Hundred and Seven Mechanical Movements
Questo è carino, pieno di disegni e spiegazioni di ingranaggi. Le applicazioni narrative le vedo scarsissime, ma il materiale visivo (sotto forma di disegni) non manca.Victorian Technology: Invention, Innovation, and the Rise of the Machine di Herbert Sussman.
Un buon testo, breve anche lui (circa 170 pagine), per dare un po’ di nozioni fondamentali sulle tecnologie del periodo.The Victorian Internet: The Remarkable Story of the Telegraph and the Nineteenth Century’s On-line Pioneers di Tom Standage.
Storia del telegrafo, del suo impatto sul mondo e dei visionari che vi furono dietro. Interessante, ma comunque un argomento di nicchia.A History of Telegraphy di K. G. Beauchamp.
La storia del telegrafo, dalle origini coi telegrafi meccanici e semaforici (tipo quello di Chappé, non elettrici), fino all’abbandono del codice Morse, al Telex e alla fine della storia del telegrafo. Grossino, 439 pagine, ma bello. E poi è diviso bene, si può leggere a spezzoni: ci sono anche 30 pagine dedicate al telegrafo nelle operazioni militari del XIX secolo. Consigliato.
Siti internet e manuali militari
Sul web non mancano le risorse dedicate al mondo, alla storia e alla vita nell’Inghilterra Vittoriana. Consiglio in particolare questi tre siti: http://www.victorianlondon.org/, http://www.victorianweb.org/ (in inglese) e http://georgianagarden.blogspot.com/ (in italiano).
Per chi è interessato al mondo militare suggerisco di scaricareThe soldier’s pocket-book for field service (1871) del colonnello Sir Garnet Wolseley. È un manuale reperibile gratuitamente, utile per farsi un’idea della vita militare inglese tra la Guerra di Crimea e l’inizio del Novecento. Il PDF non è dei migliori, come capita di solito con le opere scannerizzate da Google o da Microsoft.
Sempre a tema militare vi ricordo che c’è il mio articolo sull’avancarica a percussione e questi due manuali di cui avevo già parlato: Carabine da Bersaglieri (1855), ottimo manuale sulla teoria e sull’uso delle carabine a camera dei bersaglieri (con informazioni storiche e balistiche preziosissime), e The Infantry Manual (1847) dell’esercito inglese.
Se invece vi interessano i fucili a retrocarica del periodo, la migliore risorsa del web a mio parere è http://www.militaryrifles.com/: fucili a retrocarica a polvere nera tra il 1865 e il 1888, periodo che non ho ancora coperto su Baionette Librarie. Per i fucili con polvere infume tra fine Ottocento e la Grande Guerra suggerisco invece l’italiano http://www.exordinanza.net/.
Per gli appassionati di combattimento suggerisco anche queste due opere del grande spadaccino Alfred Hutton, Fixed Bayonets (1890) e Cold Steel (1889), dedicati rispettivamente al combattimento con la sciabola e al combattimento con la baionetta inastata (sul fucile Lee-Metford, ma si può applicare anche ai fucili precedenti e a quelli successivi).
Per quato sia un periodo che non mi attrae troppo, penso che leggerò il libro sugli abusi e quello sulla carica dei 600 nella Guerra di Crimea. Bravo Duke, fra l’altro mi è venuta voglia di scopiazzare la struttura di questo articolo per sistemare le bibliografie del mio blog. Sono vergognoso.
Un mucchio di testi interessanti! Prima o poi prenderò quelli in italiano.
Per il momento è mio di sicuro La guerra civile americana… 150 pagine! Io ho il malloppone di Raimondo Luraghi: 1290 (esclusi biografia e indici), stampate in carattere minuscolo. Devo ancora trovare il fegato di cominciare a leggerlo.
Luraghi è fantastico, ma appunto è un malloppone eccessivo per questo articolo. Di suo sarebbe da consigliare di certo Marinai del Sud, per chi riesce a trovarlo da un amico o in biblioteca (su eBay non penso proprio possa apparire facilmente).
Però si trova in inglese: credo si intitoli A History of the Confederate Navy, edizione del 1996 della Naval Institute Press di Annapolis.
