Avevo già accennato da altre parti che Scott Card, mesi fa, aveva annunciato di stare lavorando a una trilogia per Young Adults ambientata in un mondo Steampunk Fantasy.
Visto il “segnale” positivo ho proseguito le ricerche e un paio di settimane fa mi sono imbattuto in un’opera che pur non essendo Fantasy (almeno non credo… non mi pare) è anch’essa Steampunk ed è dedicata pure lei a un pubblico giovane: Leviathan.
L’autore non è l’ultimo degli sconosciuti, ma Scott Westerfeld.
Ok, non è famoso come la Rowling, ma non è nemmeno M. C. Williams. ^__^
Scott Card e Scott Westerfeld che si muovono in periodi ravvicinati per pubblicare roba Steampunk quando, beh, tutti i segnali fanno pensare che lo Steampunk (fantasy o meno) piaccia sempre più…
…mi fa sospettare che si muovano in quella direzione perché hanno ottimi motivi per ritenere che ci possa esserci un ulteriore boom di interesse. Anzi, c’è già da tempo un revival di interesse per gli elementi “steam” (se non per lo steampunk in sé) come dimostrano videogiochi, forum, blog e perfino una rivista dedicata:
la domanda va solo soddisfatta.
Copertina statunitense di Leviathan |
Una corazzata terrestre di mille tonnellate che si muove su otto gambe di ferro come un letale ragno gigante. Una aeronave da guerra plasmata con i corpi di un capodoglio, api, pipistrelli, falchi e un mucchio di idrogeno. Queste sono due delle bizzarrie Steampunk del romanzo “Leviathan” di Scott Westerfeld, la cui uscita è prevista per il 6 ottobre 2009.
Non so dire se il romanzo abbia l’approccio e i contenuti necessari per aspirare ad essere anche New Weird (anche se, dalla lista di libri New Weird e dalla lettura dell’antologia di Vandermeer, sembrerebbe che nonostante la precisa definizione data anche il cesso della stazione sia quanto meno uno “stimulus” del genere…), ma in fondo chissenefotte.
La storia è ambientata in un 1914 alternativo, steampunk, in cui il mondo è diviso tra due scuole di pensiero militare: i Clankers (“casinari”?) che fondano la loro tecnologia sul ferro e sui motori a vapore, con anacronismi tecnologici steampunk “tradizionali”, e i Darwinisti che plasmano gli animali in armi e veicoli con la loro evolutissima bioingegneria. Il Leviathan del titolo è una di queste macchine viventi.
Clankers sono gli Imperi Centrali, Austria e Germania, opposti proprio come nel nostro 1914 all’alleanza Anglo-Francese, di ispirazione Darwinista. Su Russia, Italia, Impero Ottomano e compagnia bella, non so dire come siano orientati tecnologicamente o se siano più “arretrati” e quindi “normali”.
Ora la trama dell’opera in poche parole…
Quando l’Arciduca d’Austria Francesco Ferdinando e sua moglie vengono assassinati, i loro fidati consiglieri decidono di trasferire il loro unico figlio, il Principe Alek, in un luogo sicuro: un castello abbandonato nel mezzo di una invernale terra di nessuno (Scozia?).
Nel frattempo Deryn Sharp, una “maschiaccia” britannica, ha deciso di camuffarsi da ragazzo per arruolarsi nel British Air Service, una forza aerea Darwinista che impiega come veicoli da combattimento animali plasmati con la bioingegneria.
Ovviamente questi due personaggi finiranno per incontrarsi. La Guerra Mondiale tra Clankers e Darwinisti sarà inevitabile o le due alleanze riusciranno ad evitarla (tipo prendendo a calci in culo la Serbia, o chi cavolo ha ucciso l’Arciduca in questa ambientazione, e basta)?
Sotto potete vedere la vecchia copertina dell’edizione americana e quella confermata per l’edizione inglese. Westerfeld non ha ancora mostrato la copertina scelta per l’edizione francese. Potete trovare ulteriori informazioni nel blog dell’autore.
