Post a tema giudaico: lo stereotipo dell’ebreo e una sua possibile trasposizione nel fantasy. Quel tocco di ebraismo che rende il mondo (anche fantasy) più bello e vario. ^_^
Se non ti interessa il film antisemita Jud Süß, salta direttamente a:
1) la favoletta antisemita del fungo ebraico;
2) i folletti ebraici di Harry Potter:
3) la mia idea del Fungoide per ambientazioni fantasy;
4) quattro.
Jud Süß (Süss l’Ebreo)
Süss l’Ebreo è un film di Veit Harlan del 1940 girato per volontà di Joseph Goebbels al fine di illustrare al meglio la visione nazionalsocialista dei giudei. Viene indicato un po’ ovunque come il più abbietto film antisemita e in vari paesi “liberi e democratici” è proibita la vendita/distribuzione della nuova edizione in DVD restaurata (Italia, Germania, Austria e Francia, a quanto riporta la ditta). Date le premesse, non ho potuto resistere: dovevo vederlo!
L’ho scaricato sperando in un film sinceramente disgustoso che giustificasse appieno le censure fasc… democratiche e liberali. Di roba schifosa raccontata sugli ebrei ce n’è a valanghe: torture sugli animali, sacrifici di bambini cristiani, avvelenamento dei pozzi, stupri di donne ariane…
…niente invece, a parte lo “stupro”, l’aspetto fisico stereotipato e le caratteristiche negative che si possono benissimo abbinare ai banchieri/finanzieri di qualsiasi religione. Insomma, nulla di scandaloso. Mi aspettavo di meglio dai nazisti: è tutto qui l’antisemitismo da sfoggiare in un capolavoro della propaganda? Poppanti! Principianti! I Neo-nazi di oggi sanno inventare molte più stronzate dei loro moderatissimi predecessori.
Non mi metterò a parlare della storia del film, del romanzo su cui si basa, della vera vicenda storica di Oppenheimer o del film in sé come opera artistica. Di cinema non capisco un cazzo di niente, per cui non mi pare nemmeno il caso di fare una recensione. E poi ho visto una versione in tedesco con dei pessimi sottotitoli in inglese (mancano alcune battute e ci sono vari errori di battitura) a cura della “International Historic Films” (bravissimi: i Fan Subber fanno lavori migliori gratis!): prima o poi cercherò la versione restaurata nel 2008. Il mio interesse in questa parte dell’articolo è solo mostrare l’ebreo stereotipato che viene rappresentato nel film.
Il film comincia a Stoccarda nel 1733 con il nuovo Duca, Carlo Alessandro (Heinrich George1), che giura di rispettare la Costituzione2 del Württemberg e promette che sotto il suo regno la ricchezza e il benessere del paese crescerà. Il nuovo Duca si è convertito al Cattolicesimo mentre era al servizio dell’Imperatore, ma nonostante la diversa fede i suoi sudditi protestanti lo amano: è un famoso generale che ha combattuto sotto Eugenio di Savoia nella Guerra di Successione Spagnola, ha affrontato con valore i Turchi ed è stato perfino nominato governatore imperiale di Belgrado.
L’immagine del popolo in festa che acclama il Duca quando passa con la carrozza aperta, a malapena tenuto a bada dai soldati, ricorda le folle di Hitler quando passava con l’auto (ad esempio a Norimberga, si veda il bellissimo documentario “Il Trionfo della Volontà” di Leni Riefensthal). Anche l’idea di mostrare giovani ammiratrici adoranti che sgomitano per vederlo passare ricorda la massiccia presenza femminile tra i supporter più esagitati del Fuhrer (Hitler sottolineò più volte l’importanza determinante delle donne nell’ottenimento del consenso).
Una delle ragazze è talmente esagitata nella lotta per superare il cordone di soldati che le si apre la camicetta (no, i capezzoli non si vedono…) e deve fermarsi per richiuderla. Il Duca, avendo il mio stesso umorismo da bifolco, la indica col braccio teso e ride di gusto.
Il Duca vuole fare un regalo alla bella Duchessa (Hilde von Stolz) per festeggiare, ma è a corto di soldi. Manda allora il suo assistente, von Remchingen, a Francoforte per comprare qualcosa dal banchiere giudeo Joseph Süss Oppenheimer (Ferdinand Marian3). Nelle strade ebraiche di Francoforte si trovano i primi giudei4 dall’aspetto stereotipato: uomini brutti, con barbe lunghe e nasi adunchi. E l’unica ebrea che si vede, alla finestra con un vecchio, è una graziosa ragazza di nome Rebecca: oltre al nome tipicamente giudaico è anche l’aspetto fisico da intrigante “seduttrice di cristiani” a far parte dello stereotipo razziale.
Bello anche lo scambio di battute tra il vecchio ebreo e quello in strada (Itzak), che riporto un po’ alla buona in italiano:
“Itzak, cosa vorrà quel damerino d’un gentile da Süss Oppenheimer?”
“Hai bisogno di chiederlo?”
“Intendi i soldi?”
(scuotendo la testa) “Essì…”
(ridacchia) “Ma lui non glieli darà?”
“Glieli darà. Glieli deve dare. Così possiamo prendere, prendere, prendere!”
(ridacchia e guarda la ragazza) “Vatti a vestire, Rebecca.”
Mi sembra inutile spiegare il riferimento all’ebreo usuraio e ricattatore di cristiani “per natura”…
Oppenheimer mostra le sue ricchezze a Remchingen, sotto forma di gioielli nascosti in una cassaforte (stereotipo!), e gli dice che il Duca potrà avere la bella collana di perle per la Duchessa a poco prezzo (10mila talleri invece di 50mila), ma che gliela vuole consegnare di persona e trattare con lui il resto del compenso perché anche se il Duca non ha molti soldi, “il Württemberg è ricco”. Remchingen è stupito: come può un ebreo riuscire ad entrare a Stoccarda? Le leggi lo proibiscono e non è possibile nemmeno al Duca stesso rimuovere quella proibizione senza il favore del Consiglio!
Ma Süss non ha l’aspetto di un tipico ebreo: se si veste da cristiano e si taglia la barba nessuno lo scoprirà. Il segretario di Oppenheimer, Levy (Werner Krauss5), è sconvolto: Süss non ha paura del giudizio del Rabbino Loew? Come può lasciare i vestiti tradizionali e tagliarsi la barba? Ma Süss è pronto a rischiare in modo che gli ebrei possano girare liberamente vestiti di velluto e seta, prima o poi (complotto giudaico!).
Süss si “traveste da cristiano” e parte in carrozza a velocità folle per raggiungere Stoccarda prima di sera, ma a causa della strada in cattive condizioni finisce per capottare. Fortunatamente per lui (e meno per il Württemberg) passa Dorothea Sturm (Kristina Söderbaum6), la bella figlia del capo del Consiglio provinciale, che dà un passaggio in carrozza al gentiluomo in difficoltà ignorando che sia un orribile ebreo (LOL). Chiaccherando Oppenheimer rivela di aver viaggiato per tutto il mondo: Parigi, Roma ecc… e quando Dorothea gli chiede quale sia la sua patria, lui risponde prima “Ovunque” e poi “Il mondo.”
Un inserimento un po’ forzato visto che per il resto del film questo sentirsi “cittadini del mondo” è del tutto irrilevante: ma come si può resistere a mettere l’immagine dell’ebreo vagabondo che non ha patria e non è fedele a nessuna nazione? In contrapposizione con l’immagine del tedesco fedele fino alla morte alla Germania e alla nazione tedesca…
Il cognome Sturm, sarà solo un caso, ma mi ha ricordato il titolo della rivista antisemita “Der Sturmer” (L’Assaltatore).
Fin da questo primo incontro inizia il corteggiamento di Oppenheimer nei confronti di Dorothea, che non ricambia l’interesse. E anche la tematica dell’ebreo che minaccia la virtù delle brave ragazze ariane è stata inserita. ^_^
Oppenheimer poco dopo l’ingresso a Stoccarda viene riconosciuto per quello che è (un orribile giudeo!!!), ma orma è troppo tardi: è entrato in città passando il controllo della guardie. È Faber, il segretario del consigliere Sturm e fidanzato di Dorothea a capire la vera natura del gentiluomo. D’altronde, essendo l’eroe ariano della vicenda, non può che avere nel cervello un radar individua ebrei!
