Come si dice da tre anni ormai, “Internet è una serie di tubi”.
Per chi non si dovesse ricordare i dettagli della vicenda che ha reso famosa questa frase del senatore Ted Stevens, ecco un paio di link: Wikipedia e Boing Boing.
I just the other day got, an internet was sent by my staff at 10 o’clock in the morning on Friday and I just got it yesterday. Why?
Because it got tangled up with all these things going on the internet commercially…
They want to deliver vast amounts of information over the internet. And again, the internet is not something you just dump something on. It’s not a truck.
It’s a series of tubes.And if you don’t understand those tubes can be filled and if they are filled, when you put your message in, it gets in line and its going to be delayed by anyone that puts into that tube enormous amounts of material, enormous amounts of material.
Meno male che è un ex-senatore ormai, perché dover spiegare a una simile mummia retrograda la differenza che passa tra Internet e la posta pneumatica, o le tubazioni del lavandino, credo sia impossibile. ^_^”
Al massimo si riuscirà a spiegargli la differenza tra una e-mail e internet, così smetterà di dire che gli internet gli arrivano in ritardo di ore perché i tubi del web sono intasati…
Il riferimento ai tubi di internet nella nuova grafica immagino sia stato colto da tutti e visto che internet è una serie di tubi, ecco due video dedicate a internet nell’Età del Vapore!
Il secondo video riporta una serie di meme di internet ancora molto in voga all’epoca del filmato (nel 2007): chi non ricorda il ragazzino ciccione, lo Star Wars Kid, o Gary Brolsma, il cretino della Numa Numa Dance?
Il primo video è solo la sequenza iniziale del secondo rifatta meglio, con un internet deliziosamente Steampunk-Retard. Fantastico. ^_^
E ora un paio di informazioni sulla posta pneumatica che potrebbero far felici gli amanti dello steampunk/steamfantasy che bazzicano da queste parti. La posta pneumatica (meglio “tubi pneumatici”) utilizza l’aria compressa o il vuoto generato da pompe per muovere contenitori lungo una serie di tubi, fino al punto di smistamento o all’arrivo finale. Questi contenitori, dei cilindri in metallo o vetro/plastica e metallo, contengono piccoli oggetti o messaggi. Se ne possono vedere spesso nei costumi steampunk, agganciati alle cinture.
Le applicazioni attuali sono limitate, ridotte al trasferimento di piccoli oggetti fisici (non semplici informazioni riducibili in digitale) all’interno dei confini di un edificio: denaro in un supermercato o in banca, medicinali in un ospedale, più raramente ormai burocrazia interna a un’azienda, biglietti in un aereoporto (o perfino pezzi di aereo in quello internazionale di Denver), oggetti vari in una fabbrica… cose di questo tipo. Magari qualche mio lettore ci lavora abitualmente con la posta pneumatica.
Decenni fa però la posta pneumatica collegava gli uffici postali all’interno delle grandi città.
Il fax prima e internet poi hanno spodestato i tubi pneumatici dal ruolo di corriere all’interno dei confini cittadini, ma un tempo la posta pneumatica permetteva di recapitare messaggi a chilometri di distanza, da un ufficio postale all’altro.
In Germania c’erano buste specifiche per l’invio dei messaggi attraverso la Rohrpost.
Si era arrivati a ipotizzare, decenni fa, che in futuro la posta pneumatica avrebbe raggiunto ogni casa degli Stati Uniti. Pur con tutti i suoi limiti, ad esempio l’impossibilità per le fan di inviare mutandine usate al Duca, trovo la diffusione di Internet con banda larga un’evoluzione tecnologica molto superiore alla retrofuturistica “posta pneumatica in tutte le case”: le fan del Duca possono, ad esempio, mostrargli il seno in webcam. ^_^
Un paio di info sulle diffusione delle reti di posta pneumatica:
1853: Collegamento della Borsa di Londra con il principale ufficio telegrafico cittadino (distante 200 metri).
Anni 1850: Genova (12 km di tubi, sperimentale, poi sviluppata dal 1913).
1864: Amburgo (con progetti nel 1963 per una nuova rete di 49 km su 5 linee).
1865: Berlino (fino al 1976: nel 1940 arrivò a 400 km di tubi per collegare 79 tra uffici postali e telegrafici).