Eccolo:
http://www.amazon.com/History-Confederate-Navy-Raimondo-Luraghi/dp/1557505276/
EDIT AGGIUNTIVO
se non vi fidate di me, vi dico lo aveva consigliato anche Gamberetta, sottolineando che alcune cose sono proprio steampunk:
https://www.steamfantasy.it/blog/2008/09/17/rinascimento-e-prima-eta-moderna-bibliografia-minima/#comment-160
Come al solito grazie per le indicazioni. Stavolta i libri sono davvero tanti.
Per contribuire voglio aggiungere alcuni consigli sull’acquisto.
Oggi come oggi leggere libri di studio di libri elettronici non è ancora una funzione ottimizzata per gli e-book, quindi immagino che alcuni compreranno la versione cartacea dei libri che hai indicato.
Ho visto che hai inserito link a libreria universitaria, ma io consiglierei di dare un’occhiata anche a BOL.
Infatti molti dei libri suggeriti su BOL sono offerti al 3×2.
La parte sconveniente di BOL è che impiegano un po’ di più a inviarli e che bisogna arrivare a una cifra più alta per ottenere la spedizione gratuita.
Tenete però presente che dopo la prima ordinazione BOL vi offre una somma premio gratuita per invogliarvi a nuovi acquisti, quindi può essere intelligente separare in due l’ordinazione per sfruttare al massimo BOL.
Insomma. Se comprate una marea di libri (come me) BOL è decisamente più conveniente.
Altro problema di BOL è che non ha molti libri in inglese.
Per sopperire al problema vi suggerisco questa Book Depository. Me l’hanno consigliata su anobii e la conosco da poco. Per ora ho fatto solo due ordinazioni da lei, ma ha il vantaggio di avere la spedizione gratuita SEMPRE, indipendentemente dalla spesa.
Se qualcuno sa sfruttare ancora meglio i rivenditori online o ne conosce di migliori si faccia avanti
o taccia per sempre, sarò felice di avere nuovi consigli per risparmiare!Ciao.
Sembrano davvero interessanti in particolare gli ultimi. Li metto in lista!
Ottimo Jack. Su Book Depository ho trovato Pulse, Kronos e Antarktos Rising di Jeremy Robinson (un compagno di merende di Konrath)in formato cartaceo a 6.8, 5.8 e 5.3 euro. 18 euro per tre libri, non male davvero.
Magnifico!! Questi titoli sono finiti quasi tutti nella mia lista personale, con un po’ di precedenza rispetto ad altri :DDD
“What Jane Austen Ate and Charles Dickens Knew” lo avevo già sentito.
I libri sulla vita quotidiana mi sembrano molto interessanti. Fortuna che stanno pure su Gigapedia, così almeno un’occhiata si può dare senza problemi.
Ottimo. Sono un po’ in dubbio sul tuo “Inghilterra, vera nazione guida del periodo”. L’Inghilterra assume il ruolo di egemone solo verso la fine dell’Ottocento, e anche in quel momento con la strenua opposizione della sua nemesi: la Russia. Sono i Russi i veri artefici della debacle di Napoleone (e di quella di Hitler un secolo e rotti dopo), ed era il peso delel armate russe a tenere ancora assieme lo sfasciato Impero Asburgico. La Russia estese le sue colonie molto più dell’Inghilterra nell’Ottocento, ed arrivò a minacciare lo stesso Raj.
@Jonnie
Non è il “mio”, è quello di un secolo intero di storici.
L’esempio sulla Russia non è il massimo.
L’Ottocento non è la valle dei contadini, non conta la terra “tanto per”, ma i capitali e i commerci, se proprio vuoi ragionare in termini di denaro e non di impatto sul mondo. Lo stesso Nuovo Imperialismo, visto dai disinformati come “colonie per il gusto delle colonie”, era invece un progetto (magari un po’ ingenuo) a lungo termine per aprire mercati futuri in cui vendere prodotti in modo esclusivo a mano a mano che progredivano diventando sempre più civili, urbanizzati e industrializzati… e consumisti (ma sempre una tacca sotto il padrone, così rimaneva il rapporto Centro-Periferia). Progetto che non è riuscito ad avverarsi a causa della Grande Guerra e dei successivi sconvolgimenti.
