A fine settembre, prima che venissero presentate le ultimissime novità (Nook a 259 dollari, Txtr a 319 euro ecc…) e che Google dichiarasse di volersi lanciare nella vendita degli eBook con Google Editions, il sito della Fiera del Libro di Francoforte aveva pubblicato i risultati di un sondaggio a cui avevano risposto 840 operatori di settore (“predominantly managers and executives from the publishing industry“, insomma i capoccioni la cui eventuale stupidità potrebbe rallentare, in teoria, l’avvento dei libri digitali sul mercato). Sono molto interessanti.
Perché i risultati sono interessanti?
Perché, diversamente dall’Italia dove la sfida degli eBook viene vista come un fastidio necessario e non come un’occasione (come già detto più volte dagli esperti di settore nei mesi scorsi e sottolineato anche da Sandrone Dazieri recentemente), all’estero c’è molto entusiasmo per qualcosa che potrebbe far sparire quel 60% di fetta di introiti divorata da librai e distributori e, soprattutto, azzerare il pesante costo fisico del libro come “oggetto”.
Mi rimane il dubbio che l’IVA in Italia potrebbe passare dal 4% al 20% (a questo potrebbe rispondere qualche esperto), ma in ogni caso un 16% extra è meglio di un 80% inclusi i costi di produzione (pari al 20% circa del prezzo di copertina di un libro da 16 euro per 3000 e più copie, secondo i calcoli dell’Agenda dello Scrittore, ma senza contare i resi), no?
Poter rischiare nel pubblicare un libro “diverso dalla solita merda” e, magia, scoprire che le mancante vendite non creano un passivo proporzionale alle copie stampate perché non ci sono copie stampate! ^__^
È il sogno bagnato di ogni editore con un cervello superiore a subnormale (quindi gli editori esteri e non quelli italiani che, come è noto, sono una banda di ritardati sbavanti). Ed è un sogno che si sta avverando. Bisognerà prepararsi, cambiare il proprio modello di business e di concezione dell’editoria, ma gli editori che vorranno farlo troveranno un mondo più competitivo, ma anche migliore.
Per quanto riguarda l’Italia, come fa notare Sandrone, le cose probabilmente andranno male agli editori retrogradi (ovvero, uh, tutti gli editori importanti!).
Bé, mettiamola così: negli Stati Uniti non so come andrà, ma in Italia siamo parecchio in ritardo. Quando parlo con i miei colleghi editori, noto una sorta di attendismo, uno stare alla finestra che mi spaventa. Vediamo che succede, sembrano dire, poi interverremo. Tanto, il libro non morirà mai. Tutti continueranno a comprare volumi di carta. La carta è bella… Ecc. Vi ricorda qualcosa? A me sì. Mi ricorda quello che dicevano i discografici. Quello che dicevano del vinile prima del Cd. Quello che dicevano del Cd prima dell’mp3. E quando sono andati a gambe all’aria, è stato troppo tardi per rimediare.
Il mio pensiero? Crepino gli editori inetti. Si fottano. Vadano a marcire nel cimitero degli animali inferiori che non sono in grado di vincere la sfida evolutiva, a fare compagnia ai dodo. Chi sceglie consapevolmente di suicidarsi merita di ottenere ciò che sceglie, non credete? ^__^
E ci sono un sacco di case editrici che con un minimo sforzo potrebbero sostituire i “colossi della carta” nel mondo del digitale.
Il dodo ha fatto la fine che si meritava.
I grandi editori italiani si spera che lo seguano presto.
Vediamo, al di là dell’entusiasmo estero per gli eBook non condiviso dagli editori italiani, i dati più interessanti che sono stati pubblicati.
Quanto si guadagna dai libri digitali?
Per ora poco. Il 60% degli interpellati ritiene che quest’anno molto meno del 10% dei guadagni verrà dal digitale. Le cosa cambiano ragionando sul futuro prossimo: per il 2011 il 41% degli interpellati ritiene che fino al 10% delle vendite verrà dagli eBook mentre un buon 58% ritiene che le vendite saranno MOLTO SUPERIORI. Ben il 38% ritiene che una fetta del 26% e oltre dei guadagni verrà dagli eBook nel 2011.
E quando gli eBook sconfiggeranno il cartaceo?
L’idea che presto il business dei libri digitali supererà quello dei libri tradizionali è ormai una realtà condivisa (ma la realtà non è così semplice). La domanda è solo “quando?”. Circa il 50% degli esperti di settore vede nell’anno 2018 il punto di svolta in cui gli eBook faranno guadagnare più del cartaceo. L’anno scorso lo credeva solo il 40%. È probabile che nei prossimi anni, con l’approssimarsi della data, un’accelerazione di qualche tipo farà diminuire di un paio di anni il punto di svolta previsto: mancano solo otto anni, ma sono un’enormità nel mondo tecnologico moderno e potrebbero diventare cinque o sei senza troppi problemi. Nel 2008 solo il 27% degli esperti era così retrogrado da pensare che il digitale non avrebbe MAI sconfitto la carta, mentre ora solo il 22% lo è.
Invece secondo Gian Arturo Ferrari (Direttore Generale della Divisione Libri del Gruppo Mondadori) il superamento dell’eBook sulla carta avverrà tra 20 anni e ha aggiunto “Accadrà, cioè, quando le generazioni che lo useranno a scuola saranno adulte” (detto alla manifestazione “veDrò”, edizione 2009). Una piccola curiosità: il pronostico dei 20 anni viene dal mondo pre-2009: già dall’inizio dell’anno si era iniziato a capire bene che il “cambio” era più vicino. Ma Ferrari probabilmente non si è preso la briga di informarsi su questioni concernenti il suo lavoro. O forse non gliene frega niente di tenersi aggiornato per essere competitivo in un momento critico per il futuro dell’editoria. O magari ha di meglio da fare.
C’è da dire comunque che queste previsioni non tengono conto che il mercato del libro cartaceo e quello del libro digitale sono, in parte, distinti, e non sarebbe folle immaginare nel periodo di transizione dei prossimi 10 anni o 20 anni (spero non di più) che esistano editori al 100% digitale che se la cavano benissimo accanto a vecchi editori che presidiano e dominano sul cartaceo rimasto, quello da libreria, e fanno magari il 70% oppure 80% degli incassi lì.
Ferrari non parlava in questa chiave, ma di digitale “in generale”, mentre secondo me nei prossimi anni sarà interessante proprio osservare la anomalie di una transizione in cui taluni (soprattutto autori autopubblicati e piccoli editori) vivranno di puro digitale senza problemi, mentre i Big di settore si terranno stretti il cartaceo “fino alla morte” per vivere del valore di magazzino prodotto dalla stampa (che il digitale non ha) e di bolle speculative, su cui si basa il mercato fisico, a base di libri venduti al distributore e che poi non venderanno nulla in libreria (ma con l’assegno dell’anticipo si andrà in banca a farsi dare crediti per sopravvere), torneranno indietro dopo un anno o due e verranno “pagati” con altri libri al distributore (per compensare il debito con lui e ottenere una differenza) ecc. ecc.
Tutto pur di tenersi stretto un modo disfunzionale e folle di fare editoria che, tristemente, col cartaceo sembra l’unico possibile…
“Maledetto progresso, fonte di ogni male!”
Gli editori italiani sono figli della paura per il diabolico treno.
E il “problema” della pirateria? Ho usato le virgolette perché, come già sottolineato dalla massa degli esperti, in realtà non è stato un problema per nessun settore e nel caso dei libri, attualmente, aiuta ad aumentare le vendite. Come contrastare i feroci pirati che rubano i libri?
Stranamente, nonostante sia italiano (e quindi statisticamente meno sveglio degli esperti di settore esteri), Sandrone fa la stessa affermazione che da DUE ANNI fa Gamberetta o Doctorow o mezzo mondo di gente che si interessa seriamente all’editoria digitale del futuro. Sì, amici, è triste che il tempo scorra verso il Futuro e non verso l’Ottocento, quindi ragionare in termini di “carta” e “copie” e “pagine fisse” è da TESTE DI CAZZO RETROGRADE. È tanto difficile capire simili banalità?
Cosa ci dice di bello Sandrone sul “problema” della pirateria?
Non con i drm, non con fantomatiche copie bloccate e incopiabili, non con leggi restrittive di cui tutti si sbattono le palle, ma mettendo a disposizione i titoli del catalogo e le novità a un prezzo fair, percepito come equo, esattamente come sta facendo Itunes con la musica.