Faber parte subito all’attacco minacciando Oppenheimer e dicendogli che se ne deve andare. In tutto il film è l’unico vero caso di razzismo basato sul pregiudizio: tutto il resto dell’odio contro il finanziere ebreo arriverà per buoni motivi. Faber, l’eroe ariano, odia l’ebreo in quanto ebreo, non per quello che ha fatto (nulla, al momento).
Süss arriva al palazzo del Duca, mostra la collana e inizia a sfoggiare il suo viscido servilismo promettendo al Duca tutto quello che il Consiglio gli ha appena negato in quanto “spese ingiustificate”: avrà l’opera, il balletto e le guardie del corpo. Il Duca gongola felice come un coniglietto che ha ricevuto trenta centimetri di pisello su per il culetto.
E durante il balletto, che il Duca chiaramente voleva solo per potersi chiavare qualche bella ragazza in più (ho già fatto notare quanto mi somigli?), Süss fornisce un anello da usare come dono per sedurre la ballerina prescelta. Inizia così la sua nuova carriera di Puttaniere Ducale ufficiale.
Ma alla fine il Duca si rende conto della cifra enorme che deve a Süss. E sa che non potrà mai pagarla di tasca propria. Süss però gli fa notare che in quanto Duca possiede l’intero Württemberg. E se ben utilizzato vale un sacco di soldi.
Per iniziare a pagare i debiti Süss suggerisce al Duca di concedergli per dieci anni il possesso della strade del paese. Il Duca non capisce la richiesta, ma l’ebreo, con l’abilità tipica della sua gente (stereotipo dell’ebreo astuto e intrigante!!!) gli spiega i vantaggi della proposta: le strade del paese sono ridotte malissimo perché nessuno fa la manutenzione, ma lui può prendersene cura utilizzando parte dei soldi dei pedaggi e dei dazi per l’uso di strade e ponti. Con il margine di guadagno potrà un po’ alla volta cancellare il debito che ha contratto. Il Duca è ancora perplesso. Süss sottolinea che, ovviamente, gli pagherà anche una percentuale dei profitti in cambio. E, in fondo, anche l’Imperatore a Vienna7 ha i suoi ebrei che fanno le stesse cose. A questo punto il Duca accetta.
Süss diventa Ministro delle Finanze.
Un po’ alla volta il Duca e Oppenheimer impongono una serie di pedaggi e tasse sui beni di consumo che fanno impennare i prezzi di pane, uova, carne, vegetali… ogni cosa. Il consigliere Sturm capisce che il Duca sta ottenendo con la forza del suo potere il denaro che il Consiglio gli aveva negato. E per quanto il suo popolo lo ami, c’è un limite a quello che il Duca può permettersi di fare. In più Faber ha visto un nuovo giudeo, Levy (il segretario di Oppenheimer), fare la spola da un posto di blocco a un altro per controllare la riscossione dei pedaggi su strade e ponti. Gli ebrei hanno perfino pagato soldati per la guardia del corpo del Duca, rendendo così più difficile la possibilità di ribellarsi alle angherie con la forza. Sturm suggerisce a Faber di mantenere la calma: bisogna usare l’intelligenza per vincere contro gli ebrei. Faber commenta che nessuno può essere più intelligente di un ebreo. Ma, ecco un altro stereotipo, Sturm fa notare a Faber che gli ebrei sono solo molto astuti, non intelligenti.
Le malefatte dell’ebreo continuano: al fabbro Hans Bogner, che non aveva 80 talleri per pagare l’uso della strada, viene demolito il pezzo di casa che sporge costringendo la strada a deviare di pochi metri. I soldati vengono messi a presidiare la casa e le macerie, in modo che il fabbro non ripari il muro per un anno intero. La popolazione è sconvolta. Quando Süss passa in carrozza per mostrare alla sua amante (ovviamente ariana) la geniale punizione, viene assalito dalla folla. Süss ordina di spronare i cavalli per travolgere i dimostranti, senza pietà (altro stereotipo dell’ebreo), ma prima che riesca a fuggire il fabbro raggiunge la carrozza e si mette a demolirla a martellate.
Per soddisfare le voglie del Duca (ho già detto che mi somiglia?), Süss organizza un ballo al castello ducale in cui invita tutte le ragazze delle famiglie borghesi più importanti. Anche la figlia del consigliere Sturm viene invitata, scatenando l’ira del fidanzato Faber e del padre. È chiaro a tutti che l’intenzione dell’ebreo è quella di sedurre le brave ragazze ariane e protestanti per sottometterle alle proprie voglie e a quelle del tirannico Duca cattolico.
Durante la festa da ballo le ragazze più giovani e belle sono state messe a ballare con i soldati in una saletta apposita, mentre i padri, i fidanzati, i fratelli e i cessi si trovano nella sala principale. Così il Duca e Süss possono valutare senza essere disturbati le ragazze e scegliere con quali intrattenersi.
Il Duca sceglie la bella figlia mora di uno dei consiglieri, che è schifata dal grasso tiranno e cerca di fargli capire che preferisce andare via, ma poi si rassegna ai suoi desideri (che altro può fare?). Süss, tanto per cambiare, è sempre ossessionato da Dorothea (anche se non lesina una palpatina alle tette di un’altra ragazza, molto più bendisposta al fascino danaroso del banchiere), ma lei riesce a mettersi in salvo scappando fino al padre che ha abbastanza potere e prestigio per opporsi all’ebreo.
Faber vuole vendicarsi. Con un paio di amici va da Süss, che sta giocando a carte (Oppenheimer venne anche accusato di avere legami con le case da gioco locali), e lo accusa di sperperare nel gioco d’azzardo i soldi bagnati dal sangue del popolo e di trattare le figlie dei bravi cittadini del Württemberg come puttane. Süss si incazza, ma Faber riesce a fuggire. Però Süss non è scemo e sa che Sturm e Faber sono ora i suoi nemici principali.
Oppenheimer si lamenta subito con il Duca, che appare bello soddisfatto e sorridente (è un chiaro riferimento al fatto di aver appena scopato la brunetta di prima… e devo dire, da collega Duca, che una bella scopata con una ragazza che non lo desidera dà proprio una gran soddisfazione ^__^). Un insulto al Ministro è un insulto al Duca stesso, dice Süss, ma il Duca minimizza il problema.
Süss gli fa notare che fino a quando gli ebrei saranno banditi da Stoccarda, chiunque potrebbe aggredirlo e anche ucciderlo. Il Duca, che non vuole perdere il suo fidato banchiere, decide di riammettere gli ebrei senza ascoltare il parere del Consiglio e, avendo scoperto solo in quel momento che il fabbro aveva aggredito la carrozza di Süss, ordina che venga impiccato. Bravo: severo, ma ingiusto, proprio come me.
La morte del fabbro, l’ingresso degli ebrei in città e il potere sempre maggiore di Oppenheimer gettano nel panico il Consiglio. Bisogna intervenire subito e far tornare sulla retta via il Duca, per questo decidono di farsi guidare da un ufficiale, Röder, che ha servito in guerra con il Duca ed era diventato suo amico.
I consiglieri entrano senza invito nel palazzo e chiedono al Duca di ascoltare quanto hanno da dire nell’interesse del Württemberg, la cui popolazione è esasperata e pronta alla rivolta. Il Consiglio ha una petizione: bisogna mandare via gli ebrei da Stoccarda, come previsto dalla Costituzione.
Il Duca si rifiuta di esiliarli di nuovo a Francoforte: lui non ha nulla contro gli ebrei e non gli interessa quello che dice la Costituzione.
L’ufficiale dice allora al Duca che se non è disposto a rispettare la Costituzione, quanto meno dovrebbe ascoltare le parole di Martin Lutero: “Tieni in mente, caro Cristiano, che non hai un nemico peggiore dell’Ebreo. È mio sincero parere che si debba dare fuoco alle loro sinagoghe e alle loro scuole. Ci si deve liberare dei loro insegnamenti Talmudici pieni di menzogne. E deve essere loro proibita la pratica dell’usura.”
Il Duca, cattolico e fedele suddito dell’Imperatore d’Austria, si incazza all’idea di dover seguire le follie antisemite di uno schifoso eretico e caccia i consiglieri gridando “Vergogna sul vostro Lutero!” e “Andate via!”.
