A fine settembre, prima che venissero presentate le ultimissime novità (Nook a 259 dollari, Txtr a 319 euro ecc…) e che Google dichiarasse di volersi lanciare nella vendita degli eBook con Google Editions, il sito della Fiera del Libro di Francoforte aveva pubblicato i risultati di un sondaggio a cui avevano risposto 840 operatori di settore (“predominantly managers and executives from the publishing industry“, insomma i capoccioni la cui eventuale stupidità potrebbe rallentare, in teoria, l’avvento dei libri digitali sul mercato). Sono molto interessanti.
Perché, diversamente dall’Italia dove la sfida degli eBook viene vista come un fastidio necessario e non come un’occasione (come già detto più volte dagli esperti di settore nei mesi scorsi e sottolineato anche da Sandrone Dazieri recentemente), all’estero c’è molto entusiasmo per qualcosa che potrebbe far sparire quel 60% di fetta di introiti divorata da librai e distributori e, soprattutto, azzerare il pesante costo fisico del libro come “oggetto”.
Mi rimane il dubbio che l’IVA in Italia potrebbe passare dal 4% al 20% (a questo potrebbe rispondere qualche esperto), ma in ogni caso un 16% extra è meglio di un 80% inclusi i costi di produzione (pari al 20% circa del prezzo di copertina di un libro da 16 euro per 3000 e più copie, secondo i calcoli dell’Agenda dello Scrittore, ma senza contare i resi), no?
Poter rischiare nel pubblicare un libro “diverso dalla solita merda” e, magia, scoprire che le mancante vendite non creano un passivo proporzionale alle copie stampate perché non ci sono copie stampate! ^__^
È il sogno bagnato di ogni editore con un cervello superiore a subnormale (quindi gli editori esteri e non quelli italiani che, come è noto, sono una banda di ritardati sbavanti). Ed è un sogno che si sta avverando. Bisognerà prepararsi, cambiare il proprio modello di business e di concezione dell’editoria, ma gli editori che vorranno farlo troveranno un mondo più competitivo, ma anche migliore.
Per quanto riguarda l’Italia, come fa notare Sandrone, le cose probabilmente andranno male agli editori retrogradi (ovvero, uh, tutti gli editori importanti!).
Bé, mettiamola così: negli Stati Uniti non so come andrà, ma in Italia siamo parecchio in ritardo. Quando parlo con i miei colleghi editori, noto una sorta di attendismo, uno stare alla finestra che mi spaventa. Vediamo che succede, sembrano dire, poi interverremo. Tanto, il libro non morirà mai. Tutti continueranno a comprare volumi di carta. La carta è bella… Ecc. Vi ricorda qualcosa? A me sì. Mi ricorda quello che dicevano i discografici. Quello che dicevano del vinile prima del Cd. Quello che dicevano del Cd prima dell’mp3. E quando sono andati a gambe all’aria, è stato troppo tardi per rimediare.
Il mio pensiero? Crepino gli editori inetti. Si fottano. Vadano a marcire nel cimitero degli animali inferiori che non sono in grado di vincere la sfida evolutiva, a fare compagnia ai dodo. Chi sceglie consapevolmente di suicidarsi merita di ottenere ciò che sceglie, non credete? ^__^
E ci sono un sacco di case editrici che con un minimo sforzo potrebbero sostituire i “colossi della carta” nel mondo del digitale.
Il dodo ha fatto la fine che si meritava.
I grandi editori italiani si spera che lo seguano presto.
Vediamo, al di là dell’entusiasmo estero per gli eBook non condiviso dagli editori italiani, i dati più interessanti che sono stati pubblicati.
Per ora poco. Il 60% degli interpellati ritiene che quest’anno molto meno del 10% dei guadagni verrà dal digitale. Le cosa cambiano ragionando sul futuro prossimo: per il 2011 il 41% degli interpellati ritiene che fino al 10% delle vendite verrà dagli eBook mentre un buon 58% ritiene che le vendite saranno MOLTO SUPERIORI. Ben il 38% ritiene che una fetta del 26% e oltre dei guadagni verrà dagli eBook nel 2011.