Vecchia illustrazione di copertina dell’edizione statunitense e copertina confermata di quella inglese |
Ed ecco il commento di un lettore:
Westerfeld has kicked off his new series with bang, averaging more battles and bombings per chapter than a textbook on both World Wars combined. If nonstop-action and edge of your seat suspense is your cup of java, then this roaring, clanking, hissing, spitting, steaming trilogy opener is perfect for you, gentle reader.
Come commento, anche detto da uno che si è accaparrato una delle copie distribuite in anteprima con mesi di anticipo, mi pare un pochino esagerato. Ma il libro sembra interessante, anche se classificato per young adults. E in più, come spiega l’autore, il libro conterrà ben 50 illustrazioni in bianco e nero a cura di Keith Thompson: questo ha lo scopo di imitare i romanzi del periodo, che erano spesso illustrati (chi non ricorda le illustrazioni de I Miserabili o di tanti altre opere tra la metà dell’Ottocento e la Grande Guerra?). E in più le illustrazioni aiuteranno il lettore a visualizzare i mostri strambi che popolano l’ambientazione. Fa molto Light Novel giapponese. L’idea mi pare eccellente.
Un po’ per volta verranno pubblicate anche sul blog di Westerfeld, fino alla pubblicazione del libro. Quando uscirà me lo procurerò originale, senza aspettare settimane o mesi per una versione piratata.
La prima illustrazione resa pubblica da Westerfeld |
L’idea del confronto tra nazioni tecnologiche classiche, base sul ferro e sui motori (a vapore), e nazioni diverse, basate su una bioingegneria che, non spariamo cazzate, è “magia” con un altro nome, è lo stesso che avevo avuto io per la mia ambientazione. Ricordo ancora i lollosi rospi-mortaio. ^__^
Questo ancora nel 2007, prima che l’ambientazione diventasse più steampunk, raggiungendo un pieno livello di steamfantasy, come è ora. Quindi non posso certo dire che l’ìdea mi dispiaccia! È piuttosto tradizionale e odora di “già visto” a otto chilometri di distanza[Nota], ma è meno banale di tante altre cose che popolano i romanzi di speculative fiction e penso che abbia delle potenzialità (se no non l’avrei utilizzata pure io).
Comunque, nonostante questa pseudo-magia spacciata per bioingegneria, l’ambientazione appare solo Steampunk e non Steamfantasy. E credo che non ci sia nemmeno da discuterne: le componenti fantasy non mi pare ci siano, o comunque quel poco che c’è ricade nell’ambito delle stupidaggini in stile Steampunk e non del fantasy vero e proprio.
Il testo ha di buono, a quanto ho capito, di aver esaltato la parte di immaginario Steampunk legato alla tecnologia, operazione necessaria quando l’ambientazione stessa NON è nemmeno più quella Vittoriana (e neanche Edoardiana): se non si mettono Mech a vapore e mostri biomeccanici, cosa diavolo ne rimarrebbe dello Steampunk dichiarato? ^__^
Carina anche l’idea dei Mech a vapore, bisogna solo sperare che venga sfruttata per bene: quello nella vecchia copertina USA, color khaki/senape e con delle belle croci patenti in nero, spacca di brutto! Mi ricorda la mie vecchie farneticazioni sulla Guerra Franco-Prussiana coi Mech.^__^
Farebbe molto Sakura Wars se ci fossero anche i piloti che usano i poteri spirituali per la guida, lol.