Altre parole attribuite a Lutero sul tema ebraico:
But the Jews are so hardened that they listen to nothing; though overcome by testimonies they yield not an inch. It is a pernicious race, oppressing all men by their usury and rapine. If they give a prince or magistrate a thousand florins, they extort twenty thousand from the subjects in payment. We must ever keep on guard against them.
(Martin Lutero, Colloquia Mensalia, 863 – tradotto da William Hazlitt)
Oppenheimer suggerisce al Duca di sciogliere il Consiglio e formare un proprio Gabinetto privato formato solo da persone di sicura fedeltà, senza quel facinoroso di Sturm tra i piedi. Il Duca è tentato, ma teme i rischi di una mossa così azzardata. Oppenheimer, conoscendo la superstizione del Duca (d’altronde è cattolico… quindi è anche un retrogrado che si affida alla stregoneria, secondo la visione protestante), gli dice che per rassicurarlo prima di fare qualsiasi mossa azzardata potrà fargli consultare un esperto in grado di leggere gli auspici nelle costellazioni.
Il suddetto esperto non è altro che il rabbino Loew, che però non è un astrologo e non crede in simili stupidaggini superstiziose. Anzi, è convinto che Oppenheimer stia giocando con il fuoco e che prima o poi quello che sta facendo gli si rivolterà contro perché Dio punisce gli ebrei che non sanno stare al proprio posto. Süss accetta le recriminazioni del rabbino contro la vanità e il lusso di cui si circonda, ma si giustifica dicendo che è per un bene maggiore, quello di far trionfare gli ebrei procurando un paese nuovo per Israele (complotto ebraico!!!).
Il rabbino accetta di partecipare alla farsa, ma non di mentire (è peccato): sarà il Duca a capire quel che vuole capire dalle frasi ambigue (ma non menzogne) che gli dirà.
Il Duca chiede al rabbino se può osare mosse avventate o se le stelle gli sono sfavorevoli. “Le stelle non sono né favorevoli né ostili” dice il rabbino, “ma sta scritto” e tira fuori i testi sacri “che le stelle obbediscono a colui che osa”.
Il Duca naturalmente leggerà nelle parole del rabbino un invito a rischiare mosse sempre più azzardate per concentrare il potere nelle proprie mani.
Süss, per decapitare del tutto l’opposizione privandola di un leader, tenta di convincere Sturm a diventare il capo del nuovo Gabinetto, ma lui rifiuta non perché non si fidi del Duca, ma perché non si fida del suo ministro. Oppenheimer mantiene la calma e si dimostra ancora più affabile, domandando a Sturm perché non possano diventare amici e con, dal suo punto di vista, molta generosità si offre di sposare la figlia di Sturm assicurando così denaro e prestigio ulteriore alla famiglia.
Sturm si rifiuta di dare la sua bella figlia ariana a un ebreo e Süss, sempre con tono amichevole, gli suggerisce di pensarci ancora un po’ e di dare una risposta definitiva il giorno dopo.
Sturm la sera stessa fa sposare Faber con Dorothea: ora sua figlia è intoccabile per l’ebreo. E Süss questa volta si incazza per davvero… e dopo un simile insulto, a mio parere, ha pure ragione a incazzarsi! Sturm si incazza pure lui e caccia Süss dalla propria casa, gridando che nessuno può minacciarlo perché è il Presidente del Consiglio e che nessuno può mettersi tra il Duca e il suo popolo, invitandolo a infrangere il giuramento di rispettare la Costituzione. In più, per sottolineare meglio il concetto, gratifica Süss con un bel (nel sottotitolo inglese) “shit head”. Süss ringrazia per la generosa opinione espressa e se ne va.
Süss torna in ufficio e ordina al segretario di scrivere un ordine di arresto per Sturm: ci sono testimoni e prove che il consigliere stia tramando contro il Duca e va processato. Sturm viene convocato per essere interrogato, ma si rifiuta di riconoscere Levy come proprio giudice, nonostante l’altro magistrato gli assicuri che sono stati entrambi scelti dal Duca per portare avanti quella indagine. Ma per Sturm non c’è giustizia né onore in un tribunale quando un ebreo osa giudicare un cittadino del Württemberg.
Levy gli contesta di aver tramato contro la vita del Duca e di aver fatto affermazioni sediziose: quando Bogner è stato impiccato vari testimoni affermano che Sturm abbia definito la cosa “un volgare omicidio”. Ma l’impiccagione è avvenuta per ordine e responsabilità del Duca: intendeva forse dire che il Duca è un volgare assassino?
Sturm risponde che anche se l’avesse ordinato l’Imperatore stesso, per lui sarebbe stato un volgare assassino. L’altro magistrato, convinto dell’innocenza di Sturm, cerca di calmarlo, ma questi è fuori di sé e lancia ulteriori insulti e minacce contro gli ebrei. Levy gli risponde “noi sapremo come proteggerci”. Viene incarcerato e accusato con l’ausilio di ulteriori prove prodotte dagli ebrei per incastrarlo.
Il Consiglio, chiamando a raccolta i capi delle corporazioni e tutti i cittadini più importanti, si riunisce quella notte stessa per decidere di dare un ultimatum al Duca. Oppenheimer avverte il Duca della riunione e gli dice che i consiglieri intendono privarlo del potere e arrestarlo (e in caso di resistenza ucciderlo). Il Duca convoca subito i suoi fedelissimi e le truppe per dichiarare lo scioglimento del Consiglio fino a data da destinarsi.
Quando Röder arriva al palazzo per dare l’ultimatum (mandare via subito gli ebrei!), il servitore negro del Duca lo avverte di quello che è successo. Curioso che l’unico negro del film sia quello che supporta la giusta causa dei ribelli: ma in fondo i nazisti non avevano particolari problemi coi negri (non più razzismo di quello standard nel resto del mondo).
O la cosa va letta in un altro modo? Perfino un negro è migliore degli ebrei e dei cattolici? ^__^
Il Duca manda via Röder, ma il suo discorso ha fatto breccia: l’ebreo Süss ha sì portato ricchezza, ma ha anche creato molti nemici all’interno del popolo. Süss dice al Duca che un sovrano può sbarazzarsi dei suoi nemici, se ha degli amici su cui fare affidamento: deve arruolare dei reggimenti stranieri e usare la forza per governare. Gli occhi porcini del Duca (e anche i miei) sbrilluccicano all’idea di diventare un dittatore vero e proprio, ma è giusto fare una cosa simile generando una simile frattura con il proprio amato popolo?
La bella Duchessa, che ha sentito ogni cosa, entra nello studio e convince il Duca a fidarsi di Süss e fare quello che dice. Il Duca si accorge allora che anche sua moglie, come lui, è stata plagiata dall’ebreo. Quando la Duchessa esce dalla stanza, il Duca urla contro l’ebreo, ma accetta di fare quello che gli è stato chiesto per amore della moglie anche se non si fida più dell’ebreo.
Il popolo di Stoccarda inizia la ribellione. Viene proclamata la legge marziale e chiuse le porte della città. Süss ottiene l’appoggio dell’intera comunità ebraica che mette a disposizione le proprie ricchezze per stipendiare dei mercenari e attuare il colpo di stato. In un ultimo tentativo di concludere tutto senza spargimenti di sangue, Süss propone ancora a Sturm di diventare il primo ministro del Duca, ma questi rifiuta di diventare il servo di un tiranno e preferisce rimanere in prigione.
I consiglieri ribelli sanno che gli ebrei stanno finanziando la guerra civile: Faber tenta di lasciare la città per diffondere la ribellione nel resto del paese sfruttando la vecchia parola d’ordine conosciuta da Röder, ma nel frattempo la parola è stata cambiata e viene arrestato.
Süss convince il Duca a lasciargli carta bianca per reprimere la ribellione nel sangue: deve approfittare della festa organizzata per la corte imperiale a Ludwigsburg, andare lì con la Duchessa a divertirsi e, quando tornerà due giorni dopo, sarà diventato un Sovrano Assoluto, come Luigi XIV. Un bel colpo di Stato. Il Duca accetta e parte.
Süss fa ascoltare a Dorothea le urla del marito torturato e le dice che se vuole che venga rilasciato deve concedersi a lui. Dorothea resiste all’inizio, ma le urla del marito sono strazianti. Süss la spinge sul letto. Non viene spiegato se Dorothea accetta di tradire il marito con Süss per salvarlo o se Süss la violenta e si ritiene soddisfatto così, ma alla fine Faber viene rilasciato (sotto lo sguardo stupito di Levy, che si domanda se Süss sia impazzito… effettivamente poteva farlo ammazzare lo stesso, no?) e Dorothea fugge e si annega nel fiume.
