Frugando tra i siti dedicati allo Steampunk ho trovato il book trailer di Steamed. Ok, che lo Steampunk stia esplodendo se ne sono accorti pure i sassi e quindi è normale che tanti ci si lancino sperando di far cassa. Magari non sarà mai un successo come i “romanzi d’amore coi vampiri” (o con gli angeli, la nuova moda?, o coi lupi mannari), ma il principio è lo stesso: si scopre qualcosa che piace, pochi veri appassionati fanno qualcosa di decente (forse), la massa di approfittatori delle mode si lancia proponendo merda e, forte della mole e del titillare le solite due fantasie in croce del pubblico medio (il tutto potenziato dalla pubblicità a tappeto), trionfa proprio qualcosa nella massa di spazzatura!
O se anche non trionfa gli appassionati della prima ora che dicevano “Wow, finalmente è di moda quello che piace a noi!” si troveranno, come già accaduto molte volte, a lagnarsi col tono “era meglio quando piaceva a pochi e non eravamo sommersi di spazzatura commerciale senz’anima adorata da fan idioti”.
È una cosa naturale. Sono già pronto: se lo Steampunk vuole davvero proseguire lo sfondamento, senza spegnersi in una breve fiammata (come si diceva e si dice del Fantasy da anni), dovremo attenderci una grossa, grassa dose di oleosa merda, sia prodotta da inetti appassionati con tanta buona volontà che da professionisti entrati solo per far soldi con le moda del momento. ^_^
E poi ormai mi sono abituato: ho sempre pensato che le cose andavano meglio quando andavano peggio e che i giovani di oggi sono tutti dei drogati rincitrulliti. Sono nato vecchio e recitare anche questo nuovo ruolo da vecchietto steampunk disilluso non mi dispiace. ^__^
Non so se Steamed sia spazzatura. Spero sinceramente di no, ma dopo Leviathan che era a mala pena decoroso (l’ho letto tutto, ma… boh, un po’ al di sotto della mia sufficienza) e Boneshaker che con tutto quello che si diceva sembrava un gran bel libro e invece è una mezza fregatura (dico solo mezza perché sono fermo a metà, causa noia… ma per ora ci sono i pirati buoni e nessuna idea veramente steampunk a parte Daisy, l’arma elettrica anti-zombie), sto perdendo l’entusiasmo. Doctorow è evidente che si sia venduto per parlar bene di Boneshaker (o devo sperare che per miracolo nella seconda metà diventi bellerrimo?). Venduto, ma non troppo: una leccata senza eccedere, per compensare in abbondanza la perdita economica in termini di credibilità personale con il guadagno dovuto alla leccata stessa (amici-contatti e/o bustarella). Vendere la propria dignità leccando è normale per gli scrittori, soprattutto in Italia (a livelli allarmanti, aggiungo), ma da uno come Doctorow mi aspettavo di meglio. ^_^
Vi lascio al trailer: le altre considerazioni è meglio farle dopo la visione.
Il tizio con la protesi steampunk è G. D. Falksen, fotografato da Tarilyn Quinn
Computer technician Jack Fletcher is no hero, despite his unwelcome reputation as one. In fact, he’s just been the victim of bizarre circumstances. Like now. His sister happens to disturb one of his nanoelectromechanical system experiments, and now they aren’t where they’re supposed to be. In fact, they’re not sure where they are when…
…they wake up to see a woman with the reddest hair Jack has ever seen-and a gun. Octavia Pye is an Aerocorps captain with a whole lot of secrets, and she’s not about to see her maiden voyage ruined by stowaways. But the sparks flying between her and Jack just may cause her airship to combust and ignite a passion that will forever change the world as she knows it…
Partiamo alla grande. A parte che l’accostamento “brutto disegno di copertina” con “foto” non mi è parso geniale (dove siamo, su Chi ha incastrato Roger Rabbit o su Cool World, dove umani e disegni convivono?), ma avete notato quanto il trailer calchi su “New Steampunk Romantic Adventure”, “beautiful aerocorps captain Octavia Pyean”, “New Steampunk Romantic Thriller”, “Whirlwind ROMANCE” e “ignite in a PASSION”?