Grassetto mio (gnam). Fin qui tutto perfetto. C’è però un problema nel resto del discorso di Sandrone, che lo rende meno intelligente di quanto non sembri ora.
Per un libro, immagino un prezzo che non si discosta da quello delle edizioni economiche, magari con la possibilità di scaricare gratuitamente aggiornamenti (capita nel caso di testi scientifici) o capitoli tagliati dall’edizione definitiva (io ne ho una marea dei miei libri pubblicati). Sicuramente la pirateria continuerà ad esistere, ma chi vorrà comprare, potrà farlo. Sarà una sua scelta, quella di sostenere gli editori che ama e gli autori che ritiene debbano continuare a lavorare.
Ragionamento giustissimo basato sulla “scelta” e sul “premiare gli scrittori migliori”, ma un prezzo di circa 9-12 euro (edizioni economiche italiane, no? Come questa e questa) è un po’ troppo alto per qualcosa che ha zero costi di produzione per l’oggetto fisico (che non c’è) e che deve competere con l’edizione GRATUITA piratata buona quanto l’originale. E ricordiamoci che anche gli eventuali aggiornamenti verrebbero piratati. ^__^
Un prezzo più sensato (ovvero capace di convincere chi può avere un ebook GRATIS a spendere lo stesso dei soldi) sarebbe, secondo me, 2 euro con una punta massima di 5 euro. Ricordiamoci che già ora vengono venduti ebook a 5-6 dollari su siti come questo. Già ora gli Speciali Urania vengono venduti a 5,50 euro e in questo caso non ci sarebbe la fetta per l’edicolante né i costi di produzione né il problema della copie invendute ecc…
Anche Gian Arturo Ferrari (capoccione della divisione libri Mondadori) la pensa come Sandrone: “dovrebbe essere il 50% di quello cartaceo perché spariscono i costi della fisicità, e per primo quello dell’invenduto che si butta” (affermato alla manifestazione “veDrò” neanche due mesi fa).
La pensa come Sandrone se immaginiamo che intenda il 50% dell’hardcover da 19-23 euro (ovvero quanto un economico da 9-10 euro). Se intendesse il 50% dell’economico allora la penserebbe come il Duca, ovvero come le persone normodotate che si sono prese la briga di informarsi sul settore negli ultimi due anni (e a me nemmeno mi pagano, perché cavolo lo faccio?). Ferrari che ha un lampo di genio a livello ducale? Uno che pensa che gli eBook si affermeranno tra 20 anni e non prima può dire una cosa intelligente come se fosse uno che capisce qualcosa per davvero? Impossibile: intende di certo quello che intende Dazieri. Sincronia tra i due. Anzi, tra i tre: dimenticavo il dodo. ^_^
Quattro o cinque euro non è affatto un prezzo troppo basso, anzi, è già considerato un prezzo possibile. Secondo me per scoraggiare davvero la pirateria il libro andrebbe venduto a due euro. O meglio ancora con la formula libera: 1,99 euro più extra a piacimento e l’opzione di dare l’extra dopo la lettura, per premiare lo scrittore quando lo si desidera (in ogni libro potrebbe esserci il link per accedere al sito e pagare, con una guida per la donazione del tipo “1 euro = mi è piaciuto, 4 euro = lo adoro!”).
Peccato che il giusto livello di comprensione del duello “Pagamento versus Gratis” (la cui vera comprensione ha come unica possibile conseguenza razionale la scelta del prezzo di pochi euro), quasi raggiunto da Webscription.net o simili venditori, non sia ancora comune tra gli editori del cartaceo che cercano di progettare una nuova editoria digitale.
Secondo gli interpellati il prezzo dell’eBook dovrebbe essere:
Più costoso del libro stampato: 4%
Costoso come il libro stampato: 15%
10% meno costoso del libro stampato: 11%
20% meno costoso del libro stampato: 17%
30% meno costoso del libro stampato: 14%
Prezzo inferiore di oltre il 30%: 16%
Un prezzo fisso in stile Amazon ($9.99): 15%
Altri modelli di prezzo: 6%
Prezzi sballati. Non so cosa intendano col prezzo del “libro stampato”: hardcover o economico che costa la metà? Se intendono il prezzo dell’hardcover a oltre 20$ sono tutti scemi anche con lo sconto del 30%. Ricordiamo che quel gegno di King metterà l’ebook di “Under the Dome” in vendita a 35$ un mese dopo l’uscita del cartaceo: gli esperti (e le persone non affette da microcefalismo) sono concordi che 1. lo pirateranno prima e pochissimi idioti pagheranno 35$ per un eBook e 2. King è un retrogrado con comprensione zero dell’editoria digitale.
Aggiornamento sul prezzo del 26 ottobre ▼
O, usando termini meno forti, possiamo domandarci come Teleread.org:
Is the guy a masochist? Do he and Scribner’s want to be pirated?
Risposte facili: “sì” e ancora “sì”. ^__^
Ma, sveliamo un piccolo segreto. Di questi espertoni del settore, gente che in teoria dovrebbe vivere facendo il surf sull’onda del progresso per competere a morsi e coltellate con rivali altrettanto aggiornati, in realtà solo il 35% legge eBook e il restante 65% no, manco per il cazzo. E comunque solo il 22% usa lettori di eBook e questo rende Sandrone (che ha un Cybook Gen3 proprio come il Duca… abbiamo copiato entrambi Gamberetta o era solo il più conveniente al momento?) più tecnologico e moderno di gran parte dei suoi colleghi! Evviva! ^_^
I loro calcoli per l’anno di superamento del digitale sul cartaceo (2018) NON sono quindi influenzati dall’essere fanatici del libro elettronico né persone particolarmente informate sulla questione, come le risposte “fuori dal mondo” sui prezzi fanno ben capire.
Però… però come detto il percorso è su due binari: secondo me per certuni il superamento avverrà molto, molto prima, forse già nel 2011, e per i Big magari arriverà dopo il 2020 (giusto per scegliere date iconiche, stile Cyberpuk 2020) o perfino dopo, fino a quando le linee di credito delle banche permetteranno ai colossi dell’editoria, giganti indebitati fino ai capelli, di vivere di questo giro di camion pieni di libri, magazzini di milioni di copie invenduti e… fondamentalmente “truffe” (pardon: bolle speculative dei giri del cartaceo!). :-)
Alla luce dell’evoluzione del libro non più vincolato alla “carta” (e al mondo di ricatti ai librai e di merda senza qualità e senza libero mercato che vi era sottinteso), anche certi manifesti della propaganda USA anti-nazista acquistano un nuovo (e migliore) significato:
Infilziamo il passato con le baionette del nostro futuro!
Vendite degli eBook negli USA in agosto
Agosto per gli eBook americani è andato meno bene di luglio: “appena” 14,4 milioni di dollari contro i 16,2 precedenti. Il secondo mese migliore di sempre, ma non un nuovo record. Peccato. Anche il secondo trimestre aveva sofferto di un mese centrale debole (12,1 milioni ad aprile, 11,5 a maggio e 14 a giugno).
In totale fa 30,6 milioni in due mesi. Quando arriveranno i dati di settembre vedremo di quanto verrà infranto il record precedente di 37,6 milioni del secondo trimestre. Si farà un bel 45 milioni o qualcosa di più? Se ci sarà un nuovo record su settembre quota 48 sarà ancora possibile, ma le (ottimistiche) speranze di fare 50 con l’agosto debole sono crollate.
Grazie per i commenti sulla mia intelligenza, che in effetti non è poi cosi’ brillante. Ma, muovendomi nell’ambiente da un po’ di anni, vorrei aggiungere qualcosa. Primo: non è vero che i costi di produzione di un libro siano legati solo alla loro fisicità. Esiste un lavoro redazionale, di traduzione nel caso di opere straniere, e di commercializzazione/promozione che avresti comunque, a prescindere dalla carta. Costi che naturalmente si spalmano molto bene quando le copie vendute sono migliaia e migliaia, ma che pesano sulle prime edizioni. Anche per questo, non solo per la carta più spessa e la copertina rigida, gli hard cover costano di più degli economici.
Secondo, c’è la quota dei diritti d’autore per lo scrittore. Gli vogliamo dare almeno un euro a copia? Fai la somma e dividi, e ti rendi conto che un ebook non puo’ costare uno e novantanove e che il prezzo torna ad avvicinarsi a quello degli economici dai cinque agli otto euro, almeno per le prime edizioni. Che è più o meno quanto costa un lp su Itunes, che io considero personalmente un prezzo fair.