L’idea che presto il business dei libri digitali supererà quello dei libri tradizionali è ormai una realtà condivisa (ma la realtà non è così semplice). La domanda è solo “quando?”. Circa il 50% degli esperti di settore vede nell’anno 2018 il punto di svolta in cui gli eBook faranno guadagnare più del cartaceo. L’anno scorso lo credeva solo il 40%. È probabile che nei prossimi anni, con l’approssimarsi della data, un’accelerazione di qualche tipo farà diminuire di un paio di anni il punto di svolta previsto: mancano solo otto anni, ma sono un’enormità nel mondo tecnologico moderno e potrebbero diventare cinque o sei senza troppi problemi. Nel 2008 solo il 27% degli esperti era così retrogrado da pensare che il digitale non avrebbe MAI sconfitto la carta, mentre ora solo il 22% lo è.
Invece secondo Gian Arturo Ferrari (Direttore Generale della Divisione Libri del Gruppo Mondadori) il superamento dell’eBook sulla carta avverrà tra 20 anni e ha aggiunto “Accadrà, cioè, quando le generazioni che lo useranno a scuola saranno adulte” (detto alla manifestazione “veDrò”, edizione 2009). Una piccola curiosità: il pronostico dei 20 anni viene dal mondo pre-2009: già dall’inizio dell’anno si era iniziato a capire bene che il “cambio” era più vicino. Ma Ferrari probabilmente non si è preso la briga di informarsi su questioni concernenti il suo lavoro. O forse non gliene frega niente di tenersi aggiornato per essere competitivo in un momento critico per il futuro dell’editoria. O magari ha di meglio da fare.
C’è da dire comunque che queste previsioni non tengono conto che il mercato del libro cartaceo e quello del libro digitale sono, in parte, distinti, e non sarebbe folle immaginare nel periodo di transizione dei prossimi 10 anni o 20 anni (spero non di più) che esistano editori al 100% digitale che se la cavano benissimo accanto a vecchi editori che presidiano e dominano sul cartaceo rimasto, quello da libreria, e fanno magari il 70% oppure 80% degli incassi lì.
Ferrari non parlava in questa chiave, ma di digitale “in generale”, mentre secondo me nei prossimi anni sarà interessante proprio osservare la anomalie di una transizione in cui taluni (soprattutto autori autopubblicati e piccoli editori) vivranno di puro digitale senza problemi, mentre i Big di settore si terranno stretti il cartaceo “fino alla morte” per vivere del valore di magazzino prodotto dalla stampa (che il digitale non ha) e di bolle speculative, su cui si basa il mercato fisico, a base di libri venduti al distributore e che poi non venderanno nulla in libreria (ma con l’assegno dell’anticipo si andrà in banca a farsi dare crediti per sopravvere), torneranno indietro dopo un anno o due e verranno “pagati” con altri libri al distributore (per compensare il debito con lui e ottenere una differenza) ecc. ecc.
Tutto pur di tenersi stretto un modo disfunzionale e folle di fare editoria che, tristemente, col cartaceo sembra l’unico possibile…
“Maledetto progresso, fonte di ogni male!”
Gli editori italiani sono figli della paura per il diabolico treno.
E il “problema” della pirateria? Ho usato le virgolette perché, come già sottolineato dalla massa degli esperti, in realtà non è stato un problema per nessun settore e nel caso dei libri, attualmente, aiuta ad aumentare le vendite. Come contrastare i feroci pirati che rubano i libri?
Stranamente, nonostante sia italiano (e quindi statisticamente meno sveglio degli esperti di settore esteri), Sandrone fa la stessa affermazione che da DUE ANNI fa Gamberetta o Doctorow o mezzo mondo di gente che si interessa seriamente all’editoria digitale del futuro. Sì, amici, è triste che il tempo scorra verso il Futuro e non verso l’Ottocento, quindi ragionare in termini di “carta” e “copie” e “pagine fisse” è da TESTE DI CAZZO RETROGRADE. È tanto difficile capire simili banalità?
Cosa ci dice di bello Sandrone sul “problema” della pirateria?
Non con i drm, non con fantomatiche copie bloccate e incopiabili, non con leggi restrittive di cui tutti si sbattono le palle, ma mettendo a disposizione i titoli del catalogo e le novità a un prezzo fair, percepito come equo, esattamente come sta facendo Itunes con la musica.