1866: Parigi (fino al 1984: arrivò a una lunghezza di 467 chilometri nel 1934).
1875: Vienna (fino al 1956).
1889: Praga (55 km, servizio interrotto dall’inondazione del 2002).
Altre città che si sono dotate di un servizio di posta pneumatica, in qualche epoca: Monaco di Baviera, Rio de Janeiro, Roma, Firenze, Napoli, Milano, Torino (nelle città italiane iniziò a svilupparsi seriamente solo dopo il 1913, grazie alle sperimentazioni condotte a Torino nel 1911 e a Genova nel 1910), Trieste, Marsiglia, Boston, New York, Philadelphia, Chicago e St. Louis.
Per maggiori informazioni consiglio questa pagina.
Ogni sistema era un po’ diverso, ma il principio era lo stesso. In ogni caso era una tecnologia costosa e che richiedeva molta manutenzione visto che le capsule (sparate a 30-50 km/h, mica lumache!) venivano decelerate alla destinazione da un deflettore che sbucava fuori a intercettarle. Le capsule, per ridurre l’attrito e favorire la buona tenuta d’aria, erano spesso coperte di feltro.
Lettera inviata con la posta pneumatica di Genova, 1946
Francobollo apposito per il servizio
La posta pneumatica, di cui si decise il progressivo abbandono a partire dagli anni ’60 (tranne nel caso di Amburgo che ancora voleva investire) e per noi ormai simbolo di retrofuturismo, grazie all’uso massiccio fatto dai governi e dalle aziende è diventata il simbolo della burocrazia (in particolare della stagnazione della burocrazia fine a sé stessa).
Nel romanzo 1984 di George Orwell è proprio tramite la posta pneumatica che arrivano sulla scrivania di Winston gli articoli da modificare per il Ministero della Verità. Nel film Brazil, assieme ad altre tecnologie retrò, appare anche la posta pneumatica. Nel videogioco Grim Fandango, un piccolo capolavoro, il protagonista Manny Calavera ha la posta pneumatica che gli arriva dritta in ufficio nel Dipartimento della Morte.
La posta pneumatica non sfigurerebbe, per usi interni agli edifici o per le consegne cittadine, in nessuna opera Steam: in Perdido Street Station, romanzo Steampunk Fantasy di China Miéville appartenente alla corrente del New Weird[nota], nella scena in cui l’impiegato falsifica la fattura delle larve e poi la spedisce al destinatario, viene usato un complesso sistema di gabbie metalliche, ganci e nastri trasportatori (attivati da calcolatori meccanici che ricevono istruzioni tramite schede perforate) che potrebbe essere benissimo sostituito da un più semplice sistema di posta pneumatica (pur mantenendo il controllo a schede).
La Posta Pneumatica di Praga: pannello di controllo principale; pannello di controllo di un pompa; capsule moderne in alluminio e plastica; pompa originale degli anni ’30; sala macchine con le pompe; controlli della cinque corsie principali; ingresso in cui si inseriscono le capsule.
Se si possono inviare lettere e oggetti perché non persone? In fondo una capsula o un vagone non sono molto diversi…
E infatti si pensò di utilizzare vagoni mossi dall’aria compressa anche per il trasporto di persone. Vennero realizzate delle tratte, anche di chilometri, tra 1844 e 1869, ma per vari problemi alla fine la tecnologia non prese mai piede (ad esempio mancanza di finanziamenti negli scavi per passare sotto il Tamigi e altre cose di questo tipo… senza contare che costavano più del doppio, in spese per l’energia, dei treni a vapore).
Un indiscutibile vantaggio del vagone-capsula sarebbe stata l’assenza di fumo nei condotti scarsamente areati della metropolitana (se ne parla anche in The Difference Engine di questo problema). Locomotive con motori ad aria compressa, ma non spinte dall’aria compressa esterna, vennero realizzate con successo per uso minerario nell’Ottocento. Dato che il trasporto umano lungo “tubi” (parodiato nei Jetsons -i Pronipoti in Italia- o in Futurama) non è di mio diretto interesse per l’articolo mi fermo qui. ^_^
A sinistra: applicazione del tubo pneumatico per il trasporto di posta e persone proposta da Alfred Ely Beach nel 1868. A destra: vagone del treno pneumatico di Alfred Ely Beach come apparso nel 1870 su “Scientific American”.