Terzo, Ferrari è una persona in gamba. Lo conosco da parecchi anni, e penso che sia uno degli editori più intelligenti che abbiamo in Italia. Certo, magari io sono di parte, ma non si merita tutto questo livore solo perché ha fatto una previsione sul futuro che ritieni sbagliata. Il dibattito sugli Ebook è importante, anzi cruciale in questa fase. Non inquiniamolo con inutili flame.
secondo me è tutto strettamente legato all’evoluzione e diffusione dei reader
nel momento in cui prestazioni e costi lo faranno diventare uno strumento indispensabile per le cose più serie(negli states dove il kindle permette di avere istantaneamente tutti i giornali di cui si ha bisogno ci si avvicina)
un articolo di cartoleria indispensabile, come avere carta e penna.
arrivati a questo nessuno mai gli verrà in mente di spendere l’ecessivo per un formato più scomodo
A parte il pezzo sul prezzo ideale, su cui non siamo d’accordo, è stato il commento più intelligente che ho letto da parte di un esperto di settore italiano: no-DRM, no blocco copie, no inutili mezzi legali antipirateria (che si scontrano con l’impossibilità tecnologica, senza penetrare a piacimento dentro ai computer di tutti i cittadini per vedere i file completi, di determinare quando un numero tra 0 e 255 è o meno parte di un’opera piratata), basarsi sulla “qualità” e sul premio da parte dei lettori.
Esclusi quelli lasciati in giro dai tizi di Simplicissimus, è stato il commento migliore che ho letto scritto da un addetto ai lavori.
È vero, concordo, ma già in questa prospettiva vengono venduti libri con prezzi già al di sotto dei nove euro o fin da subito in edizione economica saltando quella rigida che costa il doppio. E anche questi libri hanno i costi.
“Bryan di Boscoquieto”, italiano, no costo di traduzione, editing pietoso, copertina morbida: 9,90.
Ma 9,90 includendo il prezzo per produrlo, gli invenduti, quel 60% (o 52% citando Domenico Porzio, ex-relazioni pubbliche Mondadori) che va tra Libraio e Distributore. E rimangono le spese che si possono evitare con la versione digitale più la percentuale allo scrittore.
Perché quel 9,90 non può diventare un (usando il dimezzamento suggerito da Porzio) 4,80 euro escludendo distributore (camion e magazzini di chi per portare cosa?) e libraio (scaffale di chi per esporre cosa?)?
E non ho toccato affatto il 20% indicato da Porzio come costo del libro in sé (e non ho sottratto né il 10% di interessi passivi né il 3-6% di pubblicità, sempre indicati da Porzio), l’ho lasciato come dicevi tu: in fondo ci sono altri costi oltre al libro fisico in quel 20% sulle 3mila e oltre copie calcolato da Porzio e compagnia bella!
Se leviamo anche la porzione di costo non più giustificata (metà di quel 20%?) si copre senza problemi il costo di setup e mantenimento della vendita informatica (costi che hanno già i venditori che vendono a 5-6 dollari, ricordiamolo sempre). E abbiamo 4,80 euro comodamente. Non mi pare fantascienza. Ricordo che la stessa IBS vendeva quel libro da 9,90 con lo sconto ulteriore del 20% (e così lo vende tutt’ora).
Perché un eBook dovrebbe costare PIU’ di un cartaceo (9 euro eBook “ideale” contro 7,92 con lo sconto IBS di Bryan nuovo cartaceo)?
La “Fortezza di Farnham”, Urania Speciale 79, con scritto dentro che è la prima edizione in Italia completa a differenza di quella di 40 anni prima (in cui mancava un terzo del testo, a quanto dice questa edizione)… 5,50 euro in edicola. Immagino che se viene venduto a 5,50 è perchè si guadagna qualcosina vendendolo così, sui grandi numeri stampati. Perché non 5 euro scaricandolo come PDF, HTML ed EPUB dal sito?
Non dovreste stamparne nemmeno una copia, non ci sarebbe il problema del “devo stamparne 3-5mila e venderne una grossa fetta per poter sperare di non andare in passivo, ma se non li vendo mi scavo la fossa da solo perché più sono e più grande è il passivo”.
WebScription.net vende già ora i libri a 5 o 6 dollari. E se lo fanno evidentemente ci guadagnano. O dovrei pensare che lo fanno in perdita, poi finito il capitale da sperperare dichiarano bancarotta?
Fa già parte del ragionamento e dei conti visto che si sottraevano i soli costi inutili della carta (evitabili con i libri digitali) e questo non è un costo inutile, anzi: come detto prima io sono a favore di un sistema “prezzo fisso più donazion”e proprio per valorizzare il legame “lettore – scrittore/opera” e premiarlo.
Non è proprio possibile un sistema “fisso più pagamento extra a piacimento”?
Può essere. Ma io giudico le affermazioni non proprio così in gamba che ha fatto, poco informate e non aggiornate agli ultimi 12 mesi, non la persona.
E quando uno vede disinformazione e approccio “vetusto” di certo non si fa una bella immagine.
E ricordo che il sito della Mondadori ha avuto fino ad ora una politica che uccideva la voglia di comprare eBook: mesi fa ho comprato “No!” di Sylvia Hall, formato .lit, blindatissimo (che Microsoft stessa ha maltrattato nei mesi scorsi, con dichiarazioni anti-DRM simili a quelle di Wallmart: d’altronde è uno schifo la blindatura!), ho dovuto installare una caterva di programmi che hanno fatto incazzare AVG (che li vedeva per quel che sono: spyware e malware) solo per poterlo leggere dal pc fisso (se ricordo quel che c’era scritto non posso nemmeno portare il file sul portatile).
L’utente medio installerebbe tonnellate di porcate, con l’obbligo di fare tutto da Internet Explorer perché nessun altro browser supporta il sistema di acquisto del .lit (lol!)? Stiamo parlando dell’utente medio e acquirente medio che ha timore di formattare e rimettere il sistema operativo e i driver da solo… io e gli altri appassionati possiamo installare tutto quello schifo pur di avere il .lit, ma lui?
Per poterlo leggere decentemente dove pareva a me ho dovuto convertire il libro che avevo pagato, compiendo un gesto illegale quanto scaricarlo (non è lecito modificare un file venduto). È lo stesso approccio considerato “criminale” dai consumatori quando Rockstar Games lo fece per GTA IV (un sacco di acquirenti legittimi, a causa dei bug che lo rendevano ingiocabile, hanno dovuto crackarlo per farlo funzionare!).
Comunque, tornando in tema prezzo, mi dici che non è possibile vendere ebook a 4-5 euro, giusto?
Ok, ti prendo sulla parola, ma anche senza considerare che altri venditori già li vendono a 5 dollari e che Steampunk Tales viene venduto a 1,99 dollari per 100 pagine circa di racconti a numero ecc…
…come mai il sito ebook.mondadori.com ha vari libri a 4 o 5 euro (oltre a quelli a 8-13 euro) in orrendo .lit già ora se fosse impossibile venderli a quel prezzo?
Il “Karma del Gorilla”, scritto da un autore che dovresti conoscere di vista (^_^), è a 4 euro.
^___^
Tornando comunque al centro del discorso, il problema “vero”, quello di competere con i libri gratis.
Nove euro o dieci euro ti pare un prezzo che può competere con zero, giusto? Nove o dieci euro è una cifra così bassa che gli acquirenti dovrebbero comprare sulla fiducia, nonostante il clima di sfiducia per la qualità dei libri? (Testimoni i pochi lettori di cui ci si lamenta sempre: se la gente adorasse la qualità dei libri da non potervi rinunciare forse leggerebbe di più, no?)
Mi si può dire che già ora, con gli eBook reader NON diffusi e con una cultura ancora profondamente legata al libro DI CARTA, la gente è disposta a spendere 9-10 euro (spesso aspettando che l’hardcover da 19-20 euro venga sostituita dall’economica) nonostante sia possibile avere libri piratati estremamente scomodi da leggere senza lettori eBook.
Ma io non ragiono sul presente la cui esistenza dipende dallo specifico vincolo tecnologico.
Io ragiono sul domani, quando quel vincolo tecnologico (la scomodità dovuta alla scarsa diffusione dei lettori di eBook), infranto, renderà la pirateria libraria un VERO concorrente a costo zero da sfidare come già avviene con gli MP3.