Dal 1851 la mentalità nata nel mondo vittoriano, incentrata sul risveglio evangelico e sulla nuova visione della famiglia, si diffonde in tutta Europa. La stessa concezione di superiorità tecnologica che rende “migliori” delle popolazioni meno tecnologiche ha il suo boom dal 1851 in poi in Inghilterra e si diffonde anche negli altri paesi.
La moda nei vestiti dell’Ottocento è inglese (un tempo il paese di cui tutti imitavano la moda era la Francia, anche per le uniformi) e influenza il modo in cui si vestono negli altri paesi industrializzati.
L’intera Europa nell’Ottocento si è parzialmente inglesizzata… e porti come esempio la Russia? La Russia? Il grande reazionario che tecnologicamente IMITAVA gli altri (perfino il loro revolver d’ordinanza, lo S&W .44 Russian era Made in USA… e il Nagant del revolver successivo, e di parte del nome del fucile 91 russo, era un tizio del Belgio!) e già a fine secolo era considerata sul punto di esplodere per come era ridotta a un covo di anarchici e rivoluzionari. La Russia non aveva saputo nemmeno mantenere il suo ruolo storico di grande reazionario.
Un paese che non era in grado nemmeno di vincere contro il Giappone nel 1905. Sconfitti dall’ultimo scemo arrivato nel mondo tecnologico.
Altro che paese guida: un paese di contadini imbarcati su corazzate, con una logistica inesistente (non è mai mancata la capacità produttiva nella Grande Guerra: mancarono sempre i MEZZI per poter portare sia il cibo nelle città che il necessario ai soldati… motivo veramente scatenante della Rivoluzione, l’incapacità nei trasporti di un paese arretrato e con una mentalità feudale nelle campagne).
Tranne per mandare soldati verso Est: la ferrovia in quel caso funzionava bene, peccato che a furia di sconfitte contro i Giappi avevano il morale così a pezzi che nemmeno 3 contro 1 e molto meglio armati potevano sperare di proseguire il conflitto (il morale dei Giappi, al solito, era alle stelle). E vabbé, c’è stata pure la rivoluzione nel 1905, tanto per dire come stava bene in piedi la Russia… proprio una nazione guida, un faro di civiltà e progresso imitato da tutti gli altri nella speranza di scavalcarlo o di contendersene le briciole. ^_^””
La Russia stessa già negli anni ’50 era in crisi.
Culturalmente già imitava la Francia (divise militari ecc…), come un qualsiasi paese secondario (tipo il Sardegna-Piemonte), invece di portare avanti una propria originale cultura militare… poi lo fece, anche per cavalcare il panslavismo, ma dopo la fine della guerra di Crimea.
E già non era un colosso militare. Sì, certo, poteva minacciare e prendere a sberle sulla nuca quell’handicappato dell’Impero Ottomano… ma che vanto è? Gli altri paesi sono corsi a difenderlo e lo hanno costretto a piantarla. E già allora la Russia iniziava a temere un conflitto esteso, altro che strapotere militare: quando gli Austriaci fecero la finta di muovere delle truppe verso il confine, i russi scapparono dai territori dei balcani invasi (erano pronti a sfidare i ritardati turchi, una manciata di inglesi e i francesi… ma pure gli austriaci, seguiti magari da altri stati tedeschi, no!).
Perfino nella guerra russo-turca del 1877-1878 i Russi, pur combattendo questa volta contro la sola (handicappatissima) Turchia, vinsero di poco. Perlomeno questa volta, come compreso anche dalle altre potenze, avevano un buon motivo di intervenire: difendevano le popolazioni cristiane e slave massacrate come animali dagli ottomani (gli “orrori bulgari” che fecero crollare la simpatia inglese nei confronti della Turchia che durava da inizio secolo).
Se vuoi portare un esempio vero, porta la Germania.