Süss ha raggiunto Ludwigsburg, ma nel frattempo Faber ha trovato il cadavere di Dorothea nel fiume e la popolazione in rivolta ha assaltato il palazzo ducale e ucciso il segretario. Contro un’intera città in rivolta i pochi soldati messi a presidiare le porte non bastano più: aprono le porte e lasciano passare Röder, diretto a Ludwigsburg per accusare il Duca dei suoi misfatti di fronte alla corte imperiale.
Il Duca, ubriaco e sempre incazzato come me, tira fuori lo spadino e sta per uccidere Faber, ma a metà gesto si becca un infarto e crepa. Süss non ha più nessuno che lo protegga. Viene processato e condannato a morte per impiccagione non per spirito di “vendetta” , come dice Sturm, ma solo per “giustizia”. E la morale della storia la potete leggere nell’ultimo screen qui sotto… ^__^
Nell’insieme è un bel film, un buon dramma storico, se lo si guarda per quello che è, senza pregiudizi contro i film antisemiti degni di quelli di Faber contro gli ebrei. ^__^
Come film antisemita è decisamente sopravvalutato. Magari fosse solo questa la propaganda antisemita…
Ancora nasi adunchi in Der Ewige Jude
“Der Ewige Jude” (L’Eterno Ebreo, equivalente all’Ebreo Errante in italiano) è un altro dei filmoni della propaganda nazista. Magari ne parlerò meglio un’altra volta, se no finisce che intaso del tutto il thread a furia di stronzate e ancora non siamo andati a finire sul fantasy, dove volevo andare a parare io…
Beccatevi i volti dal naso adunco delle locandine!
Favole antisemite!
Frugando in cerca del “fungo ebraico” (avevo vaghi ricordi di questa immagina, vista chissà quanto tempo fa…) ho finalmente trovato il libro di favole “Der Giftpilz“, pubblicato a Norimberga nel 1938 dalla rivista “Der Stürmer” di Julius Streicher.
La prima favola è proprio quella del “Fungo velenoso” in cui una madre col suo bambino raccolgono funghi nella foresta e il bambino ne trova alcuni velenosi. La madre spiega al figlio che i funghi non sono tutti uguali, perché ci sono quelli buoni e ci sono quelli cattivi. Quando tornano a casa riprende il discorso e spiega al bambino che anche gli umani si dividono in buoni e cattivi, ma il bambino sa già questo: il maestro di scuola ha detto molte volte di stare attenti agli ebrei, che sono pericolosi!
La madre è compiaciuta dell’intelligenza del figlio e gli spiega che come esistono funghi velenosi di molte forme così esistono molte forme di ebrei velenosi: c’è l’ebreo medico, l’ebreo macellaio… e perfino l’ebreo battezzato!
E come un singolo fungo velenoso è in grado di uccidere un’intera famiglia, così un singolo ebreo può portare alla rovina una famiglia o un villaggio o perfino un intero popolo! Il bambino è stupito: ma tutti sanno che bisogna stare attenti agli ebrei?
Sfortunatamente no, dice la madre, molti milioni di persone vivono nell’ignoranza del pericolo giudaico e così rischiano la propria vita e mettono al rischio quella di molti altri: per questo chi è informato deve fare tutto il possibile per portare questa conoscenza a chi è ignorante!
Per chi è interessato il testo inglese di queste belle favolette si trova qui. Possono sempre far comodo per chi ha dei bambini piccoli. Più male di gran parte del Fantasy prodotto o della Televisione non possono certo fare…
Un’ulteriore curiosità su “Der Stürmer”: quella rivista era considerata così antisemita da disgustare molti dei gerarchi nazisti, che la trovavano volgare e piena di ridicole assurdità. Cioè, LOL, non piaceva nemmeno ai nazisti questa roba! ^__^
Baldur von Schirach, leader della Gioventù Hitleriana ne proibì espressamente la distribuzione presso le strutture del gruppo e lo stesso fece Hermann Göring, proibendo Der Stürmer in tutti gli uffici sottoposti alla sua autorità.
Ecco qualche esempio visivo delle pubblicazioni di Julius Streicher in cui si accusavano gli ebrei di pedofilia, sacrifici umani, cannibalismo, stupro, satanismo, usura, tortura sugli animali (a causa del rito biblico della sgozzamento, praticato anche dagli islamici), allevamento di conigli e tante altre belle cosette…
Cliccare per ingrandire. |
I famosi Protocolli e il complotto ebraico…
Spero che la descrizione degli eventi del film “Süss l’ebreo” abbia permesso ai meno avvezzi all’antisemitismo di farsi un quadretto dello stereotipo giudaico. Gli ebrei sono rappresentati come persone spregevoli, brutte, con grandi nasi adunchi (talvolta anche coi vestiti tradizionali e la barba, ma NON sono fondamentali!), avidi, disposti a far prestiti a qualunque governante voglia i loro soldi, ricattatori ecc…
…in pratica una razza di banchieri. ^__^
Ed effettivamente l’idea di voler governare il mondo attraverso il capitalismo e le banche, e il mondo libero “capitalista” come necessità per amplificare il proprio potere (che non potrebbe essere altrettanto grande in dittature autoritarie pronte a usare la violenza e i pogrom quando minacciate), è proprio ciò che ha acceso di più l’immaginario degli antisemiti.
Chi non conosce “I Protocolli dei Savi di Sion“, un falso storico costruito in Russia a partire da opere precedenti e utilizzato per accusare gli ebrei proprio delle cose scritte sopra? Venne utilizzato prima dallo Zar, poi dai Nazisti e ora dai paesi islamici per giustificare la necessità di eliminare gli ebrei che complottano per il dominio mondiale tramite il sistema bancario. LOL!
Maggiori informazioni sul falso storico dei Protocolli qui, ma attenzione: i neonazi confermano che anche Wikipedia è in mano ai giudei!!! Ke paura!!!!111oneoneone
Tra l’altro i Protocolli vanno molto di moda, oltre che nei paesi islamici e in Sud America, anche in Giappone. Si veda questo link per maggiori informazioni. Le scimmie gialle di quell’isola là hanno buon gusto! ^_^
Gli ebrei di Harry Potter
Guardando i film di Harry Potter ero rimasto piacevolmente sorpreso dall’aspetto dei folletti (goblin nella versione inglese) della banca Gringott: sembravano una versione fantasy dell’ebreo! Una intera razza di soli banchieri, bassi, con lunghi nasi adunchi, brutte facce e un aspetto generale che ispira pochissima fiducia. Macchiette ebraiche.
Solleticato dalla cosa, anche se sfortunatamente per ora ho letto solo i primi due libri della serie, mi sono messo a cercare ulteriori informazioni in internet per saperne di più.
I Goblin gestiscono La Banca dei maghi per eccellenza, ovvero la Gringott. Custodiscono i beni di tutti i maghi, buoni e cattivi, senza schierarsi: per loro contano solo gli affari, non quanto spregevoli siano quelli con cui li fanno. Sono creature miserabili, infide, avide, di cui non ci si può fidare. Nel corso della storia sono state perseguitati, si sono ribellati, e in generale i maghi non hanno mai voluto né potuto fidarsi di loro. Però sono utili, perché sono i migliori banchieri del mondo.
Mi suona giusto-giusto un campanellino nella testa… a voi no?
Ho scoperto di non essere l’unico ad avere visto lo stereotipo del banchiere ebreo in quelle affascinanti creature fantasy. In questo articolo di Dana Goldstein, “Harry Potter and the Complicated Identity Politics“, si trovano informazioni interessanti.
Goblins in the series are humanoid beings (they can mate with people) skilled at forging metal and protecting valuables. Harry and Ron distrust goblins, but the naïve Hermione reminds them that wizards have been cruel to goblins throughout history, provoking bad behavior from the creatures. Against his better instincts, Harry cuts a deal with the goblin Griphook: In exchange for help in obtaining a magical object deep with a protected vault, Harry will give Griphook a valuable medieval sword he has inherited. But Harry soon learns goblin ideas of ownership are different than human ideas; while people believe they own an object once they pay for it and can pass it to whomever they like, goblins believe a valuable object must be returned to its creator — often a goblin — upon its purchaser’s death. Thus, Griphook steals the sword from Harry without fully upholding his end of the bargain. The ultimate judgment is that whole categories of creatures, even those whose blood is intermingled in the human race, cannot be trusted.