Anche per me un LP a 9 dollari o 9 euro ha un prezzo giusto, se considero che in un negozio di dischi italiano lo pagherei 30+ euro.
Anche i videogiochi in edizione collection a 10 euro sono percepiti “equi” perché l’originale costava 50 euro.
Ma cosa c’è di equo in un libro digitale che costa 9 euro quando anche il cartaceo economico costava 9 euro? Il lettore non è scemo: magari non sa che è un 50-60%, ma sa che tra distribuzione e librai c’è una grossa fetta dietro che l’ebook venduto direttamente dall’editore fa sparire. E lo sa perché ha l’esempio del prezzo del latte e delle verdure, con la catena di distribuzione e vendita dietro. Si aspetta un po’ di sconto.
Domani SE l’editoria digitale potrà sfondare sarà perché vi saranno molto comodi dispositivi di lettura disponibili (tra ebook reader dedicati, palmari, console portatili, iphone ecc…) e DI CONSEGUENZA la pirateria non sarà più fornitrice di “libri scomodi da leggere”, ma di libri identici a quelli venduti.
Perché il lettore di domani, che sono i giovani di oggi che già sono abituati a piratare roba a piacimento e pagano solo se convinti che sia la cosa giusta da fare (come nel caso delle Donazioni di cui sopravvivono i siti di fansubber che forniscono gratis un servizio desiderato e vengono pagati lo stesso per continuare a farlo) (o l’unica opzione nel caso di prodotti non ancora piratati), dovrebbe pagare NOVE euro per qualcosa che può avere con lo stesso numero di clic a ZERO euro?
Per chi si sta aggiornando sul tema ebook voglio ricordare che le discussioni sulla GUERRA DEI PREZZI sono proprio di questi giorni. Venditori contro venditori. E in futuro sarà venditori contro copie piratate.
Ma è realistico pensare che NOVE o DIECI euro sia come dire ZERO euro?
Quanti danno NOVE euro come fosse niente in carità allo zoppo vicino al semaforo (o al simpatico bosniaco nel mio caso)?
Non danno un euro o mezzo o due?
Non è un paio di euro la cifra percepita come “sacrificabile senza pensarci troppo” (acquisto istantaneo senza riflettere, clic, fatto)?
Penso che si possa arrivare perfino a cinque euro, ma NOVE o DIECI non è fuori scala?
Non pretendo di avere ragione, dico solo di pensarci seriamente (anche se i fatti dicono che è probabile che l’abbia… che poi non è la “mia” ragione, ma quella degli esperti di editoria digitale VERI di cui io riporto le idee più condivise -e convincenti- tali e quali come le leggo).
Grazie per essere passato, Sandrone.
^___^
Credo che sulla questione prezzo bisognerebbe ragionare così:
1) Costo di “produzione” dal secondo ebook in poi = 0
2) L’incasso sulla vendita di ebook in funzione del prezzo è una funzione positiva. Se il titolo costa zero, guadagni zero indipendentemente da quanti ne vendi. Se costa “infinito” (diciamo 100 euro), guadagni zero perché non ne vendi. Abbiamo quindi una funzione positiva con due zeri, uno in 0 euro e l’altro in 100 euro => il massimo del guadagno in funzione del prezzo sta fra 0 e 100 euro. Se la funzione è anche continua (e non c’è motivo di pensare che non lo sia), vuol dire che non è vero che se l’ebook costa di più guadagni di più: bisogna trovare il prezzo che massimizza l’incasso. Quindi: potrebbe essere che se costa 2 euro incassi di più che se ne costa 6.
3) Dal punto di vista dell’autore, il fatto che debba guadagnare almeno un euro per ogni copia è discutibile: dipende da quante se ne vendono. E’ meglio guadagnare venti centesimi e vendere centomila copie che guadagnare un euro e venderne diecimila. Sullo stampato il diritto d’autore non influisce molto sul prezzo finale (sebbene sia un grosso costo per l’editore), mentre sull’ebook potrebbe pesare per il 50%, per cui la cosa è rilevante.
@Sandrone: sui costi di promozione non sono d’accordo. Dal mio punto di vista di lettore la promozione dovrebbe servire a vendere di più e a far scendere il prezzo, non a farlo salire. La promozione non è un valore aggiunto all’opera, l’editore non può pensare di farla pagare a me acquirente (come invece purtroppo fa). Se la promozione fa salire il prezzo anziché farlo scendere, be’, per me se la possono risparmiare…
A questo punto provo a fare una domanda riassunto.
Considerando gli ebook quante risorse servirebbero per produrre un libro?
– Lavoro autore. Che lo scrive.
– Lavoro ricerca. Per selezionare gli autori bravi.
– Lavoro editing.
– Lavoro traduzione (solo se viene dall’estero).
Sono tutte qui o esistono altre spese (in termini tempo/soldi) per arrivare al prodotto finale?
Ci sarebbe anche il lavoro di preparazione sito per vendere ma:
@ Angra:
Quoto totalmente. La promozione dovrebbe far guadagnare… non far perdere soldi :p.
L’articolo mi piace molto, ma la mia domandaa questo punto è questa?
Perché gli e-book, che pure è “un pezzo” che sono usciti stentato adecollare come fecero i cd, o i lettori mp3?
Perché sento ancora la vecchia esigenza di andare in libreria e perdermi in unamarea di libri, scambiando chiaccheire con il libraio, ammiccando con lo sguardo alla lettrice occasionale dall’altra parte dello scaffale?
Dove finirà tutto questo con gli e-book?
D’altronde credo che anche questo argomento si inserisca nella puntata di Augias in onda oggi su rai3. Vi si parlava di un libro “L’algoritmo al potere” edi tutto quanto comporta l’introduzione di internet nel nuovo modo di produrre e accedere alla conoscenza.
Insomma il dibattito è complesso. Non basta lanciare una sfida in formato diktat e dire: gli e-bbok spodesteranno i libri. O no?
Se hai letto l’articolo e i precedenti collegati, hai già la risposta: “con cosa leggerli?”.
Ora stanno apparendo strumenti comodi. Ora stanno decollando.
Se le auto a benzina non avessero avuto benzina per andare (ovvero la scoperta di nuovi giacimenti petroliferi in america), nemmeno il motore a scoppio avrebbe mai sconfitto il motore a vapore e quello elettrico in USA (usati sulle auto fino agli anni Dieci del Novecento).
Le persone normali già non possono farlo. Le piccole librerie stanno morendo, la massa sono negozi di catena pieni di merda con gente più o meno svogliata piena di lavoro da fare.
Su un articolo di teleread (mi pare) gli esperti suggerivano un nuovo tipo di “libreria”, con postazioni per l’acquisto dei libri su chiavetta/lettore e terminali di catalogazione dei libri comodi da sfogliare (con copertina, sintesi, divisione per generi ecc…) al posto di file di scaffali, oltre alla vendita dei lettori in sé.
In tal caso potresti palpare il culo delle ragazze nel negozio e fare due chiacchiere con lo svogliato venditore “che lavora lì perché non l’hanno preso in un negozio di ferramenta” lo stesso (e che si lamenta dei turni massacranti, dell’obbligo di aggiornarsi fuori dall’orario di servizio e del proprietario schiavista, come certi nelle librerie a Bergamo).
^____^
Non c’è alcun dibattito e, non essendoci, non è nemmeno complesso.
C’è MERCATO, ci sono vincoli tecnologici e ci sono eventi.
Il dibattito, le chiacchiere, non valgono nulla e non servono a nulla. Servono i fatti, serve progettare di nuovo il proprio business di fronte a OVVI E NOTI eventi di cui tutti gli operatori di settore sono consapevoli.
Di tutto questo si è già parlato abbondantemente e ci sono anni di letteratura a riguardo, tra articoli dedicati e ipotesi per il mercato futuro.
Il dramma, come ha fatto ben notare Sandrone, è che siamo già di fronte ai fatti, c’è pochissimo tempo per correre ai ripari (o, come direbbero all’estero, per approfittare della nuova situazione e fare molti più soldi di prima!). E ancora l’Italia non ha fatto niente. Non è più il tempo delle vuote chiacchiere e delle oziose parole, è tempo di cavalcare l’onda del futuro che avanza o venirne travolti.