A fine secolo e a inizio Novecento ha un tasso di alfabetizzazione superiore all’Inghilterra e alla Francia, una qualità e quantità di tecnici superiore all’Inghilterra e alla Francia, un numero e una varietà di brevetti superiore all’Inghilterra e alla Francia, prodotti di qualità superiore a quelli inglesi e francesi…
…e infatti è un dato di fatto che la Germania (senza contare gli emergenti USA) stava minacciando lo strapotere economico dell’Inghilterra sul continente e oltre, competendo sulla qualità e sulla tecnologia più avanzata. Cosa che portò al braccio di ferro, più o meno acceso (la Germania aiutò i Boeri a lottare contro gli inglesi, fornendo armi), tra i due paesi fino alla Grande Guerra.
Però, anche nel caso della Germania, il termine di paragone è l’Inghilterra: è lei la nazione guida, il faro da imitare e sperare di superare, anche se ormai ha perso la vecchia potenza di monopolista che deteneva grazie ai suoi prodotti a basso costo prodotti nelle fabbriche e inviati nella più arretrata Europa continentale.
^____^
Scusate la mia ignoranza, ma non sono ancora riuscito a scaricare un libro da gigapedia. Mi sono iscritto, ma nonostante questo quando mi appare la schermata del libro in questione non so come far partire il download… Help!
Ok.
Logga. Vai alla pagina del libro. Dovresti trovarti in quella dei commenti, ma ci sono altre schede disposte orizzontalmente. Clicca su quella dei link. Ora trovi, sotto forma di commenti, i vari link a servizi esterni in cui il libro è reperibile (inclusa l’eventuale password e il formato).
Che dire, Duca…mi inviti a nozze!
Interessante il libro sugli abusi, un aspetto che non avevo considerato. Quelli sulla vita quotidiana vanno più che bene, visto che una buona parte del mio novel è ambientato nella città. Grazie^^!
Ti ringrazio molto, anche per le segnalazioni. Vorrei appassionarmi all’epoca e questi libri mi sembrano il modo migliore di iniziare, no? ^__^
Sbuff… Ma sono tutti in inglese? xd non che non lo conosca ma si fa un pò di fatica! Mica si riesce a procurarseli in italiano? ^__^
A quanto detto dal Duca aggiungerei:
Non sono stati i russi a battere Napoleone e Hitler ma la Russia come territorio. Entrambi hanno commesso l’errore di credere di poter condurre una campagna rapida su un territorio così vasto. Quindi dopo le rapide conquiste iniziali sono stati prima rallentati dalla difficoltà nel mantenere le linee di rifornimento, poi sono stati colpiti dal freddo che uccideva uomini e cavalli o bloccava i panzer.
L’unico merito dell’esercito russo è stato quello di ritirarsi sabotando l’avanzata nemica, aspettando che questo esaurisca le forze per colpire.
Mole impressionante, vedrò di leggere un po’ di roba grazie.
La macchina differenziale non è quella che ha dato il nome al romanzo di Gibson?
@aealith
si, anche se poi la vera fonte di ispirazione più che la macchina differenziale, che si limitava solo a tabulare funzioni polinomiali, è stata la macchina analitica, che era invece un computer multiuso programmabile con schede perforate.
Nel romanzo vengono usate per scopo di polizia, intelligence ecc… (d’altronde anche le macchine tabulatrici del censimento del 1890 erano servite proprio per gestire dati personali!) e il romanzo, a differenza di tutti gli altri della prima generazione steampunk (che chiude), ha forti legami con il cyberpunk nei temi e nell’approccio (l’età dell’informazione, i governi sono kattivi, distopia, un passato così schifoso da essere peggiore di quello vero).
Sfortunatamente è anche noioso (nelle prime 60 pagine circa, insomma finché c’è Sybil) da fare schifo: se non ci sono motivi particolari per amare qualsiasi stronzate pseudo-ottocentesca, non val la pena leggerlo (anche perché la trama, se si può definire così, è una boiata).
AGGIORNAMENTO:
Ho trovato un trucco per rendere leggibile sul Cybook (e immagino sugli altri lettori) What Jane Austen Ate and Charles Dickens Knew di Daniel Pool.