Naso adunco, brutto aspetto, labbroni schifosi… è solo una mia impressione? |
Niente di male negli “ebrei potteriani”, anzi, è divertente vedere che oltre alle creature fantastiche della Mitologia anche quelle del Razzismo possono trovare il loro posto nei mondi fantastici. Ho già qualche idea sui negri-scimmia e cosette simili… e perché no, anche sugli ebrei per un’ambientazione pesantemente ispirata all’Ottocento. ^_^
Giudaizzare un po’ il fantasy con l’ebreo fungo
Al posto del giudeo umano, imitando quanto fatto (senza intenti razzisti) dalla Rowling, si può inventare un creatura fantastica apposita che assuma le caratteristiche negative dello stereotipo ebraico. Un’idea che mi era venuta era quella di una sorta di “ebreo fungo” ispirato alla copertina del libro di favole. Propongo qui un po’ di idee e varianti per chi volesse prendere ispirazione.
Il fungoide (o miconide o fungheo o quel cavolo di nome che gli si vuole dare) è un uomanoide basso, sgraziato, tozzo, con braccia e gambe corte, il volto brutto e rugoso, il naso adunco e le labbra come grassi vermi viscidi. La testa, priva di un collo apprezzabile, termina con un cappello da fungo, più o meno pronunciato. Una barba di licheni cresce sulla mandibola.
Vive nelle fogne o in stamberghe, proliferando nella sporcizia e al buio, tra i rifiuti prodotti dagli umani, insomma in luoghi dove trionfa il degrado morale e materiale. Come una muffa o un parassita o, appunto, un fungo che cresce sul marcio.
Nonostante dispongano di un’intelligenza umana (o è meglio dire “di notevole furbizia”?) sono disprezzati da tutte le specie superiori. Non sono loro concessi gran parte dei diritti che le altre razze hanno, ad esempio quello di possedere appezzamenti di terra o di fare gli artigiani o di votare ecc… Sono dei paria.
Ma i funghi conoscono molte cose: i funghetti generati delle loro spore, che nel corso degli anni crescono fino a diventare veri fungoidi alti un metro e più, all’inizio sono così piccoli e indistinguibili da comuni muffe e funghi da potersi infiltrare in ogni luogo “umido” per spiare e riferire le informazioni raccolte al padre.
Per sopravvivere tra gli umani si sono adattati e, rubando e accumulando denaro (in fondo per chi mangia immondizia, ama il degrado e si veste di stracci non c’è molto motivo di spendere soldi), si sono alla fine trasformati in usurai.
Il denaro che possiedono è nascosto in luoghi segreti, si dice nelle fogne, in tunnel disgustosi dove i fungoidi possono entrare solo perché i predatori locali non li vogliono mangiare e il puzzo mefitico non li turba. Accumulano denaro per il gusto di accumularlo, per poterlo vedere e utilizzarlo per costringere al proprio volere le “razze superiori”.
Nulla rende più felice un fungoide di vedere un mercante strangolato dall’usura che si suicida o di far spezzare i pollici a un manovale carico di debiti che, il fungo lo sa fin dall’inizio, non avrebbe mai potuto ripagare.
Si dice che tutti i fungoidi, che siano alti un metro o siano funghetti grandi come bottoni, ubbidiscono a un fungo gigantesco che comanda tutta la colonia cittadina servito dalla sua corte di anziani alti anche due o tre metri.
O forse tutti i funghi più anziani si fondono in un solo mostruoso Padre Fungo che contiene i ricordi e la sapienza di tutti i suoi figli e dalle fogne guida il progetto di funghizzazione della città. In fondo nessuno ha mai visto un fungoide morire di vecchiaia e chissà dove spariscono dopo una certa età…
I fungoidi non hanno femmine: i padri generano i figli deponendo le spore nella sporcizia e lì loro crescono e si nutrono. Forse hanno periodi riproduttivi specifici o forse no. Alternativa: le spore vengono sparate in aria e se raggiungono una donna gravida possono infettare il feto. Il bambino nasce deforme, con la pelle butterata e deformità di altro tipo, morendo poco dopo il parto o addirittura uscendo fuori già morto. Dal cadavere nascono i funghetti, in grado di individuare e raggiungere il padre seguendo la sua scia olfattiva.
E qui si può aggiungere la leggenda secondo cui ogni tanto nascono bambini-fungo che sopravvivono e, in virtù della loro intelligenza umana, guidano gli altri funghi dalla profondità delle fogne decidendo la strategia della colonia. Questa leggenda può essere in aggiunta o in sostituzione delle teorie del grande Padre Fungo.
Altra idea: il fungoide come parassita/malattia!
I fungoidi non sono una specie in sé, ma sono parassiti che prendono possesso delle altre creature. Ci sono pochi fungoidi riconoscibili, quelli più anziani, ormai ridotti ai mostri deformi col naso adunco e la testa a cappello descritti prima. Ma in origine tutti i fungoidi sono umani (o elfi, nani, quel cavolo che vi pare più adatto, basta che siano una specie dominante molto comune).
Quando vengono contagiati dalle spore iniziano una lenta trasformazione: cominciando a diventare solitari, asociali, rifiutano di lavarsi, allontanano i famigliari, torturano piccoli animali, stuprano e rubano… un po’ alla volta il loro naso prenda la forma a becco, la pelle diventa spugnosa e assume colori fungheschi (Verde? Marroncino? Un bianco malaticcio?). Diventano appieno uomini-fungo.
Diventare fungoidi è quindi una malattia. Il fungo è un parassita che cresce nel corpo dell’individuo e ne cambia il corpo, portandolo all’isolamento e alla follia criminale.
Alternativa: il fungo non è un semplice parassita privo di intelligenza, ma è un essere senziente vero e proprio che a trasformazione completa, quando ha preso completo controllo della mente, possiede il nuovo corpo e tutti i suoi ricordi.
L’invasione degli ultrafunghi…
Ma i contagiati come subiscono il contagio? L’idea delle spore sparate e assorbite era carino come “pericolo” per le donne incinte, ma se la gente iniziasse a mutare in massa così sarebbe pericoloso per gli stessi funghi: in breve le autorità metterebbero a fuoco ogni anfratto per purificarlo e sigillerebbero tutti i tombini. Gli affari da usuraio languirebbero non poco…
Si può decidere che il contagio sia una scelta della vittima: i funghi hanno una loro religione, basata sull’assunzione di droghe psichedeliche per raggiungere l’unità tra mente e corpo e vedere il Grande Fungo. Assumendo il fungo allucinogeno del Padre nel corso dei riti religiosi, come una sorta di eucarestia allucinogena, si viene sempre più contagiati e lentamente si muta, consapevoli della mutazione (fa parte delle fasi avanzate del culto), fino a divenire fungoidi. I funghi corrompono le brave persone portandole al loro malvagio credo… ^__^
In fondo anche l’Ergot, che contiene il potentissimo LSD-25, altro non è che un fungo che cresce sulla segale (rendendola appunto “cornuta”).
I contagiati si uniscono alla colonia dei funghi, in una sorta di ghetto, praticando il crimine, l’usura ecc… e adorando il culto del Grande Padre Fungo. In questo caso il vecchio fungoide deforme assume il ruolo giudaico dell’untore (magari unito a quello dell’avvelenatore di pozzi, se contamina le scorte idriche).
Anche in questo caso non c’è bisogno di distinguere fungoidi maschi e femmine: la riproduzione non prevede rapporti sessuali o inseminazione di ovuli da parte di partner distinti. Per cui non esistono nemmeno “famiglie”, ma solo l’unità della colonia in una rigida gerarchia che va dal più anziano al più giovane.
E se invece inserissimo le femmine?
Una buona idea per le femmine può essere quella dell’intrigante prostituta ebrea che seduce e corrompe i bravi uomini. La femmina fungoide ha l’aspetto di una bella ragazza, con o senza sintomi della funghizzazione, che usa il proprio fascino per diffondere le spore tramite il rapporto sessuale, attraverso le mucose genitali (al posto o in aggiunta a ciò che fa il fungo anziano che le spruzza nell’aria). Oppure la funghetta può semplicemente sedurre gli uomini portandoli al Culto del Padre Fungo un po’ per volta, iniziando con la somministrazione di minuscole dosi della droga per amplificare il piacere sessuale.