Nota sul New Weird.
Ho preferito parlare di corrente, come è in realtà più corretto fare, perché nel caso di China Miéville l’interpretazione del New Weird coincide con un fantasy ricco di elementi bizzarri che lo discostano dai brutti cloni di Tolkien, ma politicamente impegnata, no-global e specchio del mondo del “dopo Seattle” (in particolare in Iron Council): una visione estremamente diversa da quella di VanderMeer la cui definizione di “genere New Weird” (che di per sé è MOLTO valida, innovativa e interessante) se applicata in realtà comprende solo le sue opere personali. La famosa lista di opere New Weird a fine antologia, nessuna delle quali (perlomeno nessuna di quelle che è stato possibile valutare) rispetta la definizione data, è un calderone assemblato con disgustosa e plateale malafede solo al fine di far pubblicità a VanderMeer (dando un background prestigioso al New Weird) e di conseguenza dargli “autorevolezza” come Scrittore all’avanguardia. Chi se lo sarebbe cagato di striscio se avesse rivelato che non c’era nessuna bibliografia di opere da indicare coerenti con la “precisa” definizione di New Weird da lui coniata a parte le sue? Nessuno.
Perché ha fatto tutto questo? Nella speranza di un dibattito flame pubblico che poi non c’è stato e di cui si è pure lamentato alcuni mesi fa: ha sparso menzogne, ha lavorato duro per scandalizzare chiunque avesse mezzo cervello nel cranio e una infarinatura minima di narrativa fantastica… e non ha ottenuto in cambio l’attenzione/pubblicità desiderata! Povero cocchino. In compenso le vendite dell’antologia sono andate bene, anche se il mondo ha ignorato le sue affermazioni come se fosse un povero scemo. ^_^
Dopo aver scoperto tutto ciò nella primavera scorsa, leggendo l’antologia The New Weird che avevo comprato su Amazon e trovandone poi conferma altrove, ho provato un tale ribrezzo nei confronti di VanderMeer da non riuscire più a sopportarlo, nonostante spesso dica cose condivisibili nel suo blog. Comunque, tolta la miseria umana di VanderMeer come individuo che ricorre alla menzogna e alla falsificazione (e se ne sbatte dell’incoerenza) per guadagnare qualche monetina, la sua definizione di New Weird rimane eccellente a patto di non “estenderla” all’idea che qualsiasi opera di qualsiasi sotto-genere, sia essa steampunk, science fantasy, tecnofantasy ecc… vada etichettata come New Weird se risulta molto fantasiosa: usare un “genere” come sinonimo di “fantasioso e ben fatto” è una colossale stronzata che nessun individuo dotato di un cervello potrebbe tollerare. Il New Weird è una cosa precisa e molto bella, punto, non un calderone pubblicitario in cui ficcare di tutto, altrimenti è meglio interpretarlo solo come corrente e non come genere (non tutte le opere della “corrente” New Weird ricadono nella definizione di “genere” New Weird data da Jeff VanderMeer).
La posta pneumatica è usata ancora oggi nei supermercati (Esselunga almeno) per collegare velocemente e senza transiti di denaro tra la folla le casse clienti alla casa centrale. Le mazzette di banconote di grande taglio vengono spedite in modo sicuro alla cassa centrale, mentre il cassiere fa l’apertura/chiusura portando con sé solo l’assortimento base di tagli e cambio.
Interessante notare che lo smistamento dei bussolotti verso le loro destinazioni avviene attraverso una punta scolpita, che incontrando dei deflettori lungo il percorso finisce nel canale di destinazione.
Sì, lo avevo segnalato subito sotto l’immagine della capsula, anche perché è l’unica applicazione che ho visto dal vivo (c’è anche il link su “denaro nei supermercati” che manda al PDF di un’azienda che produce sistemi di posta pneumatica).
Punta scolpita per l’indirizzamento, interessante.