Discutere sull’esistenza dell’onda non renderà chi discute meno morto quando questa lo travolgerà assieme al suo modello di business obsoleto. ^__^
Citando Bismarck, che era uno come me che guardava ai fatti:
“Un esercito conquistatore ai confini non lo si ferma con l’eloquenza”
(24 settembre 1867, discorso al Parlamento della Germania del Nord)
Sono d’accordo quasi su tutto, Duca, tranne sulla possibile politica del prezzo basso più “mancia” finale a fruizione dell’ebook avvenuta.
Ce lo vedo in Svezia o in Danimarca questo sistema, ma in Italia…
Meglio il sistema unico: con due clic lo prendi a nove euro, con due clic diversi altrettanto semplici lo prendi uguale gratis?
^__^
Non so quanti nove euro si facciano in un mondo digitale di “tutti col lettore e pirateria endemica”.
E’ dura convincere a pagare la stessa cosa che si può avere gratis se il prezzo non è corretto, ovvero 5 euro al massimo mezzo euro in meno di un Urania Speciale attuale.
Bisogna ragionare in termini nuovi, in termini BISMARCKIANI: chi ha il coltello dalla parte del manico in un mondo digitale? Il lettore.
Quindi non puoi più ricattarlo col prezzo “ah ah o questo o ti attacchi!”, ma invece è lui a dire “vuoi nove euro? vai a prenderlo nel culo, avido merdone, che ora mi vendico di anni e anni in cui mi hai trattato come uno stronzo!”.
^__^
È solo questione di violenza e di chi ha il potere in mano. Dall’editore passa al lettore.
Per questo ragiono in termini di “carità”: solo la cifra piccola, quella che si potrebbe dare in carità o poco oltre, può essere una cifra che verrà spesa.
Altrimenti bisogna sperare che i giovani smettano di usare il pc, smettano di piratare (anzi, meglio se schiatta proprio internet) e quindi dipendano dagli acquisti fatti con la piattaforma wireless di vendita del lettore, stile Amazon.
Caro il mio duca,
permettetemi di spezzare una lancia a favore del vecchio, caro libro.
A parte che, nonostante sia un grosso utente, per necessità, più che altro degli e-book continuo di gran lunga a preferire il mattone cartaceo al file, trovo che i libri – almeno per il momento – siano ancora più facilmente fruibili rispetto al cugino elettronico, non fosse per altro motivo che sono dotati di indici e sommari che – purtroppo – fanno spesso difetto a molti .pdf ancorché prodotti commercialmente.
Il suo maggior difetto è certamente l’ingombro (e la massa in alcuni casi) ma almeno il libro è difficilmente cancellabile per errore, nè lo si può perdere tanto facilmente, cosa che non possiamo dire degli equivalenti elettronici… personalmente, sto scrivendo fresco fresco di formattone riparatore causa virus distruttivo e come se ciò non bastasse, ho di recente subito la rottura di un disco rigido, con la perdita di tutti gli e-book che vi erano conservati (e non solo…).
Oltretutto mi fa specie apprednere che proprio un appassionato dell’ottocento – quale voi siete – spinga tanto per codesti orpelli elettronici.
Scherzi a parte, i problemi riguardo la diffusione degli e-book – specie nel nostro Paese – secondo me dipendono in primo luogo dalla difficile fruibilità di questo formato che – di fatto – è relegato fondamentalmente all’ambito dei PC (specie qui da noi, dove i reader sono ancora piuttosto rari e costosi) e mi dispiace ma credo sia difficoltoso per chiunque, anche usando un laptop o un notebook di ultima generazione, portarselo – p.es. – a letto per leggere prima di dormire…
A parte il peso, c’è la questione del calore da altoforno che la maggior parte di questi ordigni sviluppa da affrontare, nonostante la pubblicità delle varie case su questi ordigni che ci mostra regolarmente una bella fighetta spaparanzata sul suo lettino con in grembo il picchietto ovvero sdraiata sullo stesso col portatile sul letto o sul cuscino… tempo dieci minuti di funzionamento, con lenzuola, coperte e materasso a contenere calore e vi assicuro che il picchio prende fuoco!
A parte la boutade, leggere a monitor è piuttosto stancante per la maggior parte di noi poveri mortali, anche perché per leggere come si deve si presuppone una giusta illuminazione, posizione e risoluzione dello schermo e anche questi parametri sono difficili da tener presenti per la maggior parte dei non addetti ai lavori.
Terzo punto, che ritengo fondamentale, è il costo piuttosto elevato degli attuali reader in commercio… mio caro Duca, per voi 300 pleuri e rotti saranno anche un prezzo economico (in realtà lo sono, se rapportati a quanto viene offerto attualmente sul mercato) ma non sono proprio alla portata di tutti, specie di chi deve campare la famiglia.
In ultimo luogo, vorrei sfatare il mito riguardo l’economicità degli e-book: trattandosi di files riproducibili a milioni una volta preparato l’originale – il prezzo al pubblico dovrebbe essere logicamente molto, molto passo, poco più che un obolo, giusto per coprire gli eventuali diritti d’autore e lo spazio che occupa sul server per la distribuzione.
Purtroppo non è così e – anzi – spesso il prezzo dei libri elettronici è pari o di poco inferiore a quello del cartaceo, quindi dov’è la convenienza?
Parlo fondamentalmente di romanzi e giochi di ruolo prodotti all’estero, che sono i soli e-book che abbia mai acquistato in vita mia, ma anche qui l’ho fatto solo in due casi: quando l’originale cartaceo era fuori catalogo/produzione oppure quando il prezzo del libro è così elevato che – dovendoci pagare pure la spedizione – diventa troppo oneroso.
Intendiamoci, non sono affatto contrario al libro elettronico, anzi, ne sono stato un fautore parecchi anni fa, quando il solo propugnare un’idea del genere ti rendeva lo zimbello di amici, parenti e compagni, però, oggettivamente, credo che se le cose resteranno così difficilmente questo nuovo prodotto decollerà, anche perché l’unico, vero, vantaggio che un e-book ha rispetto ad un libro cartaceo sta nel fatto che può essere facilmente piratato e distribuito sul web.
Ma non voglio immaginare neppure per un momento che qualcuno di noi qui voglia fare apologia di reato, inneggiando come mentecatti alla libera diffusione di prodotti commerciali, come mi è invece capitato fin troppe volte di sentire da altre parti.
Un conto è infatti scambiarsi in rete file, MP3 e filmati frutto del libero lavoro di noi altri utenti, altro paio di maniche è distribuire prodotti commerciali – anche se gratis – senza il permesso degli autori/produttori.
E prima che me lo chiediate, NO, non ritengo che un file .avi – pur riproducendo un film – sia coperto da copyright, a meno che non si stia distribuendo un DivX commerciale alla faccia di chi l’ha prodotto.
Questo perché – anche a voler cavillare sulle leggi – il prodotto derivato da un altro prodotto (p.es. un DVD) realizzato da un terzo non a scopo di lucro non è configuranile come un atto di pirateria, checchè ne dica Urbani… altro paio di maniche sarebbe se uno mettesse online la .iso di quel DVD, in quanto quella è una copia esatta dell’originale, sulla quale gli unici aventi diritto sono solo gli autori/produttori.
Ahhh!
Accidenti… ho sproloquiato anche questa volta… spero ardentemente di non aver annoiato nessuno, ma la materia è piuttosto importante, oltreché interessante quindi chiedo ancora venia e vi lascio alle vostre faccende…
Vedi il commento sotto. Stai parlando del passato, noi del possibile futuro. Rimani in argomento, per favore.
Fuori discorso.
Si sta parlando del mercato futuro, non di quello presente e non di quello dell’Ottocento. La diffusione di dispositivi per la lettura comodi è dato da TUTTI per scontato.
Questa affermazione quindi non ha alcun valore né utilità, se non per spostare il discorso da quello che è “il futuro del libro” a quello che NON è “il presente e il passato del libro”.
Ehmmmm… ^___^
Ma non lo hai proprio letto il post? Va bene che, da quel che scrivi, si capisce che non ti sei informato su nulla nell’ambito (dai costi editoriali, al copyright, ai lettori, agli andamenti del mercato ebook, alle tecnologie in uscita ecc…), ma almeno potevi leggere il post! ^__^
Non hai visto il prezzo degli eBook veri, quelli la cui “realtà” vorresti sfatare? (realtà, vade retro!).
Perfino Gian Arturo Ferrari, che per me non è una cima di innovazione e comprensione del mercato, ti da torto: lui dice che il 50% del costo del libro se ne va con il digitale.
Mai visto i libri elettronici della Apogeo?
Da quel che dici evidentemente no.