Qualche Mech da Sakura Wars: notate le piastre di metallo imbullonato che fanno molto carro della prima guerra mondiale, come il mitico A7V tedesco |
Comunque, in linea generale, continuo a preferire i Golem a Vapore tecnomagici. Sono molto più Steamfantasy, col cervello gelatinoso dominato da uno spirito elementale (il cervello positronico di Asimov in versione fantasy), i tubicini colmi di liquame sotto la corazza e il risveglio lento pieno di interruttori da premere, col motore a kerosene che porta il bollitore in pressione e un indicatore meccanico a due cifre che scatta con dei “TONG!” durante le operazioni di avvio e diagnostica messe in atto dal cervello per riprendere la guida del proprio corpo meccanico. E in caso di guasto l’addetto controlla sul manuale il codice dell’ultima operazione.
Ma anche così, come semplici Mech a vapore (e Mech enormi come corazzate terrestri, a quanto pare, proprio come il “O-Daisuchiimu” della Guerra Russo-Giapponese descritto in GURPS Steampunk), dovrebbero far felice il buon Larry Blamire, che dagli anni ’70 continua a girare attorno all’idea di un’ambientazione vittoriana piena di Mech da combattimento. Si, alcuni anni prima che si coniasse il termine Steampunk e molto prima che lo Steampunk “maturo” prendesse la deriva tecnologica-anacronistica per cui è diventato famoso.
Larry e il suo STEAM WARS (si, il nome esisteva prima ancora che qualcuno iniziasse a usarlo per indicare la versione Steampunk di Star Wars) mi stanno simpatici: è il tipo di Steampunk che preferisco, quello fatto di anacronismi tecnologici e non quello di stupidaggini magiche alla Jeter/Powers.
E le immagini sono molto carine, pur nella loro colossale idiozia: perché mech bipedi e non veicoli ruotati o cingolati? Ma soprattutto perché diamine i piloti devono essere così allo scoperto?
1896: “runabout” prussiano e USSF Jefferson e un enorme Gunrig classe Goliath |
Da: WHY STEAM WARS IS LIKE A JEALOUS MISTRESS
[dopo più di 20 anni di tentennamenti…] I decided to get things rolling once and for all by setting up the world of the piece, presenting it to the public, finally organizing notes, sketches and paintings–a solid support for the film concept I’ll be shopping around. I’ve rewritten the treatment, solidified the characters. I’m recently discovering–much to my embarrassing ignorance–things like steam punk and manga involving giant robots (sorry, I was busy!). But perhaps creating on the sidelines in ignorant bliss allows SW to remain fresh, unique to the way I see it. I have caught the amazing trailers for STEAMBOY though, and all I can say is IT LOOKS GREAT. Can’t wait to see it. And I hope it does HUGE.I see STEAM WARS as clearly as if it’s being projected–a tough, gritty, colorful but realistic live-action adventure with a wry sense of humor. Yes, I said realistic. It’s my intention that the steam rigs not be treated self-consciously. I’m not tracing a history of steam warfare– when the story opens we are thrust into the middle of a battle. I see these not as robots but as fighting machines like tanks or submarines, manned by crews who approach their specified tasks as a normal workday–and we’ll see their operation down to the smallest detail. The Victorian conceit here just happens to be that war is fought in these eccentric walking battleships. In introducing this single fantastic element, it’s important to me to remain matter of fact, with a technology that seems right for the period.
Onestamente ho un po’ di simpatia per un artista, sceneggiatore e scrittore dilettante che ha ideato in modo indipendente le stesse cose ideate dopo anche da altri, interessandosi allo Steampunk tecnologico prima di altri, ma per poi lasciarlo da parte (beh, aver scoperto una cosa non significa averne capito appieno le potenzialità) e arrivare a riscoprirlo e rivalutarlo solo dopo che tanti ne hanno fatto man bassa, quando ormai le idee originali sono bruciate.
I Mech bipedi al posto dei carri cingolati li posso accettare: fanno parte delle idiozie che ricadono sotto la “sospensione dell’incredulità” e servono per dare colore e, in più, mi ricordano i Mech tecnomagici di un prodotto che aveva piacevoli dettagli steampunk-fantasy, ovvero Final Fantasy VI. Ma Larry, fortunatamente, non disdegna anche le grandi artiglierie semoventi.