La forma della fungoide deve variare in base al tipo di ambientazione e alla predisposizione al sesso interrazziale: in alcuni le uniche fungoidi di successo saranno quelle identiche alle umane, con pochissimi segni di mutazione, in modo da essere ancora attraenti; in altre invece la fungoide può essere semplicemente prole di un Padre fungo in grado sia di produrre figli maschi (bassi e brutti, ma astuti) che figlie femmine (belle, ma meno furbe). In tal caso le femmine possono essere a loro modo “attraenti” pur senza essere umane/elfe/quel-che-è: tipo in certi Hentai con le ragazze mostro…
Questa distinzione maschio-femmina, come impostata da me, non è importante per la riproduzione della Colonia che continua a NON essere sessuata, ma va vista solo come “divisione dei ruoli” in cui si è sviluppato un ceppo di fungoidi altamente specializzati nella diffusione del contagio tra gli umani.
E queste sono solo le prime idee che mi sono venute mentre scrivevo: ci sono un sacco di possibilità per sbizzarrirsi con i fungoidi e creare la propria razza di “parassiti usurai”, magari da inserire in un’ambientazione fantasy industrializzata di ispirazione Ottocentesca (steamfantasy) simili alla New Crobuzon del mondo di Bas-Lag o alla Tarant di Arcanum.
Note per il Film “Süss l’Ebreo”
Nota sul “divieto” in Italia: probabilmente non è proprio “proibito” in Italia, ma, in accordo con la Legge Mancino (modificata nel 2006 in senso meno rigido), un’eventuale distribuzione del film porterebbe venditori e ditte ad essere accusati di “propaganda dell’odio razziale” (gli inviti a bruciare le sinagoghe, cacciare gli ebrei ecc… sono molto forti: il film stesso era usato per caricare di giusta rabbia i soldati delle SS che dovevano partire per i paesi slavi), con conseguente pena pecuniaria, carcere e sequestro per legge di tutto il materiale. Libera diffusione, no? La censura non è solo ciò che riporta sopra l’etichetta “censurato”. ^__^ Torna in cima.
1: attore tedesco, 1893-1946, morto nel campo di concentramento di Sachsenhausen (Campo Speciale n°7 per nemici politici sotto il regime di Stalin) dopo un intervento di appendicite. Uno dei suoi primi ruoli fu nel film “Metropolis” di Fritz Lang. Prima della presa del potere da parte dei Nazisti era militante del Partito Comunista, motivo per cui sotto il regime ebbe difficoltà a lavorare. Alla fine riuscì a mettersi a capo di un gruppo di “attori indesiderati” e recitò in vari film di propaganda prima e durante la seconda guerra mondiale. Torna in cima.
2: nel film viene usato il termine “Verfassung”, che indica proprio la Costituzione, ma questo termine non è del tutto corretto. Il Württemberg non ebbe una Costituzione fino al 1819. Quello a cui si riferiscono nel film è una sorta di patto tra i cittadini e i Duchi del Württemberg, sotto forma di un serie di leggi e concessioni le cui origini risalgono al 1514, che tra le altre cose garantiva al Consiglio a Stoccarda di poter controllare gli aspetti finanziari mettendo ai voti le richieste del Duca. Nei documenti d’epoca è chiamato “das gute alte Recht” (la buona vecchia Legge).
Per maggiori informazioni si veda “War, State and Society in Württemberg, 1677-1793” di Peter Wilson. Torna in cima.
3: attore austriaco, 1902-1946, morto in un incidente d’auto. La sua interpretazione di Süss è straordinaria, perfetta, forse anche grazie allo “stimolo ricevuto”: dopo aver rifiutato la prima volta di partecipare al film, Goebbels in persona lo ricattò minacciando la vita del suo figliastro mezzo-ebreo (confessato da Marian in un’intervista dopo la guerra). Nonostante questo, Marian divenne un “paria” del cinema. Alcuni sostengono che dietro l’incidente d’auto vi sia un suicidio. Torna in cima.
4: gran parte degli ebrei dal naso adunco che appaiono nel film sono veri ebrei, rastrellati dalle SS nel ghetto di Praga e costretti a recitare nel film. Gli ebrei del film vengono rappresentati come ebrei slavi, non tedeschi, per giustificare la dura politica nei territori slavi occupati. A Praga sono state girate anche le scene giudaiche di massa, come l’ingresso degli ebrei e le cerimonie religiose. Torna in cima.
5: attore cinematografico e teatrale tedesco, 1884-1959. In questo film interpreta sia il ruolo del segretario Levy che quello dell’anziano rabbino Loew. Krauss, famoso per la sua interpretazione diabolica in “Das Cabinet des Dr. Caligari” (1920), abbracciò l’ideologia nazista e divenne Attore di Stato sotto Goebbels. È ricordato anche per l’ottima interpretazione dell’usuraio ebreo Shylock in “Il Mercante di Venezia” durante le rappresentazioni a Vienna del 1943. Dopo la guerra venne perdonato per la sua adesione al nazismo e ammesso ai festival del cinema tedeschi. Torna in cima.
6: attrice svedese, 1912-2001. Moglie del regista Veit Harlan, divenne famosa per i suoi ruoli tragici guadagnandosi il nomignolo di Reichswasserleiche (che suona tipo “l’annegata del Reich”, riferimento alla fine di Dorothea in questo film). Come gran parte delle più amate attrici del cinema del Terzo Reich era una straniera. Torna in cima.
7: l’uso di banchieri ebrei era molto comune e alcuni luoghi comuni sulla diffusa presenza ebraica nel sistema bancario mondiale dei paesi occidentali fino alla seconda guerra mondiale sono effettivamente non del tutto privi di fondamento (ma questo non significa che vi fosse un qualche genere di “complotto giudaico”). Tornando al personaggio storico di Süss Oppenheimer va fatto notare che era nipote di Samuel Oppenheimer, banchiere personale dell’Imperatore Leopoldo I d’Austria fino a pochi decenni prima. Torna in cima.
Appena finito di leggere tutto d’un fiato.. e devo dire ancora una volta complimenti:precisione,esaustività e un pizzico di sarcasmo come sempre ^__^ mi hai fornito un motivo un più per detestare la Rowling come peraltro già facevo…e anche una buona idea per le campagne di D & D ( ovviamente per rispettare la paternità dell’idea il Padre Fungo diventerà il Duca Dei Funghi )
Grazie.
Il Duca di quel film mi somiglia proprio: grasso, porco, tirannico, iracondo, ubriacone… un vero nobiluomo.
I fungoidi spaccano: bisogna lavorarli ancora e ricavarne qualcosa di migliore degli abbozzi che ho fornito io, ma hanno tutto il potenziale del “naso adunco” per rullare in un ambientazione cittadina.
Per ricavare ulteriori dettagli (riti, simbologia ecc…) sui fungoidi può far comodo frugare in quei siti/libri dedicati alla cultura ebraica.
Io ho un paio di libricini comprati quando ancora stavo con una ragazza ebrea, ma in internet si trova molto di più.
Ammetto che quando ho letto “miconide” ho pensato subito ai miconidi che abitano nel Buio Profondo vicino alla grotta dove si rifugia Drizzt Do’Urden! LOL!
Gli spunti sulla società dei funghi secondo me hanno del potenziale… hai pensato di montarci su uno dei tuoi concorsi? Potrebbe essere divertente ^__^
@Delemno:
il fungoide ispirato al fantasy antisemita converrai che spacca molto di più dei banali miconidi di D&D (mi ricordo quelli incontrati da Drizzt nella trilogia degli elfi scuri ^__^).
@Diego:
pensavo di organizzare per questa estate un concorso a tema Conigliesco. Si, perché se faccio qualcosa che “possa piacere al pubblico” poi mi sento triste… ^__^
Mi pare più che comprensibile… comunque direi che anche i conigli hanno del potenziale ^__^ Ottimo!