Ammetto di aver fatto un po’ fatica a seguire il discorso nell’ultima parte dell’articolo, tanto che sono stato costretto a rileggerlo un paio di volte per afferrarne in pieno il senso. Ma probabilmente è l’effetto delle ultime otto ore consecutive passate su Photoshop ^_^
PS: Grim Fandango (che ti avrei di certo citato se non lo avessi già fatto tu nell’articolo) non è un piccolo capolavoro: è IL capolavoro della Lucas Arts, l’ultimo vero gioco da loro prodotto prima che finissero le idee decidendo di sfruttare solo la licenza di quella mezza schifezza di Star Wars. Peccato solo che far partire Grim Fandango su Vista sia un’impresa :(
Preso com’ero nella lettura veloce mi sono perso (o preso subliminalmente) il link alla ditta di posta pneumatica.
@ okamis: fossi in te terrei d’occhio gog.com o steam (soprattutto steam), che hanno incominciato a rimettere fuori vecchi giochi ottimizzati per i pc moderni.
Io mi sto giocando tutta la serie di Tex Murphy e i primi 2 fallout su windows 7 senza il minimo intoppo (avevo ottimizzato una iso di Pandora directive, ma non andava così bene). Su steam sono usciti i pack della Sierra (senza Gabriel Knight 1 purtroppo) e quelli della Lucas (c’è The Dig, ma non Grim Fandango… animali). Considerando quanto è stato buono il 2009 con gli amanti delle avventure e dei GDR, a breve mi aspetto che vengano rimessi fuori PLANESCAPE:TORMENT e Grim Fandango
PS: voci di corridoio vogliono che sia in lavorazione il 6° episodio di Tex Murphy (non si capisce se prodotto dalla Big Finish Game o dalla TellTale, ma in entrambi i casi sarebbe un’ottima notizia)
Chiedo scusa per l’OT, ma è da tempo che volevo dire questa cosa. Uriele, confessa: tu in verità sei Stephen Hawking! O Ozymandias, a seconda di chi preferisci ;) Scherzi a parte, sei una delle persone dal più ampio bagaglio culturale che mi sia capitato di “conoscere” tramite la rete negli ultimi anni (oppure uno dei più malefici googleatori di sempre; anche qui scegli tu cosa preferisci ^_^)
Mi sa di no, ma per la somiglianza fisica si può sempre provvedere…
In realtà sono il barone Harkonnen (o Nite Owl in versione imbolsita).
A parte gli scherzi, sulle avventure grafiche sono abbastanza preparato perché… le amo alla follia (tranne le avventure Sierra della serie King’s Quest, che sono quanto di più frustrante e crudele possa creare un game designer).
A dir la verità qualche asso nella manica ce l’ho: seguo sempre “Rock,Paper,Shotgun”, “Adventure Gamer’s”, “Tigsource”,”House of Underdogs” e tutti i canali di Gamasutra,. E’ difficile farsi sfuggire qualcosa sui vecchi videogiochi quando batti a tappeto i siti degli esperti.
Se ti riferisci alla vecchia storia di Chernobyl e al “malloppone” che ti inviai a suo tempo… bhé, quello era il mio indirizzo di studio anche se per la tesi ho scelto i superconduttori.
L’elettronica digitale, ahimè, ha ucciso la creatività. Le soluzioni ai problemi son tutte uguali, sempre le stesse, sob.
Quanto sarebbe più pittoresco un mondo termomeccanico! Al limite elettromeccanico. Proprio al limite al limite, analogico.
Fra l’altro una vaga menzione del trasporto pubblico a trazione pneumatica si ritrova in Ghostbusters II e nell’immaginaria stazione “Van Horn” (quella col fiume di catarro rosato). E’ solo una battuta, ma “io l’ho sentita perchè l’ho cercata” (CIT)
Grim Fandango era un vero capolavoro, per atmosfera e per gameplay (al momento del monumento con la gigalettiera ho riso come un cretino per l’assurda coerenza della cosa). Per farlo girare la Lucas stessa aveva tirato su delle patch, che su XP vanno, su Vista non so.
Oh, le schede perforate! Avevo letto qualcosa a riguardo, ma rimangono ancora un mistero.
Duca, siete informato a riguardo? Sarebbe interessante un approfondimento, a riguardo. Wikipedia oltretutto non spiega molte cose.
Venivano davvero usate, nell’800? Avevano altre applicazioni, oltre alla lavorazione dei merletti o alla riproduzione di canzonette popolari mediante imbarazzanti strumenti da piazza (o raffinati carillon)?