Artiglieria Semovente Tyler, 1872 |
Per concludere: lo Steampunk rulla, quando è anacronismo tecnologico alla Steam Wars o alla Space 1889 e non magia egizia/mago merlino alla Powers/Jeter. E rulla di brutto anche senza doverci aggiungere il Fantasy però, per i miei gusti bizzarri, uno pseudo-Ottocento SteamFantasy come quello a cui sto lavorando da tempo rimane l’ideale. ^__^
Aspetto fiducioso ottobre!
Nota sulle Navi Viventi: porto uno dei molti esempi possibili di bioingegneria per mostrare quanto sia già visto e rivisto, scegliendo quello più “simile” al Leviathan: il Musuca, un capodoglio modificato geneticamente per funzionare come nave da guerra. Appare nel primo OAV di Blue Submarine n°6 quando gli umani riescono a frantumare lo scudo protettivo con i siluri e svelano il reale aspetto del “nemico”.
Ecco un paio di immagini delle navi-viventi di Blue Submarine: immagine 1 e immagine 2.
Ringrazio Gamberetta per il suggerimento e le immagini fornite.
Torna su.
sarà solo in lingue barbariche?
A quanto pare sì… o almeno così ho capito.
Si spera che qualche editore italiano, di quelli che regolarmente dormono, per una volta si svegli e si accorga del libro. Magari dopo un’occhiata penserà che fa schifo e che è meglio cercare un nuovo Ghirardi o una nuova Strazzulla (più adatti per i giovani italiani, sigh), ma quanto meno un editor di narrativa fantastica che sia serio deve informarsi.
Io lo leggerò in inglese, a meno che per miracolo Westerfeld nei prossimi mesi non annunci che un editore italiano ha comprato i diritti. ^_^
Il romanzo di Westerfeld potrebbe essere bello, anche se l’accoppiata “è una trilogia” + “young adults” lascia qualche dubbio. Inoltre parliamo dell’autore di Vampirus. Brrr. Io aspetterò con pazienza la versione piratata.
Un altro progetto con la stessa ambientazione (1914 versione steampunk) è quel film che ti ho detto una volta, Goliath.
E’ vero!
Grazie Gamberetta, mi ero completamente dimenticato del link che mi avevi passato, se no mettevo pure quello nel post invece di concentrarmi su Larry Blamire… :-(
Bello!
Conoscendo bene la difficoltà di far stare in piedi un coso con due gambe, mi trovo davanti al paradosso di trovare più credibili i mech quando sono controllati da un’entità soprannaturale ^_^
Anche se, bisogna dire, ci sono studi sui bipedi che partono da un approccio un po’ diverso da quello della robotica classica (dove l’intelligenza sta tutta nell’elettronica), spostandola sul lato meccanico come in questo caso:
http://www.youtube.com/watch?v=e2Q2Lx8O6Cg&feature=related
Sul motivo di fare macchine da guerra in forma umanoide, be’, non può che essere tutto estetico, proprio come per le guerriere in perizoma e elmo alato. Idea: mech a vapore guidati da donne in perizoma! Che poi, tra la caldaia e tutto quel vapore nei tubi, dentro ci deve fare un bel caldo ^_^
Il progetto sembra davvero interessante. Notevoli anche le copertine, così come l’idea delle tavole interne. Incrociamo le dita per una versione italiana.
Steam Golem rules! ^__^
Sì, alla fine è solo una questione estetica.
Lo steampunk è molto basato sull’estetico, tant’è che ha più successo nell’ambito degli accessori/arte e della moda giovanile che non in quello della narrativa…
Se si guardano opere come Sakura Wars, si vedono auto a vapore che, pur di essere “riconoscibili” come tali, sono dotati di tubi e perdite di vapore privi di qualsiasi realismo.