D’altronde è pure scritto in copertina: “a steampunk romance”.
Non c’è da stupirsene visto che l’autrice non è esattamente una scrittrice di fantascienza o di steampunk, ma una che scriveva libri d’amore coi vampiri (A Girl’s Guide To Vampires, ad esempio) e altra roba romantica. Non dico che non siano belli, nel loro genere e per il loro pubblico, non li ho letti, ma non è esattamente questo il tipo di autore che immagino per scrivere di retrofuturismo e diavolerie tecnologiche pseudo-Ottocentesche.
La cosa non puzza come il pesce di dieci giorni?
Si sveglia un mattino e, caso strano, vuole scrivere un romanzo steampunk proprio quando anche i peggiori deficienti del pianeta si sono accorti che sta tornando di moda. Negli ultimi 12 mesi tutti erano tenuti ad accorgersene, se bazzicavano un minimo la narrativa al di là del fantasy monnezzone all’italiana, quindi una professionista della narrativa è ovvio che ne fosse informata da tempo.
Il rischio che abbia usato lo steampunk solo come pretesto per una storia d’amore che poteva benissimo realizzare senza alcun bisogno di inserirsi nella “moda del momento” è enorme (prima i vampiri, ora lo steampunk, poi gli angeli, in futuro magari i bufali idrocefali…).
C’è comunque una minima possibilità che, pur di piacere anche al pubblico dello steampunk, si sia sforzata e abbia davvero inserito sufficienti bizzarrie retrofuturistiche da poter essere interessante (nel video, che tristezza, ci sono vari gadget da cosplay steampunk in mostra). La speranza è l’ultima a morire (dopo una lunga agonia), ma una bella impressione quel book trailer non me l’ha fatta.
Un estratto dell’opera
Qui potete trovare le prime pagine del romanzo, in inglese. Non so valutare la qualità narrativa bene come se fossero in italiano, mi spiace, ma riesco a vedere nel testo alcune scelte discutibili che non riguardano la lingua utilizzata. Segnerò un paio di cose molto evidenti, senza lanciarmi in una minuziosa analisi dell’estratto.
“Cap’n Pye! Cap’n Pye!”
“The word is ‘captain,’ Dooley. We are not pirates, nor are we yokels who cannot expend the extra effort to pronounce words correctly, and judging by the non-stop chatter I hear from you in the mess, I am reassured you have the vocal capacities to do so. Yes, I see it now, Mr. Mowen. The valve to the left of the intake cylinder, isn’t it? It’s cracked, you think?”
“Aye, captain.”
I sat back on my heels after examining the valve in question. Cracked, my three-legged uncle. It was no more cracked than I was.
“Captain Pye, Mr. Piper, he says you’re to come to the forward hold immediately!” Young Dooley fairly danced with agitation as he spoke, but that was nothing new. Dooley was a quicksilver sort of lad, always moving or talking, apparently unable to sit still for even the shortest amount of time. In a way, he reminded me of a hummingbird I’d seen in the emperor’s aviary, for Dooley flitted and dove around the ship just as the hummingbird had done in the highdomed aviary.
Iniziare con il dialogo è un “trucco” standard per i buoni incipit (anche se è pure una mezza trappola, perché potrebbe rendere difficile capire chi è il punto di vista o cosa “immaginare” visivamente…), ma il dialogo in sé non mi è parso perfetto né la scena è esente da scelte a mio parere opinabili. Osserviamo le prime due battute di dialogo. Per quanto non vi sia un vero e proprio problema di teste parlanti, ovvero di voci senza un corrispettivo visivo in azioni dei personaggi, non si può certo dire che il problema sia del tutto evitato.