Grassetto mio (gnam). Fin qui tutto perfetto. C’è però un problema nel resto del discorso di Sandrone, che lo rende meno intelligente di quanto non sembri ora.
Per un libro, immagino un prezzo che non si discosta da quello delle edizioni economiche, magari con la possibilità di scaricare gratuitamente aggiornamenti (capita nel caso di testi scientifici) o capitoli tagliati dall’edizione definitiva (io ne ho una marea dei miei libri pubblicati). Sicuramente la pirateria continuerà ad esistere, ma chi vorrà comprare, potrà farlo. Sarà una sua scelta, quella di sostenere gli editori che ama e gli autori che ritiene debbano continuare a lavorare.
Ragionamento giustissimo basato sulla “scelta” e sul “premiare gli scrittori migliori”, ma un prezzo di circa 9-12 euro (edizioni economiche italiane, no? Come questa e questa) è un po’ troppo alto per qualcosa che ha zero costi di produzione per l’oggetto fisico (che non c’è) e che deve competere con l’edizione GRATUITA piratata buona quanto l’originale. E ricordiamoci che anche gli eventuali aggiornamenti verrebbero piratati. ^__^
Un prezzo più sensato (ovvero capace di convincere chi può avere un ebook GRATIS a spendere lo stesso dei soldi) sarebbe, secondo me, 2 euro con una punta massima di 5 euro. Ricordiamoci che già ora vengono venduti ebook a 5-6 dollari su siti come questo. Già ora gli Speciali Urania vengono venduti a 5,50 euro e in questo caso non ci sarebbe la fetta per l’edicolante né i costi di produzione né il problema della copie invendute ecc…
Anche Gian Arturo Ferrari (capoccione della divisione libri Mondadori) la pensa come Sandrone: “dovrebbe essere il 50% di quello cartaceo perché spariscono i costi della fisicità, e per primo quello dell’invenduto che si butta” (affermato alla manifestazione “veDrò” neanche due mesi fa).
La pensa come Sandrone se immaginiamo che intenda il 50% dell’hardcover da 19-23 euro (ovvero quanto un economico da 9-10 euro). Se intendesse il 50% dell’economico allora la penserebbe come il Duca, ovvero come le persone normodotate che si sono prese la briga di informarsi sul settore negli ultimi due anni (e a me nemmeno mi pagano, perché cavolo lo faccio?). Ferrari che ha un lampo di genio a livello ducale? Uno che pensa che gli eBook si affermeranno tra 20 anni e non prima può dire una cosa intelligente come se fosse uno che capisce qualcosa per davvero? Impossibile: intende di certo quello che intende Dazieri. Sincronia tra i due. Anzi, tra i tre: dimenticavo il dodo. ^_^
Quattro o cinque euro non è affatto un prezzo troppo basso, anzi, è già considerato un prezzo possibile. Secondo me per scoraggiare davvero la pirateria il libro andrebbe venduto a due euro. O meglio ancora con la formula libera: 1,99 euro più extra a piacimento e l’opzione di dare l’extra dopo la lettura, per premiare lo scrittore quando lo si desidera (in ogni libro potrebbe esserci il link per accedere al sito e pagare, con una guida per la donazione del tipo “1 euro = mi è piaciuto, 4 euro = lo adoro!”).
Peccato che il giusto livello di comprensione del duello “Pagamento versus Gratis” (la cui vera comprensione ha come unica possibile conseguenza razionale la scelta del prezzo di pochi euro), quasi raggiunto da Webscription.net o simili venditori, non sia ancora comune tra gli editori del cartaceo che cercano di progettare una nuova editoria digitale.
Secondo gli interpellati il prezzo dell’eBook dovrebbe essere:
Più costoso del libro stampato: 4%
Costoso come il libro stampato: 15%
10% meno costoso del libro stampato: 11%
20% meno costoso del libro stampato: 17%
30% meno costoso del libro stampato: 14%
Prezzo inferiore di oltre il 30%: 16%
Un prezzo fisso in stile Amazon ($9.99): 15%
Altri modelli di prezzo: 6%
Prezzi sballati. Non so cosa intendano col prezzo del “libro stampato”: hardcover o economico che costa la metà? Se intendono il prezzo dell’hardcover a oltre 20$ sono tutti scemi anche con lo sconto del 30%. Ricordiamo che quel gegno di King metterà l’ebook di “Under the Dome” in vendita a 35$ un mese dopo l’uscita del cartaceo: gli esperti (e le persone non affette da microcefalismo) sono concordi che 1. lo pirateranno prima e pochissimi idioti pagheranno 35$ per un eBook e 2. King è un retrogrado con comprensione zero dell’editoria digitale.