Vediamo i prezzi assieme.
“Sviluppare applicazioni web con Rails”, carta 45 euro, ebook 22 euro.
“Ruby per applicazioni web”, carta 29 euro, ebook 14 euro.
Identici?
E Joe Lansdale?
“Flaming London”, 75 dollari su carta (nuovo, su Amazon), 5 dollari in ebook. Proprio uguali.
Vuoi sfatare il mito? Vai a proibire alla Apogeo di vendere i libri al prezzo a cui li vende, ovvero la metà. E anche agli altri che li vendono pure a meno della metà.
^___^
Comunque mettiamo che il prezzo del libro digitale sia uguale a quello del libro di carta, come vuoi tu, ok?
Prima di tutto bisogna capire che significa prezzo del libro: onestamente non significa nulla. Ci sono Urania Speciali nuovissimi, col costo di traduzione e tutto, a 5,50 euro e hardcover con sovraccoperta a 22 euro. Quale è il prezzo del libro per te? Io la copertina rigida e la sovraccoperta non la vedo in un libro digitale.
Un libro di carta come visto può costare 5,50 euro. Perché uno digitale non dovrebbe?
Che stia decollando è già un dato di fatto. E che le cose non resteranno così è un altro dato di fatto, ormai. Stesso invito fatto all’altro lettore pochi commenti fa: andare a informarsi sulla letteratura di settore degli ultimi anni (riguardo copyright, ebook ecc…) online e offline.
No comment con facepalm. ^__^””
Stessa risposta di sopra, più “usare il buon senso e rispondersi da soli” dopo aver completato le letture.
Un suggerimento: abbonarsi col feed a TeleRead.org per iniziare.
Attuali. Appunto. Qui invece si parla del futuro del libro, non del presente e del passato. E come sai già sono in uscita lettori a prezzi sempre più bassi (il nuovissimo Nook a 259 dollari). E il colore forse già nel 2010. E gli esperti di settore prevedono entro tre-quattro anni lettori e-Ink a 99 dollari e che non ci sarebbe da stupirsi di lettori a 159$ già per il prossimo anno.
No comment numero due con doppio facepalm.
Anche di questo si è già parlato spesso. E anche su questo c’è un’abbondante letteratura a riguardo.
Qui si tratta di ignoranza tecnologica: vi è un’impossibilità fisica a fermare la pirateria, a meno di non rendere sempre permesso in assenza di qualsiasi ipotesi di reato il controllo di ogni contenuto dei computer connessi in rete (non basta il controllo su tutti i byte trasmessi che di per sé sono solo numeri, ti serve il prodotto finito) da parte non del Giudice naturale e della magistratura, ma di aziende private che sostituiscano i tribunali.
Di fronte all’opzione tra impossibilità tecnologica e divieto per qualsiasi cittadino di disporre di qualsiasi dato privato (e in più l’abolizione del giudice naturale e dell’uso dei tribunali, modello internet Sarkozy), pare ovvio che bisogna adeguarsi ai tempi e accettare la pirateria.
Lo ha detto anche Sandrone: le stronzate legali e le blindature dei file non servono a un cazzo.
A parte a formare le basi di una dittatura, come è noto.
Meglio apologia di pirateria o apologia di fascismo? ^___^
Sbagliato.
Vedi che non hai colto lo spirito dell’Ottocento? ^__^
Positivismo. Culto del progresso. L’esaltazione della tecnologia e del futuro nel ballo Excelsior.
Essere “ottocenteschi” è avere fiducia nella tecnologia. Una fiducia che rasenta l’idiozia, come glorificare la mitragliatrice perché rende le guerre più brevi, ma sempre ESALTARE e guardare con ottimismo al futuro tecnologico! Tutti ottimisti, sia l’anarchico attentatore che il ricco borghese!
^___^
Condivido l’opinione che attualmente gli e-book (sia e-reader che l’e-book vero e propio) in Italia costano troppo, qualcuno dovrebbe migliorarli. Ma questo non dovrebbe frenarci.
Il cambiamento è sempre difficile. Passare dal noto libro cartaceo all’immateriale e ignoto ebook può sembrare un’impresa terrorizzante.
Anche di fronte all’evidenza :).
Non ci credete?
Mi è venuto in mente questo esempio perchè tra qualche giorno cambia l’ora.
Il cambiamento dell’ora ci permette di risparmiare un sacco di soldi in termini di elettricità e riscaldamento. Sono risparmi davvero ENORMI, per non parlare della diminuzione di incidenti e di varie altre cose (vedi wikipedia)
L’idea fu messa a punto da Benjemin Franklin nel 1784.
A me la sua logica sembra evidente.
Eppure questa idea fu seriamente presa in considerazione solo nel 1907.
Le proposte di legge per implementarla furono aspramente combattute. Anno dopo anno la proposta di legge di implementare l’ora legale non passava e i loro promotori venivano presi in giro. Il Times scrisse che era “un atto che rasentava la follia”
L’America decise di adottare la legge SOLO a causa della prima guerra mondiale e della necessità di risparmiare.
Ma fu lo stesso pesantemente combattuta (e alcuni stati degli USA cercarono di evitarla a tutti i costi).
Harry Hull, rappresentante dello Iowa: “Approvando la legge [dell’ora legale] abbiamo cercato di ingannare Madre Natura, e ogni tentativo di migliorare le leggi naturali si conclude abitualmente con una catastrofe”.
Ezekiel Chandler Jr, parlamentare: “Abrogate la legge, fate si che gli orologi segninol’ora del signore e dicano la verità”
Io queste cose le ho scoperte da Seth Godin, in realtà dovrebbero essere riportate nel libro Seize the Daylight di David Prerau (ma non l’ho letto).
Per farla in breve… noi esseri umani sappiamo essere davvero divertenti quando vogliamo :).
Eppure io non credo che la storia sia ciclica. Qualcosa si ripete, ma penso anche che siamo cresciuti da allora.
Oggi noi esseri umani siamo più rapidi ad accettare il cambiamento per migliorare. (o almeno lo spero :p)
E secondo me l’e-book è un passo avanti fantastico.
Mi è venuta in mente una scenetta.
E a giudicare da come ragionano potrebbe non essere molto distante dalla verità.
Eccola:
Facepalm.
Perdonami, ma mi sembra che qui stiamo andando sul campo delle utopie… negli anni ’50 tutti davano per scontato che entro pochi anni le automobili a benzina sarebbero scomparse a favore di quelle elettriche alimentate da celle a isotopi nucleari (!!!) ma non per questo questo pio desiderio è divenuto realtà, tutt’altro.
Mi accusi di parlare del passato… ma quale passato?
Scusa ma io credevo di vivere nel presente e i grandi esperti possono fare tutte le previsioni che vogliono, nessuno glielo vieta ma dobbiamo sempre considerare che:
primo, stiamo parlando di commerciali che se la cantano e se la suonano davanti ad un’assemblea di colleghi e/o di appassionati del settore, con la speranza di aumentare la curiosità e l’attenzione per quelli che sono i loro prodotti e come tali parlano Cicero pro domo sua.
Secondo, affermare che “nel futuro molto prossimo l’ebook farà questo e quello” mi sembra una pura utopia, visto l’andazzo attuale; certo sarebbe bello se le previsioni si avverassero, ma questo non vuol dire che divengano necessariamente realtà.
Di fatto la realtà ci dice che la popolazione generale legge sempre di meno – ne abbiamo già discusso altrove, mi pare – quindi a meno di una piccola rivoluzione in tempi brevi, io tutta ‘sta sicumera sullo sviluppo e la diffusione capillare dell’e-book non ce l’avrei… o qualcuno pensa forse che basti proporre un nuovo giocattolo elettronico per trasformare un popolo di calciofili teledipendenti in un popolo di lettori?
Per parte mia, sarò limitato ma cerco sempre di attenermi in queste discussioni a quelli che sono i dati di fatto, sempre per quanto riguarda la mia esperienza diretta; non sono certo il depositario della Verità Rivelata, né pretendo di esserlo, quindi parlo per quello che conosco.
L’argomento degli eventuali sviluppi futuri di una qualunque tecnologia è uno che accetto sempre volentieri di trattare anche solo per amor di discussione, ma da qui ad affermare che le tante previsioni che sentiamo fare dagli “esperti” di mezzo mondo diverranno sicuramente realtà… bhè, ce ne corre.