Installate PDF FACTORY e bypassate il problema ristampando l’intero documento in un nuovo PDF. Ho fatto a 150 dpi invece dei 300 di default (e margine 2 mm invece di 6,35 mm) ed è venuto ottimo. Peccato per il peso: 44 MB contro gli originali 10 MB!
Il trucco ha funzionato anche per altri pdf non apribili con il Cybook, come Dall’Impero del Mikado all’Impero dello Zar di Luigi Barzini (si trova gratis, NON piratato, su Archive.org).
Vengono pdf non OCR (anche se in partenza lo erano, come per il libro di Pool), ma comunque meglio così che niente, no? ^_^
Martina mi ha segnalato questo sito in ITALIANO:
http://georgianagarden.blogspot.com/
Ci sono articoli sui saluti, sulle ghette, sul “lei/voi/tu”, sulle acconciature, sui pantaloni ecc… nell’Inghilterra georgiana, vittoriana e della reggenza.
Lo inserisco nell’articolo.
Ho aggiunto un box con degli altri libri, senza copertina e con solo una riga di descrizione.
Guardate subito prima delle risorse web, dove c’è “Aggiunte successive (Ultimo edit 23 marzo 2010)”.
Salve Duca, grazie per questa carrellata di testi sull’epoca vittoriana. Alcuni sono già sul mio comodino, per gli altri mi attrezzerò. Sono Admin di un gioco di Narrazione (praticamente un libro a più mani scritto online) ambientato nella Londra del 1887 e sono sempre alla ricerca di nuove fonti d’ispirazione.
Il GDN in questione è Victorian Solstice http://www.victoriansolstice.forumfree.it – se hai voglia di venire a dare un’occhiata sarai il benvenuto, neanche da dire. Grazie, spulcerò il tuo blog con grande interesse.
In realtà quello di Luraghi è praticamente l’unico libro venduto in lingua italiana, ma non è che sia così rinomato tra gli esperti del settore.Io non lo sono, ma ho letto per anni gli interessantissimi post di Davide Pastore sul ng: it.cultura.storia.militare
Per trovarli basta fare una ricerca cercando la sigla ACW nel titolo dei post.
Per esempio così:
http://groups.google.com/group/it.cultura.storia.militare/search?hl=it&q=ACW
Pastore ha fatto un piccolo sito raccogliendo alcuni dei suoi articoli:
http://secessione.20m.com/
Consiglio anche la lettura della sua (enorme) bibliografia.
Collegamenti aggiornati su library.nu:
The Age of Revolution: 1789-1848
The Age of Capital: 1848-1875
Age of Empire: 1875-1914
Daily Life in Victorian England
Child Sexual Abuse in Victorian England
Jacquard’s Web
Five Hundred and Seven Mechanical Movements
Victorian Technology: Invention, Innovation, and the Rise of the Machine
Victorian Internet
A History of Telegraphy
Mancano:
The Writer’s Guide to Everyday Life in Regency and Victorian England
What Jane Austen Ate and Charles Dickens Knew
The Steam Engine
Sistemato i link.
Casualmente, mentre li aggiornavo, sono apparsi su Library.nu proprio i tre libri mancanti. Le bizzarrie dell’internet… ^_^
davvero grazie, mi hai fatto scoprire chicche utilissime per un lavoro che sto facendo :)
Scoprire il tuo sito e’ stata una sorpresa entusiasmante. Complimenti per gli articoli di approfondimento, estremamente interessanti e di piacevolissima lettura.
Sono appassionato di Steampunk e di storia; questo sito e’ un paradiso.
Ancora complimenti.
volevo segnalarvi delle faide reali avvenute nel far west nella seconda metà dell’Ottocento. Mi hanno ricordato il Trono di Spade.
della prima sta andando in onda un mini serial in tre episodi su retequattro di e con kevin costner:
Hatfield–McCoy feud
http://en.wikipedia.org/wiki/Hatfield%E2%80%93McCoy_feud
e questa che fu la più sanguinosa :
pleasant valley war
http://en.wikipedia.org/wiki/Pleasant_Valley_War
La pleasant valley war in Italiano
http://win.farwest.it/storia/storia_del_west/pleasant_valley/lotta_senza_fine.htm