E’ sorprendente scoprire che persino i gerarchi nazisti ponessero dei limiti al cattivo gusto nella propaganda, mentre qui oggi… ^_^
Beh, i nazisti erano persone serie. Avevano idee sul darwinismo biologico molto discutibili (gli ebrei tedeschi a differenza di quelli slavi erano ben integrati, si sentivano prima di tutto “tedeschi” e poi “ebrei” ed erano parte importante e produttiva della società tedesca… erano proprio gli ultimi con cui avesse senso prendersela), ma non erano scemi: il miracolo economico che salva la Germania dalla devastazione causata dal connubio Repubblica di Weimar – Crisi del ’29 (perché, saggezza liberalsocialista Weimariana, stampare denaro causandone il crollo del valore per pagare i debiti di guerra distruggendo la propria economia è un’idea geniale!!! E’ pensare al futuro!!!) e ne fa una nazione benestante e, nonostante il regime autoritario, felice, avviene proprio perché il regime essendo formato da persone determinate a fare il Bene del paese (e in questo modo anche il proprio grazie al sistema corrotto in modo positivo) garantiva molti più benefici concreti alla gente comune di quanto fosse il prezzo da pagare per “non poter professare la propria ideologia comunista” o cose simili.
L’aspetto antisemita del regime è stata una cosa completamente idiota e ha fatto più danni alla Germania stessa che non benefici sia in termini di immagine pubblica che di scienziati fuggiti all’estero. E ha compromesso anche la possibilità, non del tutto impossibile fino al ’39, di costituire il vero progetto nazista ovvero l’alleanza con la Gran Bretagna per suddividersi il globo come potenze principali (una continentale e l’altra proiettata verso le colonie).
Dovevano puntare all’odio contro socialisti e comunisti e al nazionalismo, già sufficiente per attirare le masse deluse dal fallimento della democrazia di Weimar, senza puntare alla propaganda contro gli ebrei.
In effetti la persecuzione degli ebrei è l’aspetto di gran lunga più irrazionale del nazismo. Certo, un nemico comune con un nome e una faccia ben precisa è un tema forte attorno al quale aggregare le masse, ma per quello non bastava l’umiliazione della sconfitta nella Prima Guerra Mondiale? D’altra parte, Eric Berne sosteneva che le nazioni sono governate da persone che seguono un copione che si sono scritte all’età di quattro anni.
Piccolo OT: la sconfitta degli imperi centrali nella Prima Guerra Mondiale è stata una tragedia per l’Europa. Fra le altre cose, non ci sarebbe stato nemmeno il nazismo.
Concordo.
La Grande Guerra poteva essere vinta dagli Imperi Centrali, senza l’intervento americano del ’17 (entrata reale in guerra in modo massiccio nell’aprile 1918 e complessivamente 4 milioni di uomini mobilitati!).
Le tattiche e le strategie dell’Esercito Tedesco erano state radicalmente cambiate grazie agli studi del ’15-’16 e nel ’17 i tedeschi (e in modo minore gli austriaci) potevano perfettamente sopportare la superiorità schiacciante dei nemici in termini di fuoco e di uomini senza essere travolti e senza perdere più truppe degli avversari.
Sul fronte occidentale durante il conflitto la Germania aveva una inferiorità del 50% in termini in termini di truppe e del 30% in termini di artiglieria (di tutti i calibri). Eppure non perdeva più uomini dei suoi nemici. E i soldati tedeschi non subivano decimazioni, punizioni e angherie quanto quelli francesi, inglesi e italiani. E non venivano mai accusati di codardia per coprire l’inadeguatezza e la stupidità degli ufficiali, come invece avveniva continuamente a francesi e italiani.
E questo non dipendeva dal migliore addestramento dei soldati tedeschi “veterani” o da chissà quali virtù tedesche: gli ultimi veterani tedeschi erano stati spazzati via tutti nelle battaglie della Somme del 1916, causando una autentica crisi qualitativa alla Germania.
La Germania aveva riscritto d’accapo il modo di fare la guerra proprio perché era sicura che in un confronto di logoramento (un guerra di materiali, Materialschlach) poteva solo perdere perché priva delle colonie per rifornirsi di materie prime. E priva del bacino di arruolamento ENORME in India che avevano gli inglesi. Dovevano per forza, come analizzato anche da Luttwak a livello generale, attuare una guerra di manovre e usare il cervello al posto della sola forza bruta. Gli alleati invece erano fiduciosi di poter vincere con la sola forza delle loro ricche economie e della loro superiorità numerica.
Gli studi dell’ufficio tattico tedesco istituito apposta per studiare “il nuovo volto della guerra” portarono Hidenburg e Ludendorff ad attuare una rivoluzione. Tutto ciò che gli ufficiali avevano studiato sulla guerra andava dimenticato: bisogna ripartire da zero.
E in questo possiamo vedere la vera virtù tedesca, nell’umiltà di imparare e mettere in discussione un’intera vita di nozioni lasciando che “i giovani ufficiali” li istruissero d’accapo. Generali e colonnelli tedeschi non trovavano umiliante andare a corsi di aggiornamento tenuti da capitani con molti meno anni di loro.
Al contrario gli ufficiali francesi rifiutarono ogni possibilità di cambiare il proprio modo di agire, nonostante avessero anche loro giovani ufficiali pieni di ottime idee: gran parte delle idee innovative dei tedeschi quali la difesa elastica, la prima linea debole, l’attacco alle spalle, le unità d’assalto da 11 uomini con armature, mitragliatrici, pugnali e bombe a mano ERANO tutte idee francesi copiate e migliorate a partire dai manualetti catturati nelle trincee nemiche!
La differenza tra ufficiali tedeschi e francesi era solo che i secondi erano, come gli italiani e gli inglesi, troppo arroganti per imparare a far la guerra in modo diverso da come si insegnava senza gran mutamenti dal 1871.
Il tempo che impiegavano gli ordini per andare dall’alto comando alle truppe in loco passò da 10 a 2 ore. Gli ufficiali vennero responsabilizzati di più, dando grande autonomia di manovra senza consultare l’alto comando. L’elasticità mentale e la responsabilità individuale divennero le chiavi del successo germanico.
E anche il morale si rialzò: un utilizzo più intelligente delle truppe, tramite battaglioni di rinforzo da spostare in un attimo liberamente da un punto all’altro del fronte, la prima linea sguarnita (tanto veniva bombardata e faceva schifo viverci) mentre i soldati si ammassavano nella seconda (con comodi alloggiamenti a prova di bomba e la possibilità di vivere in modo dignitoso) ecc… permisero di ridurre drasticamente il tempo di permanenza dei soldati al fronte! Un soldato tedesco passava 3 giorni su 8 al fronte (o era su 10?) mentre in Italia veniva considerato assurdo che certi reparti chiedessero di lasciare la prima linea dopo appena “15 giorni consecutivi” e il cambio, con qualche giorno di pace lontani dal fronte, spesso avveniva dopo 1-2-3 mesi… FOLLIA.
Il soldato tedesco non si ribellava e non aveva crolli del morale in massa perché sapeva che i suoi ufficiali non lo trattavano come un pezzo di carne, ma come un UOMO e veniva fatto vivere in condizioni “umane” e non “disumane”.
Senza l’intervento americano la Germania, povera di uomini, materiali e armi, ma ricca di intelletto e “umanità” (nel limite del possibile), stava per vincere o quantomeno ottenere una pace accettabile che mantenesse l’equilibrio del potere in Europa.
Gli americani cosa ci hanno portato?
L’umiliazione di un intero popolo, costringendolo di fatto per una questione di GIUSTIZIA ad abbracciare ideali di vendetta e a ricercare di nuovo la propria dignità nel nazionalismo.
Ci ha portato la distruzione dell’Impero Austroungarico, unico caso di stato moderno in cui islam e cristianesimo convivevano pacificamente grazie alla Laicità di fondo delle istituzioni evolutesi nel corso del tempo.
I principi di Wilson di suddividere le nazioni per etnie, portando a deportazioni e territori contesi, inasprì (anzi GENERO’ da zero) soltanto l’odio etnico che è arrivato fino agli anni ’90 nei Balcani. Come dice il mio amico serbo, gli americani tutt’ora sono odiati nei Balcani per quello che hanno fatto nel 1919, sia dagli islamici che dai cristiani.
L’importanza crescente negli americani dopo la prima e la seconda guerra mondiale portò anche un’idea totalmente estranea al mondo europeo: la persecuzione e il divieto di usare droghe, anche quando accertato dai medici che non erano dannose.
E i danni causati dal proibizionismo delle droghe sono evidenti e ben descritti: si vedano le opere di Escohotado con i dati di overdose e diffusione delle droghe prima e dopo la proibizione, quando caddero in mano alla criminalità e questa iniziò a ricattare i tossicodipendenti.