Tanto per fare un esempio più calzante e vicino a noi, forse ricorderai che – all’incirca un anno fa o poco più – (la memoria ultimamente mi difetta quindi non posso essere più preciso scrivendo così al volo)la Apple lanciò un modello di PC compatto a bassissimo costo che avrebbe dovuto rivoluzionare il mercato dell’elettronica di consumo ed invadere ogni angolo del globo, anche il più arretrato.
Qualcuno di voi ne ha mai visto uno in commercio?
Io, sinceramente no e non si parlava del futuro remoto ma di una cosa da fare in pochi mesi.
In quanto al post l’ho letto, con tutti gli annessi e connessi, gli incisi e i distinguo, ma questo non vuol dire che devo essere pedissequamente d’accordo.
In quanto alla questione dei prezzi ribadisco quello che io vedo nella realtà quotidiana, specie sui canali di grande distribuzione come Amazon, dove il prezzo di un e-book viaggia tra i 5 e i 15 dollari, né più e né meno di quanto costerebbe la versione cartacea in versione economica/soft cover; certo, se vogliamo paragonare gli e-book alle edizioni in brossura o extra-lusso, sono si più economici in quanto costano quasi la metà… ma anche le edizioni economiche costano la metà o anche meno, ma non sono per questo nemmeno lontanamente paragonabili!
Inoltre mi sembra che ti sia sfuggito il fatto che stavo parlando espressamente di libri prodotti e venduti all’estero, in quanto non mi sono mai interessato alle produzioni italiane – è una lacuna certo, ma non è colpa mia se l’editoria italica non distribuisce cose che mi interessano e tu stesso mi pare avochi la repentina e tempestiva scomparsa della gran massa di cialtroni che – spacciandosi per editori – di fatto inondano il mercato italiano di morchia illeggibile o mi sono sbagliato?
Tornando a bomba, spero converrai anche tu – basta farsi un giro sul succitato Amazon per la narrativa e la saggistica e su RPGNow per albi e GdR – che c’è una certa… identità di prezzo – a meno di usufruire di particolari sconti ed offerte speciali – tra le versioni cartecee e quelle elettroniche, specie per quanto riguarda le produzioni delle major.
E comunque permettimi di continuare a pensare che un libro “convenzionale” ed uno elettronico non siano proprio la stessa cosa, specie quando paragoniamo le edizioni più… di lusso, diciamo così, o di grande formato, soprattutto a fronte delle prestazioni che gli attuali lettori elettronici – anche quelli previsti e/o presentati per il prossimo futuro – hanno.
Anche qui mi sembra di ricordare che hai scritto parecchio sull’argomento, lamentando proprio queste stesse deficenze, in quanto – quando si esula dal testo puro e semplice – è abbastanza… “difficile” diciamo così, godere della visione d’intero di un manuale o di un altro testo illustrato, magari di grande formato, sul display del lettore che – a tutt’oggi e per parecchio tempo ancora temo – sono ancora piuttosto piccoli.
Riguardo i lettori stessi poi, se pure venissero venduti realmente a 159 o a 99 dollari non sarebbero comunque un acquisto da argent de poche, da fare così, a cuor leggero o almeno io la penso così, dal momento che a quattrini non sto messo benissimo e non credo di essere un’eccezione ma piuttosto la regola, specie in questo particolare momento storico.
In finale, permettimi un appunto: le mie sono opinioni, in quanto tali sempre opinabili e le critiche, quando costruttive, sono sempre bene accette; capisco anche benissimo che ami essere sarcastico nelle tue risposte e la cosa mi diverte, almeno fino a quando non mi dai l’impressione di cominciare a credere veramente a quello che dici, con affermazioni che sanno un po’ troppo da Unto del Signore ed Unico Detentore del Vero, del Santo e del Giusto, riguardo certi argomenti.
Da che ti seguo, ti ho sempre apprezzato – ed è per questo continuo a seguirti e aspetto quasi con ansia i tuoi post – perché tocchi argomenti che pochi trattano con un piglio deciso, argomentato, ricco di goliardia e un po’ di sano sarcasmo ma, per carità di Dio, evita di crederci troppo perché le cose non stanno sempre come dicono “gli esperti” che ti capita di citare e vanno sempre prese – a mio modesto parere – cum grano salis.
E proprio tu, più di ogni altro, dovresti saperne qualcosa (Licia Troisi e Gamberetta docent).
Ti saluto, Duca, stammi bene, ci sentiamo al prossimo post!
Utopia significa stato del mercato e della tecnologia attuale? Utopia significa parere degli esperti di settore attuali?
No, perché io ho parlato solo di quello.
Utopia non è sinonimo di Realtà. Io ho parlato di Realtà (come teleread, come il sondaggio di Francoforte, come i produttori di lettori, come i dati di mercato, come i libri sul copyright), cosa che il tuo precedente commento non faceva visto che partiva dal presupposto di NEGARE la realtà.
Il mercato andrà avanti, ma fingere che le cose non esistano non le rende meno reali. Io non ho motivo di negare la Realtà, quindi non lo faccio: mi inchino e la accetto bovinamente. Ho forse scelta? ^__^
Per fare un esempio del perché è evidente che non hai seguito nessun argomento correlato al mondo degli ebook negli ultimi anni:
BALLE. E non è questione di opinione in questo caso.
Si fanno (o meglio le fanno gli esperti di settore) affermazioni basate sui fatti e sull’andamento del mercato. Il tuo “andazzo attuale” non è quello Reale. Loro, gli esperti di settore a cui ormai tutti stanno dando ragione, si occupano di quello.
Non vedo l’utilità di fingere che le cose non stiano come stiano quando, dopo anni di reticenze, perfino gli editori stanno cedendo e stanno accettando di dover cambiare.
Io uso dati e fatti.
Non opinioni. Tranne quando le scrivo come tali, come nel caso del prezzo di 2-5 euro.
^___^
Perché se mi informo dovrei poi fingere che certe cose (linkate e indicate) non siano vere per dare soddisfazione a chi non si prende la briga di informarsi?
Non posso negare la Realtà.
O meglio: posso, ma non è una buona idea.
Si chiama Alienazione farlo (mi pare, non sono sicuro) ed è un disturbo mentale.
Se uno si informa ha solo due scelte: o accetta la Realtà o sceglie l’Alienazione, ovvero estraniarsi dalla realtà.
Io ho scelto la Realtà.
Chi non è d’accordo può ignorarla fino a quando, irrompendo nella loro vita, la Realtà li costringerà ad accettare la sua ovvia presenza.
I fansubber aggiungono solo i sottotitoli a un prodotto finito. Quando pagi un fansubber non paghi chi produce (non ti stai comprando il dvd giapponese per esempio). Non hanno costi: non scrivono né disegnano il manga o l’anime, aggiungono solo un plus al lavoro di qualcun altro (e alle volte lo fanno anche male, vedi ad esempio i sottotitoli italiani dell’ultima legione, che già di per sé era un brutto film).
Adesso come adesso spero nel nuovo lettore di Barnes&Nobles. Hanno aggiunto la funzionalità Lend Me che permette di prestare il libro ad un’amico per 14 giorni (magari potrebbero far qualcosa per fare una durata di prestito variabile). In quel periodo il proprietario del libro non potrà accedere al testo e il ricevente avrà due settimane per leggerselo e vedere se vale la pena l’acquisto. Inoltre con un sistema del genere anche le biblioteche virtuali sarebbero possibili (libri gratis che si cancellano dopo un periodo prestabilito). Così si manterrebbe uno stato di diritto per gli autori e gli editori che vogliono mantenere il diritto d’autore: tutti possono leggere il testo, ma il possesso fisico della copia è dato solo a chi decide di pagarla.
L’idea del Lend Me mi piace un sacco: una specie di console nintendo per i libri
Si parlava di donazioni da parte del pubblico. ^___^
Sappiamo che esistono. L’esempio è valido: soldi in cambio di niente, visto che lo hai già gratis. Non importa cosa sia quel “niente in più”. Quindi l’esempio è valido. Applicare i passaggi logici sempre semplifica la vita. ^____^
Si, lo so, rientra nei vincoli già indicati da Sandrone come poco utili. Però l’idea è carina e magari gli editori ignoranti si sentiranno più protetti e investiranno.
E’ una buona cosa, come opzione.
^___^
Da “e book: ovvero ne e ne book” ecco il link.
Visto che si parlava di passato. Paragoniamo le critiche di oggi a quelle XVI secolo. Notate delle similitudini? :p
Eppure sono d’accordo con il clero di 5 secoli fa: distruggiamo le presse da stampa!