Le auto a vapore vere di primo Novecento, quelle buone perlomeno, erano indistinguibili da quelle elettriche o coi primi motori a scoppio. E poi, figa, se hanno la tecnologia per fare i Mech, ma mettere un condensatore nell’impianto come le auto a vapore dopo il 1910 proprio no???
^______^
Donne coi capelli di strani colori, ovviamente.
Una 17enne in lingerie, coi capelli verde chiaro lunghi fino alle scapole e un Mauser 1871 tra le mani, che mastica chewing-gum alla fragola al fianco di un Golem a Vapore dalla vernice rosa mezza scrostata, sul cui petto campeggia un “Hello Kitty” con due tibie incrociate sullo sfondo.
^___^
full metal alchemist si può considerare steam punk?
Ho aggiunto una nota sulle navi viventi nel post.
Ringrazio Gamberetta per il suggerimento e le immagini fornite. Ho visto Blue Submarine anni fa su MTV, ma non ho mai scaricato gli OAV. ^_^
Qualcosa che ha vagamente a che fare con quanto sopra è il videogioco Valkyria Chronicles.
Trailer: http://www.youtube.com/watch?v=pa1WXEuI6Qw
E’ una rivisitazione della 1^ o 2^ guerra mondiale con in mezzo il mito delle valchirie.
Non molto steam forse, ma apprezzabile.
Interessante articolo, Duca! Non che mi aspetti che esca in lingua italica, ma pensa che il libro in inglese sarà reperibile (che so, alla feltrinelli international)?
Comunque Keith Thompson è un genio, altro che Barbieri, che quando disegna i volti femminili li fa tutti uguali.
Io penso che lo cercherò direttamente su IBS books appena avrò voglia di leggerlo (sempre che per miracolo non esca prima piratato -con le illustrazioni assieme- o che non annuncino le traduzione in Italia).
Eh questo sarebbe un piacere averlo, perchè le immagini sarano di sicuro belle *_*
dovresti vedere le immagini delle miniature di Iron Kingdom e Warmachine della Privateer Press: http://privateerpress.com/warmachine/gallery
e anche questo: http://www.onesevendesign.com/ladyblackbird/
Il GDR Iron Kingdom e il gioco di miniature da cui deriva li conosco già. E’ assieme inutilmente barocco e troppo moderno, in stile Warhammer 40k. O in stile Costrutti di Eberron. Non trasmette un’idea di Vecchio realistico.
Comunque sempre meglio Iron Kingdom dei soliti elfi alla Tolkien. E infatti i manuali non mi dispiacciono, anche se il voler far convivere in quel modo armi bianche e armi da fuoco senza voler davvero OSARE un cambiamento di stile spingendo in modo intelligente l’evoluzione come è avvenuta è un’idea cretina (ma l’aveva anche Arcanum, quindi è un tipo di stupidità che può essere sopportata…) e immagino che derivi anche dalla solita mancanza di credibilità del regolamento (anche quello di Gurps nel rapporto armi-armature faceva schifo: ho dovuto rifare tutti i conti da zero per avere qualcosa che imitasse la realtà).
Vediamo. Non è la vera età Vittoriana, quindi no per Jeter e i padri fondatori del termine.
Rimane l’opzione super-tecnologia anacronistica… no, anzi, loro stessi affermano di essere più arretrati dal punto di vista delle meccanica del nostro mondo (perlomeno lo dicono nel film “I conquistatori di Shamballa”… io ho visto solo la prima versione dell’anime e il film, non ho letto il fumetto che ha la trama differente).
Il mondo di FMA rispetto al nostro ha l’Alchimia che, tanto per cambiare, è magia con un nome diverso. L’impianto vagamento ispirato all’inizio del ‘900 conta poco, visto che l’aspetto tecnologico è inutile.
Se non vogliamo considerarlo fantasy, dato che si cerca di dare una spiegazione alla “magia” ecc… ecc…, al massimo possiamo considerarlo Science-Fantasy.