Aggiornamento sul prezzo del 26 ottobre ▼
Please don’t believe the press reports that the e-book reader price for Under the Dome will be $35. This was the result of confusion from a press release from the publisher, what Big Jim Rennie would call a clustermug. It is true that you cannot order the book as an e-download until December 24th, but the physical book, which is a beautiful thing, you can pre-order for less than $9–so who’s better than us?
Quindi: 1. lo pirateranno prima (per uno dei libri di Harry Potter quanto avevano impiegato, mezza giornata dall’uscita?) e pochissimi pagheranno 9,99$ un mese dopo per un eBook ottenuto gratis un mese prima e 2. King è un retrogrado con comprensione QUASI zero dell’editoria digitale.
E infine domandiamoci: i 35$ erano un errore di stampa oppure questo post una correzione a causa degli sfottò mondiali giunti? Chi lo sa… ^_^
Comunque se il libro costerà 9$ preordinandolo ora invece di 35$, l’eBook quanto verrà? Spero meno di 9$ (anche se amazon per certe cose ha il prezzo fisso a 9,99$): come potrebbe il digitale costare più del cartaceo? Sarebbe un invito alla pirateria una simile cazzata. ^_^
O, usando termini meno forti, possiamo domandarci come Teleread.org:
Is the guy a masochist? Do he and Scribner’s want to be pirated?
Risposte facili: “sì” e ancora “sì”. ^__^
Ma, sveliamo un piccolo segreto. Di questi espertoni del settore, gente che in teoria dovrebbe vivere facendo il surf sull’onda del progresso per competere a morsi e coltellate con rivali altrettanto aggiornati, in realtà solo il 35% legge eBook e il restante 65% no, manco per il cazzo. E comunque solo il 22% usa lettori di eBook e questo rende Sandrone (che ha un Cybook Gen3 proprio come il Duca… abbiamo copiato entrambi Gamberetta o era solo il più conveniente al momento?) più tecnologico e moderno di gran parte dei suoi colleghi! Evviva! ^_^
I loro calcoli per l’anno di superamento del digitale sul cartaceo (2018) NON sono quindi influenzati dall’essere fanatici del libro elettronico né persone particolarmente informate sulla questione, come le risposte “fuori dal mondo” sui prezzi fanno ben capire.
Però… però come detto il percorso è su due binari: secondo me per certuni il superamento avverrà molto, molto prima, forse già nel 2011, e per i Big magari arriverà dopo il 2020 (giusto per scegliere date iconiche, stile Cyberpuk 2020) o perfino dopo, fino a quando le linee di credito delle banche permetteranno ai colossi dell’editoria, giganti indebitati fino ai capelli, di vivere di questo giro di camion pieni di libri, magazzini di milioni di copie invenduti e… fondamentalmente “truffe” (pardon: bolle speculative dei giri del cartaceo!). :-)
Alla luce dell’evoluzione del libro non più vincolato alla “carta” (e al mondo di ricatti ai librai e di merda senza qualità e senza libero mercato che vi era sottinteso), anche certi manifesti della propaganda USA anti-nazista acquistano un nuovo (e migliore) significato:
Infilziamo il passato con le baionette del nostro futuro!
Agosto per gli eBook americani è andato meno bene di luglio: “appena” 14,4 milioni di dollari contro i 16,2 precedenti. Il secondo mese migliore di sempre, ma non un nuovo record. Peccato. Anche il secondo trimestre aveva sofferto di un mese centrale debole (12,1 milioni ad aprile, 11,5 a maggio e 14 a giugno).
In totale fa 30,6 milioni in due mesi. Quando arriveranno i dati di settembre vedremo di quanto verrà infranto il record precedente di 37,6 milioni del secondo trimestre. Si farà un bel 45 milioni o qualcosa di più? Se ci sarà un nuovo record su settembre quota 48 sarà ancora possibile, ma le (ottimistiche) speranze di fare 50 con l’agosto debole sono crollate.
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