Mi associo con Taotor, sarebbe estremamente interessante!
Taotor si è appena accorto di aver scritto “a riguardo” a una distanza assai ravvicinata, e si pente di non rileggere i suoi commenti prima di inviarli. Sob.
Non sono sicuro della richiesta.
Le schede perforate non sono nulla di particolare, anzi: ogni punto sforacchiabile può avere due valori “forato” o “intero” (che puoi immaginare come 1 e 0 oppure 0 e 1).
La rappresentazione delle informazioni può quindi essere sotto forma di numeri in binario. Leggi schede perforate e conservi i dati da salvare bucando altre schede con l’apposito perforatore.
http://it.wikipedia.org/wiki/Scheda_perforata
e soprattutto:
http://www.cs.uiowa.edu/~jones/cards/history.html
http://en.wikipedia.org/wiki/Punched_card
Ovviamente non è detto che la scheda vada usata per rappresentare numeri in binario. Può anche essere visto come un puro e semplice “buco” e “non buco”.
Immagina ad esempio un sistema molto semplice e stupido con un lettore di schede che cerca UN SOLO valore bucherellato.
Potrebbe essere una macchina di invio pacchi, come quella in Perdido Street Station, che dallo smistamento della posta centrale manda i pacchi a cinque Ministeri. Invece di girare leve o altro, l’addetto potrebbe avere una placca di metallo rettangolare con scritto “Ministero tal dei Tali” e il buco corrispondente.
Inserendola si ottiene sia di settare la macchina che di ottenere una risposta di conferma, ad esempio l’accensione di una lampadina che conferma il ministero scelto prima di avviare l’invio su nastro (e si può immaginare che dopo un po’ il pacco verrà dirottato verso il sistema di nastri che manda al Ministero chiesto).
In questo caso non c’è un “numero”, anche se puoi immaginare che ci sia (e con 5 buchi, ovvero 5 bit, puoi rappresentare ben 32 destinazioni se vai oltre il sistema primitivo del “uno solo tappato e gli altri no” ^_^ ma così stiamo di nuovo vedendo i buchi come se rappresentassero numeri binari).
Un esempio diverso di uso di schede perforate: il telaio Jacquard. Come avevi sottolineato anche tu le schede si usavano in ambito tessile… non erano ovviamente schede standardizzate (e non c’era mica il FORTRAN per macchine tessili, lol). A parte la questione meccanica, legata all’hardware vero e proprio in cui si inserivano, un produttore di telai poteva far usare alle sue macchine schede esagonali o tonde o quadrate invece che rettangolari. Insomma, alla fine conta che funzioni bene e che ti comprino la macchina, no? Il set di schede è venduto assieme (o fatto su richiesta).
^__^
Leggendo questo dovresti capire come funzionava la scheda perforata nelle macchine tessili:
http://it.wikipedia.org/wiki/Telaio_Jacquard
Comunque, anche se il supporto delle schede perforate esisteva già nel ‘700 e qualcuno pensò di usarlo in macchine da calcolo nell’Ottocento, ricordiamo il vero problema dei calcolatori meccanici.
Dovreste sapere bene qual è, è la prima regoletta mentale dell’ingegnere: più parti in movimento ci sono e più facilmente si romperà (soprattutto se sono pezzi di precisione: la differenza chiave tra un preciso e delicato M16 e un rozzo e robusto AK-47).
Un calcolatore meccanico con decine di migliaia di piccole componenti in movimento se anche funzionasse alla perfezione, dopo un po’ di tempo a causa di guasti dovuti alla durata della vita delle componenti (o problemi di manutenzione e ingrassamento), inizierà a guastarsi a raffica, passando più tempo rotta che non quello in funzione: un guasto qui ora, poi un altro là, poi un altro ancora… a mano a mano che tutti i componenti con vita limitata si guastano uno dopo l’altro.
Figurati una rete enorme di calcolatori di questo tipo. Follia. Eserciti di manutentori al lavoro per mantenerlo in funzione. Ma nello Steampunk è accettabile: ricade nella sospensione dell’incredulità dovuta alle aspettative del lettore in questo genere di narrativa.