Steampunk onestamente non lo è secondo le definizioni applicabili. Poi che si possa definire vagamente Steampunk per alcuni aspetti ecc… ecc… (Wikipedia inglese lo cataloga negli anime e manga steampunk… assieme a tante altre categorie, lol) sì, ok, ma rientra nella lista di cose che pur avvicinandosi vagamente all’idea di Steampunk continuano a non essere Steampunk (ci fu tempo fa un interessante articolo su cosa NON è Steampunk proprio in un sito dedicato allo Steampunk e le lamentele degli Steampunkettari contro l’inclusione selvaggia di mille cose diverse e inconciliabili sotto l’etichetta Steampunk le leggo spesso…)
Molto vagamente. Ma molto molto molto. ^_^
Sto seguendo l’anime e, prima che uscisse, mi ero informato sul videogioco e sull’ambientazione.
L’ambientazione è VAGAMENTE ispirato al nostro mondo tra prima e seconda guerra mondiale, ma poi il tipo di conflitto immaginato, con i due blocchi, è modellato su quello della Guerra Fredda (con rischi maggiori di escalation armata, visto che competono per la Ragnite -una risorsa vitale- e non hanno armi nucleari).
E le vicende della Gallia, che di nome sembra Francia, ma come ruolo assegnato fa le parti del neutrale Belgio di turno, lasciano il tempo che trovano.
Tecnologicamente non è Steampunk nemmeno di striscio; i carri armati sono carri armati e basta. Fino ad ora non ho visto Mech a Vapore né Mech normali.
La divergenza tecnologica sta nell’usare la RAGNITE al posto del petrolio.
Ma così si collega più al primo Command & Conquer del 1995 che non alo steampunk: la ragnite e la lotta per il suo possesso suona molto come la lotta per il possesso del Tiberium.
Graficamente ha alcuni elementi retrò come le divise molto colorate, i lanciarazzi tipo panzerfaust ma a forma di lancia da cavaliere e le corazze dei fanti “cattivi”.
Tra l’altro le corazze dei fanti cattivi hanno un senso: è vero che non fermano i proiettili, ma 1-1,5 mm di acciaio al carbonio o meglio addosso sono un protezione considerata soddisfacente contro una buona percentuale delle schegge (sono spessori da elmetto). E le schegge e le esplosioni causano il 70-80% dei morti in un conflitto tradizionale, come le due guerre mondiali. Considera che il solo elmetto salvò dal 2 al 5% delle vite: figurati dei solidi giubbotti antischegge o delle corazze leggere. ^___^
Potrei sbagliarmi, ma V.C. mi suona così vagamente-vagamente collegato che ho ritenuto non valesse nemmeno la pena citarlo.
Lady Blackbird sembra interessante, quanto meno per l’aeronave. Poi, al solito, bisogna analizzarlo nel dettaglio.
Il PDF gratuito a quanto ho visto lascia il tempo che trova… ci sono consigli per il Master e la regole in versione sintetica… ma niente di veramente utile. D’altronde sono solo 15 pagine.
(In ginocchio)
Chiedo venia, o mio Duca!
Ero in buona fede.
Per San Giuda Taddeo, la prego, mi perdoni.
(Piange)
P.s. tempo addietro Le avevo scritto.
Ha poi dato una letta al mio spreco di pagine virtuali?
LOL! ^___^
No, ok, V.C. è una segnalazione interessante e anche io ho iniziato a seguirlo proprio per scoprire se era Steampunk o Steampunk fantasy. Valeva la pena parlarne un po’. Poi magari ci torno su quando la prima stagione dell’anime si conclude. ^_^
Azz, mi ero scordato di guardare il materiale inviato. Cercherò di ricordarmi.
è tutto quello che serve per gicoare, in realtà. Si tratta di un modolo autoconclusivo, senza un regolamento alle spalle. Consigli per giocarlo più sp possibile?
Io per giocare Steampunk userei il regolamento di GURPS quarta edizione.