Nel futuro l’e-book vincerà?
Io credo di sì. Dipende solo da QUANDO.
Il futuro con l’e-book sarà migliore?
Di questo ne sono sicuro.
D’accordo, ora la smetto con la propaganda :p.
Ciau e buona serata a tutti.
@Dr Jack
Ottima segnalazione. ^_^ In teoria chiunque segua Baionette dovrebbe averlo già letto se ha un minimo di interesse per gli eBook, visto che era caldamente consigliato nel primo articolo sugli eBook che ho scritto oltre un anno fa.
Ma ormai sto perdendo fiducia negli umani: continuamente vedo gente fare affermazioni sconclusionate che si potrebbero evitare prendendosi la briga di informarsi prima (le “discussioni” non servono a nulla se uno si rifiuta di studiare: non è contestando la formula dell’energia cinetica su un forum di fisica che si capirà qualcosa per passare Fisica Generale I).
Chi non vuole credere in una cosa non ci crederà indipendentemente da quanto si informi (o meglio: dica di essersi informato, perché c’è pure chi dice “sì sì ho letto il manuale” e poi parla come se non l’avesse mai aperto, LOL!).
È una coerente scelta di estraniazione dalla Realtà che bisogna accettare: tanto non ci cambia nulla, le cose andranno come andranno che lo si creda o meno. ^___^
Non è una crociata, non intendo convertire nessuno.
Chi vuole accettare la Realtà la accetterà e ne godrà a mano a mano mentre chi non vuole la subirà passivamente in un clima di sorpresa e straniamento sempre più grande fino al ricovero in istituto psichiatrico o alla dolorosa accettazione (“Mioddio i conigli non hanno le ali? Non ci credo…”). Ma tanto accadrà tra qualche anno e uno in qualche anno può anche finire sotto un camion, quindi perché preoccuparsi della propria situazione psichiatrica futura?
^__^
Nota: parlo solo di sub per me utili, le sub di telefilm in inglese non le guardo neppure, molte volte i traduttori italiani non colgono i doppi sensi e traducono alla cazzo. Se devo avere una cattiva traduzione preferisco farmela da solo
Tu non paghi la Bones o la Gainax per aver fatto il lavoro: creato la storia, scritto i dialoghi, fatto i disegni e le animazioni, il character design… Paghi un fan che, conoscendo la lingua, traduce alla bella e meglio quello che non volevi aspettare di leggere/vedere (per carità, ci sta, altrimenti non avrei mai letto Deadmen Wonderland o visto Tengen Toppa Gurren Lagan o il bellissimo Baccano!).
Soldi in cambio di niente, ma niente è anche quello che ci hanno messo i traduttori per il loro lavoro, quindi se non li paghi loro comunque non ci perdono niente. A parte tutto il servizio dei fansubber è molto utile per le serie televisive:
1) I produttori, sceneggiatori, attori,… guadagnano quando vendono la serie all’emittente televisiva (che si rifà con pubblicità o costo del pacchetto satellitare). Un’altra quota parte è data dai cofanetti, che sono rivolti soprattutto ai fan non all’utenza media (ore di inutili contenuti extra per la maggior parte)
2) Se tu metti su internet la serie con i sottotitoli fai conoscere la serie fuori dal giappone. Se piace ci sono molte più possibilità che questo interesse spinga case di produzione straniere (come la panini o la dynamic italia o medusa) a compreare i diritti della serie.
Un discorso simile si potrebbe fare anche per i manga se si considerano le riviste come Shonen Jump delle emittenti televisive e i volumetti come cofanetti
Insomma i fansub per la maggior parte sono una cassa di risonanza mondiale gratuita per un prodotto già distribuito in patria. Poi detto questo penso di non aver mai sganciato una lira per dei gruppi fansub, al massimo aspetto la traduzione del prodotto e poi comprerò il cofanetto, se davvero mi è piaciuto (ma questi sono gusti personali)
Rimanedo in tema sub, adesso la Panini si è messa a fare dei sub seri. La nuova versione di Full Metal Alchemist è streammata in HD, lingua originale e sottotitoli “professionali”, sul sito di MTV in contemporanea (quasi) con il giappone:
http://extra.mtv.it/tv/fullmetal-alchemist/
Post interessante, ma non cambiare la prospettiva (se ti interessa rientra nei trucchi della Dialettica Eristica ed è inutile cercare di farmi cascare in qualcosa che è il mio pane quotidiano ^__^).
Il mio discorso era uno e tale rimane, senza ulteriori sfumature aliene al discorso originale che era valido di per sè in quanto reale e noto (e adatto al caso specifico): FINE. ^___^
Per il resto considerazioni interessante: non direttamente collegate alla donazione in sé dal punto di vista di chi dona, ma interessanti.
Ringrazio Sandrone Dazieri per aver linkato l’articolo nel suo blog. È stato molto gentile. ^__^
E sottolineo di nuovo che la sua posizione è molto più moderna di quella di gran parte della gente in Italia (tutti quelli che ho sentito nel settore, a parte Simplicissimus).
Forse nel periodo di transizione carta-ebook il prezzo di 9 euro (o 9,99 dollari modello Amazon) potrà essere davvero una buona scelta.
Non lo so.
Non mi convince per i motivi portati, inclusi i libri di carta nuovi venduti a 5,50 euro in edicola in Italia.
Ma magari può essere una scelta valida. Soprattutto se si inventerà un modo per fornire servizi ulteriori al lettore “registrato/ufficiale” (che ha pagato) che il lettore “semplice” (pirata) non ha.
Di sicuro non mi convince come prezzo per sconfiggere la pirateria quando il digitale sarà, tra anni (2018?), dominante sulla carta. Ma, appunto, queste sono mie (e di molti esperti) opinioni e NON fatti. Opinioni motivate, ma NON fatti.
Potrei sbagliarmi (e potrebbero sbagliarsi gli esperti da cui scopiazzo) e magari la gente tra dieci anni sarà entusiasta di spendere alla cieca 9 euro al posto di 5 per un ebook quando già ora i libri di carta, più costosi da produrre, costano meno di 9 euro…
E comunque vada sarà un passo avanti lo stesso: oggi un libro nuovo costa 19-23 euro, anche se 9 non mi pare l’ideale è comunque un passo avanti… ottimismo! ^__^
@ Dr.Jack: l’ebook “vincerà” sicuramente, bisogna solo vedere quale sarà il formato e il formato di distribuzione (mobipoket sarà il nuovo Betamax o toccherà all’ Epub della sony la fine dell’ HD-Dvd). Questo non significa che scompariranno i libri, basti pensare che dopo 20 anni il vinile va ancora, con molti che sostengono che il suono è migliore del formato mp3 o dei cd (ma sono seghe che non mi importano, io non distinguo il suono di una cassetta da quello di un cd o di delle unghie sulla lavagna).
La battaglia per me sarà combattuta sui lettori e sui formati, piuttosto che fra carta/digitale. Ognuno avrà il suo formato proprietario per tirare l’acqua al suo mulino (non necessariamente DRM o a pagamento, ma proprietario di una qualche casa, come il PDF: i puristi dell’open source non lo usano).
Considerazione interessante anche quella sui formati di Uriele. Guerra di formati e di prezzi. E’ un settore nuovo, ci sarà da scannarsi per costruire un nuovo equilibrio tra competitori. E il Nook si è giusto lanciato a testa bassa sullo stesso terreno di gioco del Kindle.
^___^
@ Il Duca
Grazie per le risposte, la disponibilità e la pazienza.
Mi hai convinto!!!
Soprattutto riguardo le librerie con grandi catene di distribuzione: in effetti lì nonammicchi e non chiedi nulla, però mi piace l’idea del tuo “ammiccamento” anche nelle futuristiche librerie avvenire :DD
Aggiornamento a tema su questo:
Dopo QUATTRO mesi il problema di gestione dei DRM5 si è risolto DA SOLO, magia di come sono fatti di merda i DRM, e ho potuto di nuovo accedere al libro.
Prima cosa fatta? Ora che potevo accedere ho preso la Key con il programma Convert Lit e ho “piratato” il libro per uso personale, tramutandolo in PRC e HTML (è REATO, ricordiamolo, anche per uso personale).
La prossima volta che i DRM andranno in panne io non perderò il diritto di leggere il libro che ho comprato legalmente: quando la legge punisce chi è nel giusto l’unico modo per difendere i propri diritti è compiere un reato. ^_^