E assieme venne l’appoggio dato dalla CIA al traffico di droga, poiché gran parte del traffico era in mano a mafiosi (mafia di marsiglia che contrastava il sindacalismo socialista) e militari (sud america e asia) che assicuravano la lotta al comunismo nei rispettivi paesi. Appoggio denunciato dalla stessa D.E.A. americana: come si può contrastare il traffico quando sono i servizi segreti a proteggere i trafficanti?
E tutto questo spirito proibizionista poté nascere solo negli USA a causa del particolare mix di razzismo (e abbinamenti tra droga e razze inferiori: oppio e cinesi, marijuana e messicani), puritanesimo, cultura sessuofobica (l’LSD-25 entrò nel mirino della proibizione perché degli idioti iniziarono a dire che potenziava l’orgasmo femminile e favoriva la vita sessuale…) e democrazia.
Essì, anche la democrazia ricattata dalla masse elettorali ebbe il suo ruolo: Roosevelt (e presidenti successivi) venne letteralmente ricattato dai missionari evangelici in Asia affinché attuasse una campagna antidroga mondiale (convenzione dell’Aia del 1914 e successivi, incluso vincoli per la lotta alla droga nel trattato di Versailles del 1919 voluti dagli USA) o avrebbero usato il loro peso per togliergli l’appoggio delle masse moraliste protestanti che lo votavano.
E i danni in Africa dovuti alla brusca opera di decolonizzazione, sempre secondo gli idioti principi americani di “tutti liberi, tutti che si autogovernano”? Abbiamo lasciato un continente nel CAOS, perché ancora non pronto a governarsi da solo soprattutto a causa del suo ruolo in un mondo ormai globalizzato. Dovevamo guidarli e proteggerli, ma dopo le due guerre mondiali e il mondo diviso in blocchi e la propaganda anti-colonialista non era più possibile farlo.
Il nostro mondo è stato messo in ginocchio e plasmato in questo caos assurdo che si è trascinato dal 1945 a oggi, che colpisce e ferisce prima di tutto i più deboli, ovvero le genti di Africa e Asia, per colpa degli Americani.
Il mondo era nostro, di noi Europei che governavamo con giustizia e in regimi laici in cui religioni e stato sapevano convivere (anche se in Italia era difficile).
Le stesse colonie del New Imperialism erano costruite non per essere mantenute nel degrado, ma in una prospettiva di crescita tecnologica e miglioramento delle condizioni di vita dei locali: infatti in un mondo in cui i mercati erano sempre più chiusi a causa della lotta commerciale tra Gran Bretagna e Germania, le colonie nuove, che erano veri e propri buchi di bilancio per quanto costavano, erano viste come bacini futuri in cui vendere prodotti quando fossero diventate “paesi moderni”.
Nel 1914 è finito un mondo fondato sull’ottimismo e sulla fiducia nella laicità, nel progresso, nel miglioramento delle condizioni di vita “per tutti”, in cui sia il nobile che l’industriale che l’operaio che il terrorista anarchico avevano FIDUCIA in un futuro radioso.
Non esiste altra data nella storia altrettanto sconvolgente per quello che ne è susseguito. La stessa seconda guerra mondiale è semplicemente uno strascico naturale dovuto all’arroganza americana di pretendere di riorganizzare il mondo a proprio piacimento (Wilson) e all’ingiustizia francese nei confronti della Germania.
La società liberale borghese, come dicono gli storici, incontrò la sua “strana morte” quando era all’apice della sua potenza.
Sull’assurdità della persecuzione ebraica: in realtà non è la cosa più incredibile che il terzo reich si era prefissata. Altrimenti non si spiegherebbero i riti esoterici, o la ricerca di Shambala… dall’origine il terzo reich non era solamente un impero in espansione duro e puro. Il mito della razza ariana andava oltre il biondo occhi azzurri, era una ricerca delle mitiche origini dell’uomo “puro” per eccellenza. Da qui le, altimenti inconcepibili, decisioni di portare fino in fondo il progetto di sterminio degli ebrei, a costo di impiegare soldi e forze utili in altri ambiti.
Il contorno esoterico non rende il regime nazista molto differente da altri regimi. Forse era un po’ più accentuato a livello “privato”, forse no.
La maggior copertura e fascino della cosa è più dovuta al fatto che essendo i “cattivi” per antonomasia allora ogni cosa che li faccia sembrare ancora più svitati, cattivi e possibilmente satanisti/stregoni è ok (che ci sta sempre bene per “incattivire” l’immagine del nemico visto che fondamentalmente la nostra mentalità è modellata dalla visione giudaico-cristiana del mondo, che ci piaccia o meno).
Se ti interessa c’è questo libro che può valer la pena leggere, “Comunismo magico. Leggende, miti e visioni ultraterrene del socialismo reale”, scritto da Francesco Dimitri, l’autore del bel libro fantasy “Pan”.
Il dittatore di Haiti François Duvalier detto Papa Doc (periodo di governo: 1957-1971) non si limitava a far assassinare o esiliare i nemici politici, ma basava il suo governo sul terrore della superstizione.
Distorcendo la visione religiosa haitiana e la superstizione collegata al voodoo, Duvalier riusc a presentarsi come un alto sacerdote. La sua polizia segreta, non per niente, assunse il nome di Tonton Macoutes (un mostro haitiano, una sorta di uomo nero che rapisce chi si trova in strada di notte e lo infila nel proprio sacco di juta) e venivano visti come una sorta di stregoni/poliziotti.
Voci diffuse e incoraggiate da Papa Doc riguardavano la sua capacità di trasformare le persone in zombie (che sono creature particolarmente presenti e temute nella cultura voodoo).
Tra l’altro gli studi sugli zombie haitiani (eventuale esistenza e, nel caso, spiegazione scientifica) non erano cosa relegata ai soli esperti di folklore. “Passage of Darkness: The Ethnobiology of the Haitian Zombie” è un’opera del 1988 di Davis Wade in cui cerca di spiegare la capacità dei bokor (gli stregoni) di guidare corpi “apparentemente morti” tramite l’avvelenamento da tetrodotossina (TTX).
Studi successivi, sfortunatamente, hanno dimostrato che non vi è correlazione tra TTX e lo stato di “trance-morte apparente” in cui si viene guidati come marionette dallo stregone, per cui il potere attribuito ai bokor (se davvero esiste, ma le testimonianze indicano che “qualcosa” di vero c’è dietro il mito degli zombie) non ha ancora una spiegazione scientifica valida… a parte la questione, classica, della malattia mentale e della schizofrenia unita alla superstizione.
Spero tu abbia visto Il Mercante di Pietre. E’ un delizioso filmetto islamofobico che nulla ha da invidiare all’Ebreo Suss, peraltro ingentilito da una regia becera e cialtrona, un raro connubio di miseria sia morale che stilistica. Il nome del regista, per un voto che feci tempo fa a Santa Brigida patrona del Rivetto dei Jeans, non posso nominarlo, ma ugualmente dubito che il soggetto sia sconosciuto al Duca. M’aspetto una parola sull’argomento, o quanto meno una scudisciata.
Leggerò senz’altro i libri che hai citato, grazie!
Avevo commentato dopo aver ascoltato una conferenza sull’argomento esoterismo fatta da un mio professore. Anche lui ha parlato di Lenin e della sua mummificazione in attesa della resurrezione…La Russia del resto è la culla del Teosofismo.
Sarebbero interessanti dei post su questi temi!
@Zora
Si, sarebbero interessanti, ma sfortunatamente io non ho la competenza per poterli fare. Però ora ne sto finendo uno sui primi fucili a retrocarica. ^__^
A ognuno la sua specializzazione, giustamente. A proposito, corro a leggere il post precedente sulle armi da fuoco, che non ho ancora affrontato…pigra!
Sono capitata qui per caso e mi sono fermata perché ho trovato tutto interessante. Sul film e su Harlan ho scritto Berlino 1940 La convocazione, romanzo uscito a marzo del 2010.
Con calma leggerò altre cose; per quanto riguarda gli editori non paga quasi nessuno (specie se sei sconosciuto come me) e se ti pagano sembra un’elemosina, tipo i due milioni (di lire!) della Mondadori per il mio primo romanzo.
Ciao
Nadia