E’ anche l’ideale per lo SteamFantasy visto che ci puoi gestire tutto in simultanea, dai selvaggi con le clave e le lance, ai Mech a vapore, ai demoni, ai normali fucili di fine ‘800 a colpo singolo, ai Golem da Combattimento con la sincronizzazione tipo Evangelion guidati da un pilota-mago con poteri “spirituali”…
Come manuali per trarre ispirazione, anche se sono datati essendo di terza edizione, consiglio GURPS STEAMPUNK e GURPS STEAM-TECH. Se sistemi alla quarta edizioni i dati (es: precisione delle armi e valore di Forza dei mostri) e se li usi come “spunto”, sono buoni.
Per costruire il sistema magico, in caso di SteamFantasy, può far comodo GURPS POWERS e GURPS THAUMATOLOGY (entrambi per la quarta edizione: ti inventi tu passo-passo come funziona la magia e costruisci i poteri magici perfettamente adatti alla tua visione).
Per la tecnologia in generale GURPS HIGH-TECH quarta edizione.
E trovi tutto piratato tra eMule e Gigapedia.
La mia capoccia che da poco ha avuto l’onore di arroventarsi all’interno di una torretta Schneider per artiglierie del 1915 ha una gran voglia di steampunk, senza fantasy é meglio. Tuttavia con il rispetto dovuto continuo a preferire il vecchio Verne ai nuovi autori, non fosse altro che per la grande limpidezza della narrazione: una singola linea guida, diretta, pura. Un uomo, la sua filosofia, la sua macchina. Storie compatte, precise, senza sbavature, o inutili contorsioni. Orologeria letteraria. Spero che qualcuno si decida a fare un film serio su 20.000 leghe.
Bisogna riscoprire la semplicità di storie senza seghe moraleggianti. Un uomo bianco, il suo fucile e i selvaggi riottosi da punire/educare.
Un uomo bianco, il suo fucile e un intero mondo pieno di bianche wilderness su cui appuntare la bandiera del proprio paese (se i selvaggi non sono d’accordo, cazzi loro) e di tesori archeologici da “mettere in salvo” (e nel caso rifondere in lingotti, più adatti al salvataggio!).
E tutto attorno mech a vapore, zeppelin, fucili elettrici, caschi mesmerici, proiettoti eterici, cannocchiali temporali… e conigli zombie biomeccanici.
I selvaggi devono essere funzionali alla storia, non qualcosa su cui rimuginare “oohhh, i mali del colonialismo, come starebbero bene gli Africani se si governassero da soli…” oppure “Siamo in debito con loro perché siamo più ricchi”.
Fanculo, negri del cazzo.
Tutto quello che gli dobbiamo sono gas tossici e fucilate. E se non sono d’accordo potevano pensarci prima a non nascere bianchi, europei e tecnologicamente superiori!
‘Senza seghe moraleggiati’ l’hai detto tu, non io. Quelle ci vogliono sempre. Mi ci ingrasso, con le seghe morali. Ma in generale si, la Robur way of life rulla sempre. Quello che cambiano sono i selvaggi del caso. I negri del generale ‘bomber’ Harris erano i crucchi, ed infatti si fece poche remore a spianarli alla prima occasione. La vita é così, quando credi di essere all’apice trovi sempre qualcuno più colto ed evoluto di te che decide d’insegnarti qualcosa. Qualcosa di grosso calibro, spesso.
Sì: è per quello che era nel mio commento e non nel tuo. ^_^
è per questo che la storia della Compagnia, dell’Angrezi Raj e del Grande Gioco è così affasciante: credevamo di andare a saccheggiare quattro zulù morti di fame, e si sono ritrovati signori di una civiltù antica il doppio di quella inglese. Credevano di andare a portare la croce ai mussulmani in punta di baionetta, e si sono ritrovati fatti a pezzi dagli jezail e dalle scimitarre degli eredi di tamerlano. Credevano di insegnarae l’arte della politica al russo subumano, e si sono trovati coinvolti in una lotta ad armi pari con un degno avversario. Bei tempi.