La prima battuta è corretta. Breve, credibile. La seconda è lunga. Molto lunga. Trasmette l’idea di un personaggio logorroico nel suo articolare lunghe frasi, seppur non ciarliero “a mitraglia” come il primo (o, se non logorroico, perlomeno puntiglioso). E questo va benissimo. Ma il problema è che la frase diventa troppo lunga e si avvicina a generare un “effetto testa parlante a battuta singola” (io preferisco chiamarle “voci nel vuoto”, ma teniamo per ora la definizione di uso comune) nel punto segnato dalla X.
“The word is ‘captain,’ Dooley. We are not pirates, nor are we yokels who cannot expend the extra effort to pronounce words correctly, and judging by the non-stop chatter I hear from you in the mess, I am reassured you have the vocal capacities to do so. X Yes, I see it now, Mr. Mowen. The valve to the left of the intake cylinder, isn’t it? It’s cracked, you think?”
Vedete? Tanto parlare, ma non vediamo niente. Dopo la prima lunga frase atta a delineare al lettore ciò che il capitano pensa del suo sottoposto, scopriamo che il capitano ha guardato la valvola. Eppure non viene detto che l’ha guardata. Solo successivamente ci viene detto che si è soffermato a controllarla. Non è di per sé un errore eccessivo, la scena grossomodo si capisce bene (non era questo in discussione), ma è di certo un’occasione persa per eliminare il rischio “testa parlante” e migliorare gli aspetti di contorno del dialogo.
Il secondo punto migliorabile, che contiene qualcosa di più vicino a un errore, è questo:
Dooley was a quicksilver sort of lad, always moving or talking, apparently unable to sit still for even the shortest amount of time.
Ora, siamo chiari, un personaggio in prima persona ha più diritto di uno in terza persona di esprimere giudizi e pensieri. Non contesto questo, anzi, è uno dei motivi che rende la prima persona più appetibile della terza in alcune narrazioni. Quello che contesto è la sottolineatura dell’ovvio e il pensiero che appare forzatamente descrittivo come se il capitano non pensasse “per sé”, ma pensasse “per il lettore” allo scopo unico di fornirgli informazioni.
Giacché si sottolinea l’ovvio e quindi non serve farlo, questo voler “pensare per il lettore” non può essere oggettivamente giustificato: potete infatti notare come Dooley sia già ben caratterizzato dai fatti e dalle parole. Non serve tagliare per forza tutti i pensieri del capitano su Dooley. Si ottiene già un notevole miglioramento eliminando quella singola frase e lasciando la parte sul colibrì, così:
“Captain Pye, Mr. Piper, he says you’re to come to the forward hold immediately!” Young Dooley fairly danced with agitation as he spoke, but that was nothing new. In a way, he reminded me of a hummingbird I’d seen in the emperor’s aviary, for Dooley flitted and dove around the ship just as the hummingbird had done in the highdomed aviary.
Ritengo che anche la parte “in a way […] aviary”, dato il contesto (un guasto e una persona ben nota), sia un pensiero innaturale per il personaggio e inutile per il lettore, ma avendo tolto il pezzo precedentemente incriminato si è già alleggerito il problema a sufficienza.
In questo caso non credo che l’autrice abbia intenzione di fare Arte e Grande Letteratura, rifuggendo dai paurosi e castranti Generi (stile «solo perché ho parlato di avventure post-apocalittiche con supermutanti, esplosioni, armi laser e zombie radioattivi non potete dire che scrivo romanzi post-apocalitici d’azione!!!»), per cui se si volesse criticare l’estratto usando, dove necessario, gli strumenti atti alla valutazione predisposti dagli stessi autori di narrativa angloamericani e apprendibili sui manuali, direi che si potrebbe fare senza timore di essere linciati (e non essendo autrice italiana non ha gli squadristi del lecchinaggio già pronti a manganellare i contestatori, no?).
Provate nei commenti, se vi va. ^_^”
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