Vergogna! Dopo questo articolo, penso proprio che andrò a comprare tubi e capsule al brico e mi costruirò un sistema portatile per copiare agli esami scritti^^
P.S. Grim Fandango era davvero stupendo. Ma funziona sul serio su XP? Devo ritrovare il CD che avevo avuto gratis, dannazione.
Qui trovi il luncher. Permette di giocare a Grim Fandango su Windows XP e Vista (Vista l’ho skippato, quindi non ne sono sicuro, mi fido) e di giocare senza CD.
Ho sentito dire che su Windows Vista e 7 il gioco funziona tranquillamente se si installa nella cartella x86, ma penso siano chiacchere. Per Windows 7 non lo so, non ho ancora provato, ma tutti gli oldgame che ho provato andavano senza problemi (eccetto Wing Commander 1 e 2, ma è a quello che serve un vecchio 386 nel sottotetto)
(nota per il Duca, scusa ma ho mandato il messaggio di prima poi mi è venuto un dubbio e sono andato a ricontrollare, non è che puoi fondere i due messaggi per evitare due commenti di seguito)
PS: se la versione che hai è quella italiana c’è un altro problema. La versione italiana non va con XP e Vista a causa di un piccolo bug. Lucasdelirium aveva rilasciato una patch non ufficiale che risolveva il problema convertendo la versione italiana in quella USA. Io non ero riuscito a farlo funzionare il gioco con questa patch, ma avendo anche la versione USA me ne sono fregato. Non ho mai sentito nessun altro lamentarsi, quindi il problema era dovuto alla mia incapacità :D
Non c’è problema, in questi casi vanno benissimo due di seguito visto che non si può modificare dopo l’invio. ^_^
The Dig! Il primo videogioco che comprai. Lo presi a 99.900 lire, Dio maledica quell’arpia del negozio di informatica (ora fallito)! Ricordo benissimo anche Grim Fandango, e Fallout l’ho giocato fino a sentirmi male. Quanto alla possibilità di giocare titoli vecchi, ai più giovani amanti del fantasy consiglio sempre Daggerfall, che ho trasferito su ogni pc dal ’96 ad oggi. Annientò la vita sociale della mia prima adolescenza più dei discorsi che facevo in classe sulla velocità di marcia dell’esercito romano.
Zweilawyer
p.s. ottimo articolo Duca.
Grazie mille, Uriele! Se non ricordo male ho la versione USA (i dialoghi erano in inglese, maledetti!), quindi non dovrebbero esserci problemi^^
Duca,una domanda prego.
Dopo aver letto l’articolo ho gironzolato per la rete e ho scovato quest’azienda italiana che si occupa ancora di posta pneumatica. Dici che sviluppandone ancora uso e tecnologia potrei usarla nella mia ambientazione del 2040/2050, non Steampunk/Steamfantasy? Mi sembra un peccato limitarla solo a certi anni e certi generi.
Se la domanda risulta orrendamente ovvia/cretina, mi scuso. Sono ancora una novellina e mendico aiuto in ogni dove, anche a costo di far figure.
Come detto nell’articolo (guarda sotto la foto della capsula moderna), la posta pneumatica si usa ancora nell’ambito del trasporto interno agli edifici per muovere denaro (dalle casse alla cassaforte che si apre solo a momenti prestabiliti per il prelievo, senza controllo umano per evitare rapine), medicinali ecc…
Insomma, tutti i casi in cui il trasporto automatico rapido di un oggetto fisico è utile per motivi di velocità e/o sicurezza. I messaggi e i documenti elettronici normali si mandano via e-mail, nessuno li stamperebbe per ficcarli nella capsula (a meno che non siano documenti sensibili del tipo di cui serve la copia cartacea per firme ecc… ma tu ambienti nel 2050 per cui decidi tu se ancora ha senso -dubito-), ma una confezione di pasticche o gli incassi della giornata (o un chip da un laboratorio all’altro) essendo “fisicamente ingombranti” possono essere mossi in modo sicuro e veloce così.
Come dice anche la pagina che hai segnalato:
http://www.oppent.com/11_Sistemi_New/sistemi.asp?PSet=5&PMer=0&Path=PApp&PApp=1&Lev1=12&Lev2=1&lingua=IT
Questo già dice tutto ^^
Esatto, proprio quello che intendevo.
Grazie mille. Mediterò.