(comunque i britannici aprono il culo ai tedeschi).
In realtà, la marmaglia di orchetti e goblin ha solo sostituito neri e pellerossa in epoca di politically correct, ma il concetto resta lo stesso: un subumano brutto sporco e cattivo da macellare senza remore.
Dato che si parla di steam mi potete consigliare qualche buon libro del genere(steam-punk o ancora meglio sullo steam-fantasy)?
Avrei un paio di pile(in senso letterale) di libri arretrati ma almeno metto in lista grazie.
@Aealith:
Ecco a te
Leviathan pare sarà pubblicato l’anno prossimo da Einaudi. Lo dice un rappresentante della casa editrice alla fine dell’articolo sulla Strazzu segnalato da Angra in un suo commento.
Sì, visto prima. Poi lo segnalo di nuovo nell’articolo di domani o dopodomani, con la nuova immagine rilasciata sul sito dell’autore.
Fortunatamente all’Einaudi si stanno svegliando. Oppure Leviathan deve fare schifo. Boh. Difficilmente può essere peggio di certo fantasy italiano. ^__^
La tendenza Steampunk che si sta risvegliando nel mondo tra giochi, libri, immagini, dementi travestiti ecc… allora non me l’ero del tutto sognata. ^__^
Quanto a Leviathan, fin dal giorno dopo la pubblicazione dell’articolo ho avuto un discreto numero di visite da Google (Italia) di gente che lo cercava. Quindi un po’ di interesse c’è.
Io ho trovato curioso l’inserto
Cioè, diciamolo, la citazione di Westerfeld messa così non c’entra niente con il discorso Strazzulla.
Visto che figo che io sfotto la Strazzulla e subito dopo parlo di Leviathan e, casualmente, l’Einaudi sente bisogno di parlare di Leviathan in un articolo dedicato alla Strazzulla pochi giorni dopo? ^___^
Di certo l’ufficio acquisti aveva già provveduto, ma la tempistica e il messaggio rassicurante noi pubblichiamo anche Leviathan sono moooolto sospette.
Fa sembrare, keywords di ingresso alla mano del mio sito, che un qualche addetto ai lavori abbia visto i due articoli e abbia sfruttato la “caramellina” più adatta a calmare i detrattori facendogli riacquisire fiducia in Einaudi.
Per il resto sono sicuro che il loro ufficio acquisti abbia già chiuso le trattative per quel libro mesi fa e abbiano solo colto l’occasione per indicarlo. Ma la tempistica e l’occasione scelta sono, come dicevo, sospette.
Con me però ha funzionato: se prima ero pervaso da un odio cieco verso Einaudi per aver mentito sulla “più giovane autrice”, ora vedo un barlume di speranza per l’umanità.
Meno male, perché ormai fantasy vuol dire roba per bimbiminkia scritta da bimbiminkia, è inutile nascondersi: cosa è il fantasy alla fine lo decidono editori e mercato. Altrimenti è come crearsi il proprio personale cattolicesimo facendo finta che non esiste il Vaticano. Se basta spostarsi sullo steamfantasy o altre etichette per uscire da questa merda… a proposito, ho messo sul mio blog i primi due capitoli del mio romanzo elettrofantasy ^__^
Appena riesco guardo i due capitoli e vedo se mandarti eventuali commenti in privato o in pubblico.
Ti ho inserito il “quote” nel commento, così è più leggibile. ^__^
Magari è produttivo: un post alla Strazzu e uno su Leviathan, uno sulla Troisi e uno su Van Der Meer. Puoi controllare l’editoria italiana da casa tua!
Grazie, mi farebbe molto piacere.
Il quote lo avevo messo, ma scrivendolo a mano (non era comparsa la barra) devo aver fatto un errore di battitura e se lo è mangiato.